lunedì 18 dicembre 2006

Questo governo e quella specie di presidente


Anche il presidente Napolitano scende in campo e se la prende con i clandestini.
Attenzione, nel discorso in realtà l'uomo offre uno spaccato di quella che è la situazione di certa sinistra.
Io l'ho trovato delirante, senza cuore e privo di quella onestà intellettuale che ci si aspetta da uno come lui.
In sostanza il presidente dice che e'vero siamo stati un popolo di emigranti (nel passato), ora lo siamo molto di meno ed esportiamo solo gente con il bollino blu (specialisti e professionisti).
Secondo il rapporto MAE sulla comunità italiana nel mondo (anni 1985/1987), ci sono 58.000.000 di oriundi italiani all'estero.
Tra il 1870 ed il 1980 circa 27 milioni di Italiani hanno lasciato il proprio paese.
Secondo le stime della Caritas (dato aggiornato al 2004) in Italia risiedono 2.598.223 stranieri.
Nel 1949 il reddito medio di un nostro conyerraneo era di 159$ anno contro i 1453 di un americano. Oggi il reddito medio nostro è di 26.000€ circa contro i 3.800 di un marocchino ed i 6.500 di un romeno.
Al presidente dispiace che qualcuno finisca in fondo al mare ma, ci vuole "rigore con i clandestini e la strada dell'integrazione è lunga".

Mi torna in mente la mia famiglia. Mio nonno partito a 15 anni per gli Stati Uniti come muratore, tre zii che vivono divisi tra la Francia, l'Inghilterra e gli USA.Ricordo i loro racconti e le motivazioni che li spinsero ad andare via.
Ce lo siamo dimenticati e tanto vale concedersi alle folle con dei luoghi comuni. Si fa meno fatica ad ottenere consenso in questo modo.

Tra i tanti futigatori veterocomunisti come il sottoscritto, massimalisti e non al passo con i tempi come quei quattro fischiatori di professione di Mirafiori( per non parlare di precari, co.co.co e compagnia cantando), c'è uno che di mestiere fa il senatore dei DS e si chiama Salvi. Nell'ultima intervista rilasciata alla Stampa di Torino, questo signore ha osato dire che "nella manovra finaziaria un pò di porcherie ci sono" (testuale nell'articolo). Se avete voglia cercate quell'articolo e leggetevelo, potrete trovarvi qualche argomento che forse vi farà venire voglia di farlo anche voi un fischietto all'inquilino di palazzo Chigi.
Parla di buona politica, di costi della stessa e di incongruenze moralizzatrici dell'attuale classe dirigente.
Sempre per rimanere a commenti e contenuti sulla finaziaria segnalo quello di Mario Pirani sulla Repubblica di oggi (lunedì 18 Dicembre).
Il suo intervento riguarda l'ambito economico della Finaziaria.
Mettiamola così, vi risparmio le mie "critiche distruttive e veterocomuniste"(se volete potete cercarle sul Blog) e vi lascio in buona compagnia di un social democratico e di un borghese liberale.

venerdì 15 dicembre 2006

I post di Kilombo


Abbiamo solo voglia di piangerci addosso oppure esprimiamo solo l'esigenza di aprire la bocca, urlare e tornare ordinatamente dietro ai tanti casini che ci opprimono tutti i giorni?
E' uno sfogo ragazzi, oppure vi prudono le mani?
Pensate che questo muro del pianto ci assolva dal non fare nulla per il resto dei nostri giorni?

Leggo post belli, pieni di tensione e viscerali.Non capisco se scritti sull'onda emotiva di una pasticca di acido guardando la faccia di Padoa Schioppa, oppure di rabbia e voglia di menare le mani (metaforicamente s'intende).

Se è la prima cosa vi chiedo scusa, passata la sbronza tornerete umili all'ovile.Per l'altro caso forse è ora che alziate il culo. Anzi che vi alziate in piedi e che iniziaste a sporcarvi un pò le mani.

Altri (post) scritti da gente che scimmiotta una classe dirigente già persa, fantasticare su formule di partito democratico, contenuti per il contenitore, passione misurata con la bilancia della moderazione.In sintesi una delle tante scoregge che si perderanno in quest'universo fatto di poche stelle luminose.

Non ci piace il bollito che ci stanno servendo tutti i giorni, sarebbe bello riprendersi una piazza o semplicemente l'interno di un cinema per iniziare a parlarne.

L'alternativa? Morire rancorosi ed incazzati girandosi dall'altra parte dopo avere mandato in culo il resto



da leggere ascoltando Hei girl hei boy -Chemical brothers

mercoledì 13 dicembre 2006

Siete pronti per la mensa dei poveri?


Fare l' economista è un brutto mestiere. Si tracciano scenari macroeconomici, si evidenziano tendenze, si fanno previsioni e sulla base di quelle si danno consigli e si programmano azioni di governo. Alla fine si scopre che i conti sono un po' sballati.
La cosa peggiore, poi, è affrontare un tema e dare su quello un' informazione distorta e parziale con l' obiettivo di orientare in un certo modo il pensare delle persone normali.

E' un po' che i nostri amabili economisti riformisti ci dicono che uno dei problemi di questo paese è avere un sistema pensionistico che abbia un equilibrio finanziario nel lungo periodo.
Le cose che si tacciono, sulla questione, non sono di poco conto ma tanto vale nasconderle. Tanto il popolo beone che strumenti volete che abbia rispetto a lor signori per capirci qualcosa.

Il nostro sistema previdenziale dovrebbe destinare alla nostra beneamata pensione quelle risorse che, anno dopo anno, ci vengono trattenute.
Che queste poi, in realtà, finanziano anche fasi di ristrutturazione aziendale (Cassa integrazione), mobilità breve e lunga e fondi pensione di altre categorie (in deficit come artigiani e commercianti) cosa volete che importi.
In sostanza il nostro buon Cipputi destina una parte del suo salario a salvare e rifinanziare il rischio imprenditoriale del suo datore di lavoro, toglie le castagne dal fuoco a qualche soggetto che forse qualcosina in più a quello dovrebbe destinare ed alla fine di questo periglioso percorso si ritrova con una pensione che, stando alle tabelle pubblicate sulla Repubblica, per uno che andrà in pensione nel 2020 con 37 anni di contributi sarà l' equivalente del 60,1% della sua ultima retribuzione.
Arriverà al 67,4% se destinerà il tuo TFR ad un fondo pensione (sulla base di quale calcolo finanziario non si dice).
In soldoni l' equivalente di 1.200 € di salario (oggi) varranno circa 720€ al momento in cui appenderai la tuta al chiodo.Circa 800€ con il fondo integrativo.
E pensi che quella cifra si rivaluti nel tempo? Su questo tutti tacciono e non dicono che nessuna pensione è garantita dall'inflazione che anno dopo anno ti mangia un po' del tuo potere di acquisto.
Se in questo ci mettiamo che, oggi, lo stipendio medio di un precario non raggiunge i 700€ netti mensili, che un giovane su due viene assunto con contratti a tempo determinato o co.co.co. e se, sulla base di quello, facciamo una semplice proiezione dell'equivalente in valore della pensione, possiamo tranquillamente dire che stiamo programmando una società massicciamente impoverita. Fatta di soggetti deboli. Speriamo che le parrocchie aumentino lo spazio per i refettori e per i dormitori, perché è di quello che dovremmo preoccuparci.

Parlando di TFR tutti scandalizzati a dire: è dei lavoratori, quindi lasciamo che decidano loro se lasciarlo in azienda, destinarlo all'INPS o ad un fondo integrativo.
Io sommessamente aggiungerei una opzione e darei un suggerimento:
Dare la possibilità, ai lavoratori, di prenderselo quando ne hanno voglia.
Remunerare il capitale depositato presso il padrone o l'Inps a tassi di mercato (magari con un piccolissimo sconto)

Nello stesso giornale il buon Bersani fa un pò di autocritica. Dice che il titolo del film é sbagliato.
Non me ne ero accorto, in verità, di essere comodamente seduto in sala e che solo di un film in fondo si tratta.
Ci dice che ogni anno dobbiamo prendere 70 miliardi di euro e con quelli pagare gli interessi del debito pubblico.
Dobbiamo quindi diminuire il debito.
Nello stesso tempo comuni, regioni e province hanno anche loro iniziato a stampare BOT ed il governo permetterà loro di mettere delle tasse di scopo.
Devo dire che sono un pò confuso e non capisco come lor signori pensano di abbattere lo stock di debito pubblico (1.600 miliardi di euro).Ed in quanto tempo? Perchè a quello è vincolata la possibilità di avere migliori servizi e stare un pò meglio.
Mi chiedo, e se iniziassimo a chiedere un pò di soldoni (prestito) a tutti quelli che accumulano ricchezze ed a nessuno rendono conto?
Glieli potremmo restituire tra trent'anni come fanno loro con il nostro TFR (anche se in verità da precario non mi spetta) remunerandogli il capitale alle stesse condizioni.
Populismo da comunista. Può darsi, ma se per lor signori il reddito e la capacità su quello di programmare una vita decente non è un obiettivo strategico per cosa vi abbiamo votato a fare?

martedì 12 dicembre 2006

Lerner Gad, quello di Lotta Continua


Oggi ho letto sulla repubblica un articolo di Gad Lerner. Uno di quegli articoli politicamente corretti.
Parla di Mirafiori e fornisce qualche cifra.
Il rapporto tra la retribuzione di un manager e quella di un operaio è passata da 45 a 1 (nell'ottanta) ad un rapporto di 500 a 1(giorni nostri).In soldoni per ogni euro guadagnato da una tuta blu, uno in giacca e cravatta e master alla Bocconi ne porta a casa 500 (una volta arrivato in cima alla scala).
Il Gad fa rilevare che la solidarietà al manager d'area Consorte, da parte dei vertici dei DS, ed i recenti incontri di D'Alema con il gota della finanza nostrana, forse non sono molto apprezzati dalla massa di quel popolo che ha permesso all'esimio professore di Bologna di sedere sullo scranno.
Avanza, tra le righe, il dubbio che non sono forse loro i soggetti a cui una sinistra di governo dovrebbe guardare ed avere come orizzonte.
C'è un passo di quest'articolo che condivido pienamente:il messaggio del buon esempio: da anni si invoca una maggiore propensione al rischio da parte dei lavoratori"garantiti"....Ebbene, quali rischi hanno dimostrato di essere disposti a correre nel frattempo gli imprenditori, gli azionisti di riferimento che distruggevano ricchezza ma non rinunciavano nè al potere nè alle liquidazioni miliardarie?"
Poi l' articolo prosegue dicendo che non si vuole fare della demagogia e parla della necessità di porre una quota di rischio anche ai più forti e potenti etc. etc.
E così l' articolo scivola tristemente nell'ovvio e anche lui, il Gad quello che un giorno fu di lotta continua e che intervistò Sartre,in fondo pensa che a quella moltitudine di gente basti un tozzo di pane per dormire sonni tranquilli.Ed in coscienza.
Cosa è che blocca un giornalista come il Gad dal portare alle estreme conseguenze il suo ragionamento? La paura di non poterli più ospitare nel suo salotto quei manager e quei capitani d'industria?
Un pò di tristezza e di malinconia mi prende a leggere il Gard, quello che un giorno gridò slogan di fuoco ed oggi balbetta mezze verità.

