mercoledì 31 gennaio 2007

Storie di miseria nella ricca Torino




Di fronte ad un maresciallo a 70 anni.Da sola, a rispondere a quelle domande che ti scavano dentro la vita di tutti i giorni.
Ti senti persa.Speri in un pizzico di pietà. E singhiozzi spiegando quello che è accaduto.
"Signor
maresciallo, con la pensione non arrivo a pagare affitto e bollette
della luce.Da quando non c'é più lui è dura tirare avanti.Abbiamo
lavorato una vita ma non è bastato.
Sapesse quanto mi dispiace per quel ragazzo.Come farò a guardarlo in faccia quando lo incontrerò al mattino."
Sono più o meno queste le parole che la nostra protagonista ha detto qualche giorno fa nella caserma dei c.c.
Non ha resistito a quell'uscio aperto. Conosceva bene il suo vicino.
E' entrata in casa.Ha visto il portafoglio e dentro c'erano 800€.Una piccola fortuna.
Sulla
madia c'era anche quella cosa. L'ha rigirata tra le mani. Per
quattro volte ha visto una luce lampeggiare ed ha sentito un rumore
strano.Non ci capisce nulla, lei, di queste cose moderne.L'ha lasciata
lì.Spaventata.
Quando i carabinieri sono arrivati, a casa sua, era appena tornata.
Era stata dal giornalaio,aveva vinto al gratta e vinci altri 100€.Sembrava una buona giornata.Certo con un po' di peso sull'anima.Però buona.
Il maresciallo le aveva mostrato quella foto.Si scorgevano i suoi piedi, le sue pantofole ed un pezzo di pigiama.
Ecco cosa erano stati quei flash. Si era fotografata mentre rubava.
Questa
è una storia vera ed accaduta a Torino la scorsa settimana.La signora
ha restituito i soldi (anche quelli vinti al gratta e vinci).

Qualche giorno dopo un pensionato è morto su un pulman turistico, perché i medici non lo hanno soccorso in quanto la legge vieta interventi fuori dall'ospedale e perchè la richiesta d'aiuto non era molto chiara. I suoi amici hanno continuato la gita.

Nello
stesso giorno una signora di 65 anni, che da due anni vive in una
macchina sotto il ponte della Dora, è stata ricoverata per
polmonite.Sembra che adesso le daranno una casa popolare.

A Torino ogni anno 2000 nuclei famigliari vengono sfrattati per morosità. La maggior parte è costituita da anziani.

martedì 30 gennaio 2007

La riforma fiscale che doveva difendere i deboli.Che dicono:speriamo non si occupino più di noi.

Gentili commentatori di Kilombo, mentre ci facciamo un po' di seghe mentali con le liberalizzazioni, s' avanza la riforma fiscale.
Se questi sono i risultati temo una diaspora di tanta gente che, la prossima volta, dedicherà il suo tempo a coltivare l' orto piuttosto che a dare ancora fiducia al nostro benamato governo.Questioni di sopravvivenza.
Mi attanaglia un dubbio.
Se la Margherita è più interessata alle lobby economiche, se i DS si lacerano sul partito democratico, se un governo di sinistra (centro) non difende fasce deboli e ceti sociali maggioritari nel paese, se i progressi sui diritti civili non si vedono ed aumenta l'ingerenza del Vaticano, se riconosciamo il primato dell'essere servi ad una potenza che fa politica coloniale,se abbiamo paura di prefigurare un'orizzonte diverso ai nostri figli, se ci accontentiamo di liberalizzazioni su barbieri e tassisti, insomma se non abbiamo una prospettiva di tipo strategico che sia altro PROFONDAMENTE altro rispetto ai soliti teatrini e se, infine, in più soldi non ne vediamo per cosa abbiamo mandato a casa il Berlusca?
Rimane il fatto che questo è il terzo articolo che mi fa incazzare e cristonare insieme al mio amico Cippa.
Si parla di salari e di arrivare in fondo al mese. Roba per gente pratica.Pochi voli pindarici e molta amara realtà.
Leggete ed eruditevi moderni riformatori e futura classe dirigente.

L' articolo della Repubblica sulla questione addizionali IRPEF
" Un aumento medio del 33 per cento pari a 28 euro per le addizionali comunali Irpef. E' quanto risulta dalle stime elaborate dalla Uil
sulla base delle scelte operate da 60 Comuni capoluogo di provincia,
che hanno approfittato della possibilità offerta dalla Finanziaria di
aumentare le aliquote fino allo 0,8 per cento, e senza il vincolo dello
0,2 per cento annuo. Un dato medio che, precisa subito il segretario
confederale GuglielmoLoy, "è come il mezzo pollo di Trilussa", e che tiene conto di realtà molto distanti tra di loro. Si va infatti dall'aumento
di 164 euro a Trieste e Siena ai 24 euro di Forlì. Se poi si guarda
alle varie classi di reddito le differenze sono ancora più nette,
figlie, osservaLoy , "di un federalismo di fatto delle Regioni
italiane". Per esempio, ancora a Trieste e Siena la differenza tra
addizionale 2006 e 2007 arriva fino a 240 euro per chi ha un reddito
lordo di 40.000 euro.

Le scelte dei Comuni
Sui 69 comuni capoluogo presi in esame dall'indagine Uil, 22 (il 36,7 per cento) hanno aumentato l'aliquota. Tra questi, due hanno introdotto l'addizionale per la prima volta. L'aliquota media che verrà applicata quest'anno è dello 0,41 per cento, contro lo 0,3 per cento del 2006. L'aumento
più consistente è quello di Trieste e Siena, che passano dallo 0,2 allo
0,8 per cento, ma ci sono aumenti ovunque. Dei 9,2 milioni contribuenti
del campione, 4,1 pagheranno di più, e 127.000 pagheranno per la prima
volta la maggiorazioneIrpef.

L'aggravio delle addizionali regionali
Alle addizionali comunali, rileva ancora la Uil,
vanno poi aggiunge quelle regionali, che, sempre rispetto al campione
preso in considerazione (le 60 città capoluogo) si traducono in un
aumento medio di 137 euro per i contribuenti delle regioni Molise e
Sicilia e di 126 euro per quellidell'Emilia Romagna. Anche i contribuenti dell'Abruzzo
, Lazio e Campania, ricorda lo studio, "hanno subito nel 2006 un
aumento automatico delle aliquote allo 0,5 per cento, per effetto dello
sforamento del deficit sanitario, che si traduce in un aumento medio di
137 euro annui".

