lunedì 30 aprile 2007
Commenti in viva voce
economia
Perchè costa così tanto il quirinale?
Riporto per intero un articolo apparso sul corriere della sera e tratto dal sito
Ariannaeditrice.it
Avete commenti?
Giorgio Napolitano non ha mai messo i cappellini della regina Elisabetta. Dio lo benedica. Non ha un marito gaffeur come il principe Filippo che a una donna cieca col cane guida che vedeva per lei disse: «Lo sa cara che ci sono cani che mangiano per le anoressiche?». E Dio lo benedica. Preferisce i babà del caffè Gambrinus alle cakes di patate, frutta secca e pancetta affumicata. E Dio lo benedica. Sulla trasparenza, però, Dio salvi la regina. La quale ha messo on line tutti i suoi conti: tutti. Precisando quanto spende per questo e quanto spende per quello fin nei dettagli. Fino all'ultimo centesimo. Da noi no: segreto. Il bilancio del Quirinale è vietato ai cittadini. (…) O meglio, alcuni dati generici il Colle li ha dati. Per la prima volta, come se volesse farsi britannicamente carico dei nomignoli di «Sir George» e di «Lord Carrington» che si trascina da una vita, il presidente ha deciso, nel gennaio del 2007, di render note le «fondamentali scelte contenute nel bilancio interno». (…) La fitta coltre di nebbia sui costi della Presidenza, però, è stata appena scalfita. (…) Tutto pubblico, in Gran Bretagna.
Su Internet: www.royal.gov.uk/output/page3954.asp. Con 33 pagine ricche di dettagli sulle tabelle entrate-uscite dedicate alla prima voce, 54 alle residenze, 33 ai viaggi. Sei un cittadino? Hai diritto di sapere che i dipendenti a tempo indeterminato a carico della Civil List alla fine del 2005 erano 310, cioè 3 in più rispetto all'anno prima. Che la regina ha avuto regali ufficiali per 152.000 euro. Che nelle cantine reali sono stoccati vini e liquori «in ordine di annata», per un valore stimato in 608.000 euro. Che le uniformi del personale sono costate 152.000 euro e «catering e ospitalità» 1.520.000. Che sul volo di Stato numero tale, il giorno tale, in viaggio da qui a lì c'erano i passeggeri Tizio, Caio e Sempronio. La convinzione democratica che chi sta ai vertici del potere abbia il dovere (non la facoltà: il dovere) di rendere conto del pubblico denaro è talmente radicata che una tabellina indica, con nome e cognome, lo stipendio dei massimi dirigenti. Sappiamo quindi che la busta paga di Lord Chamberlain (Richard Luce fino all'11 ottobre del 2006, poi William Peel) è stata di 97.000 euro, quella del segretario particolare della regina Robin Janvrin di 253.000, quella del responsabile del Portafoglio privato Alain Reid di 276.000, quella del Maestro di Casa David Walker 191.000 euro. E da noi? Boh... (…)
Certo è che i costi, stando all'unica fonte a disposizione (la comunicazione annuale con cui il Quirinale informa il governo di aver bisogno di «tot soldi» senza spiegare nulla su come vengano spesi) hanno continuato inesorabilmente a lievitare senza che mai sia stato segnalato un taglio e senza che mai sia stata fornita una risposta alle richieste di aggiornamento dei dati conosciuti e mai smentiti. Ci sono ancora 71 alloggi a disposizione dei massimi dirigenti e dei collaboratori più stretti? I cavalli della ex Guardia del re sono ancora 60? (…) Dall'altra parte, in Inghilterra, la regina ha deciso di fornire ai cittadini non solo tutti i particolari del bilancio ma di far certificare questo bilancio dalla Kpmg. (…) Altra cultura. Un giorno di qualche anno fa, per dire, il governo inglese si accorse che la Civil List aveva calcolato un'inflazione (7,5%) più alta di quella poi effettivamente registrata, col risultato che la famiglia reale aveva ricevuto 45 milioni di euro in più. Bene: Tony Blair e il cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, come riportarono tutti i giornali, decisero il congelamento dell'appannaggio per andare al recupero dei soldi. Invitata a «dimagrire», Elisabetta II ha preso l'impegno molto sul serio. Taglia di qua e taglia di là, per fare un solo esempio, a Buckingham Palace ci sono oggi 6 centralinisti a tempo pieno. La metà di quelli assunti dalla Asl di Frosinone nella tornata del dicembre del 2002. (…) Gli operai (falegnami, tappezzieri, orologiai...) impegnati nelle manutenzioni di Buckingham Palace sono in tutto 15, compreso il supervisore. Va da sé che la situazione finanziaria è letteralmente rifiorita. (…) Nel 1991-1992 la spesa pubblica per la Corona era di 132 milioni di euro, oggi è sotto i 57 milioni. Un taglio radicale. E il Quirinale? Negli ultimi anni, una sola voce è rimasta uguale: la busta paga del capo dello Stato. Che a partire da Enrico De Nicola, che non toccava gli 11 milioni di lire l'anno di indennità, è ancora praticamente la stessa. (…)
Intorno a lui, però, il Palazzo si è gonfiato e gonfiato e gonfiato negli anni senza che neppure Ciampi, che del risanamento dei conti pubblici e della sobrietà aveva fatto una ragione di vita riuscisse a fare argine. Eppure il nostro amatissimo Carlo Azeglio, già nel febbraio del 2001, aveva sotto gli occhi una fotografia nitida della situazione. Il rapporto del comitato che lui stesso aveva voluto subito dopo l'insediamento e guidato da Sabino Cassese. Le 49 pagine, allegati compresi, non furono mai rese note. E si capisce: le conclusioni, fra le righe, non erano lusinghiere. Nonostante i paragoni non fossero fatti con la monarchia inglese ma con la presidenza francese e quella tedesca. Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio da noi era composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per «distacco», per un totale di 1.859 addetti. Tra i quali i soliti 274 corazzieri, 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!), 213 poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è davanti alla tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo), 21 vigili urbani e 16 guardie forestali, ancora a Castelporziano. Numeri sbalorditivi. Il solo gabinetto di Gaetano Gifuni era composto da 63 persone. Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri (…) e 46 addetti a varie mansioni. Quanto ai famosi 15 craftsmen di Elisabetta II, artigiani vari impegnati nella manutenzione dei palazzi reali, al Quirinale erano allora 59 tra i quali 6 restauratrici al laboratorio degli arazzi, 30 operai, 6 tappezzieri, 2 orologiai, 3 ebanisti e 2 doratori. (…) Nel rapporto si sottolineava che la presidenza tedesca, dai compiti istituzionali simili, aveva dimensioni molto più contenute: 50 addetti alle tre direzioni organizzative, 100 ai servizi logistici e di supporto e 10 agli uffici degli ex presidenti. Totale: 160. Cioè 29 in meno dei soli addetti alla sicurezza di Castelporziano.
Quanto all'Eliseo, il confronto era almeno altrettanto imbarazzante: nonostante il presidente francese abbia poteri infinitamente superiori a quello italiano, aveva allora (compresi 388 militari) 923 dipendenti. La metà del Quirinale. E infatti costava pure quasi la metà: 86 milioni e mezzo di euro in valuta attuale, contro 152 e mezzo. Per non dire del confronto, umiliante, con la presidenza tedesca che sulle casse pubbliche pesava per 18 milioni e mezzo di euro: un ottavo della nostra. (…) Eppure, dopo quella denuncia interna sull'elefantiasi della struttura, non solo sono aumentati perfino i corazzieri ma il personale di ruolo è salito (…) a 1.072 persone. E ancora più marcato è stato l'aumento sul versante del «personale militare e delle forze di polizia distaccato per esigenze di sicurezza del presidente e dei compendi»: poliziotti, carabinieri e uomini di scorta vari sono 1.086. Cioè 382 in più rispetto a dieci anni fa. Con un balzo del 54%. Fatte le somme: nelle tre sedi rimaste in dotazione alla presidenza dopo la cessione alla Regione Toscana della tenuta di San Rossore, e cioè il Colle, Castelporziano e Villa Rosebery a Napoli, lavorano oggi 2.158 persone. Il doppio, come abbiamo visto, di quelle impiegate dalla corte inglese o dall'Eliseo. (…) Col risultato che il solo personale costa oltre 160 milioni di euro. Pari, grossolanamente, a una busta paga pro capite di oltre 74.000 euro. Il doppio dello stipendio di uno statale medio. E il doppio di un dipendente della regina. I numeri più ustionanti, tuttavia, sono quelli assoluti. La «macchina» del Quirinale costava nel 1997 «solo» 117 milioni di euro. Dieci anni dopo ne costa 224 (più altri 11 milioni che arrivano al Colle da «entrate proprie quali gli interessi attivi sui depositi e le ritenute previdenziali»). Un'impennata del 91%. Si dirà: c'è stata l'inflazione. Giusto. Fatta la tara, però, l'aumento netto resta del 61%. Per non dire del paragone con vent'anni fa. Sapete quanto costava la presidenza della Repubblica nel 1986? In valuta attuale meno di 73 milioni e mezzo di euro. Il che significa che in vent'anni la spesa reale, depurata dall'inflazione, è triplicata. Mentre lassù in Gran Bretagna veniva più che dimezzata. Col risultato che oggi Buckingham Palace costa un quarto del Quirinale.
Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella
Fonte: www.corriere.it
30.04.07
Visto su: www.ariannaeditrice.it
Link: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=10637
Ariannaeditrice.it
Avete commenti?
Giorgio Napolitano non ha mai messo i cappellini della regina Elisabetta. Dio lo benedica. Non ha un marito gaffeur come il principe Filippo che a una donna cieca col cane guida che vedeva per lei disse: «Lo sa cara che ci sono cani che mangiano per le anoressiche?». E Dio lo benedica. Preferisce i babà del caffè Gambrinus alle cakes di patate, frutta secca e pancetta affumicata. E Dio lo benedica. Sulla trasparenza, però, Dio salvi la regina. La quale ha messo on line tutti i suoi conti: tutti. Precisando quanto spende per questo e quanto spende per quello fin nei dettagli. Fino all'ultimo centesimo. Da noi no: segreto. Il bilancio del Quirinale è vietato ai cittadini. (…) O meglio, alcuni dati generici il Colle li ha dati. Per la prima volta, come se volesse farsi britannicamente carico dei nomignoli di «Sir George» e di «Lord Carrington» che si trascina da una vita, il presidente ha deciso, nel gennaio del 2007, di render note le «fondamentali scelte contenute nel bilancio interno». (…) La fitta coltre di nebbia sui costi della Presidenza, però, è stata appena scalfita. (…) Tutto pubblico, in Gran Bretagna.
Su Internet: www.royal.gov.uk/output/page3954.asp. Con 33 pagine ricche di dettagli sulle tabelle entrate-uscite dedicate alla prima voce, 54 alle residenze, 33 ai viaggi. Sei un cittadino? Hai diritto di sapere che i dipendenti a tempo indeterminato a carico della Civil List alla fine del 2005 erano 310, cioè 3 in più rispetto all'anno prima. Che la regina ha avuto regali ufficiali per 152.000 euro. Che nelle cantine reali sono stoccati vini e liquori «in ordine di annata», per un valore stimato in 608.000 euro. Che le uniformi del personale sono costate 152.000 euro e «catering e ospitalità» 1.520.000. Che sul volo di Stato numero tale, il giorno tale, in viaggio da qui a lì c'erano i passeggeri Tizio, Caio e Sempronio. La convinzione democratica che chi sta ai vertici del potere abbia il dovere (non la facoltà: il dovere) di rendere conto del pubblico denaro è talmente radicata che una tabellina indica, con nome e cognome, lo stipendio dei massimi dirigenti. Sappiamo quindi che la busta paga di Lord Chamberlain (Richard Luce fino all'11 ottobre del 2006, poi William Peel) è stata di 97.000 euro, quella del segretario particolare della regina Robin Janvrin di 253.000, quella del responsabile del Portafoglio privato Alain Reid di 276.000, quella del Maestro di Casa David Walker 191.000 euro. E da noi? Boh... (…)
Certo è che i costi, stando all'unica fonte a disposizione (la comunicazione annuale con cui il Quirinale informa il governo di aver bisogno di «tot soldi» senza spiegare nulla su come vengano spesi) hanno continuato inesorabilmente a lievitare senza che mai sia stato segnalato un taglio e senza che mai sia stata fornita una risposta alle richieste di aggiornamento dei dati conosciuti e mai smentiti. Ci sono ancora 71 alloggi a disposizione dei massimi dirigenti e dei collaboratori più stretti? I cavalli della ex Guardia del re sono ancora 60? (…) Dall'altra parte, in Inghilterra, la regina ha deciso di fornire ai cittadini non solo tutti i particolari del bilancio ma di far certificare questo bilancio dalla Kpmg. (…) Altra cultura. Un giorno di qualche anno fa, per dire, il governo inglese si accorse che la Civil List aveva calcolato un'inflazione (7,5%) più alta di quella poi effettivamente registrata, col risultato che la famiglia reale aveva ricevuto 45 milioni di euro in più. Bene: Tony Blair e il cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, come riportarono tutti i giornali, decisero il congelamento dell'appannaggio per andare al recupero dei soldi. Invitata a «dimagrire», Elisabetta II ha preso l'impegno molto sul serio. Taglia di qua e taglia di là, per fare un solo esempio, a Buckingham Palace ci sono oggi 6 centralinisti a tempo pieno. La metà di quelli assunti dalla Asl di Frosinone nella tornata del dicembre del 2002. (…) Gli operai (falegnami, tappezzieri, orologiai...) impegnati nelle manutenzioni di Buckingham Palace sono in tutto 15, compreso il supervisore. Va da sé che la situazione finanziaria è letteralmente rifiorita. (…) Nel 1991-1992 la spesa pubblica per la Corona era di 132 milioni di euro, oggi è sotto i 57 milioni. Un taglio radicale. E il Quirinale? Negli ultimi anni, una sola voce è rimasta uguale: la busta paga del capo dello Stato. Che a partire da Enrico De Nicola, che non toccava gli 11 milioni di lire l'anno di indennità, è ancora praticamente la stessa. (…)
Intorno a lui, però, il Palazzo si è gonfiato e gonfiato e gonfiato negli anni senza che neppure Ciampi, che del risanamento dei conti pubblici e della sobrietà aveva fatto una ragione di vita riuscisse a fare argine. Eppure il nostro amatissimo Carlo Azeglio, già nel febbraio del 2001, aveva sotto gli occhi una fotografia nitida della situazione. Il rapporto del comitato che lui stesso aveva voluto subito dopo l'insediamento e guidato da Sabino Cassese. Le 49 pagine, allegati compresi, non furono mai rese note. E si capisce: le conclusioni, fra le righe, non erano lusinghiere. Nonostante i paragoni non fossero fatti con la monarchia inglese ma con la presidenza francese e quella tedesca. Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio da noi era composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per «distacco», per un totale di 1.859 addetti. Tra i quali i soliti 274 corazzieri, 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!), 213 poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è davanti alla tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo), 21 vigili urbani e 16 guardie forestali, ancora a Castelporziano. Numeri sbalorditivi. Il solo gabinetto di Gaetano Gifuni era composto da 63 persone. Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri (…) e 46 addetti a varie mansioni. Quanto ai famosi 15 craftsmen di Elisabetta II, artigiani vari impegnati nella manutenzione dei palazzi reali, al Quirinale erano allora 59 tra i quali 6 restauratrici al laboratorio degli arazzi, 30 operai, 6 tappezzieri, 2 orologiai, 3 ebanisti e 2 doratori. (…) Nel rapporto si sottolineava che la presidenza tedesca, dai compiti istituzionali simili, aveva dimensioni molto più contenute: 50 addetti alle tre direzioni organizzative, 100 ai servizi logistici e di supporto e 10 agli uffici degli ex presidenti. Totale: 160. Cioè 29 in meno dei soli addetti alla sicurezza di Castelporziano.
