venerdì 27 giugno 2008

Viaggiare



Quando ho preso il treno pensavo al solito viaggio palloso, fatto in un giorno feriale in compagnia di gente impegnata a parlare al telefono e con il computer davanti agli occhi.
Una sorta di dilatazione del tempo di lavoro e di produttività che nessuno mai potrà misurare e pagare adeguatamente.

E invece,dalle parti di Ancona, è salito lui con i suoi ottantanni dichiarati subito, la voglia di parlare con tutti e di tutto e la serenità di uno che guarda il mondo con gli occhi ironici dati dalla consapevolezza di dover godere "degli attimi fuggenti".

Guardandosi attorno ha subito borbottato che "nessuno si sapeva più divertire". E' apssato alla narrazione della sua vita e delle sue avventure. Da quel momento chi dormiva si è svegliato e chi lavorava ha smesso quasi subito.

E' stato un susseguirsi di episodi di guerra di un diciassettenne toscano scampato ai nazisti (grazie ad un fascista) ed impiegato per scavare trincee per la compagnia Todt sull'appennino emiliano.
La fuga e la ferma come volontario nei reparti dell'esercito italiano che combattevano con gli americani.
La morte degli altri, quella data e quella scampata.I trucchi per dormire caldi in montagna.

Il rapporto con il cibo scarso, la fame e la testimonianza che "si sopravvive e si guarda avanti".
Mille mestieri tra cui quello di marinaio.Lo studio da autodidatta della trigonometria per imparare a fissare il punto nave nell'oceano.
Ha parlato dei giovani declamando Dante Alighieri a memoria. Lo ha fatto perché per lui siamo colpevoli di nascondere la bellezza che è in quei versi alle nuove generazioni, per il fatto che non abbiamo forza nel capovolgere ciò che ci schiaccia e ci rende insensibili al profondo che è in quelle parole, nel non saper trasmettere questo a loro."Ma loro lo sanno chi è Dante Alighieri veramente?"

Se ne è andato chiedendoci se secondo noi in quello che c'è intorno c'è una forza consapevole della bellezza di quello che è l'ambaradan che ci circonda o se è tutto casuale.
Nessuno ha commentato.Persino l'ingegnere che gli sedeva a fianco sfoggiando la sua cultura "scientifica" non ha proferito parola.A nessuno è venuto in mente di dire "Ma che rompicoglioni"

giovedì 26 giugno 2008

La sospensione dei processi

Quello che segue è (dovrebbe essere) l'elenco dei reati per i quali si sospendono i processi avviati prima del 2002 in quanto le pene sono inferiori ai 10 anni.
Certamente ci sono delle imprecisioni ma l'elenco offre spunti di riflessione interessanti.
Rimane difficile capire quali siano quelli per i quali "l'emergenza" impone una corsia diversa.
I signori che protestavano contro l'indulto passato adesso saranno soddisfatti.
Ora, io penso che la situazione della giustizia, ed il come questa venga applicata,sono il sintomo di un corpo sociale che in alcune sue parti è in cancrena.
Che un processo abbia un percorso tanto accidentato da durare un decennio è una cosa priva di senso, ed è una di quelle cose che ti portano a pensare che tanto anche se fai qualcosa di "sbagliato" è difficile che per quello tu debba pagare un prezzo.
Berlusconi è il terminale di questa situazione ed il suo degno rappresentante.
C'è, però, una questione banale.I processi durano un'eternità, ma le galere sono di nuovo piene di gente.
Varrebbe la pena capire chi, alla fine, ci finisce dentro le maglie di questo "mostro" inerte.
E in ogni caso anche avessimo un rapporto detenuti/popolazione uguale a quella degli USA ci sentiremmo, solo per questo, tutti più tranquilli?



- aborto clandestino

- abuso d'ufficio
- adulterazione di sostanze alimentari
- associazione per delinquere
- bancarotta fraudolenta
- calunnia
- circonvenzione di incapace
- corruzione
- corruzione giudiziaria – è quella per cui Silvio Berlusconi ha fatto questo decreto
- detenzione di documenti falsi per l'espatrio
- detenzione di materiale pedo-pornografico
- estorsione
- falsificazione di documenti pubblici
- frodi fiscali
- furto con strappo
- furto in appartamento
- immigrazione clandestina ("pensate, dopo tutte le menate che fanno con la storia dell'immigrazione clandestina, adesso sospendono i processi" – Marco Travaglio)
- incendio e incendio boschivo
- intercettazioni illecite
- maltrattamenti in famiglia
- molestie
- omicidio colposo per colpa medica
- omicidio colposo per norme sulla circolazione stradale vietata
- peculato
- porto e detenzione di armi anche clandestine
- rapina
- reati informatici
- ricettazione
- rivelazioni di segreti d'ufficio
- sequestro di persona
- sfruttamento della prostituzione
- somministrazione di reati pericolosi (?)
- stupro e violenza sessuale
- traffico di rifiuti
- truffa alla Comunità Europea
- usura
- vendita di prodotti con marchi contraffatti
- violenza privata

Tutti questi, essendo puniti con pene inferiori ai dieci anni, vengono sospesi.

mercoledì 25 giugno 2008

Lo tsunami prossimo venturo



Bisogna essere fini economisti, candidati al nobel probabilmente, per riuscire a dichiarare quello che il "compagno" Trichet ha detto oggi.