Più tasse per la soppressione delle deduzioni
Non
è finita: al maggiore carico per i lavoratori dipendenti e i pensionati
contribuisce anche la soppressione operata dalla Finanziaria delle
deduzioni per carichi di famiglia, sostituite dalle detrazionid'imposta. "In pratica si pagheranno più tasse - spiega Loy - perchè prima le deduzioni riducevano l'imponibile. Adesso l'aliquota
si calcola su tutto il reddito, e solo successivamente opera la
detrazione". Risultato, un aumento del 10 per cento del gettito totale
a favore di Regioni e Comuni.

I contribuenti maggiormente penalizzati
Tenendo
conto della combinazione tra addizionale regionale e addizionale
comunale, gli aggravi sono piuttosto consistenti. A Ravenna in media i
contribuenti pagheranno 235 euro in più, a Bologna, Modena, Rimini e
Ferrara 208. Ma questi sono valori medi: risultano estremamente
penalizzate già le fasce di reddito medio-basse. Per esempio se si
considera la fascia di 27.000 euro lordi annui, a Ravenna si pagano 243
euro in più, a Rimini e Modena 216, a Palermo e Parma 189, a Siena 192.
Se si guarda alla fascia reddituale di 40.000 euro, gli aumenti possono
superare ampiamente i 300 euro.

Annullati i benefici della rimodulazione Irpef
Dal
momento che le addizionali non sono progressive, e gravano allo stesso
modo sui redditi bassissimi e su quelli altissimi, il risultato, fa
notare laUil, è quello di appiattire gli effetti della rimodulazione dell'Irpef, che si prefiggeva di ridurre la tassazione a favore dei redditi bassi e medi. "In alcuni comuni - spiega Loy - il risparmio ottenibile con la rimodulazione dell'Irpef
è a rischio già a partire dalla fascia di reddito di 25.000 euro. Per
esempio in Emilia Romagna, o in Molise, e in tutte le regioni che
presentano il deficit nella Sanità, e hanno avuto quindil'aumento automatico dell'addizionale regionale".

Le proposte della Uil
Un risultato iniquo, e che andrebbe corretto: a questo proposito la Uil ha messo a punto alcune proposte, tese a difendere il potere d'acquisto
delle categorie maggiormente colpite da questi aumenti, e cioè
lavoratori dipendenti e pensionati. "Nel caso in cui la decisione degli
enti locali sia irreversibile, e noi speriamo di no - diceLoy - proponiamo una serie di strumenti che possono comunque rendere tollerabile l'utilizzo di questa leva. Il primo è l'esenzione
di alcune categorie di reddito: si potrebbe introdurre una deduzione di
8.000 euro rivolta solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Tale
soglia di esenzione andrebbe determinata sul reddito derivante dalla
dichiarazioneIsee, che tiene conto della ricchezza reale. Riteniamo infine corretto e opportuno introdurre, anche per l'addizionale comunale Irpef, la progressività per scaglioni di reddito".

Difende i redditi bassi? Quelli non tanto.

Mentre il nostro esimio presidente della Repubblica ci dice che in parlamento siede anche il Vaticano, quindi è con lui che bisogna fare i conti....e non fare i pacs.
Mentre la nostra politica internazionale è un pò in fibrillazione sulla questione Afghanistan.
Mentre molti si dilettano di macroeconomia senza capirne in fondo un cazzo e si esercitano a disegnare scenari buoni per chi lavora(ma da opportunisti benpensanti pronti a vendersi il fine cervello a qualche SIM o a qualche ente statale) perchè così gli ha detto il prof. che li segue (forse) nella tesi di laurea.
Insomma mentre questo nostro beneamato paese cerca di sfangarla .....pausa.....arrivano le buste paga.
Le notizie sembra che non siano proprio da bottiglie da stappare.
Intanto i co.co.co se la prendono nel deretano... vedremo gli altri.Compreso il mio amico Cippa di mestiere metalmeccanico.
Leggi l'articolo di repubblica
"Il giorno dei conti è arrivato: con la busta paga di gennaio ogni lavoratore ha potuto capire se la riforma fiscale del governo Prodi aggiungerà o sottrarrà pochi o tanti euro alle sue entrate mensili. I primi interventi, le prime testimonianze in diretta raccolte senza alcuna pretesa di scientificità dal sito Repubblica. it esprimono un certo sconcerto: in generale ci si aspettava di più. Il valore "medio" dei risparmi ottenuti dagli italiani con il nuovo fisco, secondo le mail inviate al giornale, si aggira attorno ai 18 euro al mese. Il che vorrebbe dire un aumento delle entrate dell'1,2 per cento (ma se si tiene conto dell'inflazione si scivola ad un meno 0,7 per cento).

Perdono i dirigenti ( per 7 euro al mese circa) guadagnano gli operai (21 euro) e un po' di più gli impiegati (24). Quanto ai commenti, la riforma è difesa da chi viaggia attorno ai 30 mila annui: dall'insegnante che aggiunge al suo stipendio di 1700 euro altri 50, al single da 24 mila che ammette risparmio per "qualche decina".

Il nuovo fisco non piace invece ai "nuovi poveri": c'è il co. co. pro che collabora con un ente pubblico e annuncia come la sua busta paga sia passata dai 1370 euro del gennaio 2006 ai 1285 del 2007 e lo studente con dottorato di ricerca che rende noto "il paradosso dei contributi". "La mia borsa di studio, essendo esente dalle tasse, non beneficia della riduzione delle aliquote fiscali - scrive - ma sul mio reddito sconto l'aumento della aliquota contributiva dal 18,40 al 23,50 per cento. Con il nuovo fisco perdo 18 euro al mese. Il mio compenso non arriva ai mille".

Detto questo, per capire davvero chi vince e chi perde nella partita con il fisco bisogna analizzare la fascia di reddito, la composizione del nucleo familiare e - in previsione delle addizionali comunali e regionali - la residenza. Il bilancio che si può già tracciare, a grandi linee, premia comunque la famiglia monoreddito con moglie e figli a carico che ai suoi 30 mila euro annui potrà aggiungerne, ogni mese, circa 70. E penalizza il single che comincia a rimetterci appena superati i 30 mila.

Questo fatte salve le decisioni del comune di residenza, perché laddove le amministrazioni locali decideranno di aumentare l'addizionale Irpef la soglia al di sotto della quale si va a perdere risulta notevolmente abbassata. Rispetto alle anticipazioni elaborate per Repubblica dallo studio Santini tenendo conto anche del peso degli aumenti contributivi, c'è una unica precisazione da fare. Ed è una notizia meno peggiore del previsto per chi ha un reddito pari a 50 mila euro annui: la riforma Prodi lo fa andare in rosso di "soli" 20 euro al mese. I calcoli mensili vengono effettuati dividendo per 12 ciascuno degli scaglioni di reddito sui quali s'impongono le aliquote.