Quanto all'Eliseo, il confronto era almeno altrettanto imbarazzante: nonostante il presidente francese abbia poteri infinitamente superiori a quello italiano, aveva allora (compresi 388 militari) 923 dipendenti. La metà del Quirinale. E infatti costava pure quasi la metà: 86 milioni e mezzo di euro in valuta attuale, contro 152 e mezzo. Per non dire del confronto, umiliante, con la presidenza tedesca che sulle casse pubbliche pesava per 18 milioni e mezzo di euro: un ottavo della nostra. (…) Eppure, dopo quella denuncia interna sull'elefantiasi della struttura, non solo sono aumentati perfino i corazzieri ma il personale di ruolo è salito (…) a 1.072 persone. E ancora più marcato è stato l'aumento sul versante del «personale militare e delle forze di polizia distaccato per esigenze di sicurezza del presidente e dei compendi»: poliziotti, carabinieri e uomini di scorta vari sono 1.086. Cioè 382 in più rispetto a dieci anni fa. Con un balzo del 54%. Fatte le somme: nelle tre sedi rimaste in dotazione alla presidenza dopo la cessione alla Regione Toscana della tenuta di San Rossore, e cioè il Colle, Castelporziano e Villa Rosebery a Napoli, lavorano oggi 2.158 persone. Il doppio, come abbiamo visto, di quelle impiegate dalla corte inglese o dall'Eliseo. (…) Col risultato che il solo personale costa oltre 160 milioni di euro. Pari, grossolanamente, a una busta paga pro capite di oltre 74.000 euro. Il doppio dello stipendio di uno statale medio. E il doppio di un dipendente della regina. I numeri più ustionanti, tuttavia, sono quelli assoluti. La «macchina» del Quirinale costava nel 1997 «solo» 117 milioni di euro. Dieci anni dopo ne costa 224 (più altri 11 milioni che arrivano al Colle da «entrate proprie quali gli interessi attivi sui depositi e le ritenute previdenziali»). Un'impennata del 91%. Si dirà: c'è stata l'inflazione. Giusto. Fatta la tara, però, l'aumento netto resta del 61%. Per non dire del paragone con vent'anni fa. Sapete quanto costava la presidenza della Repubblica nel 1986? In valuta attuale meno di 73 milioni e mezzo di euro. Il che significa che in vent'anni la spesa reale, depurata dall'inflazione, è triplicata. Mentre lassù in Gran Bretagna veniva più che dimezzata. Col risultato che oggi Buckingham Palace costa un quarto del Quirinale.
Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella
Fonte: www.corriere.it
30.04.07
Visto su: www.ariannaeditrice.it
Link: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=10637
politica
E' lecito fare dell'ironia su Magdi Allam?
Il giornalista Magdi Allam si è molto risentito della vignetta che Vauro fece durante una trasmissione di anno zero.
Riporto l'estratto di una interrogazione del senatore Malabarba che tratta il modo di fare giornalismo del vice direttore del corriere della sera.
Io ho una semplice domanda:
sono vere queste cose?
In particolare mi riferisco alle minacce di morte ed ai suoi rapporti con i servizi segreti italiani.
Vorrei sapere qualcosa di più anche sul fatto che Allam sia stato l'artefice dell'espulsione di alcuni presunti terroristi e che quelle persone siano state poi dichiarate innocenti.
Insomma qualcosa sul merito, senza tante fumose disquisizioni sul fatto che qualcuno è in guerra e che dall'11 Settembre il mondo è cambiato.
Che il modo sia cambiato ed in peggio lo vediamo tutti.
E' aumentata l'insicurezza e si spendono più soldi per armare gli eserciti e meno per costruire ospedali e cercare di salvare vite.
Atto n. 4-00314
Pubblicato il 18 luglio 2006
Seduta n. 19
MALABARBA - Al Ministro dell'interno. -
Risultando all’interrogante che:
il sig. Magdi Allam, giornalista del "Corriere della Sera", nel suo ultimo libro “Io amo l’Italia, ma gli italiani la amano?” racconta che mentre si trovava per lavoro in Kuwait, nel marzo del 2003, fu contattato dal Sisde, che gli impose di lasciare quel Paese in quanto avevano “appreso di un progetto di uccidermi [Magdi Allam, cioè] di Hamas”;
questa “condanna a morte (…) decretata ai più alti vertici dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas” è stata “ispirata, raccolta, legittimata sul piano coranico e rilanciata dai loro agenti locali affiliati all’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia);
secondo quanto riferito nello stesso libro dal sig. Magdi Allam, l’Ucoii unitamente alla Iadl (Islamic Anti-Defamation League), definita quest’ultima dallo stesso sig. Allam “una sorta di tribunale dell’inquisizione islamica che opera come braccio legale dell’UCOII”, sarebbero “riusciti ad assoldare nel loro plotone di esecuzione estremisti di destra e di sinistra" nonché a “spargere veleni sulla mia [di Magdi Allam] credibilità ed onorabilità”;
il sig. Magdi Allam vive scortato da carabinieri a causa di non meglio precisate minacce, tra le quali spiccano l’apertura di un sito Internet parodistico recante il suo nome che contiene una rivisitazione del “J’accuse” di Émile Zola, la lettera di un mitomane che gli scrive di aver ricevuto l’ordine di ucciderlo da un non meglio precisato uomo di Bruxelles e qualche definizione satirica e/o caustica;
preso atto che:
le segnalazioni a mezzo stampa del sig. Allam hanno cagionato l’espulsione di alcune persone, risultate poi innocenti per i fatti loro addebitati dal giornalista e reintegrate sul territorio italiano con sentenze dei Tribunali amministrativi della Repubblica;
il sig. Allam divulga frequentemente indirizzi privati delle persone che hanno opinioni contrastanti con le proprie, mettendo a rischio l’incolumità ed il privato di queste persone;
comportamenti come quelli descritti sono suscettibili di alimentare un clima di isteria collettiva che potrebbe portare al diffondersi dell’islamofobia e dell'antislamismo, denunciati nell’ultimo rapporto dell’Unione europea sul razzismo;
considerato che:
non risulta che l’organizzazione Hamas agisca al di fuori dei Territori occupati della Palestina o dello Stato d’Israele;
l’Ucoii è stata nominata con decreto ministeriale a fare parte della Consulta per l’Islam italiano, istituita dal precedente Governo, lo stesso che ha assegnato la scorta al sig. Allam perché minacciato dall’Ucoii;
la Iadl è stata definita da un Ministro del precedente Governo, l’on. Giovanardi, in risposta ad un’interrogazione, durante la seduta della Camera dei deputati n. 724 del 22 dicembre 2005: "Per quel che riguarda l'associazione Iadl (Islamic anti defamation league), costituita nel luglio scorso e con sede a Roma, segnalo che la stessa ha fra i propri fini statutari quello di difendere, nello spirito della Costituzione italiana, i musulmani e le altre minoranze presenti nel territorio nazionale. Oltretutto, si sa benissimo che gli autori degli scritti e dei comunicati diffusi dall'associazione medesima possono far uso di pseudonimi, i quali, però, debbono trovare riscontro nei libri sociali affinché sia comunque consentita l'individuazione per fini legali.";
non risultano aperti procedimenti penali a carico dell’Ucoii o della Iadl, tanto meno per l’istigazione all’omicidio del sig. Magdi Allam o altre azioni contro l’integrità dello Stato;
lo stesso Allam ha costruito svariati articoli, che non hanno trovato conferme nella realtà, basandosi su generiche “fonti dei servizi”,
si chiede di sapere:
quali siano le considerazioni che hanno spinto il Governo da un lato a nominare l’Ucoii nella Consulta per l’Islam in Italia e a difendere l’operato della Iadl in Parlamento e dall'altro a concedere la scorta al sig. Magdi Allam;
se il Ministro in indirizzo, alla luce dell’assenza di procedimenti penali scaturenti dalle gravissime denunce di persecuzione nei confronti del sig. Allam, giudichi ancora attuali i motivi che hanno portato all’assegnazione di tale scorta e in ogni caso quali sono gli attuali motivi di tale provvedimento;
quali siano i costi, sia in termini finanziari sia in termini di risorse umane, dell’apparato di sicurezza disposto per la protezione del sig. Magdi Allam;
visti i frequenti riferimenti negli articoli di Magdi Allam a non meglio precisate “fonti dei servizi”, e le recenti rivelazioni sull’esistenza di rapporti tra alcuni giornalisti e presunti elementi deviati del Sismi, se vi siano eventuali rapporti illeciti tra tali elementi deviati e il sig. Magdi Allam;
considerato che lo stesso Allam si vanta di aver ottenuto "fraudolentemente" il rinnovo del permesso di soggiorno, tale illecito potrebbe avere effetti sulla validità della successiva acquisizione da parte sua della cittadinanza italiana.
Riporto l'estratto di una interrogazione del senatore Malabarba che tratta il modo di fare giornalismo del vice direttore del corriere della sera.
Io ho una semplice domanda:
sono vere queste cose?
In particolare mi riferisco alle minacce di morte ed ai suoi rapporti con i servizi segreti italiani.
Vorrei sapere qualcosa di più anche sul fatto che Allam sia stato l'artefice dell'espulsione di alcuni presunti terroristi e che quelle persone siano state poi dichiarate innocenti.
Insomma qualcosa sul merito, senza tante fumose disquisizioni sul fatto che qualcuno è in guerra e che dall'11 Settembre il mondo è cambiato.
Che il modo sia cambiato ed in peggio lo vediamo tutti.
E' aumentata l'insicurezza e si spendono più soldi per armare gli eserciti e meno per costruire ospedali e cercare di salvare vite.
Atto n. 4-00314
Pubblicato il 18 luglio 2006
Seduta n. 19
MALABARBA - Al Ministro dell'interno. -
Risultando all’interrogante che:
il sig. Magdi Allam, giornalista del "Corriere della Sera", nel suo ultimo libro “Io amo l’Italia, ma gli italiani la amano?” racconta che mentre si trovava per lavoro in Kuwait, nel marzo del 2003, fu contattato dal Sisde, che gli impose di lasciare quel Paese in quanto avevano “appreso di un progetto di uccidermi [Magdi Allam, cioè] di Hamas”;
questa “condanna a morte (…) decretata ai più alti vertici dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas” è stata “ispirata, raccolta, legittimata sul piano coranico e rilanciata dai loro agenti locali affiliati all’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia);
secondo quanto riferito nello stesso libro dal sig. Magdi Allam, l’Ucoii unitamente alla Iadl (Islamic Anti-Defamation League), definita quest’ultima dallo stesso sig. Allam “una sorta di tribunale dell’inquisizione islamica che opera come braccio legale dell’UCOII”, sarebbero “riusciti ad assoldare nel loro plotone di esecuzione estremisti di destra e di sinistra" nonché a “spargere veleni sulla mia [di Magdi Allam] credibilità ed onorabilità”;
il sig. Magdi Allam vive scortato da carabinieri a causa di non meglio precisate minacce, tra le quali spiccano l’apertura di un sito Internet parodistico recante il suo nome che contiene una rivisitazione del “J’accuse” di Émile Zola, la lettera di un mitomane che gli scrive di aver ricevuto l’ordine di ucciderlo da un non meglio precisato uomo di Bruxelles e qualche definizione satirica e/o caustica;
preso atto che:
le segnalazioni a mezzo stampa del sig. Allam hanno cagionato l’espulsione di alcune persone, risultate poi innocenti per i fatti loro addebitati dal giornalista e reintegrate sul territorio italiano con sentenze dei Tribunali amministrativi della Repubblica;
il sig. Allam divulga frequentemente indirizzi privati delle persone che hanno opinioni contrastanti con le proprie, mettendo a rischio l’incolumità ed il privato di queste persone;
comportamenti come quelli descritti sono suscettibili di alimentare un clima di isteria collettiva che potrebbe portare al diffondersi dell’islamofobia e dell'antislamismo, denunciati nell’ultimo rapporto dell’Unione europea sul razzismo;
considerato che:
non risulta che l’organizzazione Hamas agisca al di fuori dei Territori occupati della Palestina o dello Stato d’Israele;
l’Ucoii è stata nominata con decreto ministeriale a fare parte della Consulta per l’Islam italiano, istituita dal precedente Governo, lo stesso che ha assegnato la scorta al sig. Allam perché minacciato dall’Ucoii;
la Iadl è stata definita da un Ministro del precedente Governo, l’on. Giovanardi, in risposta ad un’interrogazione, durante la seduta della Camera dei deputati n. 724 del 22 dicembre 2005: "Per quel che riguarda l'associazione Iadl (Islamic anti defamation league), costituita nel luglio scorso e con sede a Roma, segnalo che la stessa ha fra i propri fini statutari quello di difendere, nello spirito della Costituzione italiana, i musulmani e le altre minoranze presenti nel territorio nazionale. Oltretutto, si sa benissimo che gli autori degli scritti e dei comunicati diffusi dall'associazione medesima possono far uso di pseudonimi, i quali, però, debbono trovare riscontro nei libri sociali affinché sia comunque consentita l'individuazione per fini legali.";
non risultano aperti procedimenti penali a carico dell’Ucoii o della Iadl, tanto meno per l’istigazione all’omicidio del sig. Magdi Allam o altre azioni contro l’integrità dello Stato;
lo stesso Allam ha costruito svariati articoli, che non hanno trovato conferme nella realtà, basandosi su generiche “fonti dei servizi”,
si chiede di sapere:
quali siano le considerazioni che hanno spinto il Governo da un lato a nominare l’Ucoii nella Consulta per l’Islam in Italia e a difendere l’operato della Iadl in Parlamento e dall'altro a concedere la scorta al sig. Magdi Allam;
se il Ministro in indirizzo, alla luce dell’assenza di procedimenti penali scaturenti dalle gravissime denunce di persecuzione nei confronti del sig. Allam, giudichi ancora attuali i motivi che hanno portato all’assegnazione di tale scorta e in ogni caso quali sono gli attuali motivi di tale provvedimento;
quali siano i costi, sia in termini finanziari sia in termini di risorse umane, dell’apparato di sicurezza disposto per la protezione del sig. Magdi Allam;
visti i frequenti riferimenti negli articoli di Magdi Allam a non meglio precisate “fonti dei servizi”, e le recenti rivelazioni sull’esistenza di rapporti tra alcuni giornalisti e presunti elementi deviati del Sismi, se vi siano eventuali rapporti illeciti tra tali elementi deviati e il sig. Magdi Allam;
considerato che lo stesso Allam si vanta di aver ottenuto "fraudolentemente" il rinnovo del permesso di soggiorno, tale illecito potrebbe avere effetti sulla validità della successiva acquisizione da parte sua della cittadinanza italiana.
domenica 29 aprile 2007
Reggae music
Una selezione di pezzi.