"L'incertezza sulle prospettiva di crescita è notevole", ha detto infatti Trichet nel corso di un intervento davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo a Bruxelles, in cui ha sottolineato anche che l'inflazione resterà elevata per tutto il 2008 per ridursi gradualmente solo nel 2009. Nel 2008 - ha aggiunto il presidente della Banca centrale europea - è previsto un tasso di inflazione tra il 3,2% e 3,6% e per il 2009 tra l'1,8% e il 3,3%.

E , certo, l'incertezza è notevole così come, tanto per non sbagliare, le previsioni sull'inflazione oscillano "sensibilmente" tra il 3,2 ed il 3,6 questo anno e tra l'1.8 ed il 3,3 il prossimo.
Un mito.
Dopo di che ci delizia con una lungimirante analisi di quelli che sono gli elementi che condizionano la crescita economica e la spirale inflazionistica

A pesare sull'inflazione è soprattutto il caro-petrolio, che non dipende soltanto dalla speculazione, ha osservato il presidente della Bce: "E' mia convinzione che i mercati debbano funzionare nel modo più trasparente ed efficiente possibile, ma non sono sicuro che il principale colpevole di quello che stiamo osservando sia la speculazione, quanto piuttosto un problema di offerta e domanda". "Il problema principale, se ce n'è uno - ha aggiunto - è che lo spostamento di risorse nei portafogli va principalmente a favore delle materie prime".

Quindi, per ricapitolare, il genio (dopo aver messo sotto una quarantina di dotti laureati in economia) ci racconta:
1- che l'inflazione oscilla ed oscillerà.
2-per evitare rischi, ed essere accusato di sparare numeri come durante la lotteria di capodanno, si prende un po' di margine (per usare un eufemismo).Come il mago Telma che predice un guaio nel giro di due anni.
3-non è sicuro che il prezzo del petrolio dipenda dalla speculazione
4-pero',forse, il prezzo dipende da un problema insito nella dinamica domanda offerta, ma non si sbilancia non avendoci capito un cazzo
5-se c'è un problema è quello che lo spostamento di risorse, nei portafogli(non i vostri) ,va principalmente a favore delle materie prime.In pratica mettono soldi dove c'è una ragionevole probabilità di guadagno.
Da questo ultimo punto, con molta cautela perché il passaggio logico è un po' oscuro, sembra di capire che forse un cicinino di responsabilità la speculazione finanziaria l'ha.

Per un attimo mi metto al posto di uno sceicco qualsiasi.
Se sono uno sceicco la maggior richiesta, del mio petrolio, da parte del mercato mi mette nella condizione di poter agire sulla leva del prezzo con una certa "tranquillità".A maggior ragione se opero all'interno di un cartello che concorda quelle che sono le politiche di offerta e, come me, si muove con la stessa logica.
Mi chiedono più petrolio questo mi consente di valutare quello che si chiama "margine di sicurezza", cioè il punto oltre il quale l'aumento del prezzo, in relazione ai volumi di vendita prodotti ed alla loro probabile riduzione,mette a rischio la marginalità del business e, quindi, mi si può ritorcere contro in termini di una sostanziale diminuzione delle quantità vendute che non vengono compensati dal maggior prezzo per unità di prodotto.
Nello stesso tempo verifico l'interesse ad aumentare l'offerta, nei tempi e nei modi, garantendomi che un eventuale aumento della mia produzione venga fatta nel momento in cui il prezzo di acquisto è sensibilmente salito.

Ora con il petrolio siamo nella situazione per la quale si determinano diversi "fenomeni".In primo luogo siamo di fronte ad una risorsa della quale si racconta il suo esaurimento a "breve" proprio nel momento in cui la maggior richiesta, da parte di Cina ed India come "competitor" di domanda, si somma alla questione della scarsità.
Il nostro sceicco è quindi di fronte ad uno scenario di esaurimento che di per sé, in mancanza di alternative o di modelli di sviluppo diversi, stressa il prezzo verso l'alto.In più si trova di fronte a più compratori che determinano una ulteriore competizione in termini di domanda, e che compensano, in qualche modo, i vari mercati nelle loro oscillazioni di acquisto garantendo, nel medio periodo, una stabilità nei volumi di acquisto complessivi.
Il tutto rafforzato da un consenso di "colleghi" di cartello che, per vari motivi,ragionano nello stesso modo e che non hanno grandi interessi nel moderare il fenomeno.
In più, di fronte a questi fatti, gli si offre la possibilità di giocare finanziariamente sul prezzo aumentando, con la speculazione, ulteriormente le sue fonti di guadagno.
Se poi quello sceicco gode della compagnia, in vari consigli di amministrazione, del gotha imprenditoriale e politico che insieme a lui giocano su derivati e futures il labirinto non offre uscite.