Ai poveri, comunque, sono preferiti i quasi poveri perché, al di là della composizione famigliare, chi naviga sui 15 mila euro all'anno otterrà un vantaggio minore rispetto a chi supera i 20. E poi c'è il "paradosso delle detrazioni": il nuovo sistema, passando dalle deduzioni alle detrazioni, non riduce la base imponibile sulla quale le addizionali si calcolano. Se per i single non cambia nulla, per chi ha famiglia a carico ciò si traduce in un aumento della quota da versare.

Una brutta sorpresa che può riguardare anche i redditi sui 15 mila euro: con le deduzioni la base imponibile scendeva a zero e non si pagavano addizionali, con le detrazioni la base di calcolo non diminuisce e qualcosa si finisce per pagare."
Fonte dell'articolo La Repubblica

lunedì 29 gennaio 2007

Liberalizzazioni o privatizzazioni?


E' la stessa cosa privatizzare e liberalizzare? Se seguiamo il dibattito in corso, scorgiamo al fondo una differenza abbastanza marcata:
"Liberalizzare" significa togliere dal campo tutta una serie di lacci normativi o di rendite diventate "norma" che impediscono, ad esempio, la possibilità di intraprendere e quindi fare "impresa" a nuovi soggetti.
L'esempio classico è quello delle licenze dei Taxi.
Una concessione pubblica a poter svolgere il servizio (ed a costo zero) è diventata un mercato (grazie anche ai regolamenti comunali) in cui la prima barriera d'ingresso è costituita dal costo esorbitante della stessa che, di fatto, impedisce ad uno qualsiasi di noi di poter esercitare un elementare diritto.Lavorare senza dover pagare "tangenti".
Tutto quello che và in questa direzione è, a mio giudizio, equo.
Detto questo è evidente che non è solo aumentando il n° delle licenze di Taxi che si crea occupazione che crei valore sia per gli individui, che intraprendono, che per la società in genere. In mercati con bassi tassi di crescita, l'aumento della competizione crea le premesse per un impoverimento dei soggetti che vi "investono" e la creazione di soggetti imprenditoriali che, alla lunga, determinano situazioni di monopolio che vanno contro qualsiasi ipotesi di "democratizzazione" del mercato, situazioni di cartelli di controllo, spartizione a tavolino delle quote di mercato etc.


"Privatizzare", oggi, significa passare dal pubblico al privato la gestione e la "produzione" di beni e servizi.
E' dare la chiave per lo sfruttamento di risorse che appartengono alla comunità, in quanto soddisfano i suoi bisogni primari (salute, fornitura d'acqua etc.), a soggetti terzi che in funzione dei risultati economici dell'impresa e della "redditività" dei clienti scelgono se e come servirli.
Non si può mettere sullo stesso piano una privatizzazione che riguarda il diritto a poter disporre dell'acqua potabile per tutti con quello di una concessione di rete per poter comunicare.
Un governo "riformista", a mio giudizio,deve saper scegliere in modo opportuno quelli che sono i settori su cui è strategico mantenere il proprio controllo (es.fornitura d'acqua,produzione e ditribuzione energia, salute, istruzione etc.).
La storia delle privatizzazioni in questo paese, è la storia dell'ingresso di soggetti privati che con pochi soldi e zero rischi si sono appropriati di settori su cui lo stato ha investito nel tempo con i soldi dei suoi cittadini.
I risultati di quelle privatizzazioni, per la gente comune, non hanno portato benefici.
Con l'abolizione del prezzo amministrato dei carburanti e l'ingresso di nuovi soggetti, si è solo creato un sistema di cartello che non ha liberalizzato i prezzi ma, al contrario, gli ha resi "democraticamente" uguali per tutti.
La concessione delle autostrade ai privati ha visto una caduta degli investimenti sulla rete autostradale ed un aumento dei pedaggi e degli utili per i pochi soggetti che "gesticono" il sistema viario.
La liberalizzazione della telefonia vede, oggi, solo quattro operatori sul mercato con politiche commerciali e di formazione dell'offerta praticamente identici.
La concessione della gestione sullo smaltimento e raccolta dei rifiuti porta, in quasi tutti i casi, alla duplicazione dei costi (pubblici e privati) ed allo scadimento del livello di servizio.

Nel contempo i "costi" delle varie "authority", che dovrebbero garantirci, ricadono su tutti noi senza la contropartita di un'azione efficace di controllo delle regole del gioco.

Gli esempi di alcuni risultati europei (i.e. ferrovie inglesi) ci dicono anche che il privato non necessariamente è sinonimo di corretta ed efficace gestione e fornitura del servizio.
Così come la tendenza è quella di accollare, in ogni caso, i costi delle scelte sbagliate alla comunità nel suo complesso (ristrutturazioni, prepensionamenti etc.)
Su questo fronte le scelte da fare per la sinistra sono nette.
In primo luogo una battaglia "culturale" che informi sulla ricaduta di decisioni che vadano nella direzione di una privatizzazione " a prescindere"
In secondo luogo un recupero dei valori di comunità che segnino in modo netto i terreni su cui MAI potremo essere d'accordo.

sabato 27 gennaio 2007

Questo governo salvaguarda i poveri ed i ceti medio bassi?

Mentre Bersani e Rutelli se le danno di santa ragione su chi è più liberista., arrivano le buste paga.
Siamo gente pratica, qui a Torino. Si esce dal posto di lavoro (se lo abbiamo) e facciamo due conti. Intanto un articoletto della Repubblica ci inquieta. Ve lo metto qui con una domanda?
Se uno s'incazza rema contro?

"Partiamo dalla busta paga di questo mese: i nuovi conteggi faranno sì che si passi dai 7,42 euro (spremuta e tramezzino) risparmiati dal single con reddito di 15 mila euro, ai 71,52 euro (le scarpe) della famiglia con coniuge e due figli a carico (uno sotto i tre anni) con reddito di 30 mila euro. La stessa famiglia, però, se dimezzasse le entrate risparmierebbe solo 22,19 euro. E ciò vuol dire che la riforma premia più i redditi "quasi medi" che quelli poveri. Dai 50 mila euro di entrate annue, invece, si comincia a perdere davvero molto: i 200 euro al mese per il single, 130 per la famiglia. I calcoli sono fatti su una busta paga: moltiplicarli per 13 mesi per capire quale sarà il risparmio o la perdita annua sarebbe un errore perché non terrebbe conto del conguaglio di fine anno. Si tiene in considerazione l'aumento dei contributi Inps (dall'8,89 al 9,19 per cento), ma non quello delle addizionali.