P.S.
da leggere ascoltando "In un giorno di pioggia" dei Modena city ramblers

lunedì 11 dicembre 2006

Prodi ed i fischi


Tira una gran brutta aria. Il nostro esimio presidente del consiglio si prende un pò d'insulti, a Bologna, durante la sua visita al motor show.Le immagini e le voci di quel giorno ci rimandano un'Italia populista, fotografia di Berlusconi e figlia di quel pensiero debole (ma forte nella sua elementarietà)che da anni aleggia su questo paese.
Prodi in quello spazio ha incontrato una parte di paese che vive in modo viscerale il bisogno di non volersi prendere carico della sua parte di responsabilità in quello che è un panorama fatto di sfascio economico, mancanza di principi di solidarietà e rispetto del prossimo.
Non c'è un messaggio politico, in quei fischi, comparabile a quello degli operai di Torino.Altra storia ed altre esigenze.C'è un'Italia che persegue un sogno velleitario di ricchezza individuale (quella materiale) a discapito delle ragioni dei più deboli e di quelli che non possono.A discapito di tutto, anche di quel tessuto connettivo fatte di regole che ci tiene insieme.
Sono sordi a tutto, non hanno voglia di misurarsi con i contenuti delle questioni che ci riguardano. Sono prigionieri della forma.Non gli interessa individuare nella propria condizione di vita, che può essere anche difficile, delle motivazioni che sono altro rispetto a come viene rappresentata dalla destra. Non gli interessa prendere atto che in questo modello di società c'è molto solo per pochi.Indipendentemente da qualità individuali e sforzi.
Nello stesso tempo le statistiche ci dicono che più di un terzo della forza lavoro è fatto da lavoro operaio.Manuale.Gente che produce ricchezza dietro ad un tornio e ad una catena di montaggio.
Gente che è stata parcellizzata in unità produttive che hanno fatto proliferare la micro impresa.
Ci sono altri individui che vivono in modo precario il loro presente (il futuro non ha orizzonte)che vivono affollati nei call center, nelle coooperative di servizio ed ai banconi della grande distribuzione. La maggioranza di questo paese è fatta da soggetti economicamente deboli.Da lavori a basso valore aggiunto.da gente che vive quotidianamente la flessibilità nella impostazione dei propri ritmi quotidiani.
A chi vuole parlare la sinistra? Chi vuole rincorrere questo governo? E con quali azioni?Qual'è la classe dirigente ed il suo stile di vita?
Manca un progetto di vita per le generazioni. Manca la capacità di rivendicare dei modelli culturali e stili di vita alternativi a quelli dominanti. Chi ci prova è tacciato di velleitarismo. Se non si costruisce un'idea forte di società, che sia altro ripetto a quello che vediamo, si è destinati ad una sconfitta dura e lacerante.
Ci vorranno anni e solo la storia, con le sue leggi e le sue dinamiche sotterranee,risolverà la questione affidando ad altre generazioni e ad altri leader il compito di ricostruire quello che sarà stato distrutto.

sabato 9 dicembre 2006

La settimana

Si chiude una settimana densa di cose.E la si chiude in bellezza.
A Trieste la giunta di centro-destra (o di destra e basta) decide di segare le panchine delle piazze per evitare che i barboni le usino per riposarsi e dormire.
L' assessore ha giustificato questo suo intervento dicendo: niente in confronto al muro di Padova ed alle ruspe di cofferati a Bologna. In onestà gli si può dare torto?
In un CPT un clandestino si suicida perchè lo vogliono rimandare a casa.L'autorità e la maggioranza silenziosa si chiedono perché questa gente insiste a voler venire qui.Si fa così fatica a convivere tra di noi, pensa un pò tu se c'è bisogno di gente in più che ti toglie spazio e lavoro.questa è gente che gli dai un dito e si prende un braccio.Prima le colf in nero che puliscono la merda dei nostri vecchi, da quello operai per le fabbricche in cui si produce con veleni e dove è meglio che i nostri ragazzi non vadano.Se a questi gli salta in mente, poi, di far arrivare qualche cugino laureato in ingegneria come la mettiamo.E gli si può dare torto?
A Torino gli operai, un po' incazzati, spernacchiano sindacalisti che si ripresentano dopo 26 anni.Non capiscono i vantaggi della finanziaria.Fanno due conti e vedono che il sindaco e la regione si riprenderanno un pezzo di quello che gli ha dato Prodi (per sintetizzare).capiscono che essere sfigati vuol dire pagare più caro il bollo dell'auto.Quella maledetta uno con motore inquinante.Che una nebulosa circonda il loro tfr.Che il figlio precario non muterà la sua condizione a breve ma che dovrà pazientare.Che torneranno a lavorare il sabato, che la loro vita è fatta di sveglia alle 5 e ritorno a casa alle 7 di sera.Che così fanno fatica ad incontrare mogli,mariti e figli.E tutto per 1.200€ al mese.Gli si può dare torto?
A Roma il dott.Cimoli conta quanto guadagna a giornata.Circa 5.000 € (al giorno).E' un pò incazzato perché lo indicano come uno dei responsabili del tracollo della compagnia di bandiera.In cuor suo non capisce perché ce l' abbiano con lui.In fondo è lo stesso uomo che fu scelto per risanare le FS (si proprio quelle che Cipolletta ha detto sull'orlo del baratro se qualcuno non tira fuori 6(sei) miliardi di euro).Gli si può dare torto?
A Roma, in parlamento, dotti uomini di fede cristiana discutono di pacs e di valore della famiglia.Il vaticano è irritato.Sono gli stessi che convivono amabilmente con le loro compagne (Casini, Santanché docet), che hanno diverse consorti al seguito (Berlusconi docet). Non capiscono perchè qualcuno si ostina a voler considerare lo stato come una specie di entità laica, al di sopra delle confessioni e dei dogmi.In grado di rappresentare tutti allo stesso modo rispettandone valori, inclinazioni sessuali, credo religioso e quant'altro gli individui decidano di pensare.In fondo anche la moglie di Fassino con realismo ha deciso di dare una bacchettata a quella personcina un po' vivace della Turco.Gli si può dare torto?
In un letto di dolore un uomo, con grande dignità, chiede che si ponga fine alla sua sofferenza.Gli stessi uomini, che amano la vita e che la difendono a tutti i costi, non capiscono perchè qualcuno rinfaccia loro di avere avuto altro metro quando si trattò di Moro. Gli si può dare torto?

Pezzi di vita quotidiana. Difficile fare un passo avanti.In attesa passiamo il tempo e ci adombriamo un pochino.

giovedì 7 dicembre 2006

Mirafiori ed i cortigiani. Operai e padroni


Ieri a Torino la triplice, dopo 26 anni, ha fatto di nuovo il suo ingresso nella fabbrica simbolo della classe operaia in Italia.
L'articolo della Repubblica, che riporto, coglie qualcosa delle contestazioni e delle critiche fatte ai tre segretari confederali.
A mirafiori oggi lavorano circa 14.000 persone.
Negli anni 60 erano 70.000.
Questa gente ha pagato sulla propria pelle un pocesso di ristrutturazione che ha reso collettive le perdite dell'azienda (cassa integrazione, prepensionamenti e licenziamenti) e privati i profitti che, ciclicamente, quei i "padroni" portano a casa.
Uno dei personaggi che è parte dell'entourage di casa Agnelli si chiama Galateri.
Questo signore (il suo nome per intero è Gabriele Galateri di Genola, come gli antichi nobili)di mestiere fà il presidente di Mediobanca. Quest'anno porta a casa una plusvalenza in azioni pari a 6.000.000 (seimilioni) di euro.
Questa cifra sarà prontamente reinvestita in altre azioni (dice il nostro che sorride nella foto che accompagna l'articolo).la tassazione sulle rendite finanziare è pari al 12,5% ed il dott.
Galateri, pagherà (se lo farà), meno di quello che paga sulla sua busta paga un operaio di Mirafiori.Mediamente un operaio, con 25 anni di anzianità, porta a casa 1.200 € netti al mese.
Quando un manager Fiat viene licenziato (parliamo di alti livelli) può consolarsi con una buona uscita di svariati milioni di euro. Quale valore produce questa gente è uno di quei misteri che non riesco ancora a capire. Un management che ristruttura così pesantemente un'azienda e che riesce in questo solo perchè lo stato si prende in carcico quei costi, secondo me, non dovrebbe guadagnare più di quello che guadagna il sig.Cipputi.
C'è gente incazzata che gira per questo nostro beneamato paese. Ci sono un pò di cose che dovrebbero essere messe a posto .Per farlo la classe dirigente deve essere credibile.
Non prendetevela se, continuandò così le cose, qualche estremista perderà il controllo, guardando la sua busta paga ed il sorriso di Galateri, e qualche bullone di Mirafiori vi sfiorera' il capo.




Notizie dal fronte.Quello dell'opposizione ....di classe però!


TORINO
- Sindacati confederali contestati stamane nel corso delle assemblee sulla Finanziaria allo stabilimento Mirafiori della Fiat. In particolare gli operai hanno incalzato i segretari generali di Cgil e Uil, Guglielmo Epifani e Luigi Angeletti. Nel pomeriggio è previsto anche l'intervento del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni in un'altra assemblea.

"Guglielmo, questa non può essere la Finanziaria dei lavoratori, il sindacato deve mantenere un atteggiamento critico e incalzare il governo anche quando è di centrosinistra", ha detto un operaio delle Carrozzerie, dove si sono riuniti circa duemila lavoratori nella grandissima sala dove si fanno i test delle auto.