Usate questa musica come sottofondo alle vostre incazzature, alle vostre torrenziali discussioni sui blog.
Alle vostre verità.
Ricordatevi di viaggiare.Anche se siete chiusi in un buco.
Usate questa musica come sottofondo alle vostre incazzature, alle vostre torrenziali discussioni sui blog.
Alle vostre verità.
Ricordatevi di viaggiare.Anche se siete chiusi in un buco.
economia
La società é complessa o si semplifica?
La regione Lazio spende, ogni anno, 2 miliardi di euro per sostenere 75 enti che producono niente.
Sono il clone di strutture già presenti nell'amministrazione pubblica.
Quei soldi foraggiano presidenti e vice con relativa corte di portaborse.
La nuova provincia di Monza costerà 200 milioni di euro per palazzi, piazze e giardini.
Per dotare delle strutture necessarie la nuova amministrazione, sono previste 22 nuove sedi.
In Italia ci sono109 province, 50 in Spagna, 4 in Irlanda, 10 in canada, 23 in argentina e 9 in Sudafrica.
Il costo medio annuo delle province è di 16 miliardi di euro.Questi enti occupano 62.000 persone.
Nella provincia di torino 1 ragazzo su tre non completa il ciclo di studi e non consegue nessun tipo di diploma (8.653 ragazzi a tutto il 2006).
La percentuale dei bocciati negli istituti tecnici sfiora, in molti casi, il 30%. La punta più alta nei licei non supera il 12%.
I ragazzi che abbandonano si disperdono in mille rivoli, fatti da lavori in nero e sottopagati. Griffati.
Secondo il preside dell'istituto Zerboni "i figli degli stranieri sono eccellenti, i nostri sognano i soldi".
Cosa può dare e quali speranze offre un paese che produce solo burocrazia e masse di ignoranti?
Mi sovviene il sospetto che le seghe mentali sul sistema del welfare, delle pensioni etc. siano solo un esercizio dialettico fatto da una classe politica che non ha modelli da porre ad esempio.
Si viaggia verso un modello di società in cui le persone regrediscono, come classe sociale, fino a formare una massa indistinta di sottoproletari simile a quello dell'Inghilterra prima della rivoluzione industriale.
Una società molto semplice. Da gestire con uno stuolo di poliziotti e carabinieri e due bei partitoni. Uno democratico ed un altro casa della libertà.
Relazioni tra individui di due tipi: amici degli amici e licenza di fare, regole e rispetto delle proprietà degli altri e repressione delle intemperanze.
Speranza? ZERO.
Sono il clone di strutture già presenti nell'amministrazione pubblica.
Quei soldi foraggiano presidenti e vice con relativa corte di portaborse.
La nuova provincia di Monza costerà 200 milioni di euro per palazzi, piazze e giardini.
Per dotare delle strutture necessarie la nuova amministrazione, sono previste 22 nuove sedi.
In Italia ci sono109 province, 50 in Spagna, 4 in Irlanda, 10 in canada, 23 in argentina e 9 in Sudafrica.
Il costo medio annuo delle province è di 16 miliardi di euro.Questi enti occupano 62.000 persone.
Nella provincia di torino 1 ragazzo su tre non completa il ciclo di studi e non consegue nessun tipo di diploma (8.653 ragazzi a tutto il 2006).
La percentuale dei bocciati negli istituti tecnici sfiora, in molti casi, il 30%. La punta più alta nei licei non supera il 12%.
I ragazzi che abbandonano si disperdono in mille rivoli, fatti da lavori in nero e sottopagati. Griffati.
Secondo il preside dell'istituto Zerboni "i figli degli stranieri sono eccellenti, i nostri sognano i soldi".
Cosa può dare e quali speranze offre un paese che produce solo burocrazia e masse di ignoranti?
Mi sovviene il sospetto che le seghe mentali sul sistema del welfare, delle pensioni etc. siano solo un esercizio dialettico fatto da una classe politica che non ha modelli da porre ad esempio.
Si viaggia verso un modello di società in cui le persone regrediscono, come classe sociale, fino a formare una massa indistinta di sottoproletari simile a quello dell'Inghilterra prima della rivoluzione industriale.
Una società molto semplice. Da gestire con uno stuolo di poliziotti e carabinieri e due bei partitoni. Uno democratico ed un altro casa della libertà.
Relazioni tra individui di due tipi: amici degli amici e licenza di fare, regole e rispetto delle proprietà degli altri e repressione delle intemperanze.
Speranza? ZERO.
sabato 28 aprile 2007
Commenti in viva voce
La resistenza e l'onorevole Fini
Per l'onorevole Fini non tutti i partigiani erano democratici. Immagino a chi si riferisse l'onorevole. Non di certo ad Edgardo Sogno, quello che combattè con Franco in Spagna e che provò a fare un colpo di stato in Italia.
Forse neanche ai suoi illustri progenitori ideologici della RSI.
Provo ad immaginarli quei ragazzi, con un mitra in mano e cenciosi.
Impegnati a salvare la pelle o a disquisire amabilmente di democrazia?
Vi lascio con la lettura di alcune pagine che patlano di resistenza.
le dedico a chi quegli anni non li ha vissuti e spara sentenze.
Forse neanche ai suoi illustri progenitori ideologici della RSI.
Provo ad immaginarli quei ragazzi, con un mitra in mano e cenciosi.
Impegnati a salvare la pelle o a disquisire amabilmente di democrazia?
Vi lascio con la lettura di alcune pagine che patlano di resistenza.
le dedico a chi quegli anni non li ha vissuti e spara sentenze.
venerdì 27 aprile 2007
Commenti in viva voce
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giovedì 26 aprile 2007
politica
Cofferati, la democrazia e amenità varie
Il mitico Cofferati si è preso i suoi fischi, fa parte di una liturgia il tutto. Solo che, quando tocca agli ex compagni, questi si incazzano di brutto. E dai con gli anatemi e con gli sproloqui.
Ho tentato di trovare il nesso logico tra il concetto di democrazia e quello che vuole Sergio, nella sua intervista alla Stampa.
Parla d'intolleranza perchè gli hanno srotolato sotto gli occhi uno striscione che diceva: CHI SGOMBERA E REPRIME NON PARLI DI RESISTENZA. In verità ci mette anche i fischi nel concetto. Ai più quella sembra una semplice manifestazione di dissenso, il famoso sale della democrazia (perchè poi non zucchero?).
Quello che lo ha incenerito e che , tra i contestatori che non dovevano proprio essere quattro gatti, lui ha visto anche i cinquantenni. E cosa ti afferma il nostro?
Ci vuole rigore anche nelle manifestazioni più banali, persino in piazza in un semplice momento di ricordo.Dopo di che mischia una serie di concetti tipo : i vecchi ci hanno insegnato la tolleranza (dimentica i morti di quel cammino), difendere i valori rivoluzionari (sic) della democrazia e della libertà (appunto!tanto rivoluzionari che è difficile masticarli). Infine il botto finale: La frettta risolutiva può solo accentuare i danni per chi si dice di voler aiutare.Non c'è povertà che giustifichi un omicidio!
Il mio punto di vista è che c'è eccome una giustificazione dietro un omicidio per povertà.Lo prende in considerazione anche il diritto con la teoria delle attenuanti. Quello che mi colpisce è la scorciatoia che porta diritto di fronte al tema del terrorismo (questo il messaggio vero).Chi non è con me e manifesta in modo non opportuno al decoro istituzionale è su quella china.
Direi un gran concetto e rispetto della dialettica e delle opinioni.In particolare di quelle che non hanno accesso sui mezzi d'informazione.Probabilmente il nostro pensa ad una soluzione alla polacca per risolvere la questione.In quel paese è in vigore una legge che obbliga alla verifica politica del passato (si chiama lustracjia). Se non aderisci e non dichiari di non aver collaborato con il regime comunista, ti licenziano e ti emarginano.
Bisogna lasciarlo fare il Sergio, lui è per la legge e l'ordine.Da applicare rigorosamente contro quattro straccioni senza casa, per il decoro di Bologna. E pazienza se quelli, con donne e bambini, non sanno dove cazzo andare nella ricca Bologna. Certo non nelle case in cui un affitto costa ad un fuori sede quanto la paga di un precario.Neanche per strada o sui marciapiedi di Piazza Maggiore. Lì arrivano i vigili urbani.Che diamine volete che sia un povero. E se si permette di ammazzare qualcuno mica vorrete dargli la vostra solidarietà? Si incazzerebbe di brutto il sindaco sceriffo.
Ho tentato di trovare il nesso logico tra il concetto di democrazia e quello che vuole Sergio, nella sua intervista alla Stampa.
Parla d'intolleranza perchè gli hanno srotolato sotto gli occhi uno striscione che diceva: CHI SGOMBERA E REPRIME NON PARLI DI RESISTENZA. In verità ci mette anche i fischi nel concetto. Ai più quella sembra una semplice manifestazione di dissenso, il famoso sale della democrazia (perchè poi non zucchero?).
Quello che lo ha incenerito e che , tra i contestatori che non dovevano proprio essere quattro gatti, lui ha visto anche i cinquantenni. E cosa ti afferma il nostro?
Ci vuole rigore anche nelle manifestazioni più banali, persino in piazza in un semplice momento di ricordo.Dopo di che mischia una serie di concetti tipo : i vecchi ci hanno insegnato la tolleranza (dimentica i morti di quel cammino), difendere i valori rivoluzionari (sic) della democrazia e della libertà (appunto!tanto rivoluzionari che è difficile masticarli). Infine il botto finale: La frettta risolutiva può solo accentuare i danni per chi si dice di voler aiutare.Non c'è povertà che giustifichi un omicidio!
Il mio punto di vista è che c'è eccome una giustificazione dietro un omicidio per povertà.Lo prende in considerazione anche il diritto con la teoria delle attenuanti. Quello che mi colpisce è la scorciatoia che porta diritto di fronte al tema del terrorismo (questo il messaggio vero).Chi non è con me e manifesta in modo non opportuno al decoro istituzionale è su quella china.
Direi un gran concetto e rispetto della dialettica e delle opinioni.In particolare di quelle che non hanno accesso sui mezzi d'informazione.Probabilmente il nostro pensa ad una soluzione alla polacca per risolvere la questione.In quel paese è in vigore una legge che obbliga alla verifica politica del passato (si chiama lustracjia). Se non aderisci e non dichiari di non aver collaborato con il regime comunista, ti licenziano e ti emarginano.
Bisogna lasciarlo fare il Sergio, lui è per la legge e l'ordine.Da applicare rigorosamente contro quattro straccioni senza casa, per il decoro di Bologna. E pazienza se quelli, con donne e bambini, non sanno dove cazzo andare nella ricca Bologna. Certo non nelle case in cui un affitto costa ad un fuori sede quanto la paga di un precario.Neanche per strada o sui marciapiedi di Piazza Maggiore. Lì arrivano i vigili urbani.Che diamine volete che sia un povero. E se si permette di ammazzare qualcuno mica vorrete dargli la vostra solidarietà? Si incazzerebbe di brutto il sindaco sceriffo.
mercoledì 25 aprile 2007
romanzo
Libri
Qual‘è l’istinto che ti porta a scegliere un libro, tra i tanti, sugli scaffali?
A me capita di farmi guidare da una frase, a volte, letta tra le pagine che scorro velocemente, in piedi, per cogliere l’anima di quello che è scritto.
Raramente mi lascio guidare dai consigli e dalle classifiche.
Se dovessi ricercare nel tempo l’autore che mi ha fatto amare la letteratura, la filosofia e la saggistica non posso non pensare ad Emilio Salgari.
I sogni che ha concorso a creare da ragazzo, le fantasie ed i voli sugli oceani guardando il soffitto della mia stanza a braccia conserte.
Più avanti, con la voglia di artigliare il mondo e con la curiosità per quello che incontriamo altri autori ed altri libri hanno concorso alla mia formazione.
Vi dirò solo di alcuni di loro. Gente forse dimenticata che a me ha fatto un gran bene.
Rispondendo all’ordine del compagno Italo alcune delle righe di questi autori.
Lascio il "compitino" ad Umader e WinstonSmith.Sono curioso!
HENRY MILLER
NEXUS
Abbaiare nella notte .Abbaiare,abbaiare. Urlo,ma nessuno risponde. Grido, ma non c’è neanche un’eco.
Solo, con l’eczema del cervello.
Finalmente solo. Che meraviglia! Soltanto che non è quel che aspettavo. Se almeno fossi solo con Dio.
E.M. CIORAN
SILLOGISMI DELL’AMAREZZA
(di questo alcuni )
Formati alla scuola dei velleitari, idolatri del frammento e delle stigmate,apparteniamo a un tempo clinico in cui contano solo i casi.
Ci interessiamo a quello che uno scrittore ha taciuto, a quello che avrebbe potuto dire, alle sue profondità mute. Se lascia un’opera, se si spiega, si è assicurato il nostro oblio.
Magia dell’artista irrealizzato -di un vinto che lascia perdere le sue delusioni, che non sa farle fruttare.
................................................
Chiunque, per distrazione o per incompetenza, fermi sia pure per poco l’umanità nella sua marcia, è un benefattore
...............................................
Su un globo che sta componendo il proprio epitaffio, cerchiamo di avere abbastanza dignità da comportarci come cadaveri perbene
ROBERT M. PIRSIG
LO ZEN E L’ARTE DELLA MANUTENZIONE DELLA MOTOCICLETTA
Senza togliere la mano dalla manopola sinistra vedo dal mio orologio che sono le otto e mezza. Il vento, anche a cento all’ora, è caldo umido. Chissà come sarà nel pomeriggio, se già alle otto e mezza c’è tanta afa.
YUKIO MISHIMA
LEZIONI SPIRITUALI PER GIOVANI SAMURAI
Generalmente si inizia a dedicarsi all’arte dopo aver vissuto. Ho l’impressione che a me sia accaduto il contrario, che io mi sia dedicato alla vita dopo aver iniziato la mia attività artistica.