E qui arriva la seconda sorpresa e il grande paradosso. Quando si parla di addizionale comunale e regionale non c'è famiglia a carico che tenga. Anzi chi ce l'ha, finisce con il versare a quelle due voci qualcosa di più riducendo l'impatto positivo che la riforma del fisco aveva sul suo stipendio. E questo è perché il nuovo sistema, passando dalle deduzioni alle detrazioni, non riduce la base imponibile sulle quali le addizionali si calcolano. Per il single non cambia nulla, perché non aveva deduzioni prima non ha detrazioni adesso, per il capofamiglia invece sì perché gli sconti che aveva prima sulla base imponibile ora non ci sono. Questo vale ad aliquota invariate, figurarsi quando aumentano. A Roma , comune che le ha ritoccate, ciò fa sì che vadano già in rosso sia il single con 20 mila euro (per 7,59 euro l'anno) che la famiglia con 30 mila (per quasi 75 euro l'anno)."

venerdì 26 gennaio 2007

Censura nel nostro orticello, liberalizzazioni ed Afghanistan


Prima di parlare di cose serie e della riunione tenuta con il Cippa sulle liberalizzazioni, vi farò una domanda sondaggio:
1-siete d' accordo
con chi dice che è sufficiente essere in maggioranza in una redazione
per decidere che è giusto fare cesura su una vignetta che non ci piace?
Le risposte possono essere solo due:
SI
NO
Se
rispondete si, dovete anche spiegare perché vi definite liberali, pluto
democratici, studiosi ed esperti di comunicazione nonché amanti del
libero mercato ed anche del libero scambio (sesso compreso).
Se rispondete No vi risparmiamo le spiegazioni perché in fondo non ci interessa un belino.Siete democratici a prescindere.
Questione intrigante vero? Un po' acida perché è molto semplice dire che quel cazzone del Sanguinetti
( il sommo poeta)è uno stalinista reazionario per le sue dichiarazioni
sulla cina e poi dimenticare che il nostro sommo capo (il Romano), con
un codazzo di gente benpensante e bollino blu da democratico, si genufletteva, qualche mese fa, di fronte a quella congrega di criminali che è si favorevole al mercato (perché business is business) ma nello stesso tempo rispolvera la lupara se qualche studentello pensa che il concetto di libertà oltre che al mercato si estende anche alla possibilità di dire un pò il cazzo che vogliamo.
Torniamo al Cippa.
La discussione sulla questione è stata veloce ed in fondo facile.
Siamo d' accordo su:
andare dal barbiere di lunedì
non pagare la ricarica (la tassa delle compagnie telefoniche)
aprire una pompa di benzina dove cazzo vogliamo
aprire un' impresa dichiarando solo numero civico e tipo di merce venduta
poter vendere i giornali anche nel condominio
etc.etc.etc.
Quello
che aspettiamo di capire è se, in mezzo a questo casino, l' acqua che
scende dal rubinetto lo farà griffata e quindi di proprietà dei vari
amici vostri oppure no.
Nel 1° caso ci incazzeremo. E di molto.
Il dissenso pieno c'è sulla questione Afghanistan. Non ci piace proprio essere lì.Dopo le dichiarazioni del signor Volker che ci incita a dare più soldati contro i Talebani.
Evidentemente, a dispetto di quello che pensa il D'Alema,
sembra che ci sia una guerra in corso. Sono convinto che alla prossima
mattanza di militari italiani vi farete venire le convulsioni e le
macchie rosse sul viso, piangerete mordendovi la lingua e guardando i
volti di quei ragazzi, belli in vita, ma brutti con le budella per
terra o i pezzi di cranio sparpagliati in giro.
Sarà troppo tardi allora, e scommetto che la discussione sarà sulla necessità di mandare nuove truppe.In fondo un po'
di politica coloniale ci manca dai tempi del Duce e della guerra di
Libia. Ci avevamo perso il gusto. Però tranquilli, lo stiamo ritrovando
ed insieme a quello la saggezza dellarealpolitik. In fondo siamo censori per maggioranza mica per nulla.

mercoledì 24 gennaio 2007

La morale e la censura.Dove? Tra di noi amici, in questo bellissimo spazio.

Siamo liberi d'incazzarci e di rispondere in modo adeguato se qualcosa non ci piace.
Siamo liberi di scrivere cazzate in un mondo di gente molto seria e che si prende terribilmente sul serio.
Siamo liberi di leggere reprimende sul fatto che siamo dei fannulloni da gente che con tutta probabilità non si è mai alzata una volta, in vita sua, per andare a lavorare.
Con pazienza prendiamo lavate di capo perchè a farci licenziare magari non ci stiamo senza dire la nostra e di economia e massimi sistemi non ci capiamo una cippa lippa.
Siamo anche liberi di fare una sonora pernacchia a tutto questo.

All'improvviso però c'è sempre qualcuno che decide fino a che punto puoi arrivare quando ti esprimi.
Pensi avrò fatto qualcosa di tremendo. No amico e che quella vignetta non ci piace proprio.Lede gravemente etc.etc.
Mamma mia quanti preti da santa inquisizione mancati, pronti a scandalizzarsi se non gli danno la possibilità di andare dal barbiere al Lunedì (in questo mercato illiberale)e contro i Talebani di tutto il mondo che vietano l'ironia su Maometto.
Pronti a strabuzzare gli occhi e a farsi gonfiare le vene del collo se qualcosa li tocca.
Mi ricordano il vecchio D'Alema.Quello se lo prendi un pò per il culo con un disegnino ti manda i carabinieri.
Sarà forse questa la nuova classe dirigente del PD?

La politica e l'economia del mio amico.Il Cippa.