Stesso tono, poco distante, alle Presse, dove Angeletti parlava davanti a 1.500 dipendenti anche delle ex Meccaniche e della Costruzione stampi. Negli interventi introduttivi dei leader c'è stato qualche momento di contestazione quando si è parlato di pensioni e di Tfr.

Alle Presse è stato anche presentato un ordine del giorno su Tfr e altre questioni della Finanziaria. "Non dobbiamo fare la stampella del governo", ha detto un lavoratore ad Angeletti, che ha respinto questa critica: "Ci dipingono così ma non è vero, non ci sono governi amici. Gli unici amici siamo noi stessi e dobbiamo pensare a difenderci".

E c'è stato anche chi ha chiesto di scioperare contro il governo: "Lo abbiamo fatto contro Berlusconi, perché non lo facciamo anche ora?". Alle Carrozzerie è stato molto fischiato l'intervento di un rappresentante della Ugl, il sindacato vicino ad An.

(7 dicembre 2006) La Repubblica

Montezemolo ed un popolo di fannulloni (metà)


Il caro Leoluca Cordero di (un nome bellissimo, quanto avranno studiato i suoi genitori per pensarlo) ci dice che metà dei nostri concittadini non fanno una beneamata cippa di niente (scusate la scivolata). Io non sò se sono tra questi. Fino a Gennaio probabilmente no, dopo si vedrà e molto dipenderà dal fatto che riesca a trovare un buco che mi permetta di lavorare.Mi sono interrogato sul significato vero della sua provocazione (si dice così), dei soggetti a cui si riferisce. Mi chiedo se tra costoro possiamo annoverare il dott.Cragnotti (quello della Cirio), se c'è Tanzi e famiglia (quello della Parmalat), se ci sono i vari finanzieri del quartierino e l'ex governatore di Banca Italia (sapete che ha un'ufficio con segretaria a Roma , auto blu,probabile scorta e pensione faraonica?Indovinate chi paga questi piccoli benefits a questo signore che i più ricordano per le sue sparate contro le pensioni), osservo il panorama e penso che forse non si riferisce al dott. Feltri quello di Libero proprio quello che paga il dott. farina o'spione e che con fare distinto incassa ogni mese una bella pensioncina, cerco tra nomi illustri e penso che forse non ci sono i vari Fresco e Cantarella (si proprio quelli che stavano facendo fallire la Fiat e che se ne sono andati con liquidazioni nell'ordine dei 40.000.000 €-avete letto bene quarantamilionidieuro), per non parlare poi di tutta quella classe dirigente che ha passato il tempo a tagliare teste nelle fabbriche e che quando è toccata a lui un posticino di riserva lo ha trovato (Magnabosco ex capo del personale docet-si quello del processo sulle schedature Fiat- oggi può guardare con serenità al suo futuro: ha due incarichi prestigiosi).Vogliamo forse riferirci alla pletora del sottobosco politico: 1.000 parlamentari, 110 province con relativa corte di prestigiosi assessori, regioni a statuto speciale e no, comuni e comitati di quartiere, 200.000 sindacalisti che la fabbrica ed il luogo della produzione lo vedono solo quando ci passano davanti, per non parlare di tutti quei consigli di amministrazione di società pubbliche e partecipate in cui entrano solo gli amici, per non parlare della ASL (leggetevi cosa ha testimoniato l'ex governatore del Lazio sui criteri di nomina).Potrei continuare all'infinito ma in fondo conosco la risposta. Non sono loro che ci succhiano il sangue.No sono quei quattro straccioni della sinistra radicale. E tutti quelli che non capiscono di quanto sarebbe bello questo paese senza di loro. E' così gente e non c'è un cazzo da fare.
Un'ultima domanda mi sovviene : ma non è che si riferisce anche a Lapo?
P.S. da leggere ascoltando musica crepuscolare tipo i Madrugada

mercoledì 6 dicembre 2006

C'è l'alba

C'è l'alba oggi che si è colorata di rosso. da tanto tempo si aspettava la pioggia. Oggi c'è.le strade riflettono ombre e luci. finalmente l'aria sembra più pura. E' solo un momento.Kanye West canta Jesus Walks. Tra un pò si torna nei ranghi. E' stato solo un attimo.

Le cose ovvie sulla violenza

L'arte dell'ovvio quando si sposa alla retorica produce una serie di banalità che, per il solo fatto di essere tali, potrebbero farci risparmiare un pò di fatica lasciando che il nostro intelletto si interroghi su altre cose e cerchi risposte per altra materia.
La trattazione dei periodi storici di questo paese fatta con l'approccio di chi butta il discorso sulla questione della morale e dell'uso della violenza, del corretto e dello sbagliato, tralascia di solito la concatenazione tra quelli che sono fatti che hanno la loro causa in altri fatti.
Sono il prodotto di accellerazioni violente date da protagonisti che, volenti o nolenti, lasciano la loro traccia (nel bene e nel male)nella vita della gente e segnano i tempi.
Questo paese, limitandosi alla sua storia dalla fine della grande guerra, è sempre stato un fiorire di azioni e fatti violenti che ne hanno ridisegnato i confini di convivenza. C'è sempre stato un vincitore che, dall'alto della sua torre, ha definito la categoria morale del bene e del male. Quelle azioni rispondevano all'esigenza di difendere un'ordine costituito e la sua messa in discussione.
Lo ha fatto il fascismo che manganellava e reprimeva chi gli si opponeva.Che definiva violenta la resistenza di intere città (Parma) quando si faceva avanti e vinceva nel resto d'Italia. Che definiva terroristi i partigiani facendo strrage d'innocenti e trasformando gli uomini in lupi.
Gettava, in questo suo procedere, i semi della vendetta da parte di chi aveva subito e che, ancora più duramente, se possibile avrebbe ripagato il conto con gli interessi. Si può chiudere quel discorso facendone una sintesi e condannando così la violenza generata? E' innocente quella classe di borghesi che, miopamente, per non rinunciare ad un centimetro di privilegi ha gettato le basi del disasto che da lì a poco è venuto? Certo oggi è facile ergersi a giudice senza avere vestito i panni della vittima.
Quelle azioni sono il risultato di interessi contrapposti e non conciliabili.
Quel furore ha percorso il nostro paese negli anni a venire. I celerini manganellavano chi occupava le terre e , se non bastava, in nome dell'ordine pubblico ne facevano strage. Le classi subalterne, con la loro violenza, hanno contrastato chi si opponeva in nome dell'ordine alle loro richieste. Sappiamo tutti cosa è accaduto in quegli anni e quanto c'è voluto per chiudere un periodo così duro. In questo non ci sono innocenti (politici s'intende) tra le classi dirigenti ovunque costoro abbiano militato. Ognuno di loro portava avanti la propria visione della società e rappresentava interessi forti e consolidati. Con le stragi di stato e con gli omicidi di poliziotti. Cosa avrebbero potuto fare per evitare tutto questo? Io penso nulla. Oggi quello che si può fare è riprendere la lettura di un periodo storico lasciando che le generazioni dei giovani se ne facciano un'idea. Tralasciando per un attimo le categorie morali. lasciando che parlino i protagonisti e che spieghino cosa e perchè è accaduto (dal loro punto di vista s'intende). Potrebbe essere un modo per definire quei confini di tolleranza e di regole che ci evitino per il futuro di ripercorrere le stesse strade.

martedì 5 dicembre 2006

Qualcuno ci spieghi cosa è la fase 2, per favore usate parole comprensibili.

Fase 2. Sembra la soluzione al consenso. Aleggia questa sorta di fantasma. Ma come, hanno fatto un programma dettagliatissimo di circa 300 pagine e si sono persi il capitolo della fase 2?
Scusate, perchè la fase 1 è già finita?
Aiutatemi per favore, non ci capisco granchè però, se la gente dice che è incazzata perchè in realtà le tasse aumentano, pensate che le cose migliorino se gli tagliamo un pò di pensioni?.
Se la gente è distante dal palazzo, pensate che le cose migliorino se aumentiamo il n° dei ministri (o meglio lo lasciamo stabile) e non diminuiamo il costo della politica?
Se la gente è arrabbiata perchè il figlio è sempre più precario, pensate che le cose migliorino se parliamo di privatizzazioni?
Illuminatemi(ci)

lunedì 4 dicembre 2006

Lotta continua, ve la ricordate?