Di norma comunque ci si dedica prima alla vita per poi volgersi all’arte.
SOREN KIERKEGAARD
AUT-AUT
Amico mio! Quello che ti ho già detto tante volte, te lo ripeto, anzi te lo grido: o questo o quello, aut-aut! L’importanza dell’argomento giustifica l’uso delle parole. Vi sono circostanze in cui sarebbe ridicolo e quasi pazzesco voler porre un aut-aut; ma vi sono persone la cui anima è troppo dissoluta per cogliere il significato di questo dilemma, alla cui personalità manca l’energia per poter dire con pathos: o questo o quello.
A me capita di farmi guidare da una frase, a volte, letta tra le pagine che scorro velocemente, in piedi, per cogliere l’anima di quello che è scritto.
Raramente mi lascio guidare dai consigli e dalle classifiche.
Se dovessi ricercare nel tempo l’autore che mi ha fatto amare la letteratura, la filosofia e la saggistica non posso non pensare ad Emilio Salgari.
I sogni che ha concorso a creare da ragazzo, le fantasie ed i voli sugli oceani guardando il soffitto della mia stanza a braccia conserte.
Più avanti, con la voglia di artigliare il mondo e con la curiosità per quello che incontriamo altri autori ed altri libri hanno concorso alla mia formazione.
Vi dirò solo di alcuni di loro. Gente forse dimenticata che a me ha fatto un gran bene.
Rispondendo all’ordine del compagno Italo alcune delle righe di questi autori.
Lascio il "compitino" ad Umader e WinstonSmith.Sono curioso!
HENRY MILLER
NEXUS
Abbaiare nella notte .Abbaiare,abbaiare. Urlo,ma nessuno risponde. Grido, ma non c’è neanche un’eco.
Solo, con l’eczema del cervello.
Finalmente solo. Che meraviglia! Soltanto che non è quel che aspettavo. Se almeno fossi solo con Dio.
E.M. CIORAN
SILLOGISMI DELL’AMAREZZA
(di questo alcuni )
Formati alla scuola dei velleitari, idolatri del frammento e delle stigmate,apparteniamo a un tempo clinico in cui contano solo i casi.
Ci interessiamo a quello che uno scrittore ha taciuto, a quello che avrebbe potuto dire, alle sue profondità mute. Se lascia un’opera, se si spiega, si è assicurato il nostro oblio.
Magia dell’artista irrealizzato -di un vinto che lascia perdere le sue delusioni, che non sa farle fruttare.
................................................
Chiunque, per distrazione o per incompetenza, fermi sia pure per poco l’umanità nella sua marcia, è un benefattore
...............................................
Su un globo che sta componendo il proprio epitaffio, cerchiamo di avere abbastanza dignità da comportarci come cadaveri perbene
ROBERT M. PIRSIG
LO ZEN E L’ARTE DELLA MANUTENZIONE DELLA MOTOCICLETTA
Senza togliere la mano dalla manopola sinistra vedo dal mio orologio che sono le otto e mezza. Il vento, anche a cento all’ora, è caldo umido. Chissà come sarà nel pomeriggio, se già alle otto e mezza c’è tanta afa.
YUKIO MISHIMA
LEZIONI SPIRITUALI PER GIOVANI SAMURAI
Generalmente si inizia a dedicarsi all’arte dopo aver vissuto. Ho l’impressione che a me sia accaduto il contrario, che io mi sia dedicato alla vita dopo aver iniziato la mia attività artistica.
Di norma comunque ci si dedica prima alla vita per poi volgersi all’arte.
SOREN KIERKEGAARD
AUT-AUT
Amico mio! Quello che ti ho già detto tante volte, te lo ripeto, anzi te lo grido: o questo o quello, aut-aut! L’importanza dell’argomento giustifica l’uso delle parole. Vi sono circostanze in cui sarebbe ridicolo e quasi pazzesco voler porre un aut-aut; ma vi sono persone la cui anima è troppo dissoluta per cogliere il significato di questo dilemma, alla cui personalità manca l’energia per poter dire con pathos: o questo o quello.
martedì 24 aprile 2007
politica
Se ne vanno piangendo.
Al momento dell'addio piangevano tutti.Per cosa non ho ben capito.Forse per il fatto che, negli ultimi 30 anni, hanno fatto parte di un'esperienza che a furia di marce indietro li ha resi trasparenti come un'ostia.Hanno cambiato abito e cappello tante di quelle volte che Zelig ne sarebbe rimasto impressionato.In questo loro ondeggiare c'è stato un minimo comune denominatore di tipo ideologico, far percepire ai più, che in loro riponevano le loro speranze, la necessità di adeguarsi ai tempi, fare sacrifici prima, essere responsabili e partito di governo poi. Il risultato di tutto questo? Un impoverimento della società dal punto di vista dei valori, uno smembramento di quel corpo sociale che è ossigeno per un partito di sinistra, un montare la guardia agli interessi del grande capitale, una classe dirigente fatta per lo più da professionisti della politica e dell'intrallazzo, gente che si trova bene con Craxi e molto male con Gramsci.Quel partito è sempre stato un pò lento nel cambiare.Quando lo ha fatto ne abbiamo pagato un prezzo tutti.Quando lo ha fatto è sempre stato per avere di meno e mai di più.Ha perso tante occasioni nella sua storia quel partito (e quelli venuti dopo).Ha faticato ad accettare i vari Pintor all'epoca del muro ed infatti li ha cacciati.Ha digerito malissimo il 68 prima ed il 77poi.Per quella generazione il trattamento è stato il rivendicare la propria funzione di regolatore delle tensioni sociali,una sorta di polizia in incognito.Quella politica miope ha concorso al disastro di quegli anni.Quella classe dirigente ha allevato una classe operaia ai valori della disciplina e del sacrificio e quando questa scalpitava era sempre pronto qualcuno a raccontarti che quella era l'unica strada per avere di più.
A fare i conti, negli ultimi 20 anni, gli operai ci hanno guadagnato meno salario, i loro figli e figlie più precarietà, i padroni e gli interessi finanziari maggiori profitti e più flessibilità, la società in genere minori speranze e più paure.
Adesso mettono da parte le ultime ipocrisie e partono per la nuova avventura.
Mi danno l'idea di un grande buco.Non si capisce bene quali siano i valori di riferimento.Veltroni pensa al "partito della gente".Quale? Una roba indefinita, dai contorni sfumati a cui raccontare robe da far venire le lacrime agli occhi, citando personaggi che tra di loro non hanno nulla che li accomuni.Kennedy quello della guerra contro il Vietnam con Ghandi quello della non violenza a tutti i costi.Anche a quello del sacrificio più estremo.Si passa da Mandela uno che di certo non sposava la politica del porgere l'altra guancia a chi vessava il suo popolo.Sono un pò come le canzoni di Jovannotti o lo stile dei film di Alberto Sordi. Volemose bene!
Non che l'obiettivo sia disprezzabile, il punto è che in quella marmellata si trovano bene quelli che hanno molto da perdere e per nulla chi avrebbe tanto da guadagnarci.
E' una marmellata che non definisce le priorità degli interessi. Se conta di più la collettività, quelli a basso reddito (che sono i più), quelli che producono o se contano di più i salotti buoni, le clientele ed una classe di persone che vive solo grazie alla politica.
In verità loro hanno già scelto.
Il capitale ha bisogno di strumenti di governo flessibili.
Che si adattino alle varie circostanze.Un aggregato buono per i periodi di riordino e di riforma dei sistemi di gestione, coincide sempre con i governi di centro sinistra (Treu con la riforma del mercato del lavoro, Dini con quello del sistema pensionistico).
Un aggregato buono per i momenti in cui bisogna gestire con la forza ideologica dell'ordine le nuove conquiste del capitale.
Sono onde complementari una all'altra e molto armoniche tra di loro.
Come ci si può volere bene se un metalmeccanico deve pure scioperare per avere diritto ad un salario che lo faccia vivere.Chi dovremmo amare se la criminalità si nutre di appalti dati da politici che lor signori conoscono molto bene.Perchè dovremmo camminare insieme a quella classe di persone che è più occupata a spogliare le risorse, che sono di tutti, per farne business a vantaggio di pochi.
A fare i conti, negli ultimi 20 anni, gli operai ci hanno guadagnato meno salario, i loro figli e figlie più precarietà, i padroni e gli interessi finanziari maggiori profitti e più flessibilità, la società in genere minori speranze e più paure.
Adesso mettono da parte le ultime ipocrisie e partono per la nuova avventura.
Mi danno l'idea di un grande buco.Non si capisce bene quali siano i valori di riferimento.Veltroni pensa al "partito della gente".Quale? Una roba indefinita, dai contorni sfumati a cui raccontare robe da far venire le lacrime agli occhi, citando personaggi che tra di loro non hanno nulla che li accomuni.Kennedy quello della guerra contro il Vietnam con Ghandi quello della non violenza a tutti i costi.Anche a quello del sacrificio più estremo.Si passa da Mandela uno che di certo non sposava la politica del porgere l'altra guancia a chi vessava il suo popolo.Sono un pò come le canzoni di Jovannotti o lo stile dei film di Alberto Sordi. Volemose bene!
Non che l'obiettivo sia disprezzabile, il punto è che in quella marmellata si trovano bene quelli che hanno molto da perdere e per nulla chi avrebbe tanto da guadagnarci.
E' una marmellata che non definisce le priorità degli interessi. Se conta di più la collettività, quelli a basso reddito (che sono i più), quelli che producono o se contano di più i salotti buoni, le clientele ed una classe di persone che vive solo grazie alla politica.
In verità loro hanno già scelto.
Il capitale ha bisogno di strumenti di governo flessibili.
Che si adattino alle varie circostanze.Un aggregato buono per i periodi di riordino e di riforma dei sistemi di gestione, coincide sempre con i governi di centro sinistra (Treu con la riforma del mercato del lavoro, Dini con quello del sistema pensionistico).
Un aggregato buono per i momenti in cui bisogna gestire con la forza ideologica dell'ordine le nuove conquiste del capitale.
Sono onde complementari una all'altra e molto armoniche tra di loro.
Come ci si può volere bene se un metalmeccanico deve pure scioperare per avere diritto ad un salario che lo faccia vivere.Chi dovremmo amare se la criminalità si nutre di appalti dati da politici che lor signori conoscono molto bene.Perchè dovremmo camminare insieme a quella classe di persone che è più occupata a spogliare le risorse, che sono di tutti, per farne business a vantaggio di pochi.
domenica 22 aprile 2007
Quando si è un pò così
Per quando si è un pò così.
In una di quelle giornate in cui la pioggia riga i vetri della tua finestra,o il caldo fa salire la polvere e tutti sono in casa.Nel silenzio.
Ecco quando si è un pò così ascoltare Majesty fa stare un pò meglio.
Quando sono andato in Brasile per adottare mio figlio Lucas, ascoltavo questa musica.Ricordo al mattino la canzone dei Cidade Negra.A quel ritmo si muoveva tutta la gente che era con noi.la sera, al pelo rinhò, un gruppo di ragazzini con le loro percussioni ritmava il ballo di strada di tanta gente.
Anche allora, ogni tanto, si era un pò così.Questa musica è uno dei ricordi più belli.Insieme a mio figlio.
In una di quelle giornate in cui la pioggia riga i vetri della tua finestra,o il caldo fa salire la polvere e tutti sono in casa.Nel silenzio.
Ecco quando si è un pò così ascoltare Majesty fa stare un pò meglio.
Quando sono andato in Brasile per adottare mio figlio Lucas, ascoltavo questa musica.Ricordo al mattino la canzone dei Cidade Negra.A quel ritmo si muoveva tutta la gente che era con noi.la sera, al pelo rinhò, un gruppo di ragazzini con le loro percussioni ritmava il ballo di strada di tanta gente.
Anche allora, ogni tanto, si era un pò così.Questa musica è uno dei ricordi più belli.Insieme a mio figlio.
venerdì 20 aprile 2007
politica
A quando la visita di Piero in Sardegna?
Ieri il Berlusca è stato sdoganato dai Ds.Che notiziona.Come se non lo fosse già nei fatti.Negli accordi di sottobanco e nelle mille clientele che accomuna i forza italioti con i diessini (ex).
Gli hanno fatto l'occhiolino sulla Telecom (grandi geni) e sul conflitto d'interessi non rompono più le balle.
La materia della legalità è rimasta oggetto di qualche lettera di Travaglio, in fondo loro sono troppo impegnati a governare e quella roba è un pò dura da digerire. Bisogna essere realisti e sapersi sporcare le mani (l'anima per un ateo non è un problema).
E così sono lì, riuniti nel loro palazzetto dello sport intitolato ad uno che per le sue lotte si è fatto una vita in galera.
Loro aspirano ad avere padrini tra gente che in galera c'è stata o ci sarebbe dovuta andare per altri e meno nobili motivi.
Il Berlusca ha battuto una pacca sulle spalle di Piero e gli ha detto di andare avanti così.
Questo è un partito che nel corso degli anni si è quasi sciolto come un ghiacciolo d'Agosto.
Sono passati da un 34% memorabile (PCI) ad uno striminzito 16% alla camera ultimamente.Vogliono fare un accrocchio con i residuati bellici di sinistra della balena bianca.
Tutto per inseguire il mitico ceto medio.
Quello intanto se ne fotte e sempre più massicciamente vota per gli altri.
Intanto, sommessamente, Anno zero ha dato conto di quello che accade tra la classe operaia.Non solo tra quelli ma anche tra lo sterminato popolo di partite iva e di lavoratori del terziario. Tutti rigorosamente a 1.000€ al mese (+ o -).Tutti rigorosamente distanti da Firenze.
Gli hanno fatto l'occhiolino sulla Telecom (grandi geni) e sul conflitto d'interessi non rompono più le balle.
La materia della legalità è rimasta oggetto di qualche lettera di Travaglio, in fondo loro sono troppo impegnati a governare e quella roba è un pò dura da digerire. Bisogna essere realisti e sapersi sporcare le mani (l'anima per un ateo non è un problema).
E così sono lì, riuniti nel loro palazzetto dello sport intitolato ad uno che per le sue lotte si è fatto una vita in galera.
Loro aspirano ad avere padrini tra gente che in galera c'è stata o ci sarebbe dovuta andare per altri e meno nobili motivi.
Il Berlusca ha battuto una pacca sulle spalle di Piero e gli ha detto di andare avanti così.
Questo è un partito che nel corso degli anni si è quasi sciolto come un ghiacciolo d'Agosto.
Sono passati da un 34% memorabile (PCI) ad uno striminzito 16% alla camera ultimamente.Vogliono fare un accrocchio con i residuati bellici di sinistra della balena bianca.
Tutto per inseguire il mitico ceto medio.
Quello intanto se ne fotte e sempre più massicciamente vota per gli altri.