Mi si è incazzato il Cippa ieri sera.
Si parlava di mondo, economia e massimi sistemi.Nella solita piola vicino al pò. In modo un pò scortese mi ha chiesto di spiegargli, io che sapevo tutto(!) e che avevo avuto il culo di studiare invece di fare cambi per le Duna e le Prinz, come "cazzo è questa questione dell'inps e della pensione".
Confesso che l'ho presa un pò alla larga. Gli ho detto che, in Europa, siamo tra quelli che spendono di meno rispetto al PIL in welfare. Già qui l'ho visto strano. "Di meno?"
" Di meno, Cippa. Se la Germania e la Francia spendono una media del 29% noi siamo al 24,6% scarso. Stanno messi peggio (per dire) Irlanda, Spagna e Portogallo"
"E' come cazzo è la storia delle pensioni?"
"E' un pò complicato Cippa. Ti dirò intanto che l'INPS non piange miseria.Chiude la gestione finanziria del 2006 con un attivo di 2148 milioni di euro. E, in quanto a situazione patrimoniale, con un saldo positivo di 25.116 milioni di €"
"Dove cazzo gli hanno fatti tutti stì euri(testuale)"
"Bè, stanando un pò di lavoro nero e con i contributi dei co.co.co. Tieni conto-ho infierito- che con quei soldi ci hanno pagato anche la ristrutturazione del tuo amico Agnelli (la mobilità lunga), quella delle FS ed in più ci pagano le pensioni dei dirigenti, degli artigiani e dei commercianti che, se dovessero provvedere da soli con quello che versano, sarebbero alla canna del gas"
" Mi stai dicendo, che mantengo quelli che me lo mettono in culo tutti i giorni e che in più aiuto il mio padroncino a non preoccuparsi molto se le cose non vanno?"
"Esatto, Cippa. E sappi che per non avere problemi con le nuove generazioni (futuri pensionati) che non hanno il culo di avercelo un posto fisso come te, in pensione pensano di mandarti un pò più in là con un pò più di meno"
Il Cippa si è adombrato di molto, lui uomo abituato alla solidarietà di classe e a passare sopra ogni cosa per la concertazione.
L'incazzatura vera gli è venuta quando ha saputo che all'Inail, per i 1600 lavoratori morti di cancro a causa dell'Eternit, sono quasi finiti i fondi (pubblici)e che col cazzo che gli svizzeri pensano di tirare fuori un centesimo.
"Hanno speso 152 milioni di euro per indennizzare quella povera gente, Cippa"
E' rimasto in silenzio per un pò.Assorto.
Andandosene, nel buio, sulla sua vecchia bicicletta gli ho sentito dire" E no! cazzo anche da morto a rompermi i coglioni e a chiedermi soldi?"

martedì 23 gennaio 2007

I compagni che rubano, cazzo Cippa!



Durante la consueta scorsa dei giornali (solo uno questa mattina), sul consueto cesso e guardando un'alba umidiccia e con un pò di pioggia, ho fatto un enorme balzo leggendo la notizia sul compagno Gianluca Marchiori da Ferrara di rifondazione. In breve il nostro se ne è andato in Venezuela (per sempre credo), con in tasca un pò di euro (due milioni) dopo aver proposto mirabolanti interessi (25%) ai suoi compagni per interessanti investimenti sull'esercito americano.
Con il mio amico Cippa abbiamo immediatamente pensato ad una provocazione imperialista o ad una misera trappola politica.
Ebbene, forse, ci siamo sbagliati. E' proprio così e l'amico e lì panza al sole che si gode la tintarella.
Ho pensato con nostalgia a qualche esproprio proletario, se non altro lì ci mettevi la tua di pelle a rischio e te ne assumevi la responsabilità.
Devo confessarvi che da quando li vedo con le grisaglie in televisione un pò inquieto sono. Sono poco realista e faccio fatica a turarmi il naso. I ladri ed i truffatori (quando lo fanno con degli sprovveduti) mi fanno incazzare.
Non mi consola ripensare agli amici della margherita e alle loro tessere false, ne ai "compagni" (ancora per poco, poi tutti amici e colleghi)dei DS ed ai cazzi loro con Consorte (quello della Coop) ed alle loro cordate di amici manager pronti a privatizzare il privatizzabile per mettersi a posto un pò di parenti ed amici (mica per fare economie di scala e massa critica-vi ho sorpreso, vero?)
Nella caduta sul cesso (o meglio durante la discesa) ho fatto in tempo a consolarmi leggendo che nella mia città, Torino, TUTTI i consiglieri comunali si sono aumentati da due a tre i gettoni di presenza per poter lavorare nelle commissioni. Loro dicono che lo fanno per noi, per far funzionare meglio la macchina amministrativa (qualche buon tempone gli ha suggerito di non affannarsi tanto, visti i risultati). I più pensano che lo fanno per intascare più soldi.
Mi viene in mente tutta quella beata gioventù (io di anni ne ho 50) che si affanna a ricercare ragioni ideali per andare avanti, a quanti fanno i conti per dimostrare che bisogna riformare lo stato tagliando pensioni e persone ( e lo fanno in modo scientifico e convinto pensando agli altri e non a se stessi).
Io sommesssamente mi sento un pò stanco. Deluso ed incattivito. E mi viene anche di pensare che in fondo ha fatto bene il Gianluca Marchiori da Ferrara. In fondo da stronzo ha tolto soldi a stronzi che, dopo aver fatto un corteo della pace, investivano sull'esercito americano.
Con il Cippa, stasera, commenteremo altro e parleremo di Grande Fratello o del nano maledetto e di quanto ci spaventa il suo ritorno. Per un pò lascerò il giornale a marcire in un angolo e mi limiterò a defecare in pace.

lunedì 22 gennaio 2007

Al cesso, questa mattina, con la consueta rassegna stampa


Come dice il mio amico Cippa, "non puoi iniziare male la giornata se non caghi leggendo i giornali".
Così, mentre l'alba si attardava dietro una nebbiolina grigia e triste, mi sono accomodato sul cesso di fronte al cesto della biancheria. Ho disposto in ordine i due quotidiani abituali ed ho scorso le notizie.
Ho pensato: " Sti cazzi" leggendo della nave che rischia d'affondare spargendo veleno su mezza Inghilterra.
Mi sono detto: "lui si che è un grande politico" leggendo dello Scanio (Pecoraro) che afferma di voler premiare quelli che "inquinano di meno". Ed io ingenuo che pensavo che li si dovesse eliminare dalla faccia della terra (metaforicamente...s'intende).
Sono passato alle notizie economiche e,a momenti, mi capottavo leggendo che il Tito Boeri (quello che fa l'economista e va tanto di moda tra i neodem-conserv-cazzi tuoi se arrivo io) dice che: una bella rivoluzione la possiamo fare se aderiamo tutti ai fondi pensione alle stesse condizioni. Per un attimo me lo sono visto mentre faceva abbeverare il suo cavallo bolscevico nella fontana del Vaticano (ma esiste la fontana nel Vaticano?)urlando le quotazioni degli ultimi titoli in borsa.Che triste sole e che triste avvenire cari compagni.
Ho continuato ed ho letto che i nostri ministri la pagnotta se la sono guadagnata, faranno tre tavoli parlando e discettando del nostro futuro. Con la triplice naturalmente.
Ho scorso la biografia dei nostri, esimi, segretari confederali ed ho scoperto che di fabbrica ed uffici e relativi salari è un pò che non ne masticano (anzi è una vita per dirla tutta). E' certo che gli avrà fatto un pò impressione vedere quella multitudine un pò incazzata, l'ultima volta dopo 26 anni, a Mirafiori.
Chi lo sà se avranno capito il messaggio.
Continuo velocemente e scopro che vogliono togliere le deleghe a tre sottosegretari. Gente che prende due stipendi (parlamentare e sottosegretario) e che, poverini, non riescono a dimettersi dal seggiolino di senatore. Uno di questi si chiama Vernetti ed a torino lo conosciamo bene."Poveracci" mi son detto "quante preoccupazioni"
A quel punto ho pensato che ne avevo abbastanza.
Ho finito le mie cose. Tirato lo sciacquone.Fatto una doccina veloce per non sprecare risorse. Dato un'occhiata fuori dalla finestra ed ho pensato: "ma và a caghe!"