Mi è capitato tra le mani un libro il cui titolo è : I ragazzi che volevano fare la rivoluzione.L'autore è Aldo Cazzullo un giornalista nato nel 1966, quindi non protagonista in prima persona di quel periodo e di quelli successivi (1977 primi anni 80). Dico subito che il libro mi piace molto, è asciutto nella scrittura ed è molto preciso nella ricostruzione di un periodo, del quale, mi ritornano voci, suoni ed atmosfere. Sono un ex militante di quel gruppo extraparlamentare e quindi la mia visione dei fatti, di quel periodo, è sicuramente di parte e poco obiettiva. Ho vissuto in LC un periodo importante della mia vita, iniziato a Napoli quando avevo 15 anni e sono entrato in contatto con un mondo che si occupava di autoriduzione delle bollette (luce, gas etc.), di case da requisire per i senza dimora (famiglie intere di proletari e sottoproletari). Ho proseguito questa militanza a Torino fino al 1977. Dopo le strade si sono divise.
Cosa è rimasto?
I tanti nomi che, in quell'organizzazione, hanno speso il fiore dei loro anni e le loro energie con approdi molto diversi. Ci sono Liguori, quello che parla della Roma e di calcio sulle reti del berlusca, Mughini che di mestiere adesso fa il tifoso della juventus (una volta si prendeva un pò di denunce per le sue idee sovversive), Gad Lerner che intervistava Sartre (ora si occupa più di banche e salotti buoni) per non tacere di Adriano Sofri, Viale (Guido), Vernetti (attuale sottosegretario e Margherita dipendente), Bobbio e via discorrendo. Io ci potrei aggiungere Cosimo Palumbo (attuale presidente dell'ordine deglli avvocati e difensore di uno di quei signorini che si è tanto divertito a picchiare un disabile), McPilli (che non so più cosa faccia), Giancarlo Bracci (adesso è vigile urbano), Renato Asprea (che lavora in provincia) e via.
Tra quei nomi, tra i tanti, Tonino Miccichè ammazzato da una guardia giurata mentre occupava le case della Falchera.Tonino, un operaio. Insieme a Tonino tutti quegli operai, studenti, sottoproletari che ci hanno creduto e che si sono sentiti soli, un bel giorno. Il vento era girato, le scelte erano diventate radicali e senza via di fuga. Tanti hanno scelto di bruciarsi fino in fondo una vita a cui non volevano più rimanere appesi, una parte è ritornata nella casa sicura e tranquilla, in collina o alla crocetta, in attesa di poter tornare in ranghi più affini in termini di appartenenza sociale, in mezzo migliaia di persone che d'un tratto si sono trovate sole.Sole in fabbrica dove hanno pagato e caro il loro mettere in dicussione tutto, sole nei quartieri dove i circoli del proletariato giovanile erano stati spazzati via senza lasciare spazio neanche alle parrocchie, sole di fronte a modelli sociali di rampantismo e di successo a tutti i costi, sole con se stesse.
L'altra cosa che mi ha ricordato, il libro, è la radicale e potente energia che per un pò ha scombussolato tutto.
Gli operai della Fiat che nel 69 si riappropriano della fabbrica, mettono in discussione organizzazione del lavoro e del tempo di produzione, salari e livelli, sindacati e capi. La forza di quelle lotte che in pochissimo tempo costringe una organizzazione fino a quel momento invincibile, cedere e concedere cose fino ad allora impensabili. Un sindacato costretto a rincorrere piattaforme alternative ed a mediare rappresentando interessi veri. E quando la situazione, o gli eventi, lo richiedeva la forza sovversiva di una moltitudine di persone pronte a rivendicare, in piazza, la loro radicalità ed a difenderla nei loro quartieri.Gli scontri di Corso Traiano e quelli del teatro Lirico.
Quella organizzazione è stata un potente albero di trasmissione della richiesta di maggior giustizia sociale per molti soggetti senza diritto di parola. Operai, detenuti, studenti, precari, poveri e borghesi.
Un confronto, di quel periodo, con quello che c'è è difficile. Troppo diverso il clima e troppo diversi i soggetti. Quello che mi resta è un pò l'illusione (o la speranza) che certe dinamiche e certe energie si liberano all'improvviso. Quando tutto ti sembra piatto ed all'orizzonte si intravede una linea indefinita ed incolore. Io sono orgoglioso di esserci stato per un pezzo della mia vita. E preferisco parlare di questo alle generazioni che ci sono ed a quelle che verranno. Il motore della storia e lo spirito degli uomini ha bisogno di scintille per progredire ed andare avanti. Sono quegli incendiari che ci rimangono nella mente. Sono loro che ci constrinsero a pensare. E' quella la politica che ci appartiene.

mercoledì 29 novembre 2006

Zingari e politica dei valori a Borgaro Torinese

Ieri ho letto, sulla cronaca di Torino, due articoli su una vicenda che è in corso e che ha come protagonisti Zingari, giunta e sindaco di Borgaro, interessi economici, preti e volontari.

Per un’emergenza circa 100 persone (compresi donne e bambini), sono “ospiti”temporanei di una tendopoli fatta su un terreno destinato ad altro. Su queste persone si è prodigata l’azione di volontari e preti per rendere possibile che i bambini (18) frequentassero la scuola e le donne i consultori. Meno piccoli a chiedere l’elemosina e più donne coscienti. A fine anno queste persone devono sgomberare. Ad oggi non è stata trovata una soluzione che consenta di non perdere quanto, faticosamente, si è conquistato. Le soluzioni proposte sono state rifiutate perché qualche genio (che ha nome e cognome) pensava di poterli destinare ad un’area che costeggia la tangenziale di Torino, è senza vie di accesso ed è molto pericolosa per i bambini. La giunta ,ed il suo illustre “capo” , se ne vuole lavare le mani.

Questo tipo di politici è un po’ la rappresentazione del paese, recentemente lo stesso sindaco ( così scrive il giornalista ) ha firmato una delibera che accetta che una società ( all’interno della quale siedono i figli del suo tutor politico- un ex senatore della repubblica) si occupi della costruzione del termo valorizzatore. L’articolo si dilunga su altri aspetti curiosi della vicenda (tipo che lo stesso sindaco è stato amministratore delegato della società che si occupa della raccolta rifiuti dell’area Nord, una sorta di filiera di interessi intorno alla spazzatura). Certo nulla di male e siamo certi che costui si è comportato seguendo le procedure (per il termo valorizzatore) e da buon paladino della legalità (per quanto riguarda gli zingari). Abbiamo un po’ i brividi a stare in compagnia di lor signori ma, sappiamo bene, interpretano quel sentimento caro ai più: non perdiamo tempo con le cazzate e pensiamo al business. Rimangono i preti, quei ragazzi di Acmos-terra del fuoco e gli zingari ed io che idealmente sto con loro (in buona compagnia di un consigliere dei DS e di altri). Quello che mi solletica la mente è questo: girano per il suolo patrio, fior di soggetti che sanno bene come valorizzare investimenti e soldi faticosamente accantonati. Sempre più spesso capita di notare che ci sono relazioni tra cordate di imprenditori, politici e loro parenti che, magicamente, vanno a creare società o fanno business, proprio su quelle aree o su quei servizi e mercati di sicuro sviluppo. Mi ricorda un po’ la storia di quel banchiere che fece una fortuna perché, tramite i piccioni viaggiatori, riceveva notizie esclusive su campagne militari ed altro che andavano ad influenzare l’andamento dei vari mercati borsistici. Senza sforzo lui metteva i suoi soldi lì. Non so voi, ma vorrei amministratori più attenti alla carne ed alla sorte di quegli uomini, donne e bambini che ai consigli di amministrazione di quelle società piene di amici e conoscenti. Mi farebbe stare meglio vicino al Natale

lunedì 27 novembre 2006

La lettera per mio figlio (una faccenda privata)


Mi andava così. Di metterla qui con la sua foto. Dedicata a questo piccolo brasiliano immenso. Che ha reso luminosa la mia vita e che ringrazio perchè c'è. Sabato ha giocato ed era un pò deluso.

Caro Lucas,

ti voglio scrivere questa lettera perché per qualche giorno papà non sarà con te. Mi mancherà da morire la vista del tuo bel viso, le tue bizze, i tuoi misteri e tutte le storie che ci racconti quando ne hai voglia.
Un po’ meno mi mancheranno le tue telefonate scroccate ed i disastri economici (che con la complicità di mamma) ogni tanto fai.
E’ la vita. E se guardo indietro ripenso a quanto ho fatto disperare la mia di mamma, ed a quanto oggi mi manca.
Vado a trovare mio papà perché ogni tanto ho bisogno di stare con lui, anche se non parla molto ho bisogno della sua presenza e di toccarlo. Da ragazzo, quando avevo la tua età, lo vedevo poco. Era sempre impegnato nel lavoro ed il tempo che si trascorreva insieme non era molto.
Vedrai che da grande sentirai nel profondo del cuore quelle sensazioni e quei sentimenti a cui, ora, non riesci a dare un significato. Sei troppo impegnato a crescere ed a bruciare le tappe.Il tempo che hai davanti è infinito rispetto al mio e non hai ancora voglia di guardarti indietro.
Voglio parlarti di Sabato e del ragazzo che ho visto giocare e sedere deluso in panchina. Sappi che ho ammirato il tuo coraggio quando hai provato a calciare al volo quel pallone. Non è andata bene ma i grandi campioni per essere tali devono osare. Le cose a volte riescono ed a volte no. L’importante è provarci.
Come ti ho detto eviterò di vederti giocare. Non voglio che la mia presenza ti condizioni ed è giusto che tu faccia i conti solo con te stesso.
Quello che penso di te lo sai. Sei un talento immenso, ed un grande campione. Il tuo cuore e la tua anima stanno lottando per liberare le qualità che possiedi. Lo vedo. Ci devi credere, se ci tieni. Ma prima di ogni altra cosa devi assumere un atteggiamento diverso. Più determinato, più cosciente dei tuoi mezzi, più forte fisicamente. Devi essere solo quello che sei.
Tutte le volte che ti allenerai e le volte che giocherai guarda te stesso e guarda gli altri. guarda la differenza e ringrazia chi ti ha dato quello che hai. Il fisico, la corsa, la resistenza, il coraggio. Mettici tutto te stesso, fagli sentire cosa sei. Raddrizza le tue spalle, scalda i tuoi muscoli, guarda negli occhi i tuoi compagni ed i tuoi avversari e RUGGISCI.
Sei un leone amore mio e per me lo sarai sempre.
Papà