Intanto, sommessamente, Anno zero ha dato conto di quello che accade tra la classe operaia.Non solo tra quelli ma anche tra lo sterminato popolo di partite iva e di lavoratori del terziario. Tutti rigorosamente a 1.000€ al mese (+ o -).Tutti rigorosamente distanti da Firenze.
giovedì 19 aprile 2007
viaggi
Irlanda del Nord
Sono passati tanti anni da quel viaggio in Irlanda del Nord.
Ricordo Londonderry e Belfast, insieme agli splendidi paesaggi. A Derry i protestanti vivono nella città vecchia, circondati dalle mura.I vecchi cannoni sono rivolti verso i quartieri cattolici.
Quando entrai in questi, su un muro notai una scritta enorme: Tu stai entrando nella zona libera di Derry.
Ogni tanto l'esercito inglese la cancellava,tutte le volte i cattolici dell'IRA la riscrivevano.
A Belfast ricordo un paio di cose, il coprifuoco (non dichiarato) dalle 5 in poi ed il muro costruito in città per dividere cattolici e protestanti.
Gli inglesi avevano stabilito il loro quartier generale nel centro del quartiere cattolico.Lo si notava perchè l'antenna per intercettare le comunicazioni spuntava altissima tra le case.Mi raccontarono che, se avevi avuto la sfortuna di abitare in una casa della zona, non potevi traslocare e cambiare aria. Motivi di sicurezza.
L'impressione che ebbi fu di desolazione e di un'enorme gabbia a cielo aperto.
Sembra che le cose stiano cambiando lì. Spero per quella gente che duri.
Ho negli occhi la determinazione di quelle facce. Forse saranno cambiati anche loro. Chi lo sa?
Sono rimaste un pò di foto ed il ricordo delle giornate umide.Insieme alle immagini di tanti volti messi sui muri. Per ricordare ed andare avanti.
Ricordo Londonderry e Belfast, insieme agli splendidi paesaggi. A Derry i protestanti vivono nella città vecchia, circondati dalle mura.I vecchi cannoni sono rivolti verso i quartieri cattolici.
Quando entrai in questi, su un muro notai una scritta enorme: Tu stai entrando nella zona libera di Derry.
Ogni tanto l'esercito inglese la cancellava,tutte le volte i cattolici dell'IRA la riscrivevano.
A Belfast ricordo un paio di cose, il coprifuoco (non dichiarato) dalle 5 in poi ed il muro costruito in città per dividere cattolici e protestanti.
Gli inglesi avevano stabilito il loro quartier generale nel centro del quartiere cattolico.Lo si notava perchè l'antenna per intercettare le comunicazioni spuntava altissima tra le case.Mi raccontarono che, se avevi avuto la sfortuna di abitare in una casa della zona, non potevi traslocare e cambiare aria. Motivi di sicurezza.
L'impressione che ebbi fu di desolazione e di un'enorme gabbia a cielo aperto.
Sembra che le cose stiano cambiando lì. Spero per quella gente che duri.
Ho negli occhi la determinazione di quelle facce. Forse saranno cambiati anche loro. Chi lo sa?
Sono rimaste un pò di foto ed il ricordo delle giornate umide.Insieme alle immagini di tanti volti messi sui muri. Per ricordare ed andare avanti.
lunedì 16 aprile 2007
guerre
Il brigatista che scrive ai giornali
Vincenzo Sisi,51 anni, è stato arrestato il 12 febbraio a seguito dell'inchiesta sulle nuove Brigate Rosse.
E' accusato di essere uno dei fondatori del Partito Comunista Politico Militare e gli è stato trovato un mitra sotterrato nel giardino.
Ultimamente ha deciso di raccontarsi scrivendo una lunga lettera ai media.Questa mattina La Stampa ne ha dato conto, pubblicando ampi stralci.
La tesi che Sisi sostiene, e che sintetizzo in modo sommario, è la seguente:
"nego la doppiezza della mia vita, il bravo delegato e compagno da una parte ed il terrorista dall'altro.Non c'è doppiezza tra l'essere comunista e rivoluzionario e stare con la propria gente (gli operai).Per organizzarsi tra i lavoratori, nelle forme consentite, l'unico modo è farsi la tessera sindacale.
Se è facile criminalizzare il lavoro politico fatto, è più difficile criminalizzare il modo in cui uno vive"
A questo proposito Sisi racconta la sua vita di operaio:
Inizio del lavoro a 14 anni, lavoro fatto per 11 ore al giorno compreso il Sabato.L'esperienza in Fiat chiusa con un licenziamento.
Il lavoro alla Fergom, la sua esperienza da delegato di fabbrica.La lotta per gli aspiratori e contro i fumi tossici e le sostanze irritanti.Il licenziamento e l'offerta di soldi per stare fuori dalla fabbrica.
Sisi continua rivendicando la chiarezza delle sue posizioni durante i congressi sindacali, e dicendo che il suo sindacato sono i lavoratori.
Chiude, Sisi, facendo alcune domande:
Cosa risponde, il delegato, all'operaio incazzato per i 950€ di stipendio?
Cosa risponde alle operaie per i polsi scassati dai ritmi di lavoro?
Cosa per la pensione e per i soldi che mancano per pagare case popolari quando ci sono per finanziare guerre in giro per il mondo.
Ho voluto dire cosa scrive Sisi perchè spero che questa gente e questa classe di persone non rimanga da sola di fronte al futuro.
Non condivido la lotta armata e su questo ho già espresso il mio pensiero.
Oggi molti sono impegnati a cercare una nuova identità.Io non credo che molto sia cambiato sotto il cielo.In fondo è la stessa storia, si lotta per stare meglio.In modo individuale cercando risposte nella propria capacità d emergere e di non essere sepolti tra i tanti senza nome.In modo collettivo perchè le risposte individuali sono parziali e, alla fine, ti fanno stare peggio trasformandoti, in quello che forse non vorresti essere, giorno per giorno.
Il modo in cui produciamo quintali di merce in metallo o in cotone, le relazioni che questo fatto meccanico fa nascere tra gli individui, il modo in cui la ricchezza prodotta ed il reddito disponibile vengono distribuiti determinano le risposte.
A volte possono essere violente e senza sbocchi. A volte accendono praterie.
La nostra responsabilità è rendere coesa una coscienza di classe ed evitare che gente ricca di cose si perda e venga lasciata sola. Come Sisi.
E' accusato di essere uno dei fondatori del Partito Comunista Politico Militare e gli è stato trovato un mitra sotterrato nel giardino.
Ultimamente ha deciso di raccontarsi scrivendo una lunga lettera ai media.Questa mattina La Stampa ne ha dato conto, pubblicando ampi stralci.
La tesi che Sisi sostiene, e che sintetizzo in modo sommario, è la seguente:
"nego la doppiezza della mia vita, il bravo delegato e compagno da una parte ed il terrorista dall'altro.Non c'è doppiezza tra l'essere comunista e rivoluzionario e stare con la propria gente (gli operai).Per organizzarsi tra i lavoratori, nelle forme consentite, l'unico modo è farsi la tessera sindacale.
Se è facile criminalizzare il lavoro politico fatto, è più difficile criminalizzare il modo in cui uno vive"
A questo proposito Sisi racconta la sua vita di operaio:
Inizio del lavoro a 14 anni, lavoro fatto per 11 ore al giorno compreso il Sabato.L'esperienza in Fiat chiusa con un licenziamento.
Il lavoro alla Fergom, la sua esperienza da delegato di fabbrica.La lotta per gli aspiratori e contro i fumi tossici e le sostanze irritanti.Il licenziamento e l'offerta di soldi per stare fuori dalla fabbrica.
Sisi continua rivendicando la chiarezza delle sue posizioni durante i congressi sindacali, e dicendo che il suo sindacato sono i lavoratori.
Chiude, Sisi, facendo alcune domande:
Cosa risponde, il delegato, all'operaio incazzato per i 950€ di stipendio?
Cosa risponde alle operaie per i polsi scassati dai ritmi di lavoro?
Cosa per la pensione e per i soldi che mancano per pagare case popolari quando ci sono per finanziare guerre in giro per il mondo.
Ho voluto dire cosa scrive Sisi perchè spero che questa gente e questa classe di persone non rimanga da sola di fronte al futuro.
Non condivido la lotta armata e su questo ho già espresso il mio pensiero.
Oggi molti sono impegnati a cercare una nuova identità.Io non credo che molto sia cambiato sotto il cielo.In fondo è la stessa storia, si lotta per stare meglio.In modo individuale cercando risposte nella propria capacità d emergere e di non essere sepolti tra i tanti senza nome.In modo collettivo perchè le risposte individuali sono parziali e, alla fine, ti fanno stare peggio trasformandoti, in quello che forse non vorresti essere, giorno per giorno.
Il modo in cui produciamo quintali di merce in metallo o in cotone, le relazioni che questo fatto meccanico fa nascere tra gli individui, il modo in cui la ricchezza prodotta ed il reddito disponibile vengono distribuiti determinano le risposte.
A volte possono essere violente e senza sbocchi. A volte accendono praterie.
La nostra responsabilità è rendere coesa una coscienza di classe ed evitare che gente ricca di cose si perda e venga lasciata sola. Come Sisi.
domenica 15 aprile 2007
politica
Il partito democratico
C'è già molta supponenza nel nome. Partito democratico. Che non lo siano tutti gli altri o è una genialata per distinguersi dalla casa delle libertà?
Al di là di questo dettaglio hanno già paura del flop. I sondaggi danno un potenziale di elettori che oscilla tra il 23 ed 29%.
Aspetterei, a vedere cosa accade sulla leadership, per fare previsioni.
Intanto qualcuno ci mette, tra i padri nobili, tale Craxi padre.Il figlio è troppo impegnato, con Boselli e De Michelis, a rifare una roba che era diventato un modello di come non si governa un paese.
Uno si chiede ma come avranno fatto, i Craxi, a mantenersi in esilio in Tunisia senza lavorare?
Se le radici sono quelle è una bella garanzia di come verranno affrontati un pò di temi qui da noi.
In particolare la legalità ed il rispetto delle regole. Quelle di cui chiedere conto ai cinesi, meno agli amici degli amici.
Intanto litigano e si accapigliano su tutto. Non si capisce se è un partito laico con matrice socialista o confessionale con matrice democristiana.
Quale è l'anima.
Li accomuna una solida fede nelle alleanze internazionali. Quelle che ti fanno fare le guerre a prescindere dalle ragioni e dalla verità.La voglia di fare economia iscrivendosi alla lobby dei liberisti.La tenacia di perseguire un modello di coesione sociale fondato sulla precarietà e sulla creazione di ricchezza da mantenere rigorosamente nelle tasche dei soliti noti.
Insomma niente di diverso e di nuovo rispetto ai dirimpettai del centro destra.
Sarebbe bello un elenco delle differenze.Un pò come si fa con la pubblicità comparativa.Adesso che anche Berlusca dice che bisogna coniugare solidarietà e rispetto delle leggi è dura dire io sono diverso.
Sarà per questo che nascono già morti?
Al di là di questo dettaglio hanno già paura del flop. I sondaggi danno un potenziale di elettori che oscilla tra il 23 ed 29%.
Aspetterei, a vedere cosa accade sulla leadership, per fare previsioni.
Intanto qualcuno ci mette, tra i padri nobili, tale Craxi padre.Il figlio è troppo impegnato, con Boselli e De Michelis, a rifare una roba che era diventato un modello di come non si governa un paese.
Uno si chiede ma come avranno fatto, i Craxi, a mantenersi in esilio in Tunisia senza lavorare?
Se le radici sono quelle è una bella garanzia di come verranno affrontati un pò di temi qui da noi.
In particolare la legalità ed il rispetto delle regole. Quelle di cui chiedere conto ai cinesi, meno agli amici degli amici.
Intanto litigano e si accapigliano su tutto. Non si capisce se è un partito laico con matrice socialista o confessionale con matrice democristiana.
Quale è l'anima.
Li accomuna una solida fede nelle alleanze internazionali. Quelle che ti fanno fare le guerre a prescindere dalle ragioni e dalla verità.La voglia di fare economia iscrivendosi alla lobby dei liberisti.La tenacia di perseguire un modello di coesione sociale fondato sulla precarietà e sulla creazione di ricchezza da mantenere rigorosamente nelle tasche dei soliti noti.
Insomma niente di diverso e di nuovo rispetto ai dirimpettai del centro destra.
Sarebbe bello un elenco delle differenze.Un pò come si fa con la pubblicità comparativa.Adesso che anche Berlusca dice che bisogna coniugare solidarietà e rispetto delle leggi è dura dire io sono diverso.
Sarà per questo che nascono già morti?
sabato 14 aprile 2007
Oleguer Presas, quando non si appende il cervello al chiodo

Oleguer è un giocatore del Barcellona.Potrebbe essere uno dei tanti che, correndo su un prato verde, ha solo da pensare a come utilizzare i soldi che guadagna.Passare il tempo tra un allenamento e l'altro in mezzo a veline e ragazzine adoranti. Certo, non è Ronaldino.
Oleguer è laureato in economia ed è studente di filosofia. deve essere uno che non si accontenta di contemplare quello che accade.Non è un rivoluzionario, è solo uno che dice e scrive quello che pensa.In un mondo di bigotti ed ipocriti uno così ci mette del calore addosso.
Oleguer ha scritto, sulla Directa un settimanale Catalano, un articolo in cui dice quello che pensa dell'ipocrisia del governo spagnolo sulla vicenda del militante dell'eta Juana Chaos (anche nel cognome uno ha il suo destino).
Juana fa lo sciopero della fame perchè, dopo aver scontato la sua condanna a 18 anni, è tenuto ancora dentro in quanto devono completare il procedimento aperto nei suoi confronti per la pubblicazione di un articolo sul quotidiano Gara.
Oleguer ha scritto dell'ipocrisia di uno stato che tiene dentro uno per 20 anni e libera, dopo quattro anni di pena, un generale della Guardia Civil (Galindo) condannato per duplice assassinio a 75 anni di carcere.
Lo sponsor di Oleguer ha disdetto immediatamente il contratto e lui gioca con un paio di scarpini neri e senza logo.
Ogni tanto lo fischiano anche se 16.000 tifosi del Barcellona hanno firmato una petizione per boicottare i prodotti del suo ex sponsor.
E' uno serafico Oleguer. Deve essere uno dei tanti che non si accontenta di sentenziare. Agisce a modo suo.
Penso che sia una bella figura questo ragazzo. Uno di quelli che ti danno voglia e ti fanno pensare che in fondo la vita deve essere vissuta senza timori.Senza che, per quattro soldi, ti comperino l'anima e ti chiedano di appendere il cervello al chiodo.
venerdì 13 aprile 2007
politica
Ipocriti e rompicoglioni
Ma come si permette, Gino Strada, a sbatterti in faccia la tua ipocrisia? Come si permette costui a dirti che agisci da servo di gente di cui si conosce molto bene il nome ed il cognome.