sabato 20 gennaio 2007

Basta con i fannulloni.Meniamoli


Mi sono un pò arrabbiato a leggere la hit parade di questo popolo di fannulloni.
Ad iniziare da Sgarbi ovviamente.
Dentro c'è proprio di tutto e sinceramente mi ci sono messo anch'io. Da militare cercavo d'imboscarmi e non provo ancora rimorso per quello che ho fatto.
E' chiaro che il problema è serio e non è che mi sia molto simpatica quella gente. Specie se timbra il cartellino in un ospedale e poi si fa i cazzi suoi (spero che la regola non valga anche per primari e medici).
Quello che non mi torna in tutto questo parapiglia è pensare che chi sforna giudizi a raffica sulla voglia di lavorare, in fondo, è una vita che non fa un belino di niente (non ditemi che non vale la classifica per i politici o che sono un demagogo- a proposito sapete che il significato è aizzatore di plebei?).
Mi ci trastullo un pò con l'argomento e provo a capirci qualcosa.
Dicono: il tasso di produttività è scadente
Ti dici: se dicono così è perchè sanno come misurarlo
Ti rispondono: be in effetti non è proprio così, però non vedi quando vai in comune o alla posta?
Ti dici: Ma'! veramente lavorano più o meno come il mio amico cippa alla catena di montaggio (lì). che quando può va al cesso a pisciare per non farsi rompere le palle dal capo.
Poi apri il giornale e leggi:
Il presidente della provincia Saitta (noto lavoratore ed ex dirigente del parastato)ha le convulsioni perchè gli hanno spiegato che aboliscono la provincia e dovrà cercarsi un lavoro (insieme ai suoi portaborse).Lavoro vero però!
Ti dici: ma perchè si incazza se iniziamo a risparmiare dal suo, di stipendio.
Continui la lettura e scopri che sulla Repubblica, oggi, un lettore denuncia che un architetto (libero professionista) gli ha rilasciato una fattura pari al 50% del dovuto per una perizia ordinata dal tribunale di campobasso.
Ti dici: sarà mica così che funziona il privato.
Giri pagina e scopri che l'esercito fa fare manutenzione dei suoi mezzi ad un'azienda privata, gli operai (dipendenti pubblici)dell'arsenale sono lì a girarsi le dita e non capiscono perchè sono incazzati (i moralizzatori) con loro.
Continui sempre più perso e scopri che la regione Piemonte ha speso più soldi in consulenze, con la Bresso (quella che gli fa schifo il PD), di quanti ne spendeva Ghigo. Peccato che funzionari ed impiegati sono un pò incazzati perchè quel lavoro avrebbero potuto, benissimo, farlo loro.
Ti ricordi di bassolino e di quando gli hanno chiesto, a report, perchè aveva speso milioni per consulenze che non erano state fatte e, cosa più importante, scopri che la nettezza urbana è stata appaltata a ditte private mentre decine di operai stanno, un pò sorpresi ma neanche tanto, di fronte alla macchinetta del caffè, con la gazzetta dello sport, perchè non li fanno lavorare.
Ma si sà bassolino è un grande politico e pure uno di quelli innovatori.
Ti dici: lo faranno per risparmiare.
Ti dicono: guarda che la regione Lazio, da quando ha esternalizzato i servizi a privati (tipo sanità), spende più soldi di quando li faceva gestire dai suoi dipendenti.
Cazzo compagni! non capisco più nulla e mi sento un pò male.
Torni a letto, ti tiri le coperte su fino al mento (anche se oggi ci sono 25 gradi e sembra di stare a Barcellona d'Agosto), guardi assorto il soffito e ti dici: ma andate a cagare e non scassatemi la minchia. Ronf!

venerdì 19 gennaio 2007

Mano libera ai riformatori


Confesso che mi sono rotto un pò le palle di questo vociare sulle riforme. su quanto ne guadagnerebbe il paese (quale ancora non lo hanno detto), di come si vivrebbe meglio senza troppi lacciuoli e laccetti, regole e regoline.
E fatele queste benedette riforme.
L'ordine dei desideri è il seguente:
1- Mercato del lavoro- apprendistato obbligatorio per tutti fino all'età di 35 anni. Salario dell'apprendista a carico delle famiglie (che possono defiscalizzare il 19% fino ad un massimo di 1€ (un euro). Per la cena si passa da Treu.
2- Scalone e pensione- età minima per l'erogazione della pensione 75 anni con 76 anni di contributi (come farli sono tutti cazzi tuoi). le condizioni del vitalizio sono le seguenti: il 100% del tuo quint'ultimo stipendio alla condizione che ti spari dopo un anno. Se vuoi vivere -20% per ogni anno di vita in più (il conteggio parte dai 65 anni).Così anche Rossi è sistemato e gli torna la voce.
3- Pubblica amministrazione-licenziamento di 100.000 statali, 500.000 parastatali e 1.500.000 di fancazzisti e drogati (con l'obbligo di prendersi prima un calcio nel culo dal prof. Iachino per risarcirlo delle brutte giornate che gli hanno fatto passare). Pagella di comportento per bidelli, insegnanti e sportellisti delle poste.In cambio: assunzione di 30 giovani laureati con master alla bocconi e specializzazione in Amministrazione Aziendale, plurilingue (compreso cinese ed arabo), con esperienza minima di 10 anni di gestione di una multinazionale, disposti a trasferirsi anche a Rocca cannuccia, belli alti biondi ed atletici (o bone se donne), scelti e selezionati da tal supramonte.Offerta : contratto di formazione e lavoro della scuola radio elettra di torino-.
4- Liberalizzazioni- più barbieri, più tassisti (molti di più), più estetiste, più baristi e ristoratori, più treni sullo stesso binario, più pompe di benzina alle casse dei supermercati, di più di più e ancora di più.
Limitiamoci a questa prima ondata. Il risultato sarà dirompente ma avrete finito di scassarmi la minchia.