Quando governa il centro sinistra

Sono uno di quelli che quest'anno ha preso la sua scheda elettorale ed è andato a votare per il centro sinistra, sperando di far cadere il Berlusca (cosa avvenuta) e di verificare se alle parole corrispondevano i fatti. In verità ci sono andato perchè non sopportavo oltre quella congrega, di ciarlatani, decidere e governare su cose che sono anche mie (nostre). Gli volevo fare pagare anche un pò quei giorni del G8 (dimentico per un attimo di quello che avvenne a Napoli qualche mese prima con un governo amico.ops!).Un pò di sospetto nel programma lo avevo. Troppe cose messe a bollire in quel pentolone e poi....Rutelli in grisaglia e Fassino in abito blu con la loro vocazione a rincorrere Blair e l'Inghilterra.E tutto quel tempo a rispondere sulla moralità del Consorte, un compagno che ha riempito le Coop di precari e le tasche di euro(i).
E tutto quel tempo a discutere ,con l'ex radical chic, di poltrone e di incarichi di governo. Ovvia! E' la democrazia. Peggio di quello, ho pensato, non c'è nulla. Quindi animo compagni e mettiamo (dopo anni) l'infida scheda nell'urna. Inizia l'avventura. E lor signori danno inizio alle danze e lo spettacolo lascia sbalorditi. Bertinotti santificato ed ingessato, accompagnato alla sempre abbronzata moglie, presenziare a tutti gli alza bandiera.La Melandri sul carro dei vincitori del mondiale (appena passata dal parrucchiere) dare in escandescenze vicino a Materazzi, e D'Alema compito con gli altri ricevere i trionfatori come si conviene quando si vince ( e non si fa quando si perde ). Ma sì, uniamoci al giubilo peccati veniali. E la spartizione delle poltrone? Con Cento diventato miracolosamente sottosegretario (se non erro) all'economia. Il suo curriculum è una tavola a testimonianza delle competenze acquisite. Lui è un esempio, poveraccio, ma gli altri non è che siano da meno. Se non altro il Ruta lo tengono buono con un ministero di spessore e rappresentanza a stampare locandine con i Bronzi di Riace.Orbene cosa vi attendevate voi volgo volgare da questi qui? Quali sono le priorità che avete in agenda (come mi è caro questo linguaggio) al mattino quando inizia la dura giornata? Be quelle del governo sono quasi le vostre. Tutti i giorni ci interroghiamo perchè non facciano partire queste benedette liberalizzazioni, perchè non allentino i lacciuoli che tengono questo benedetto paese. Perchè non trasferire armi e bagagli tutto (energia, acqua,strade,infrastrrutture etc) nelle mani di questi nostri capaci capitalisti. Certo qualche incidente di percorso ci sarà (guardate la Telecom) ma volete mettere il privato? E per non parlare delle pensioni. Stì soldi li volete o non li volete dare ai fondi pensione che tanto tra trent'anni non c'è n'è più per nessuno? Be certo quel 7/8% del vostro salario non varrà un cazzo. Però, insieme al 40% di quello che prendereai quando avrai 65 anni, ti permetteranno di metterci un pò prima di andare sotto i ponti. E quel buchetto da fare nella montagna per modernizzare il paese? Certo tra trentanni (forse 25) l'opera sarà realizzata e chi lo sà che sarà successo nel frattempo. Però vuoi mettere impiegare 2 ore in meno per arrivare sul bancone di un supermercato di Parigi?Si tra 25 anni ma non sottilizziamo. E poi la pace! Ad essere onesti il baffo molto si muove sull'argomento e un pò filo arabo è. Su questo aspettiamo, un pò sperando di non essere tra quelli che fanno opere di bonifica (bombardamenti) in Afghanistan.Però quell'aumentino sul bilancio dello stato per le spese militari? Ed i precari? Anche il Padoa ne ha una certa esperienza in fondo, perchè due dei suoi figlioli lo sono (lo ha dichiarato lui). E cosa facciamo per farli stare meglio. Idea da genio: aumentiamo il costo della previdenza così se e quando andranno in pensione qualche centesimo in più lo avranno. Si non sottilizziamo che chi usa un Co.Co.Co. non ha l'obbligo di darti un minimo salariale legato a qualche contratto di categoria e che quell'aumento te lo pagherai tu, ma così è se vi pare. Ora pongo la questione, si può o popolo di Kilombo parlare così del nostro beneamato governo o vi incazzate lo stesso?

venerdì 24 novembre 2006

Da miccia corta-una storia di Prima linea


Riporto una parte del libro di Sergio Segio (introduzione) intitolato miccia corta. C'è qualche numero su un periodo che io e molti di noi hanno vissuto.Tanti hanno rimosso dalla memoria. Voi in quegli anni cosa facevate e cosa pensavate. Ed ora ?

Riaprire un dibattito su cosa deve fare la politica, e su quello che è stato il terrorismo, secondo me dovrebbe servire a dare un indirizzo alla prima ed a capire se oggi c'è ancora spazio per un'approccio alla materia, ed un diritto alla critica, per quelli che non si fanno omologare e che rifuggono dai confini stretti dei partiti.

Personalmente ricordo la mia rabbia da adolescente ed a come questa non trovava risposte in strutture di partito troppo impegnate a gestire le consorterie del potere.Molti di noi non avevano un modello di società definito nel dettaglio. Vivevano sulla pelle una serie di questioni (lavoro, emarginazione. precariato) che hanno trovato uno sbocco nella lotta armata. Hanno prodotto dolore, e quello che è risultato evidente, dai processi di delazione e dal modo rapido in cui implose quel sistema, è stata la fragilità emotiva di quei soggetti. Pensavano di fare i partigiani e non ne avevano la forza e la visione.

Ma oggi? Possibile che la sinistra abbia ancora così paura dei simboli e dal modo estremo in cui vengano poste delle questioni? E la risposta è solo dire che sono dei provocatori? E' ovvio che vogliono provocare. Credo che il peso specifico delle ingiustizie non sia cambiato in questi anni.Che la distribuzione del ciò che c'è tra chi ha e chi fa fatica ad avere abbia accentuato le differenze.Che in questo c'è il seme della violenza di oggi e di domani. Che risposte dare? E quale tipo d'impegno? Loro e noi, del movimento di quel tempo, abbiamo perso. Ma quelli che hanno vinto cosa hanno vinto? E cosa produce oggi nei rapporti tra gli uomini questa loro vittoria?


«La storia di Prima Linea sinora non era mai stata scritta. I fatti forse allora erano troppo vicini. Ora sono probabilmente divenuti troppo lontani. Ma non dispero che questo Miccia corta possa innescare finalmente un prossimo lavoro più ampio e collettivo. È un valore aggiunto che mi auguro di consegnare a queste pagine.

Che escono in un momento probabilmente tra i peggiori degli ultimi anni. Anzi degli ultimi due decenni. Un momento in cui è crescente e concretamente operante uno spirito rancoroso e ulteriormente vendicativo rispetto a quelle vicende e agli anni Settanta. Uno spirito che paradossalmente è divenuto più forte ed esplicito man mano che è trascorso tempo da quei fatti e da quelle lacerazioni».

«Dovrebbero bastare le cifre a svelare quanto si sia piuttosto trattato di un ampio fenomeno di radicalità sociale: secondo una stima, o più probabilmente una sottostima, sono stati 20.000 gli inquisiti per fatti di lotta armata e almeno 4200 sono stati incarcerati a seguito dell’accusa di banda armata o associazione sovversiva. Trecento hanno avuto pene con meno di 10 anni, oltre 3100 più di 10 anni, quasi 600 più di 15 anni, centinaia sono stati gli ergastoli. Oltre 50.000 anni di galera sono stati nel complesso già scontati. Delle migliaia iniziali, quasi 200 sono ancora detenuti, parzialmente o totalmente. Tra loro 77 sono gli ergastolani. Analoga è la cifra di quanti sono fuggiti all’estero».

«Ora è rimasto solo il dolore di quanti sono stati colpiti, dei loro famigliari. Ma anche di quelli dei militanti uccisi o a lungo incarcerati. Ed è rimasto l’eterno accanimento nei confronti dei vinti».

La truffa dei fondi pensione.

Per quelli che pensano che non sia un'inculata e che così le nuove generazioni staranno meglio.
Qui si parla di fondi pensione, una materia ostica. Il pregio dell'articolo, che vi invito a leggere, è quello della chiarezza e della semplicità. Mi sento di porre alcune questioni sull'argomento.Il tipo di società e di ammmortizzatori sociali che stiamo progettando, è molto vicina ad una specie di mostro nel quale lo spazio per i servizi e la loro fruibilità da parte di tutti noi, sarà sempre più difficile.la discriminante del reddito e della capacità dell'individuo di poter far conto, nell'arco della sua vita (scuola,lavoro,periodi di disoccupazione, malattie invalidanti,pensione e vecchiaia), ad una copertura di quelli che sono i suoi diritti di base è ormai messa nell'angolo e l'orizzonte è nero. Prendo spunto da un paio di episodi che mi sono capitati nell'aultimo periodo.
Amico precario con contratti co.co.co (istruttore di ginnastica in una palestra).Un giorno si reca al lavoro in bicicletta.Lo fà per risparmiare i soldi del pulman.Una macchina lo investe. Periodo di 15 giorni di inattività. Chiede all'inail di essere risarcito perchè l'incidente è capitato durante il suo spostamento casa/lavoro (in questo periodo soldi niet).Risposta: l'inail non risarcisce perchè aveva l'alternativa del pulman che è meno pericoloso.E' chiaro che questa persona non si può permettere un'assicurazione.
A mio suocero viene diagnosticato l'Alzaimer(malattia terribile). Chiediamo sostegno al comune.Il reddito da pensione è di circa 650€ al mese perr lui e di circa 350€ al mese per sua moglie. hanno un rispamio di 10.000€ in bot.Risultato dovremo aspettare 2 anni per avere una qualche possibilità che sia ricoverato.per fortuna riusciamo ad attivare un assegno di sotegno che permetterà di pagare una badante (circa 800€) per il resto cazzi nostri.
Leggo che la CGIL è in polemica con la FIOM per il sostegno di quest'ultima ad una manifestazione contro il precariato.Lor signori vivono in una torre di cristallo, ed il segrtario di quel sindacato è forse troppo impegnato ad acquistare case a Parigi per occuparsi di cose serie(demagogia).Quando ritorneremo ad occuparci di cose di sostanza. Quando riprenderemo una marcia con una visione strategica di maggiore equità e giustizia sociale? Quand'e' che ritorneremo ad occuparci delle persone in carne ed ossa?
"leggi cliccando sul titolo"