A sostenere che le tue guerre del cazzo sono lì a dimostrare che da quando è quella la strategia gli altri sono diventati più forti e si sono compattati.
Che in questa logica rimangono stritolati anche quei poveracci che al fondamentalismo islamico proprio non volevano dare nulla.
Che la democrazia egiziana vale quanto la democrazia di Pinochet ai tempi buoni, quando c'era un muro.
Però quella ti stà bene così, come quella pakistana, perchè sai la politica è complessa.
Già come si permettono questi a farti domande sulle relazioni di business tra la famiglia Bush ed i signori del terrore?
Perchè vogliono sempre complicarci la vita con la loro visione del mondo?
E' tutto così semplice. Volete sostenere il vostro modello di vita e quanto consumate ogni santo e cazzo di giorno? Avete visto quella signora incazzata perchè, ferma in aeroporto alle Maldive dopo una sacrosanta vacanza, non aveva ricevuto la bottiglia d'acqua minerale da bere? Ve la immaginate come un africano che deve vivere con un solo litro d'acqua e fango? Continuate a fare adozioni a distanza, andate a messa e, se volete continuare così da anime candide, non fate domande e non rompete il cazzo, please!
A sostenere che le tue guerre del cazzo sono lì a dimostrare che da quando è quella la strategia gli altri sono diventati più forti e si sono compattati.
Che in questa logica rimangono stritolati anche quei poveracci che al fondamentalismo islamico proprio non volevano dare nulla.
Che la democrazia egiziana vale quanto la democrazia di Pinochet ai tempi buoni, quando c'era un muro.
Però quella ti stà bene così, come quella pakistana, perchè sai la politica è complessa.
Già come si permettono questi a farti domande sulle relazioni di business tra la famiglia Bush ed i signori del terrore?
Perchè vogliono sempre complicarci la vita con la loro visione del mondo?
E' tutto così semplice. Volete sostenere il vostro modello di vita e quanto consumate ogni santo e cazzo di giorno? Avete visto quella signora incazzata perchè, ferma in aeroporto alle Maldive dopo una sacrosanta vacanza, non aveva ricevuto la bottiglia d'acqua minerale da bere? Ve la immaginate come un africano che deve vivere con un solo litro d'acqua e fango? Continuate a fare adozioni a distanza, andate a messa e, se volete continuare così da anime candide, non fate domande e non rompete il cazzo, please!
giovedì 12 aprile 2007
politica,
romanzo
Qualche domanda sull'Afghanistan
Questa mattina l'onorevole ministro degli esteri parlerà di Afghanistan e di quello che il governo pensa sulla vicenda Mastrogiacomo.
Da elettore di questo governo ho alcune domande sull'argomento.
1- Voglio sapere perchè siamo in Afghanistan e quali sono gli obiettivi della missione
2- Voglio sapere quali sono le opere, a sostegno della popolazione civile, che il nostro contingente ha portato a termine
3- Quanto del bilancio della missione è speso per opere di costruzione di ospedali, scuole ed infrastrutture civili.
4- Vorrei vedere l'elenco di quanto realizzato al punto 3.
5- Vorrei sapere se risponde al vero che Gino Strada è stato incaricato, dal nostro governo, di negoziare con i Talebani per la liberazione di Mastrogiacomo
6- Se il governo era a conoscenza che l'opera di intermediazione fosse fatta con il responsabile della sicurezza di Emergency
6- Se era a conoscenza dei sospetti di connivenza con i Talebani di Emergency, così come afferma il responsabile dell'intelligence Afghana prima dell'intervento, se no perchè è stato tenuto all'oscuro.
7- Quali sono gli elementi su cui si basa questa accusa
8- perchè è stata secretata la Croce Rossa a dare notizie sulle condizioni di Hanefy in carcere
9- Perchè il governo Afghano non permette un'assistenza legale
10- Perchè il governo non emette un comunicato ufficiale di condanna delle condizioni di detenzione e delle modalità in cui è avvenuto l'arresto
11- Perchè il governo non chiede l'istituzione una commissione internazionale di legali che indaghi sulla vicenda e verifichi le condizioni di detenzione e le modalità di interrogatorio
12- Se è vero che si è ricorso ai "servigi" di hanefy anche nel caso della consegna del riscatto per Torsello
13- Se si, sulla base di quale considerazione si è operato in questo modo
14- Se la considerazione è circa la capacità di aprire canali, sulla base di quale ragionamento si è giunti a questa conclusione tra le due ipotesi
a) e' un guerrigliero Talebano quindi può agevolmente parlare con i suoi
b) è un operatore umanitario che, in virtù della sua nazionalità e delle attività umanitarie svolte dall'associazione, ha maggiori possibilità di parlare con i Talebani
15- Come mai, nonostante il massiccio dispiegamento delle forze Nato nell'area, si è intensificata l'azione di guerriglia dei talebani e perchè costoro riescono a controllare più di un terzo del territorio
16- Se risponde al vero che il maggiore sponsor dei Talebani è il Pakistan
17- Se il governo Italiano considera quello stato affidabile e democratico
18- Perchè accettiamo che l'Inghilterra protesti in modo ufficiale e ci chieda conto di come trattiamo i suoi tifosi durante una partita di calcio e, noi, non siamo in grado di sostenere, UFFICIALMENTE E CON FORZA, una nostra struttura di volontariato impegnata da anni e pacificamente in quell'area.
E' ovvio che sono domande un pò retoriche.Ricordatevi, però, di questa vicenda quando ci chiederanno il nostro voto. E del resto....
Da elettore di questo governo ho alcune domande sull'argomento.
1- Voglio sapere perchè siamo in Afghanistan e quali sono gli obiettivi della missione
2- Voglio sapere quali sono le opere, a sostegno della popolazione civile, che il nostro contingente ha portato a termine
3- Quanto del bilancio della missione è speso per opere di costruzione di ospedali, scuole ed infrastrutture civili.
4- Vorrei vedere l'elenco di quanto realizzato al punto 3.
5- Vorrei sapere se risponde al vero che Gino Strada è stato incaricato, dal nostro governo, di negoziare con i Talebani per la liberazione di Mastrogiacomo
6- Se il governo era a conoscenza che l'opera di intermediazione fosse fatta con il responsabile della sicurezza di Emergency
6- Se era a conoscenza dei sospetti di connivenza con i Talebani di Emergency, così come afferma il responsabile dell'intelligence Afghana prima dell'intervento, se no perchè è stato tenuto all'oscuro.
7- Quali sono gli elementi su cui si basa questa accusa
8- perchè è stata secretata la Croce Rossa a dare notizie sulle condizioni di Hanefy in carcere
9- Perchè il governo Afghano non permette un'assistenza legale
10- Perchè il governo non emette un comunicato ufficiale di condanna delle condizioni di detenzione e delle modalità in cui è avvenuto l'arresto
11- Perchè il governo non chiede l'istituzione una commissione internazionale di legali che indaghi sulla vicenda e verifichi le condizioni di detenzione e le modalità di interrogatorio
12- Se è vero che si è ricorso ai "servigi" di hanefy anche nel caso della consegna del riscatto per Torsello
13- Se si, sulla base di quale considerazione si è operato in questo modo
14- Se la considerazione è circa la capacità di aprire canali, sulla base di quale ragionamento si è giunti a questa conclusione tra le due ipotesi
a) e' un guerrigliero Talebano quindi può agevolmente parlare con i suoi
b) è un operatore umanitario che, in virtù della sua nazionalità e delle attività umanitarie svolte dall'associazione, ha maggiori possibilità di parlare con i Talebani
15- Come mai, nonostante il massiccio dispiegamento delle forze Nato nell'area, si è intensificata l'azione di guerriglia dei talebani e perchè costoro riescono a controllare più di un terzo del territorio
16- Se risponde al vero che il maggiore sponsor dei Talebani è il Pakistan
17- Se il governo Italiano considera quello stato affidabile e democratico
18- Perchè accettiamo che l'Inghilterra protesti in modo ufficiale e ci chieda conto di come trattiamo i suoi tifosi durante una partita di calcio e, noi, non siamo in grado di sostenere, UFFICIALMENTE E CON FORZA, una nostra struttura di volontariato impegnata da anni e pacificamente in quell'area.
E' ovvio che sono domande un pò retoriche.Ricordatevi, però, di questa vicenda quando ci chiederanno il nostro voto. E del resto....
mercoledì 11 aprile 2007
Un mondo logico e perfetto
Viviamo un'epoca nella quale, a differenza che nel passato, molte fonti d'informazione consentono di avere una visione meno edulcorata di quello che ci accade intorno.
Abbiamo una scolarizzazione media che, se confrontata con gli anni 50, è da paese "avanzato".
Informazione e sapere diffuso dovrebbero darci la possibilità di vedere il mondo con occhi meno disincantanti.Avere il coraggio di alzare il dito e porre domande scomode.Educare i nostri figli al coraggio di uscire fuori dai luoghi comuni per capire meglio quello che si muove intorno.Eppure, al contrario, aumenta in modo esponenziale il conformismo e l'ipocrisia.
Quelli che nuotano in questo mare, hanno la tendenza a dipingerti come un "estremista" non agganciato alla realtà.Giudicano, il tuo pensare ed il tuo fare, dall'alto di categorie "morali" che mischiano la praticità con la necessità di andare avanti comunque ed a qualsiasi costo.
Ho in mente una serie di fatti recenti che sono indicativi di questa realtà.
Il primo prende spunto da un servizio di anno zero su un tema che è quello dell'inquinamento e dell'energia disponibile.
Il servizio illustrava, tra le altre, la vicenda del termo valorizzatore di Napoli. Quell'impianto, che è costato 2.000 miliardi delle vecchie lire, si è scoperto che, al contrario di quello che ci si potrebbe aspettare, si limita a sminuzzare i pallet di rifiuti che arrivano, non opera alcun processo di recupero dei materiali e restituisce l'immondizia fatta a pezzettini alle discariche.
Il gestore dell'impianto si chiama Impregilo.
In un luogo non molto lontano da questo, è stato deciso di fare una discarica nei pressi di un'oasi ambientale del wwf.
Intorno a quel luogo gira un'economia fatta da imprese agricole e prodotti locali esportati in tutto il mondo con il marchio DOP.
Un esercito di poliziotti e carabinieri ha caricato, gli abitanti del luogo, per consentire lo sgombero dell'area occupata.
I giornali che si sono occupati del
la vicenda hanno liquidato il tutto con la sindrome del "non nel mio cortile". Nello specifico si sono dimenticati di dire che, nelle vicinanze, esistono altre due discariche e che le autorità si erano impegnate a cercare altri luoghi.Le immagini che illustravano il modo in cui quelle discariche producevano veleno erano molto eloquenti.
La sintesi, di un certo modo di affrontare l'equilibrio tra economia e ricadute di un certo tipo di sviluppo, era l'immagine di quell'ingegnere dell'ENEL, donna e forse senza figli, che assicurava,nella stessa trasmissione, gli abitanti di Tarquinia (se non ricordo male) sull'efficacia della nuova centrale a carbone,prevista nella zona,che si limiterà ad inquinare l'80% in meno rispetto a quelle tradizionali.
Un pò di medici hanno portato l'attenzione della signora sui rischi per la salute delle coì dette "nano particelle".Quello che ne hanno ricavato è l'immagine di una testa che veniva scossa come a significare il disaccordo rispetto al pericolo.
Insomma la salute della gente non vale un cazzo e l'economia ha le sue priorità e regole.
Passa qualche giorno e Report ci illustra le bellezze del capitalismo predone alla Enron.
Due fatti, tra gli altri, sono esemplari dell'idea di come i soldi guidino a prescindere dalle conseguenze:
1- la possibilità, per quell'azienda, di togliere e ridare energia alla California per influenzarne il prezzo.
2- i tanti lavoratori della Enron che hanno affidato il loro futuro da pensionati ai fondi pensione e che oggi si ritrovano con le classiche due manine.Una d'avanti e l'altra dietro.
Nel contempo i nostri leader si accapigliano sulla necessità di liberalizzare il mercato dell'energia, vendere aziende tipo Enel ed Eni perchè così fanno i paesi civili.
E si sa che noi siamo più solidi moralmente rispetto agli anglosassoni/amerindi
A conforto un certo Tronchetti Provera si vende la Telecom (privatizzata) al migliore offerente.
Questo signore si è comperato il controllo delle infrastrutture che fanno viaggiare la comunicazione in questo paese, spendendo l'equivalente dello 0,6 % del capitale della società.
Che poi ci abbia messo soldi suoi non è vero considerato che, per fare l'operazione, è ricorso a debiti ed alla vendita di beni della Pirelli.
Un esempio di capitalismo moderno e non arcaico (ammesso che esista).
Sempre più confortati da questi esempi procediamo allegramente per completare l'opera iniziata, supportati dai vari Guido Rossi in primis e Rutelli al seguito.
Insomma questi sono solo alcuni degli esempi di come quelli più realisti del re gestiscono il reame.
Degli eventi e dei disastri su cui tutti paghiamo un prezzo.
In mezzo ci sono quelli come noi che non vogliamo essere complici e che hanno l'ardire di voler mettere qualche bastone tra le gambe di lor signori.
Il tutto di fronte ad una platea che guarda e scuote la testa.
Mi ricorda, certa gente, quella classe di intellettuali che convinse un intero popolo a seguire Benito nelle sue avventure.Se non altro quelle persone avevano, come mio nonno, la quinta elementare.
Ma questi?
Questi non passano il tempo (o lo hanno fatto) sui libri o davanti ad un pc?
Gli manca l'informazione e la capacità di analizzare e trarre conclusioni o sono semplicemente dei complici?
Abbiamo una scolarizzazione media che, se confrontata con gli anni 50, è da paese "avanzato".
Informazione e sapere diffuso dovrebbero darci la possibilità di vedere il mondo con occhi meno disincantanti.Avere il coraggio di alzare il dito e porre domande scomode.Educare i nostri figli al coraggio di uscire fuori dai luoghi comuni per capire meglio quello che si muove intorno.Eppure, al contrario, aumenta in modo esponenziale il conformismo e l'ipocrisia.
Quelli che nuotano in questo mare, hanno la tendenza a dipingerti come un "estremista" non agganciato alla realtà.Giudicano, il tuo pensare ed il tuo fare, dall'alto di categorie "morali" che mischiano la praticità con la necessità di andare avanti comunque ed a qualsiasi costo.
Ho in mente una serie di fatti recenti che sono indicativi di questa realtà.
Il primo prende spunto da un servizio di anno zero su un tema che è quello dell'inquinamento e dell'energia disponibile.
Il servizio illustrava, tra le altre, la vicenda del termo valorizzatore di Napoli. Quell'impianto, che è costato 2.000 miliardi delle vecchie lire, si è scoperto che, al contrario di quello che ci si potrebbe aspettare, si limita a sminuzzare i pallet di rifiuti che arrivano, non opera alcun processo di recupero dei materiali e restituisce l'immondizia fatta a pezzettini alle discariche.