giovedì 18 gennaio 2007

Moratti il moralista


Parliamo di un personaggio al quale, per un pò di tempo, è stata messa una sorta di aureola intorno al capo.
Un signore con l'aria un pò triste.Vagamente ricorda l'Enrico (Berlinguer).Lo immaginiamo, solitario, con la sua cicca tra le labbra, un filo di barba a disegnargli il volto, le labbra carnose tirate in un sorriso mesto e senza speranza, con il suo impermeabile chiaro lì al fondo tra le nebbie dei navigli di Milano.
Famiglia importante, la sua.
Conoscenze giuste, una cognata sindaco, una sorella (la Milly) ecologista e sempre in bici a testimoniare una diversità illuminata e borghese.
Uomo contro il quale il destino cinico e baro (quello sportivo) si è accanito senza tregua. Aveva il volto di un ex proletario diventato ricco. Brutto e scortese nei modi e nel non raffinato linguaggio.
Gente che con il suo mondo nulla aveva a che fare.
La storia e la giustizia (forse un pò interessata) hanno fatto il loro corso.
Ora l'uomo è lì meno triste e felice del suo giocattolino.
Qualcosa, però, in questo quadro idilliaco non torna.
Apri il giornale e leggi che l'uomo e suo fratello sono accusati di aver, di fatto, truffato un pò di risparmiatori.
Hanno collocato in borsa le azioni della loro società (la Saras).
Ci hanno guadagnato 1,7 miliardi di euro (avete idea? più o meno il 5% della finanziaria). Il propblema è che dopo un giorno quel titolo aveva perso già il 12%.
Ieri quotava 3,89 €. Una perdita superiore al 30%.
Ha detto "è il petrolio, in questo periodo è un pò giù". Si è dimenticato di spiegare perchè anche quando il barile quotava 77 dollari le cose andavano male lo stesso.
Se ne occupa la magistratura e vedremo cosa accadrà.
Come vi sentireste voi se aveste investito il vostro TFR in un fondo che aveva comprato quelle azioni?
Leggermente a disagio, o incazzati?
Giri pagina e lo vedi di nuovo lì, con il suo sorriso triste,accusato di falso in bilancio. Di questo se ne occuperà anche la giustizia sportiva (se esiste ancora) e vedremo.
Di certo l'immagine non ci ha guadagnato. Insieme al suo amico Tronchetti, in barca, volgeranno lo sguardo un pò interrogativo verso un destino cinico.
Nella merda senza potere continuare a fare la morale.

mercoledì 17 gennaio 2007

Pensioni e TFR

Vi allego uno stralcio parte di un articolo sui fondi pensione apparso su famiglia Cristiana.In questa parte vengono analizzate le ragioni del no al trasferimento nei fondi.
Vi compare anche uno studio che simula i trattamenti previdenziali nei prossimi anni.
Su questo punto vi faccio notare le seguenti cose:
1- le simulazioni non tengono conto dell'indice di riconversione e del suo abbattimento che, di fatto, fa perdere circa 20 punti percentuali alla simulazione.
2- non viene indicato che il campione non si riferisce al lavoro autonomo (per il quale la situazione è drammatica)
3- la parte di contribuzione dei fondi è a dir poco ottimistica e non si capisce secondo quali criteri è stata calcolata, considerato che le linee di investimento hanno rendimento e gradi di rischio diversi e che manca un'indicazione circa la consistenza del capitale finale su cui calcolare la rendita (manca quindi anche l'indice di conversione).Tanto per dare un'indicazione il tasso di riconversione del sistema previdenziale (per un autonomo) sul montante della somma dei contributi versati non supera il 6%. E' difficile pensare che un fondo pensionistico sia più generoso.





GUIDA ALLA SCELTA

Perché no ai fondi pensione
È PRUDENTE TENERSI BEN STRETTO IL TFR

Per il professor Beppe Scienza, la previdenza complementare non garantisce il potere d’acquisto delle somme versate.

Beppe Scienza, docente di Metodi e modelli per la pianificazione economica all'Università di Torino e autore del libro Il risparmio tradito.

* Che cos’è che non va nella legge sulla destinazione del Tfr alla previdenza complementare?

«Oltre alla subdola clausola del silenzio-assenso, soprattutto una grave disparità di trattamento: chi tiene il Tfr nella forma attuale potrà sempre cambiare idea; chi passa alla previdenza complementare, non potrà mai tornare sui suoi passi. Poi ci sono vere e proprie assurdità».

* Ci faccia un esempio...

«Nei fondi pensione chiusi piazzeranno i propri uomini (e donne) sia i sindacati sia le aziende. Ma qui la concertazione non ha nessun fondamento: i soldi nei fondi spettano solo ai lavoratori che aderiscono. Che cosa c’entrano i datori di lavoro?».

* Eppure è una legge che gode di un largo consenso…

«Diciamo pure che è un esempio da manuale di un provvedimento cosiddetto bipartisan: il Governo Prodi ha anticipato in fretta e furia la riforma Maroni-Tremonti, praticamente senza cambiarne una virgola».

* Ma nella sostanza conviene tenersi il Tfr o aderire a un fondo pensione?

«Per chi entra ora nel mondo del lavoro, rinunciare al Tfr vuol dire non ricevere più la liquidazione nel momento in cui venisse licenziato: già questo è molto grave. Per tutti significa che, all’età della pensione, almeno metà del capitale nel fondo sarà obbligatoriamente convertito in una rendita a condizioni decise da altri. In ogni caso è prudente tenersi ben stretto il Tfr finché non esistono fondi che garantiscano il potere d’acquisto delle somme versate».

* Quali garanzie abbiamo che la gestione dei fondi sia trasparente?

«La legge sulla previdenza complementare non impone nessuna particolare trasparenza, per cui è scontato che essa sarà ancora minore rispetto a quella (quasi nulla) dei fondi comuni d’investimento».

* È vero che la pensione integrativa sarà liquidata un giorno da una compagnia di assicurazioni?