giovedì 23 novembre 2006

I tempi ritornano e le cose non sono cambiate nel Chiapas

Nel 1993 il 31 di Dicembre ero a S.Cristobal in Messico. A mezzanotte qualcosa cambiò nella mia vita. Ho letto il giornale oggi. Parla del Messico e del Chiapas. Si sentono rumori di spari nelle strade. Mi sono ripreso quello che scrissi all'ora.
"14 ore e saremo a S.Cristobal.La notte che passo su questo vecchio pulman massacra il mio povero collo. Maurizio corteggia un'americana che viaggia con il suo fidanzato.La strada si inerpica tra le montagne.La nebbia ci viaggia attorno velocemente.Le cime appaiono e scompaiono all'improvviso.Fa freddo. Nel dormiveglia percepisco il passare dei nuovi passeggeri che il pulman raccoglie lungo la strada. I volti sono i soliti di sempre: indios.
L'arrivo risveglia le energie residue.L'albergo che decidiamo di occupare è in via degli insorti.
Chi cazzo è che bussa freneticamente alla porta?
Sono le 8 ed abbiamo dormito 4 ore.Dal profondo delle lenzuola emerge il volto del mio amico.Certo che si ha una bella aria da coglioni.In mutande apriamo la porta.Il padrone dell'albergo si precipita dentro per dirci di rimanere chiusi in camera perchè lì fuori c'è pericolo di morte.Il paese è circondato dalla guerriglia e lui non garantisce per la nostra incolumità. L'drenalina percorre velocemente le viscere. Pericolo di morte. E' un buon motivo per assaporare quella sensazione amarognola che si prova sempre in quei momenti. Incoscienza. O forse la percezione che questi sono anni scoloratissimi e di merda. La luce del sole mi costringe a camminare con gli occhi semichiusi, la macchina appesa al collo.
Vedo una specie di barricata all'angolo della piazza.Mobili spaccati ed accatastati.Sul fondo, verso il municipio, gruppi di persone. Gli occhi nerissimi dietro il passamontagna, sembrano attraversarmi tutto mentre provo a fotografare quello che vedo. Galleggio in un sogno ed ho voglia di urlare. Nel mezzo di un casino o una rivoluzione il 1° di gennaio!
Uomini piccoli, volti seminascosti da fazzoletti rossi, divise verdi oliva, fucili artigianali, qualche mitra. Donne,bambini assonnati, una comunità disperata e stanca. Osservano la nostra curiosità da dietro i loro fucili. In alto si sente il rumore di qualche aereo. Uomini piccoli,stanchi,con gli occhi semichiusi dal sonno, famiglie intere intorno ad un genitore con un fucile in mano. Uomini grandi e grossi, grassi delle loro vitamine e della giusta dieta per vivere il più a lungo possibile, camminano tra quegli uomini piccoli con cineprese all'ultima moda.
Gnomi nell'animo, colpiti da questa gente sfacciata, presente lì a festeggiare un anno con la rabbia e la critica sintetica di un fucile artigianale tra le mani. Assaporo la gioia del disordine generato da questa gente. Non aconosco ancora le ragioni della loro presenza, ma intuisco che non sono certamente quelle di chi accetta supino che qualcuno abbia già deciso l'ordine delle cose. Uomini piccoli mi riscaldano l'anima, sento una carica dirompente scuotermi dall'interno. Un caos magmatico di pensieri, sensazioni ed emozioni.
La riunione è sotto il porticato, viene distribuito un volantino con scritte le ragioni della lotta.Gente che muore di dissenteria, un territorio depredato per estrarre petrolio, alberi abbattuti per costruire pavimenti in qualche casa lontana, medicine che mancano, analfabetismo e mortalità infantile. Un urlo disperato e soffocato da sempre. I poveri hanno solo il diritto alla pietà, non al riscatto. devono saper accettare una violenza che si consuma tutti i giorni sulla loro pelle, per la semplice ragione che gli viene riconosciuto il diritto a spostarsi un pò più in là.E che non rompano i coglioni. Il problema è che un giorno questa gente arriva sul limite di uno spazio dove bisogna scegliere se saltare e morire o provare a vedere cosa accade se ci si rifiuta di farlo. Scelte individuali di violenza disperata, quella che ho provato in mille altri luoghi anche su di me.
Ricordo il Perù,il Marocco, ovunque qualcuno ha tentato di sottrarmi quello che mi apparteneva. Qui potrebbero fare lo stesso.
la dichiarazione di guerra viene letta e commentata da quelli che smbrano i rappresentanti di questa gente. Tra tutti uno in particolare, con il volto coperto dal passamontagna, una tuta nera ed il petto attraversato da due bandoliere piene di proiettili. Il subcomandante Marcos parla lentamente della sua gente, del tempo necessario ad organizzare tutto. Della volontà di morire lì in quello spazio piuttosto che nella selva di fame e di freddo. Conclude il suo intervento ed un spazio di silenzio, di gente impietrita e colpita dalle sue parole, viene interrotto da una selva di pugni alzati in aria, sombreri scagliati gioiosamente verso il cielo, fucili e pistole galleggianti tra decine di teste. W la rivoluzione.
La coscienza afferrata da una mano gigantesca, sembra rattrappirsi di fronte a fatti che sono la sintesi di discorsi sempre fatti in casa.Sono distrutto dentro, ripercorro il mio tempo passato, il presente e quello che mi aspetta a casa.Mi sento colpevole di non so quale crimine, forse l'indifferenza alla vita di questi ultimi anni. Ripenso alle cose viste ed ascoltate in salvador, a quello che si intuiva in Marocco, alle Land Rover del Polisario che un giorno ho visto correre sulle dune del deserto inseguite dai blindati.Ripenso a quel saluto che insieme a Franco facemmo ad un barcone pieno di laotiani armati sul fiume Mekong, ai loro pugni alzati con i mitra.Ripenso alle parole di quel venditore di tavolini in Birmania, il suo disprezzo verso un governo che ne opprimeva la voglia di sentirsi libero.Ho negli occhi le donne Karen di un villaggio Birmano, vuoto di uomini impegnati a difendere una striscia di terra.Ripenso alle parole di abdel ad Erfoud, alla sua disperazione nel sentirsi così lontano dal mio mondo e dai miei privilegi.Rivedo quella colonna di profughi al confine con l'Honduras. I villaggi Kmer tra Cambogia e Thailandia, quelli dei rifugiati guatemaltechi non lontani da qui. Rivedo i bambini di Londonderry, i blindati dell'esercito inglese,le strade buie di belfast, le bombe del Sinn Fein, i suoi martiri sui muri, la cocciutaggine di cattolici e protestanti, tutti attaccati allo stesso slogan: non arrendersi.Ripenso a casa mia, all'ordine perfetto di tutte le cose presenti, alla mancanza dello spazio sovrano presente in Perù, ai campi della Dea al confine con la Colombia.Bambini che mi rincorrevano disputandosi una moneta. al mio fastidio per un barbone.I pulitori di scarpe, la famiglia di campesinos che di notte ci chiese pochi soldi per andare a dormire. Il ritorno a casa carico di regali.E poi lo spazio, solo quello, i tanti momenti trascorsi nel silenzio con immagini di gente a piedi per le strade del mondo.Le tante schiene chine, armoniosamente allineate e composte nei movimenti, dei contadini nelle risaie in Cina.Mi viene in mente Giulio, l'ultimo incontro prima di strade divise e la sua partenza per il Nicaragua.Osservo i ricordi qui in questa piazza, in questo 1° di gennaio e per la prima volta da tanto tempo piango.
Le luci della piazza e quelle del palazzo vengono accese verso le 19.
dalle finestre e dai balconi del municipio i guerriglieri spuntano armati.
Viene montato un altoparlante. Marcos si rivolge a noi dal balcone centrale.
" Ci avete chiesto se abbiamo intenzione di uccidervi, se vogliamo tenervi prigionieri, avete paura per la vostra libertà. Nessuno di voi ci ha chiesto in verità cosa può fare per noi. Nessuno ci ha chiesto cosa può fare per aiutarci"
Quando di giorno ci allontaniamo, gli aerei iniziano i bombardamenti dei villaggi occupati dagli indios.Sentiamo il fragore delle bombe che devastano e straziano terra, uomini e gente disperata. In due giorni di combattimento i morti saranno 600. So che loro sono lì, e non si arrenderanno.

martedì 21 novembre 2006

La sinistra e la sua classe dirigente

"Abbiamo fatto tutto nella legalità" questo farfugliava il governatore ex sindaco ed ex ministro sig. Bassolino. " Abbiamo fatto tutto seguendo le regole" questo balbettava l'assesore Tricarico in risposta a chi gli chiedeva conto della svendita di casa Gramsci. LE REGOLE, la legalità. Ho nelle orecchie i fiumi di parole che lor signori hanno speso su questi due semplici concetti. Ho nelle orecchie le loro parole, ho negli occhi le loro facce ed il risultato delle loro azioni. Bè credo che valga la pena fare un pò le pulci a questa classe dirigente, a come gestiscono il potere (il loro potere), alle consorterie degli amici che gli girano attorno, a come ci prendono per il culo ed a quanto ci abbiamo creduto.
Avete visto che spettacolo il Bassolino in televisione? Ve lo ricordate il Cofferati che davanti a tre milioni di persone, con i capelli scomposti dal vento ci raccontava che noi si appartiene alla cultura della solidarietà e non dell'elemosina? Lo avete visto com'è grigio e tetro quando parla di regole e prende a calci nel culo quattro straccioni baraccati? Secondo voi avrebbe scelto Stalin o Rosa Luxemburg uno così?
Avete visto il Fassimo uomo di governo e di partito parlare di riforme strutturali e di banche come se fosse Tommaso Padoa secondo?
Ma questo ci vuole raccontare che per fare stare bene i precari di oggi domani dobbiamo tagliare quattro soldi a ch prenderà 1.000 € di pensione e farlo lavorare di più ?
Ed il Massimo baffino con quel vestito e la croce al collo genuflesso di fronte sua santità? (come vorrei essere spagnolo)
Ed i loro manager? Quelli della coop che prendono una paccata di milioni di euro di consulenza e vanno tranquillamente all'estero per evadere le tasse.
Penso sommessamente che questa gente debba essere rimandata a calci (metaforici) in qualche quartiere di periferia e da lì provare a gestire un semplice condominio. Secondo me gli manca il contatto con quel momento magico che è l'assemblea di un gruppo di persone che si accapiglia su tutto, che cerca di capire nel dettaglio perchè deve fare qualcosa e che vuole capire s eè possibile fare le stesse cose spendendo meno soldi.Li vorrei vedere senza il codazzo di consulenti pagati profumatamente, spiegare e chiedere consenso sulle loro scelte.
Devo dirvi popolo di corvi rossi, di precari e di evasori fiscali che mi sono rotto i coglioni e che ho un profondo disgusto per quanto accade tutti i giorni. Vivo a Torino città amministrata da un sindaco che crede di essere un sorta di re sole, persona che prova fastidio nel dare risposte perchè pensa che le domande si fanno solo una volta ed ogni cinque anni. Bè a questa persona un pò di cose le vorrei chiedere, ad esempio : perchè non ha chiesto i danni a chi ha prodotto quella indecenza che si chiama parcheggio Fusi, perchè ha prodotto la svendita di un simbolo della sinistra, perchè vuole ricomperarsi dalla Fiat e da Cazzola (con i soldi nostri) il Lingotto,perchè li dentro come presidente c'è un loro amico e non uno scelto dopo pubblico concorso e con maggiorre trasparenza, perchè dice di non avere soldi per amministare e poi pensa a cose così impegnative dal punto di vista economico, perchè non taglia un pò di consigli di amministrazione e di consiglieri pagati da noi dentro quella miriade di società di cui non si sà un cazzo, perchè costruisce parcheggi che poi costeranno 2€ l'ora e non si vede un euro d'investimento per rendere più respirabile l'aria, perchè vuole convincerci che un'opera che buca una montagna e che per essere prodotta ha bisogno di 25 anni di lavoro è una delle condizioni per non essere tagliati fuori (ma tra 25 anni quante trasformazioni avrà subito questo paese?). Questa classe dirigente di sinistra! Che orrore il prodotto di tante lotte. Si lottava per estendere i diritti ed abbiamo i peggiori messaggeri del liberismo senza regole (Treu docet). pensavamo che dovessimo dare un orizzonte diverso alle nuove generazione e produciamo lo stesso tipo di cultura della destra (competitività, gomiti aguzzi e faccia feroce per sopravvivere, è il mercato bellezza!)Provare a ripartire? Non lo sò, datemi un pò di conforto e qualche speranza. IO QUESTI NON LI SOPPORTO PIU'.

lunedì 13 novembre 2006

Gli eroi e le persone normali


Io voglio celebrare il coraggio di quelli che si espongono. Di quelli che lo fanno a mani nude, senza armi e con l'incoscienza di voler afferrare gli anni e di volerli vivere intensamente, dando un senso a tutto quello che è vivere. Voglio celebrare chi stà con i deboli, chi asciuga le loro lacrime e strappa un sorriso ai loro bambini. Voglio celebrare quegli uomini e quelle donne che mi fanno stare bene.
Vi propongo la seconda mail ricevuta da questa nostra amica che opera come dottore a Kabul.
Buona lettura.