Il gestore dell'impianto si chiama Impregilo.
In un luogo non molto lontano da questo, è stato deciso di fare una discarica nei pressi di un'oasi ambientale del wwf.
Intorno a quel luogo gira un'economia fatta da imprese agricole e prodotti locali esportati in tutto il mondo con il marchio DOP.
Un esercito di poliziotti e carabinieri ha caricato, gli abitanti del luogo, per consentire lo sgombero dell'area occupata.
I giornali che si sono occupati del
la vicenda hanno liquidato il tutto con la sindrome del "non nel mio cortile". Nello specifico si sono dimenticati di dire che, nelle vicinanze, esistono altre due discariche e che le autorità si erano impegnate a cercare altri luoghi.Le immagini che illustravano il modo in cui quelle discariche producevano veleno erano molto eloquenti.
La sintesi, di un certo modo di affrontare l'equilibrio tra economia e ricadute di un certo tipo di sviluppo, era l'immagine di quell'ingegnere dell'ENEL, donna e forse senza figli, che assicurava,nella stessa trasmissione, gli abitanti di Tarquinia (se non ricordo male) sull'efficacia della nuova centrale a carbone,prevista nella zona,che si limiterà ad inquinare l'80% in meno rispetto a quelle tradizionali.
Un pò di medici hanno portato l'attenzione della signora sui rischi per la salute delle coì dette "nano particelle".Quello che ne hanno ricavato è l'immagine di una testa che veniva scossa come a significare il disaccordo rispetto al pericolo.
Insomma la salute della gente non vale un cazzo e l'economia ha le sue priorità e regole.
Passa qualche giorno e Report ci illustra le bellezze del capitalismo predone alla Enron.
Due fatti, tra gli altri, sono esemplari dell'idea di come i soldi guidino a prescindere dalle conseguenze:
1- la possibilità, per quell'azienda, di togliere e ridare energia alla California per influenzarne il prezzo.
2- i tanti lavoratori della Enron che hanno affidato il loro futuro da pensionati ai fondi pensione e che oggi si ritrovano con le classiche due manine.Una d'avanti e l'altra dietro.
Nel contempo i nostri leader si accapigliano sulla necessità di liberalizzare il mercato dell'energia, vendere aziende tipo Enel ed Eni perchè così fanno i paesi civili.
E si sa che noi siamo più solidi moralmente rispetto agli anglosassoni/amerindi
A conforto un certo Tronchetti Provera si vende la Telecom (privatizzata) al migliore offerente.
Questo signore si è comperato il controllo delle infrastrutture che fanno viaggiare la comunicazione in questo paese, spendendo l'equivalente dello 0,6 % del capitale della società.
Che poi ci abbia messo soldi suoi non è vero considerato che, per fare l'operazione, è ricorso a debiti ed alla vendita di beni della Pirelli.
Un esempio di capitalismo moderno e non arcaico (ammesso che esista).
Sempre più confortati da questi esempi procediamo allegramente per completare l'opera iniziata, supportati dai vari Guido Rossi in primis e Rutelli al seguito.
Insomma questi sono solo alcuni degli esempi di come quelli più realisti del re gestiscono il reame.
Degli eventi e dei disastri su cui tutti paghiamo un prezzo.
In mezzo ci sono quelli come noi che non vogliamo essere complici e che hanno l'ardire di voler mettere qualche bastone tra le gambe di lor signori.
Il tutto di fronte ad una platea che guarda e scuote la testa.
Mi ricorda, certa gente, quella classe di intellettuali che convinse un intero popolo a seguire Benito nelle sue avventure.Se non altro quelle persone avevano, come mio nonno, la quinta elementare.
Ma questi?
Questi non passano il tempo (o lo hanno fatto) sui libri o davanti ad un pc?
Gli manca l'informazione e la capacità di analizzare e trarre conclusioni o sono semplicemente dei complici?
martedì 10 aprile 2007
guerre
Mercenari in Iraq
Con la musica di sottofondo, si divertono a tirare sui civili in Iraq.
Lo faranno anche in Afghanistan?
Esportiamo valori ed importiamo quello che seminiamo.
Questo altro video mostra una intervista ad un capo militare dei Taliban. Parla di come, dal suo punto di vista, si possono aprire dei negoziati.
Per finire in bellezza, se avete problemi con il lavoro o volete un nuovo tipo di opportunità seguite un pò l'esempio di questi signori.
Una volta si diceva: hai scelto un bel mestiere, mestiere di merda car....
adesso come si può fare la rima con mercenario?
Lo faranno anche in Afghanistan?
Esportiamo valori ed importiamo quello che seminiamo.
Questo altro video mostra una intervista ad un capo militare dei Taliban. Parla di come, dal suo punto di vista, si possono aprire dei negoziati.
Per finire in bellezza, se avete problemi con il lavoro o volete un nuovo tipo di opportunità seguite un pò l'esempio di questi signori.
Una volta si diceva: hai scelto un bel mestiere, mestiere di merda car....
adesso come si può fare la rima con mercenario?
Diritti civili
Gino Strada è un coglione
Così, lapidariamente. Non conta nulla quello che fa e la logica che lo muove. Lui è uno che si è fidato di un curato di campagna.Ha fatto quello che gli è stato chiesto. Ha incaricato uno dei suoi (guarda un pò afghano) di contattare una banda di taliban.
Gente che da qualche anno è impegnata a sparare schioppettate su e giù per quelle montagne.
Pensate un pò, ha portato avanti una trattativa per una manica di stronzi. Ha fatto liberare uno di quei giornalisti alti biondi e fichi.
Certo il prezzo è stato alto.Uno poteva anche decidere di non fare un cazzo. Bastava avere le idee chiare. E invece il curato e tutta quella cricca di politicanti da strapazzo, tra una gita e l'altra, un convegno e l'altro, grandi strategie e massimi sistemi, stropicciandosi quelle manine sudaticce, biascicando si ma però, ha permesso che una cazzo di vita fosse salvata dalla forza e dai modi un pò bruschi di quel coglione, di mestiere chirurgo.
E adesso? Il massimo della codardia è stato arrestare il mediatore.Se uno deve mediare secondo voi con chi lo deve fare?
E tutti lì a dare lezioni al nostro chirurgo. Uno di quelli che, da radicale fondamentalista e pacifista, si sporca le mani con il sangue ma si ostina a non volersele sporcare con la politica.Cosa fa il nostro eroe? Osa attaccare un cagasotto di mestiere primo ministro ed un noto liberale e democratico di mestiere capo banda. Perchè poi? Perchè quelli, in combutta e omertosamente come i mafiosi, fanno arrestare il mediatore.
Pensate che basti stropicciarsi le manine per mascherare la gigantesca ipocrisia di questa storia?
Grande leader il nostro inquilino di palazzo Chigi. Uno con i coglioni.
Speriamo che non ci chieda mai un favore.
Gente che da qualche anno è impegnata a sparare schioppettate su e giù per quelle montagne.
Pensate un pò, ha portato avanti una trattativa per una manica di stronzi. Ha fatto liberare uno di quei giornalisti alti biondi e fichi.
Certo il prezzo è stato alto.Uno poteva anche decidere di non fare un cazzo. Bastava avere le idee chiare. E invece il curato e tutta quella cricca di politicanti da strapazzo, tra una gita e l'altra, un convegno e l'altro, grandi strategie e massimi sistemi, stropicciandosi quelle manine sudaticce, biascicando si ma però, ha permesso che una cazzo di vita fosse salvata dalla forza e dai modi un pò bruschi di quel coglione, di mestiere chirurgo.
E adesso? Il massimo della codardia è stato arrestare il mediatore.Se uno deve mediare secondo voi con chi lo deve fare?
E tutti lì a dare lezioni al nostro chirurgo. Uno di quelli che, da radicale fondamentalista e pacifista, si sporca le mani con il sangue ma si ostina a non volersele sporcare con la politica.Cosa fa il nostro eroe? Osa attaccare un cagasotto di mestiere primo ministro ed un noto liberale e democratico di mestiere capo banda. Perchè poi? Perchè quelli, in combutta e omertosamente come i mafiosi, fanno arrestare il mediatore.
Pensate che basti stropicciarsi le manine per mascherare la gigantesca ipocrisia di questa storia?
Grande leader il nostro inquilino di palazzo Chigi. Uno con i coglioni.
Speriamo che non ci chieda mai un favore.
domenica 8 aprile 2007
politica resistenza
Forme di lotta radicale e capitalismo arcaico
Nell'anno 1989 la Breda fu privatizzata. Dopo tre anni fu chiusa dopo essere stata scissa in tre parti.Un capitalismo brillante e predone che ha fatto il suo mestiere.
Un gruppo di operai, dopo lotte dure e faticose, riuscì ad ottenere una ricollocazione.I primi furono cinque lavoratori che in quella fabbrica si ammalarono di cancro.
Le tute blu Breda morte per causa dell'amianto (quelle fino ad ora accertate) sono state 76.
Coscienti delle condizioni di lavoro, gli operai si sono organizzati ed hanno formato un'associazione. L'obiettivo è farsi riconoscere, dall'Inail,le competenze di legge dovute a causa delle condizioni di lavoro che ne hanno fatto ammalare molti.
In questa battaglia sono riusciti a far sottoporre a visita medica (dalla Clinica del lavoro di Milano) 400 di loro.
A circa 40 lavoratori è stata accertata la presenza di placche pleuriche.Dopo molte denunce (19)è stato aperto un processo sulla vicenda. Nell'anno 2005 nove dirigenti sono stati condannati.Il reato è caduto per prescrizione dei termini.
Nel 1999 Ignazio Pala, 24 anni, morì mentre guidava un camion della Sacap srl. Dopo otto anni di battaglie giudiziarie, un dirigente di quella azienda è stato condannato perchè aveva imposto, all'autista, un doppio turno di lavoro. 13 ore e 40 minuti di guida nella stessa giornata. Nei primi tre mesi dell'anno, in Italia, sono morte 255 persone.
L'etimologia del termine arcaico rimanda ad un significato che è: cosa antica che non si usa più.
Nella sua polemica con Prodi, il sempre brillante Montezemolo ha usato questo termine.
Inossidabile, il capitalismo, vagheggia alla modernità. Al modo in cui si dovrebbero gestire i rapporti tra le classi, usare le risorse pubbliche e distribuire la ricchezza.Lo fa dallo scranno di un convegno, in ambienti ovattati e rigorosamente in giacca blu. A quei tavoli molti sindacalisti si trovano a loro agio.
A molti di noi non resta da fare altro che uscire fuori da una logica di rappresentanza istituzionale.
Non ci sono grandi obiettivi all'orizzonte ma tante piccole battaglie. Oggi questo è l'unico modo per ricostruire quel tessuto sociale disgregato dagli eventi di questi ultimi anni.
C'è una riscoperta del valore del gruppo coeso intorno ad un obiettivo da raggiungere. Alla Breda il riconoscimento di diritti, nella Val Susa il radicale No di fronte ad un progetto inutile, a Vicenza il riconoscimento dei diritti di una comunità di cittadini.
Insomma si tratta di lottare nel modo più efficace possibile. Ritornando ad essere arcaici.Semplicemente perchè non vi è nulla di nuovo sotto il cielo.
Un gruppo di operai, dopo lotte dure e faticose, riuscì ad ottenere una ricollocazione.I primi furono cinque lavoratori che in quella fabbrica si ammalarono di cancro.
Le tute blu Breda morte per causa dell'amianto (quelle fino ad ora accertate) sono state 76.
Coscienti delle condizioni di lavoro, gli operai si sono organizzati ed hanno formato un'associazione. L'obiettivo è farsi riconoscere, dall'Inail,le competenze di legge dovute a causa delle condizioni di lavoro che ne hanno fatto ammalare molti.
In questa battaglia sono riusciti a far sottoporre a visita medica (dalla Clinica del lavoro di Milano) 400 di loro.
A circa 40 lavoratori è stata accertata la presenza di placche pleuriche.Dopo molte denunce (19)è stato aperto un processo sulla vicenda. Nell'anno 2005 nove dirigenti sono stati condannati.Il reato è caduto per prescrizione dei termini.
Nel 1999 Ignazio Pala, 24 anni, morì mentre guidava un camion della Sacap srl. Dopo otto anni di battaglie giudiziarie, un dirigente di quella azienda è stato condannato perchè aveva imposto, all'autista, un doppio turno di lavoro. 13 ore e 40 minuti di guida nella stessa giornata. Nei primi tre mesi dell'anno, in Italia, sono morte 255 persone.
L'etimologia del termine arcaico rimanda ad un significato che è: cosa antica che non si usa più.
Nella sua polemica con Prodi, il sempre brillante Montezemolo ha usato questo termine.
Inossidabile, il capitalismo, vagheggia alla modernità. Al modo in cui si dovrebbero gestire i rapporti tra le classi, usare le risorse pubbliche e distribuire la ricchezza.Lo fa dallo scranno di un convegno, in ambienti ovattati e rigorosamente in giacca blu. A quei tavoli molti sindacalisti si trovano a loro agio.
A molti di noi non resta da fare altro che uscire fuori da una logica di rappresentanza istituzionale.
Non ci sono grandi obiettivi all'orizzonte ma tante piccole battaglie. Oggi questo è l'unico modo per ricostruire quel tessuto sociale disgregato dagli eventi di questi ultimi anni.
C'è una riscoperta del valore del gruppo coeso intorno ad un obiettivo da raggiungere. Alla Breda il riconoscimento di diritti, nella Val Susa il radicale No di fronte ad un progetto inutile, a Vicenza il riconoscimento dei diritti di una comunità di cittadini.
Insomma si tratta di lottare nel modo più efficace possibile. Ritornando ad essere arcaici.Semplicemente perchè non vi è nulla di nuovo sotto il cielo.
giovedì 5 aprile 2007
politica resistenza
Bertinotti la politica ed i pensionati
Quando ho letto la notizia ho riso alla grande. Non c'è limite all'arguzia.
Due pensionati si sono presentati presso gli uffici della s.ra Bresso. Costei ha l'alta carica di presidente della regione.
La s.ra Pina, pensionata, le ha dato le ricevute del pagamento dei ticket per visite ospedaliere e le ha chiesto il rimborso.la motivazione è stata"Lei ha promesso di abolirli.Bene, non ha rispettato la promessa, io l'ho votata e pretendo la restituzione dei soldi"
La Bresso ha pagato di tasca sua e si è premurata di rilasciare una ricevuta, per le parti, con scritto "Rimborso non ripetibile"
Uscita soddisfatta la signora ha promesso di non votare più per la sinistra ed ha invitato i pensionati a fare lo stesso.
Ospite di Costanzo (quello democratico che è stato della P2), Bertinotti discettava dello scollamento tra politica e popolo.la prima autoreferenziale e lontana dagli interessi dei più, il secondo impegnato a tirare avanti.