«Potrebbe anche essere lo stesso fondo pensione a farlo. In entrambi i casi si corrono rischi d’insolvenza, perché non esiste nessun fondo di garanzia, come invece per i soldi depositati in banca».

* Chi ci guadagna di più dai fondi pensione: il lavoratore o il gestore?

«Il gestore ci guadagna comunque vadano le cose. Il rischio è scaricato tutto sul lavoratore, che può guadagnarci o rimetterci anche molto. Il vero vantaggio del Tfr non risiede comunque in un’alta redditività, ma in un’elevata sicurezza».

* Ma i fondi pensione possono anche fallire?

«No, ma in situazioni come quelle degli anni Settanta, un fondo azionario perderebbe anche il 75 per cento del suo valore reale. In un caso simile i ¾ della pensione integrativa andrebbero in fumo. Il limite di tutta la previdenza complementare è l’assenza di garanzie in termini reali, mentre il Tfr difende egregiamente il potere d’acquisto delle somme accantonate».

Giuseppe Altamore



Come saranno le nostre pensioni? Ecco alcuni esempi sulla base dei calcoli elaborati dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale nel rapporto consegnato al ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Ciò che emerge con maggiore chiarezza è che ci guadagna di più chi va in pensione il più tardi possibile.

In pensione nel 2005 con 60 anni e 35 di contributi: 69,1 ultima retribuzione 69,1 con prev. Integrativa
con 65 anni e 40 di contributi: 78,9 ultima retribuzione 78,9 con prev. integrativa

In pensione nel 2010 con 60 anni e 35 di contributi: 68,3 ultima retribuzione 69,6 con prev. Integrativa
con 65 anni e 40 di contributi: 78,0 ultima retribuzione 79,5 con prev. integrativa

In pensione nel 2020 con 60 anni e 35 di contributi: 59,1 ultima retribuzione 63,7 con prev. Integrativa
con 65 anni e 40 di contributi: 75,5 ultima retribuzione 80,8 con prev. integrativa

In pensione nel 2030 con 60 anni e 35 di contributi: 52,6 ultima retribuzione 60,5 con prev. Integrativa
con 65 anni e 40 di contributi: 70,7 ultima retribuzione 79,8 con prev. integrativa

In pensione nel 2040 con 60 anni e 35 di contributi: 49,7 ultima retribuzione 61,1 con prev. integrativa
con 65 anni e 40 di contributi: 66,1 ultima retribuzione 79,2 con prev. integrativa

In pensione nel 2050 con 60 anni e 35 di contributi: 48,6 ultima retribuzione 60,3 con prev. integrativa
con 65 anni e 40 di contributi: 64,1 ultima retribuzione 79,6 con prev. integrativa

martedì 16 gennaio 2007

TFR e pensioni ed informazione



Secondo alcuni dati pubblicati recentemente dalla Stampa di Torino, su 16.570.000 pensionati, il 24% vive con una pensione che raggiunge i 500 € (cinquecento), il 31% con un assegno che è disribuito tra i 500 ed i 1000€, il 23,4% tra i 1000 ed i 1500€ al mese, solo il 10% super i 2000€.
Se foste un pò pratici di statistica e oltre che la media vi interessa sapere come sono distribuiti questi soldi (la moda e la concentrazione del dato sul campione-sapere in sostanza a quanti nel 31% spetta un assegno di 1000 €) vedreste che la maggior parte vive con il minimo della propria fascia di reddito.
Il sistema pensionistico riformato dal dott.Lamberto Dini (quello che si spostò dal Berlusca a sinistra) prevede che nel 2050 quelli che andranno in pensione lo faranno con un assegno che peserà il 63% del loro ultimo stipendio e del 44,4% se verranno rivisti i coefficienti di trasformazione (se dipendente, del 27%se autonomo).Stimare quello che sarà il reddito prevalente in funzione di quello che è il mondo del lavoro oggi (tipologie contrattuali e medie reddituali) fa venire l'orticaria.Provate ad immaginare quale sarà lo scenario per uno che guadagna i fatidici 1.200 € al mese in regime di precariato. Come ho già scritto ci prepariamo per la mensa dei poveri (sperando che ne facciano ancora).Magicamente dal cilindro spunta fuori una soluzione che dovebbe lenire le ferite.Il TFR investito nei fondi verrà utilizzato per dare una parte di quello che manca (badate bene una parte).La prima cosa da sapere è che oggi il TFR "rende"il 75% dell'indice Istat più 1.5%. Alla fine del periodo lavorativo si prende quello che si è accumulato e sopra ci si paga un bel 23% di tasse. Dopo di che si calcola, sul residuo, il conguaglio in funzione dell'aliquota fiscale media degli ultimi 5 anni. In breve prestate ai vostri "padroni" (da domani l'INPS)i vostri soldi e per questi lor signori ci remunerano meno di quello che vi darebbe qualsiasi pronto contro termine (tassato per altro del 12,5% sul guadagno).La prima cosa che mi viene in mente è che quei soldi se sono miei li devo poter utilizzare senza troppi problemi e, cosa ancora più importante, devono essere pagati secondo mercato.Passare ai fondi pensione comporta, al contrario, le seguenti regoline:
1- rendimento in funzione del rischio (le linee obbligazionarie e monetarie hanno reso meno del TFR negli ultimi 5 anni e per quanto riguarda l'azionario dovete avere fede e stomaco sperando che non si ripetano un 1929 o un 11 settembre o un default stile Argentina)
2- potrete scegliere tra capitale e rendita solo se è previsto dal fondo e solo in misura massima del 50%.
3- La durata minima di permanenza nel fondo è di 5 anni
4- Un vantaggio fiscale derivante 1- dalla possibilità di detrarre dalla base imponibile i versamenti fatti al fondo (fino ad un massino di 2.550€ circa), 2- dalla minore tassazione (solo 15%) della rendita.

In tutta questa vicenda gli aspetti oscuri sono i seguenti:
1- il valore della rendita, in relazione al capitale investito e valorizzato, aumenta mediamente di un 7% la pensione (sempre che il capitale recuperi per lo meno il tasso medio di inflazione nel periodo)
2- tale rendita è garantita fino a quando le variabili di mercato lo consentono ed il fatto che la gestione sia fatta da un soggetto terzo (?!) rispetto alle aziende non garantisce nulla.
Per chiudere vi consiglio di andare sul sito http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/index.htm
dove Beppe Scienza del politecnico di Torino vi offre qualche buon consiglio al riguardo grazie al contributo di diversi soggetti.