Oggetto: Re:R: R: kabul


che bello sono finita su un blog!!!!!!!non ricordo i particolari della mia
mail speriamo.. non ho visto dalema ma non ho neppure sentito parlare di lui
qui si vede che non ha lasciato grandi tracce! qui il lavoro è sempre uguale
anche se con il tempo più rigido sembra che la gente si spari meno e che i
bimbi cadano meno dall'alto non diminuscono invece gli incidenti da mina e
purtroppo recentemente abbiamo dovuto amputare un bimbo e oggi un adulto e
pensare che queste mine le costruivamo noi in italia! dovresti vedere che
distruzione producono nel corpo questi ordigni! oltre tutto questi pazienti
spesso sono coscienti ma mai una lacrima e neppure un lamento! qui il tempo
è freddo di notte e di giorno spesso piove e le strade diventano un disastro
con incidenti che ci fanno affluire molti pazienti fratturati e con traumi
cranici per il resto non ci sono altre novità grazie per aver telefonato a
carlo alberto: è un caro ragazzo e spero che riesca a realizzare i suoi
studi per me è sempre un bel ragazzo ma la mamma non fa testo spero che il
tuo piccolo continui ad avere successo con il pallone salutami mario

domenica 12 novembre 2006

La politica con la P maiuscola e l'acqua


Torno un attimo a distrarmi con la politica, e con ciò che accade nel nostro magnifico villaggio.
Lascio il Killer del Buio e la Luce e mi occupo di cose terrene.
Quando penso alla politica, non posso fare a meno d'immaginare che le persone che la rappresentano dovrebbero essere in primo luogo TITANI in grado di spingere, con la loro visione del mondo e della società, noi umili cittadini verso traguardi ambiziosi e di largo respiro. Dovrebbero farci alzare al mattino con l'orgoglio di essere parte di una comunità forte e salda nei suoi valori di riferimento, con la consapevolezza di essere parte di un progetto ambizioso ma bello.
E invece cosa ci capita? Omuncoli che biascicano parole incomprensibili, stretti nelle loro giacchette stirate all'ultima moda. Tutti uguali e distanti da noi, dalle nostre gioie, dai nostri guai e dalle nostre debolezze. Si sogno un leader, o una comunità di leader in grado di scuotermi negli andri più remoti della mia coscienza, che mi dia di nuovo la voglia di occupare il tempo occupandomi degli altri, che abbia chiara la differenza tra grandi obiettivi e sopravvivenza grigia. Provate un pò a fare l'lenco delle priorità e di quello che vorreste cambiare, mettete su una colonna questi vostri desideri e sull'altra le cose di cui sentite parlare in televisione da lor signori. Faccio qualche esempio. E' di moda parlare di infrastrutture e di opere in grado di modernizzare il paese, elementi foondamentali per la competitività del sistema. Belle parole, per fare questo ci dicono che bisogna costruire più autostrade, bucare montagne, far circolare più velocemente le merci etc. Poi accade che in fondo alle cose accada sempre più spesso che qualcuno dica: signori attenzione la nostra risorsa più preziosa è l'acqua e tra un pò non sapremo come fare per farla arrivare. Nelle abitazioni, nelle fabbriche, negli ospedali . L'elemento essenziale della vita , quello da preservare, quello su cui investire tra un pò sarà così scarso che potremmo anche farci a pezzi per procurarcelo e sopravvivere.
Non sembra un problema che interessi granchè..adesso. Parlo dell'acqua perchè questo è un modo per dire di quanto siamo distanti dalla sostanza delle cose. Di come siamo persi nel confabulare di cose che non mutano in meglio il nostro modo di vivere e di pensare.Di come non investiamo per le future generazioni, di come in fondo non ci importi un gran chè di come andrà a finire.Bene vorrei un leader che, partendo dall'acqua, si alzi un giorno e dica:
" Gente ho un sogno nella mia testa, vedo i nostri figli uniti ai padri formare una catena di braccia. Raccogliere la sabbia da quel pozzo in cui abbiamo buttato i nostri sogni. Arrivare alla fonte di quell'acqua che una volta scorreva in superfice e riportarla qui tra di noi. Sogno una generazione che sappia distribuire e non accumulare. Costruire e riparare e non distruggere. Fermarsi a pensare e non urlare. Camminare e non correre. Sogno di riportarvi ad una dimensione di uomini. A come siete stati nei vostri sogni di ragazzi e a come rimpiangete di non essere stati da vecchi. Vi voglio portare verso un nuovo futuro.... nello stesso vecchio mondo"

mercoledì 8 novembre 2006

IL BUIO E LA LUCE 4

Ci sono viali lunghissimi a Torino. Gli alberi lungo le strade per lo più sono malati. Le foglie rosse di quest'autunno cadono in ritardo. Dicono che dipende dal clima che cambia. I viali sono larghi, per la maggior parte. Le macchine li percorrono veloci. Il paesaggio di questa città è ordinato, anche in periferia. Lungo il greto dei fiumi i rifiuti, e le buste di plastica, sventolano dai rami dei cespugli. In un posto simile trovi tempo per essere malinconico, triste, allegro, pazzo e depresso. E' quello che accade ora. A me!
Questi pensieri si muovevano nella sua testa. Mischiava tutto. Pensava senza un ordine logico a quello che la città stimolava in lui. Le cose che lo circondavano.E le persone. La differenza rispetto ad altri luoghi, in cui era stato, la faceva la gente. Forse era quello l'impulso che lo aveva fatto scendere dal letto con in testa l'idea di rimettere tutto in discussione. Non voleva cambiare le persone, il loro modo di pensare e di agire. Le voleva semplicemente eliminare. Per lui , in quell'istante, tutti erano uguali. Nulla che li differenziava. Non le loro storie, o i loro abiti. Non l'ostentazione del tanto o delniente. A tutti imputava una responsabilità. e per quello avrebbero pagato. Le due signore . Si ricordò della volta in cui provò a chiedere una mano per risolvere una situazione di pacifica coabitazione. Lo colpì la loro ritrosia, quella volta. Il non volere immischiarsi. E lui era rimasto da solo, con il suo problema. Vivere chiusi diventando vecchi. Ed allora a cosa servi? Aveva pensato questo rimettendo in ordine le cose e pulendo il pavimento dalle macchie di sangue. Era questa la missione di una vita. Non giudicare passando dai se e dai ma. Fare pulizia. Rigenerare il paesaggio liberandolo dalle scorie. Gli venne in mente quella canzone che ascoltava da ragazzo. Parlava di quella città, dei viali alberati e delle montagne scintillanti all'orizzonte. Si rilassò e sorrise. Alla radio già parlavano di lui.

giovedì 26 ottobre 2006

ACCIAIO PURO

Vi regalo un breve scritto di Henry Miller da Primavera nera.
"E ora prendo commiato da voi e dalla vostra sacra cittadella. Me ne vado a sedermi sulla cima di montagna, ad aspettare altri 10.000 anni che vi facciate largo verso la luce. Vorrei solo che per questa sera attenuaste la luce, abbassaste gli altoparlanti. Stasera vorrei meditare un pò in pace e tranquillità.Per un pò vorrei dimenticare che v'accalcate intorno al vostro favo da quattro soldi.
Domani potrete completare la distruzzione del vostro mondo. Domani potrete cantare in paradiso sopra le rovine fumanti delle vostre città terrene. Stasera però vorrei pensare a un uomo, a un individuo solo, a un uomo senza nè paese nè nome, un uomo che io rispetto e che non ha asoolutamente niente in comune con voi: ME STESSO. Stasera vorrò meditare su ciò che io sono"


martedì 24 ottobre 2006

Incazzati e basta


Mi alzo al mattino e mi viene voglia di urlare, incazzato con tutti e con tutto quello che mi circonda (riprendo fiato) ma cosa mi rappresenta quella faccia bollita di prodi e quel nano straricco del berlusca se non lo stato di uno scontro tra micro titani che così bene ci rappresentano? ma cosa immaginavate voi teste di cazzo disperse nel nulla con il vostro votuncolo fetido, cambiare forse qualcosa nella vostra vita noiosa ed insulsa.Giriamo come tanti panda castrati attratti da vetrine che ci fanno vedere oggetti fatti tutti dalla stessa fabbrica e con logo diverso, diciamo:oh che bello! quando ci sono i saldi me lo compero. e continuiamo a girare come tanti topi da laboratorio lobotomizzati, infastiditi dallo zingaro o dal tossico di turno che tirano vanti chiedendo l'elemosina e pensando :speriamo non mi capiti mai.che palle che siete, che siamo nani del vivere. elemosinieri di nessuna speranza. grigio, tutto grigio con cravatta regimental per dare un pò di colore.stiamo coltivando un futuro fatto di niente, abbiamo perso anche la possibilità di pensare ad un mondo da costruire. e con chi poi. con quelli che ti prendono per il culo tutti i santi giorni? e tu sei lì dentro la tua auto del cazzo, che pensi alla rata del mutuo mandando a cagare quello stronzo che cerca di vivere pulendoti quel vetro di merda, pensi a tua moglie e a come era bella, a tuo figlio e a quanto ti rompe le palle. hai solo voglia di scioglierti in questa giornata autunnale dietro ai tuoi ricordi di ragazzo. staccare un'attimo la spina e nuotare in mezzo ad un mare incontaminato e senza sacchetti della spazzatura. e invece no ti tengono per il collo attaccato ai tuoi pensieri vuoti ed allo stress che ti sale dalle budella. cazzo che voglia di urlare e poi.... prodi ed il berlusca e ritorni lo stronzo di sempre.

