giovedì 29 maggio 2008

Quando ero giovane


Quando ero giovane i guai me li andavo scientemente a cercare.La militanza politica era qualcosa che mi occupava il tempo e la vita.Ho attraversato città dentro cortei pieni di rabbia e di violenza.Ho visto cose brutte e sconvolgenti come l'incendio dell'Angelo Azzurro e Crescenzio ridotto ad un manichino informe su una sedia, con il fumo che avvolgeva la sua figura.Ho visto finire al telegiornale la vita di compagni, stesi sul pavimento di un Bar in un quartiere operaio.

Ho condiviso il rischio, l'adrenalina, la paura ed il coraggio di tanti.
Ho visto, vicino casa, il dolore di un genitore che piangeva il figlio morto, ucciso da compagni che volevano fare un agguato ad una volante.
Ho portato il passamontagna e la spranga.Ho picchiato ed inseguito, sono stato braccato ed ho ricevuto minacce.Mi hanno distrutto il portone di casa spaventando a morte i miei vicini.Hanno scritto il mio nome, insieme ad altri, sui muri di scuola promettendomi di tutto.Ho frequentato gente che si è pentita e che un attimo prima cercava di convincermi di quanto fosse giusta la lotta armata.
Quando frequentavo il liceo sono stato espulso e sospeso per una settimana.Cosa avevo fatto?Ero entrato dentro la classe di uno che il giorno prima, fuori dai cancelli, si era presentato con una pistola minacciando dei compagni e lo avevo cacciato via a calci in culo.

Ho rivisto, in questura, le foto segnaletiche di gente che non vedevo da anni.Di altri ho perso le tracce. Di molti rivedo le facce in televisione mentre organizzano convegni o si scannano per una poltrona.

Quando la mia vita è cambiata, perché il caso mi ha portato a fare altro, ho riempito il vuoto della mia vita viaggiando.
Sempre rigorosamente con zaino e sacco a pelo.
La cosa più bella che ci sia, dal mio punto di vista. Ho preferito andare, e conoscere, realtà che sentivo in qualche modo vicino alla visione che ho io della lotta e della vita. Luoghi in cui scegliere e sentirsi nel giusto.A posto con la coscienza.Tra tanti posti il Guatemala, Il Salvador ed il Messico.Ho ritrovato, per caso, negli archivi del corriere della sera un articolo che mi ha visto involontario protagonista insieme ad un mio amico.La rivolta del Chiapas e l''occupazione di san Cristobal da parte di Marcos.Perché scrivo di questo? Forse perché quello che accade oggi mi riporta indietro nel tempo.Con tante differenze però.La prima differenza è in noi.In ciò che antropologicamente siamo diventati.Al fatto di dover vivere in un continuo equilibrio tra ciò che riconosciamo come valori e ciò che manifestiamo, nei nostri comportamenti di vita concreta, omologati ai tanti.
Al nostro vivere temendo di perdere quello che abbiamo. Nel non andare fino in fondo nelle cose che ci raccontiamo di questa società.
Probabilmente è diventato tutto più difficile ed incasinato.
O forse è tutto maledettamente più semplice.C'è una cosa di cui sono sicuro.Abbiamo scelto, fin da giovani, di complicarci la vita e viverla un po' male.E credo che, adesso, avremmo voglia di voltare le spalle ed occuparci solo di noi stessi.Solo che non ci riusciamo ed in fondo godiamo ad essere così.

Gli indios assaltano la citta' di San Cristobal

Rivolta indigena in Messico cinque morti e 20 feriti bloccati due turisti italiani,300 indios armati si sono impadroniti della localita' san Cristobal de Las Casas nel Chiapas

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Gli indios assaltano la citta' di San Cristobal TITOLO: Rivolta indigena in Messico Cinque morti e 20 feriti Bloccati due turisti italiani CITTA' DI MESSICO . Rivolta indigena in Messico. Trecento indios, pesantemente armati, si sono impadroniti della localita' turistica di San Cristobal de las Casas nello Stato del Chiapas provocando almeno 5 morti e una ventina di feriti fra le forze dell' ordine. Due turisti italiani sarebbero rimasti bloccati in un hotel della cittadina. I ribelli hanno detto di appartenere all' "Esercito di liberazione nazionale Emiliano Zapata", dal nome dell' eroe della rivoluzione del 1910 20. Dopo aver tagliato le linee telefoniche e le strade d' accesso alla citta' , il gruppo composto anche da alcuni bianchi avrebbe occupato e saccheggiato il municipio. I due italiani, M. P., 36 anni, di Torino, e xxxxxxxxxx, 33, di Genova, sarebbero bloccati in un albergo del centro. Lo ha rivelato la moglie di P., xxxxxxxx: "Mio marito . ha spiegato la donna . e' riuscito a parlarmi per telefono solo per pochi minuti, poi e' caduta la linea. Mi ha detto che i guerriglieri hanno occupato il municipio e l' albergo "San Cristobal" dove si trovano alcuni stranieri, in maggioranza statunitensi, e che nella citta' sta arrivando l' esercito messicano". Gli indios si sarebbero sollevati anche nelle localita' di Ocosingo, Altamirano e Las Margaritas, sempre nello Stato di Chiapas, confinante col Guatemala. E' la prima volta negli ultimi 20 anni che gli indigeni messicani impugnano le armi contro le autorita' . Nella "dichiarazione di guerra", distribuita alla popolazione e affissa sui muri di San Cristobal, i guerriglieri affermano: "Siamo coscienti che la guerra che stiamo dichiarando e' una misura estrema, ma essa e' giusta". Quindi invitano le popolazioni indigene del Chiapas, uno degli Stati piu' poveri del Messico, ad unirsi alla rivolta per opporsi ai "dittatori che da diversi anni conducono una guerra genocida" contro i popoli indigeni. L' obiettivo finale e' di "marciare sulla capitale, vincere l' esercito federale e permettere ai popoli liberati di eleggere democraticamente le autorita' ". Il governo ha reagito inviando sul posto l' esercito e bollando la rivolta come "atto di violenza e di provocazione".


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