martedì 19 giugno 2007

Una faccenda privata




Mio figlio ha tredici anni e gioca a pallone.Mio figlio ascolta musica di gente a cui si sente istintivamente vicino come lui


ha affrontato subito un paio di problemi Lucas.
Ricordo quando, per la prima volta in Italia,con lui che aveva due anni ho fatto la fila in questura per il suo permesso di soggiorno.
Ti trattano un pò così quando sei in fila, quando fa caldo e speri che qualcuno sia un pò gentile con quella gente e con te, che lì sei come loro.
Guarda il mondo con rabbia ogni tanto mio figlio.
le battute a volte sono "spiritose".Se mette una maglietta a maniche corte nera gli chiedono perchè lui le ha comunque lunghe le maniche.
Non vi dico poi al mare.
Noi ci sorridiamo e lui con noi.La gente non vuole ferirti e non capisce cosa può esserci nella testa di un tredicenne.
Nessuno di noi vuole darci peso.
E' un fatto che, crescendo, le battute spiritose aumentano.
Ma è forte il mio Lucas.E' forte nel corpo e nello spirito.Noi gli insegniamo la tolleranza, il rispetto e proviamo a fargli capire cosa è giusto e cosa no.
Vede carrette di profughi con il colore della sua pelle.Si chiede se la povertà appartiene solo a quelli come lui o no.
Ha paura istintivamente del rifiuto che si ha per quelle persone, ha paura che quel rifiuto riguardi anche lui.
Ha avuto una insufficienza quest'anno Lucas. In religione.Dice che in Brasile non tutti sono cristiani e che lui ancora deve decidere.Con il prete è stato subito conflitto.Duro e senza riguardi per la tonaca.
Anche in comportamento non è il massimo. Lui dice che c'è razzismo ed ipocrisia (non è questo il termine esatto).Che è facile prendersela con lui.
Non è un bullo Lucas.Non ha mai usato violenza.
Mi auguro che la sua vita sia serena e forse mi illudo. Con Carla lo guardiamo crescere e la sera lo salutiamo con un bacio prima di lasciarlo ai suoi sogni.

10 commenti:

Posta un commento