venerdì 20 ottobre 2006

Volare

Ho ricevuto una mail che vi metto qui, in questo spazio dell'universo virtuale, che mi ha dato qualche brivido.
Leggetela.
cara carletta
sono contenta di avere tue notizie
non ho cambiato idea riguardo alla mia missione qui a kabul anch se ci sono
giorni in cui mi sento sfinita e sfiduciata: qunado sono arrivata
l'anestesista che c'era prima di me mi ha dato in mano la rianimazione di
sei letti dicendomi poche cose e lasciandomi per un mese una specializzanda
di monza che ovviamente ha fatto di tutto per mettermi in difficoltà ora
sono sola da tre settimane ed incomincio a carburare ma purtroppo sono
sempre in call con questa maledetta radio e il venerdì per me non è mai
festa! qui siamo in undici tra medici e infermieri internazionali il
personale è locale ci sono anche medici afgani l'ospedale è molto ben
organizzato : è un vecchio asili dove sono morti i bambini colpiti da un
rocket è formato da piccoli edifici attraversati da vialetti in mezzo a
giardini è molto curato e pulito anche se la città è poloverosa e piena di
traffico assurdo la nostra casa è di fronte è un bell'edificio con giardino
ed abbiamo camere singole la mia è nella dependence e dà sul giardino: è
piccola ma accogliente i servizi sono in comune ma discrete le docce
abbiamo anche una sauna ed una piccola palestra il lavoro è faticosissimo ed
io non ho più ventanni ma qui vedo più traumi in un giorno che a torino in
un anno arriva di tutto: mine injury (bambini e adulti) traumi della strada,
fall from hight = bambini che cadono dai tetti, bullet injury, knif injury :
qui si sparano e si accoltellano tutti i giorni e in più quando ci sono i
suicide bomber arrivano venti feriti da scoppio dilaniati tutti insieme=
mass casuality io sono impegnata sia in pronto che in ICU dove ricovero i
traumi bimbi ed adulti e in più due sale operatorie dove ci sono i tecnici
di anestesia che sono fortunatamente bravi ed autonomi ma quando ci sono i
grandi sanguinanti i chirurghi mi chioamano come vedi non c'e mai pace e
spesso non c'è tempo per pensare alle motivazioni che mi hanno spinto qui il
lato positivo è che sono costretta a parlare sempre inglese ed ora va meglio
anche per radio, riesco a capire quasi tutto anche quando parlano le
infermiere inglesi o neozelandesi muoiono tanti bambini ma quando riesco a
tirarne fuori qualcuno dopo giorni di rianimazione sono felice e dimentico
la stanchezza che è tanta ti assicuro! all'inizio mi sembrava di non
riuscire a fare bene il mio lavoro e mi sentivo giudicata ogni volta che mi
moriva un paziente ora i rapporti con i chirurghi sono migliorati c'era
anche un'ortopedico donna americana della mia età era bravissima e lavorava
come un mulo cioè come me ma ora è ripartita e purtroppo ne arriverà uno
italiano qui non si può uscire a fare schopping e certo la mia amica
patrizia non si troverebbe bene! sono stata due giorni in Panshir circa un
mese fa quando c'era ancora l'altra anestesita là c'è un nostro ospedale
come nel sud a lascargha è stata una bella esperienza vedere un pò di
afganistan e le montagne della valle ora sono quasi le undici e crollo dal
sonno devo dormire un pò perchè di notte mi chiamano sempre o in pronto o in
ICU domani è venerdì spero di riuscire a riposare forse devo andare a
prendere dei pazienti ustionati all'aeroporto così vedo un pò di città
questa è la mia vita qui a kabul salutami il futuro campione e tuo marito un
bacio a tutti a risentirci presto


giovedì 19 ottobre 2006

ma che cazzo....


ma che cazzo di finanziaria.....è?????

Il passato ed il presente

Quando si diventa vecchi si può scegliere di essere saggi o stronzi. Io penso che quel signore che risponde al nome di Pansa (un nome un programma) ha scelto la seconda opzione.
Rimestola nella memoria storica di un'epoca della quale ci vuole raccontare gli orrori di quelli che si sono messi sul piedistallo (dice lui). Che scoperta! Mio padre mi racconta di quando, da ragazzino, i fascisti gli dettero i libri di scuola per "miseria accertata".Mi dice del giorno che ha visto partire suo padre per l'Africa e di quando lo ha visto ritornare nel 47 dopo 10 anni. Mi narra della miseria e della fame, di come si dividevano il pane e la polenta tra 6 fratelli. Mi porta ogni volta al cimitero di Sulmona, su un muro ci sono ancora i segni delle pallottole dei fascisti ed i nomi dei fucilati, cita i loro nomi uno ad uno e di ognuno ricorda un particolare . Scuote la testa e mi legge la data di nascista e quella della morte.Mi scimmiotta la camminata del federale, ricorda i suoi stivali neri e gli sale, ancora oggi, dalle viscere un odio terribile. Mi confessa che lo avrebbe volentieri "ammazzato con le sue mani".Mi confida che prese solo dei calci nel culo alla fine della guerra. Ricorda i morti, tanti morti, causati dai bombardamenti. Di quel marinaio fuggito l'otto di settembre e trovatosi lì, un giorno, della raffica di mitragliatrice che lo colse mentre scappava da una latrina.Mi racconta un sacco di episodi. Il mio vecchio. Dei morti di Pietranseri e di quelli che non sono più tornati dalla Russia.
Degli Alpini ridotti a straccioni, degli inglesi che fuggirono sulle montagne dal campo di concentramento, degli 88 dei tedeschi e del loro bombardamento.
Poi arriva Pansa e ci vuole far riflettere. Dimentica le viscere, Pansa. Quella massa di budella che ti ribolle dopo avere passato anni sotto un tallone. Vorrebbe, forse, una storia diversa. Di gente allegra e soddisfatta, ridanciana e dimentica dell'orrore subito. Vorrebbe riscrivere la Storia, il Pansa.
Forse un piazzale Loreto senza il dramma di quei partigiani lasciati lì, sull'asfalto.Forse un Benito di fronte ad una giuria di fini giuristi.
Noi apparteniamo ad un'altra generazione. Ed in questa alcuni di noi non hanno voglia di farsi raccontare storie orribili di morti innocenti e di orrori e di rappresaglie, non perchè non abbiamo pietà dei morti ma perchè sappiamo che ogni storia di quel tipo ha bisogno di quella fine. Non confondiamo il momento del furore di colore che furono vittime, la loro disperata e liberatoria reazione con l'accanimento di quelli che iniziarono la carneficina e resero gli uomini lupi. Lasciamo a chi ci ha vissuto il diritto a fare i conti con le proprie viscere ed i propri ricordi. Senza pentimenti ipocriti e nella coscienza che quel solco esiste ancora. Divide e può in ogni momento chiederci da che parte vogliamo stare.
W la resistenza.

venerdì 3 febbraio 2006

Facili prede

Lavoro in un posto in cui ci sono delle fragili donne che, con contratti part time ed a tempo determinato, telefonano proponendo improbabili servizi. Lo fanno con i trasportatori, gente terribilmente stanca, sfruttata ed incazzata con il mondo.
Guerre di convincimento tra poveri cristi.
"Provi questo magnifico servizio le costa solo..."
"Sono 12 ore che guido, ma che minchia mi rappresenti ahh?"
Un giovin signore, in giacca e cravatta, ha creato tutto questo marchingegno perchè ha bisogno di piazzare una roboante "piattaforma" che non vale un cazzo (se l'e' fatta valutare 500.000€).
Intorno personaggi squallidi.
Un avvoocato che parla francese, vive a Roma,regala bottiglie di olio extravergine. Che sfrutta il suo potere facendosi fare, gratis, lavori da ragazze miti.
Un amministratore delegato mandato in una società autostradale a fare la guardia degli interessi del suo padrone.
Una corte di cortigiani che non produce nulla se non parole vuote.
Un presidente, ex inquisito per tangenti (pure condannato), gia' in pensione che per tre anni arrotonderà il suo privilegio con qualche migliaio di euro in più.
Insomma un ambientaccio.
Questo posto si trova in una valle di incazzati, dove vogliono fare un buco nel ventre di una montagna che, tra 20 anni (minchia VENTI ANNI) produrrà (forse) ricchezza.
Provate un pò ad immaginare dove.
Che palle gente, sapeste quanti ne ho incontrati così. Torniamo tutti nelle nostre umide case la sera. Accendiamo il Televisore. Mangiamo. Due chiacchiere con il figlio e la moglie. Sprofondiamo nella pece nera della notte e dormiamo senza ricordare i sogni.

venerdì 20 gennaio 2006

Ed ora?


Roba da nascondersi! C'E' un testa di cazzo che per una consulenza si è fatto pagare 50 milioni di euro.
C'e' una marea di persone che è riuscita a farsi dare 100 € di aumento in due anni.
Con i 50 (milioni) si pagherebbe l'aumento contrattuale a 20833 operai (impiegati etc.).
C'è gente che non scenderà mai sulla terra, quel posto fetido e puzzolente dove fai fatica a vivere, dove sgomiti, dove cerchi al mercato merce da spendere poco, dove giri 3 super mercati alla caccia del conveniente.
C'è un mondo che non esiste per lor signori.
Io mi sono rotto le palle e voi?

domenica 1 gennaio 2006

Di tutto un pò



Ho letto diverse notizie. Legate da un filo ROSSO.
Resistere. E' questa la cosa che mi è venuta in mente. Un barista italiano resiste a Londra, in quartiere di sottoproletari, all'invadenza delle società che vogliono spianare lui e quelli come lui. Hanno bisogno del suo spazio per costruire condomini per ricchi. Lui ha venduto la sua carbonara a 3 sterline per una vita. Se ne deve andare.
In Cina hanno preso a botte un pò di suore che si opponevano a chi voleva sfrattare dai campi coltivati da secoli un paese di contadini.
In Egitto hanno ammazzato 25 profughi sudanesi che da un anno stazionavano davanti alla sede dell'ONU chiedendo dove andare a vivere.
A Milano 200 rifugiati politici, neri, sono stati sbattuti in strada perchè occupavano abusivamente un luogo di nessuno. Il freddo e la fame non giustificano il non rispetto delle regole.
E' freddo. Siamo nel 2006. E' tempo del cazzo.
Resistere popolo di rifugiati.Resistere ragazzi pieni di sogni infranti. Resistere gente mai cresciuta.
Non rimane che resistere e passare il testimone a qualcun altro.