Il suo giudizio era molto critico nei confronti di questo modo di fare politica.
Non ho potuto non pensare che, in fondo, anche lui ed il suo partito gli hanno dato una bella mano a quel "modo".
Due pensionati si sono presentati presso gli uffici della s.ra Bresso. Costei ha l'alta carica di presidente della regione.
La s.ra Pina, pensionata, le ha dato le ricevute del pagamento dei ticket per visite ospedaliere e le ha chiesto il rimborso.la motivazione è stata"Lei ha promesso di abolirli.Bene, non ha rispettato la promessa, io l'ho votata e pretendo la restituzione dei soldi"
La Bresso ha pagato di tasca sua e si è premurata di rilasciare una ricevuta, per le parti, con scritto "Rimborso non ripetibile"
Uscita soddisfatta la signora ha promesso di non votare più per la sinistra ed ha invitato i pensionati a fare lo stesso.
Ospite di Costanzo (quello democratico che è stato della P2), Bertinotti discettava dello scollamento tra politica e popolo.la prima autoreferenziale e lontana dagli interessi dei più, il secondo impegnato a tirare avanti.
Il suo giudizio era molto critico nei confronti di questo modo di fare politica.
Non ho potuto non pensare che, in fondo, anche lui ed il suo partito gli hanno dato una bella mano a quel "modo".
mercoledì 4 aprile 2007
Violenza pacifismo estremismo
Radicali che non si sporcano le mani e bambini a pane ed acqua
Quando ho ascoltato la notizia, ho guardato la data sul calendario.Per fortuna il pesce d'Aprile ha già fatto i suoi danni e questo non era il caso.
A Nancy, in Francia, il sindaco (una donna) ha deciso di far dare solo pane ed acqua ai bambini che sono figli di genitori che ritardano il pagamento della retta. I minori coinvolti sono "solo" 9.L'età è tra i tre ed i cinque anni.
Non ho commenti da fare. D'altra parte se uno non paga è giusto che si dia un segnale chiaro, forte e senza equivoci. Quando vi tagliano la luce non è che stanno a guardare se avete nella vostra famiglia bambini o anziani.Lo fanno e basta.
Anche se in modo un pò tortuoso, collego la notizia al modo di fare politica dei radicali o meglio degli antagonisti.
Prendo lo spunto da un commento fatto su un post che ho letto di recente. Oltre a vomitare i soliti insulti sui "rivoluzionari" da salotto, il nostro commentatore sinteticamente bollava quelli dell'estrema (sinistra) come una banda di persone che :
-non vogliono crescere
-non vogliono scrostare il cervello dall'ideologia (questo è il senso)
-non vogliono sporcarsi le mani.
Ho pensato che in fondo è la solita storia.
Se uno non diventa complice e non accetta un certo modo di vedere le cose è uno che in fondo è rimasto bambino (anche un pò pirla).
Loro (i saggi) non hanno tempo per quelle cose lì, loro si devono sporcare le mani.
Utilizzano, in sostanza, un argomento che è il contrario di ciò che vorrebbero sostenere.
Se uno guarda solo al significato simbolico di una cosa del genere, vede un individuo che fa qualcosa che lo costringe a rimestare tra la merda.
Esattamente quello che fanno tanti estremisti, esattamente quello che non fanno tanti benpensanti.
L'atteggiamento di un "estremista", di solito, è quello di uno che si espone in prima persona, paga un prezzo e mette a rischio la sua libertà pur di non voltarsi dall'altra parte.E' minoranza davanti ad un cancello mentre gli altri entrano a lavorare. Cerca di sostenere persone che di solito non trovano molto spazio se non in fila davanti ad un refettorio.
Erano "radicali" quelli che preferirono la cella di una galera piuttosto che riempire le piazze con Benito.
Il punto è che quella roba lì fa girare immensamente i coglioni. E' molto più bella una politica ragionevole.Fatta di convenevoli e di infiniti dibattiti.Quel corto circuito ti impone di correre e non ti fa più camminare.
E lor signori hanno bisogno di tempo per imbonirti.
Nel caso dei bambini francesi cosa vorrebbe dire sporcarsi le mani?
Portando alle estreme conseguenze il ragionamento di tanti "realisti" sostenere quel sindaco. In fondo il problema è la retta ed il cibo costa.
Facendo invece un pò gli estremisti prendere un appuntamento con la lady e sputarle in un occhio.
A Nancy, in Francia, il sindaco (una donna) ha deciso di far dare solo pane ed acqua ai bambini che sono figli di genitori che ritardano il pagamento della retta. I minori coinvolti sono "solo" 9.L'età è tra i tre ed i cinque anni.
Non ho commenti da fare. D'altra parte se uno non paga è giusto che si dia un segnale chiaro, forte e senza equivoci. Quando vi tagliano la luce non è che stanno a guardare se avete nella vostra famiglia bambini o anziani.Lo fanno e basta.
Anche se in modo un pò tortuoso, collego la notizia al modo di fare politica dei radicali o meglio degli antagonisti.
Prendo lo spunto da un commento fatto su un post che ho letto di recente. Oltre a vomitare i soliti insulti sui "rivoluzionari" da salotto, il nostro commentatore sinteticamente bollava quelli dell'estrema (sinistra) come una banda di persone che :
-non vogliono crescere
-non vogliono scrostare il cervello dall'ideologia (questo è il senso)
-non vogliono sporcarsi le mani.
Ho pensato che in fondo è la solita storia.
Se uno non diventa complice e non accetta un certo modo di vedere le cose è uno che in fondo è rimasto bambino (anche un pò pirla).
Loro (i saggi) non hanno tempo per quelle cose lì, loro si devono sporcare le mani.
Utilizzano, in sostanza, un argomento che è il contrario di ciò che vorrebbero sostenere.
Se uno guarda solo al significato simbolico di una cosa del genere, vede un individuo che fa qualcosa che lo costringe a rimestare tra la merda.
Esattamente quello che fanno tanti estremisti, esattamente quello che non fanno tanti benpensanti.
L'atteggiamento di un "estremista", di solito, è quello di uno che si espone in prima persona, paga un prezzo e mette a rischio la sua libertà pur di non voltarsi dall'altra parte.E' minoranza davanti ad un cancello mentre gli altri entrano a lavorare. Cerca di sostenere persone che di solito non trovano molto spazio se non in fila davanti ad un refettorio.
Erano "radicali" quelli che preferirono la cella di una galera piuttosto che riempire le piazze con Benito.
Il punto è che quella roba lì fa girare immensamente i coglioni. E' molto più bella una politica ragionevole.Fatta di convenevoli e di infiniti dibattiti.Quel corto circuito ti impone di correre e non ti fa più camminare.
E lor signori hanno bisogno di tempo per imbonirti.
Nel caso dei bambini francesi cosa vorrebbe dire sporcarsi le mani?
Portando alle estreme conseguenze il ragionamento di tanti "realisti" sostenere quel sindaco. In fondo il problema è la retta ed il cibo costa.
Facendo invece un pò gli estremisti prendere un appuntamento con la lady e sputarle in un occhio.
martedì 3 aprile 2007
economia
Libero mercato e finti liberisti
Non la farò lunga su questo argomento.
L'idea di un mercato "democratico", in cui si compete tutti allo stesso livello, è vecchia come le radici di un baobab africano.
Secondo questo concetto, il proliferare dei competitori genera un sistema economico virtuoso che avvantaggia i consumatori.
Appunto! il proliferare dei competitori.
Gli unici "mercati" in cui vedo l'affermarsi di questo "sano" principio sono, non necessariamente nell'ordine:
1-il mercato rionale sotto casa mia (Porta Palazzo ha circa 1.000 banchi di vendita)
2-le centinaia di bar e ristoranti che incontro girando in città o a Rimini quando ci passo per sbaglio.
Parlando di economia di sostanza, quando si parla di risorse e servizi startegici per la collettività, constato che questo principio non vale.
Quanti operatori di telefonia o gestori delle risorse energetiche contiamo in Italia?
Quante aziende di software nel mondo?
Quante assicurazioni e banche?
Sembra che il principio "democratico", nel corso dei secoli, abbia perso un pò della sua sostanza.
La realtà è fatta da grossi gruppi finanziari, industriali e gestori di servizi.
In questo scenario sicuri che ci abbiamo da guadagnare nel dare tutto nelle mani di lor signori.
Chiudo con un ricordo.
Subito dopo la guerra a tal Mattei fu dato il compito di liquidare il gestore di energia (stato).
Lui fece il contrario, creò il gruppo che si chiama ENI, garantendo al paese la sovranità sulle politiche energetiche ( e sulle fonti) e di sviluppo, facendo accordi con i paesi produttori di petrolio.
Un servo dei comunisti o uno che serviva il suo paese?
L'idea di un mercato "democratico", in cui si compete tutti allo stesso livello, è vecchia come le radici di un baobab africano.
Secondo questo concetto, il proliferare dei competitori genera un sistema economico virtuoso che avvantaggia i consumatori.
Appunto! il proliferare dei competitori.
Gli unici "mercati" in cui vedo l'affermarsi di questo "sano" principio sono, non necessariamente nell'ordine:
1-il mercato rionale sotto casa mia (Porta Palazzo ha circa 1.000 banchi di vendita)
2-le centinaia di bar e ristoranti che incontro girando in città o a Rimini quando ci passo per sbaglio.
Parlando di economia di sostanza, quando si parla di risorse e servizi startegici per la collettività, constato che questo principio non vale.
Quanti operatori di telefonia o gestori delle risorse energetiche contiamo in Italia?
Quante aziende di software nel mondo?
Quante assicurazioni e banche?
Sembra che il principio "democratico", nel corso dei secoli, abbia perso un pò della sua sostanza.
La realtà è fatta da grossi gruppi finanziari, industriali e gestori di servizi.
In questo scenario sicuri che ci abbiamo da guadagnare nel dare tutto nelle mani di lor signori.
Chiudo con un ricordo.
Subito dopo la guerra a tal Mattei fu dato il compito di liquidare il gestore di energia (stato).
Lui fece il contrario, creò il gruppo che si chiama ENI, garantendo al paese la sovranità sulle politiche energetiche ( e sulle fonti) e di sviluppo, facendo accordi con i paesi produttori di petrolio.
Un servo dei comunisti o uno che serviva il suo paese?
lunedì 2 aprile 2007
Diritti civili
Nostalgia degli Asburgo per conquistare diritti civili?
A leggere di come il vaticano si interessa della proposta di legge sulle unioni di fatto, che si dovrebbe discutere in parlamento, c'è da farsi venire nostalgia degli Asburgo e del loro assolutismo.
Quei sovrani, un bel giorno, decisero che forse era il caso di ridimensionare il potere della chiesa.
Pensarono che, forse, era il caso che i preti si occupassero di anime e che non avessero la pretesa di occuparsi anche della cosa pubblica.
Per quella bastava ed avanzava lo stato ed i suoi rappresentanti.
Tra i privilegi che vennero tolti a lor signori ci furono anche quelli della esenzione dai tributi, della amministrazione di beni pubblici, della possibilità anche per le altre confessioni di esercitare il potere di culto, della istituzione del matrimonio civile e via discorrendo.
Vi immaginate il putiferio che tutto questo creò all'epoca?Rivolte in Polonia e Belgio con il supporto della nobiltà locale.
Certo una parte di quelle riforme fallirono perchè forse calate dall'alto e prive di quel consenso (salvo la corrente degli illuministi) necessario allo scopo.
O forse anche perchè il popolo era troppo impegnato a sopravvivere e privo di quel sapere in grado di combattere le suggestioni della fede.
Pensate che il Vaticano avesse interesse ad un popolo erudito?
Strana cosa la morale cattolica. Uno si chiede perchè, quando ha voglia di parlare con il creatore, debba passare attraverso questa istituzione sacrale che è la chiesa cattolica.
Secondo il mio punto di vista i fatti dell'anima e della morale sono una faccenda terribilmente complicata e privata. Non credo che il buon Dio abbia bisogno di ambasciatori per arrivarti nel cuore (se ci credi).
Eppure loro sono lì.Abbarbicati e rappresentati da quel ghigno della Binetti e dallo sguardo spiritato di sua santità (in gioventù e per sbaglio nazista).
Non ce l'ho con i preti. Ne conosco di ottimi e guarda caso quasi tutti impegnati nel sociale in qualche periferia operaia dalle mie parti a Torino.
Ne ho conosciuti di magnifici in giro per il Brasile o in Centro America.Qualcuno finito ammazzato perchè non proprio colluso con il potere di quei paesi.
Tutti impegnati a cercare di capire l'altro. A proporsi piuttosto che a imporsi.
Sarà forse per quello che non fanno carriera nelle gerarche della chiesa?
Quei sovrani, un bel giorno, decisero che forse era il caso di ridimensionare il potere della chiesa.
Pensarono che, forse, era il caso che i preti si occupassero di anime e che non avessero la pretesa di occuparsi anche della cosa pubblica.
Per quella bastava ed avanzava lo stato ed i suoi rappresentanti.
Tra i privilegi che vennero tolti a lor signori ci furono anche quelli della esenzione dai tributi, della amministrazione di beni pubblici, della possibilità anche per le altre confessioni di esercitare il potere di culto, della istituzione del matrimonio civile e via discorrendo.
Vi immaginate il putiferio che tutto questo creò all'epoca?Rivolte in Polonia e Belgio con il supporto della nobiltà locale.
Certo una parte di quelle riforme fallirono perchè forse calate dall'alto e prive di quel consenso (salvo la corrente degli illuministi) necessario allo scopo.
O forse anche perchè il popolo era troppo impegnato a sopravvivere e privo di quel sapere in grado di combattere le suggestioni della fede.
Pensate che il Vaticano avesse interesse ad un popolo erudito?
Strana cosa la morale cattolica. Uno si chiede perchè, quando ha voglia di parlare con il creatore, debba passare attraverso questa istituzione sacrale che è la chiesa cattolica.
Secondo il mio punto di vista i fatti dell'anima e della morale sono una faccenda terribilmente complicata e privata. Non credo che il buon Dio abbia bisogno di ambasciatori per arrivarti nel cuore (se ci credi).
Eppure loro sono lì.Abbarbicati e rappresentati da quel ghigno della Binetti e dallo sguardo spiritato di sua santità (in gioventù e per sbaglio nazista).
Non ce l'ho con i preti. Ne conosco di ottimi e guarda caso quasi tutti impegnati nel sociale in qualche periferia operaia dalle mie parti a Torino.
Ne ho conosciuti di magnifici in giro per il Brasile o in Centro America.Qualcuno finito ammazzato perchè non proprio colluso con il potere di quei paesi.
Tutti impegnati a cercare di capire l'altro. A proporsi piuttosto che a imporsi.
Sarà forse per quello che non fanno carriera nelle gerarche della chiesa?
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