Se questi, di massima, sono gli elementi che determinano il prezzo e quindi influenzano l'inflazione non si capisce quale è il ruolo che la BCE voglia giocare su quel fronte.Di certo nessuno (considerato anche quello che dovrebbe essere il ruolo) se non il prendere atto che così è e quindi, in nome di mercato ed equilibri politici, nulla si può fare.Possiamo quindi dire che quella variabile (prezzo del petrolio) che a cascata influenza il resto (produzione,distribuzione etc.) è ingovernabile e che così una parte consistente della inflazione la dobbiamo subire.

Se non che l'unica leva di contrasto che sembra rimanere a lor signori, insieme all'aumento dei tassi, è quella di raccomandare moderazione salariale.
Rispettando però un "valore" senza il quale non sapremmo come vivere.Libera concorrenza (che in molti settori non esiste) e nessun intervento sui prezzi.Quindi niente prezzi amministrati, nessuno sconto IVA, nessun vincolo che possa in qualche modo condizionare "l'offerta" od il paniere della spesa.Certo, con l'unica eccezione della carta carità.

Però sono formidabili e surreali nel fissare obiettivi da missione impossibile (1,7 il tasso di inflazione programmato), così come è surreale il ruolo politico che la comunità europea gioca in questo frangente.
Se è vero che siamo di fronte a nuovi scenari, sintesi di macro cambiamenti sul fronte economico così come su quello delle fonti energetiche che hanno garantito lo sviluppo del sistema fino ad oggi, mi aspetterei una presa di coscienza che forse è tempo di cambiare "l'orientamento" e la direzione della nave.Mi focalizzerei su ragionamenti più strategici, sugli indirizzi da dare alla nostra società nel suo complesso, rimetterei in discussione valori assunti come dogmi ed organizzazioni sociali sedimentate.In sostanza "rivoluzionerei" il mio modo di pensare costringendo la società a "ripensarsi" in modo radicale in funzione di come si è organizzata fino ad oggi. Cosa si produce, come si produce, che effetti si determinano nella società (organizzazione, valori, ricchezza ed opportunità, democrazia), chi gestisce e chi gode del sistema dato.
Ed invece quello che ci propongono è un messaggio che recita "diventerete più poveri", mentre altri massimizzeranno i loro profitti, e dovrete sopportare l'onere del cataclisma perché noi siamo troppo vecchi (ed abbiamo altri cazzi) per aver un qualche interesse di indirizzo nei vostri confronti.

Sapete come si fa per non pagare il canone rai?

Come disdire il canone Rai
Se volete rinunciare al televisore, potete venderlo, rottamarlo, farvelo rubare o farlo "sigillare" dalla Rai. Oppure regalarlo a un altro abbonato




Se il televisore viene venduto
o rubato

In questo caso occorre inviare una lettera di disdetta dell’abbonamento Rai per raccomandata a.r. (con avviso di ricevimento) al seguente indirizzo:

Agenzia delle Entrate - 1° Ufficio di Torino
S.A.T - Sportello Abbonamenti Tv
Casella postale 22 - 10121 Torino

allegando rispettivamente le generalità e l’indirizzo dell’acquirente o la denuncia di furto.

Se non volete più utilizzare il televisore

Può succedere che si colga l'occasione di un guasto all'apparecchio per liberarsi della Tv. Occorre allora richiedere il “suggellamento” dell’apparecchio. Questa operazione comporta anche il versamento di 5,16 euro (le vecchie 10.000 lire) con un vaglia postale (attenzione: vaglia, non conto corrente) allo stesso indirizzo sopra riportato. Potete poi procedere in due modi:

  • se non avete il libretto di abbonamento, indicate nel vaglia la seguente causale: “per disdetta dell’abbonamento n. .... e conseguente richiesta di suggellamento” e spedite la ricevuta con raccomandata a.r. assieme alla lettera di disdetta;

  • se avete il libretto di abbonamento, compilate la cartolina D (o B nei libretti più recenti) con l’intestazione “Denuncia di cessazione dell’abbonamento Tv”, barrando la casella 2 (richiesta di suggellamento) e riportando negli spazi bianchi il numero del vaglia e la data del versamento (oppure allegando la ricevuta del vaglia). Spedite sempre con raccomandata a.r.

Conservate sempre una fotocopia fronte/retro della cartolina o della lettera di disdetta, più la ricevuta del vaglia per l’utente.

In risposta a questa richiesta, potreste ricevere, in teoria, la visita di un funzionario Rai che infilerà il vostro televisore in un sacco e lo chiuderà con un inviolabile sigillo del Ministero, lasciandovi in soggiorno un singolare e ingombrante soprammobile. Ma state tranquilli, il rischio che ciò accada è molto remoto: la procedura di suggellamento infatti non viene mai messa in atto nella pratica.

Se il televisore viene buttato via

La procedura più comoda per liberarsi della Tv è comunque quella di rottamare l’apparecchio, facendolo prelevare dal servizio di ritiro rifiuti ingombranti della propria città o portandolo in una delle piattaforme ecologiche presenti sul territorio, e facendosi rilasciare una ricevuta di rottamazione.

In alternativa, si può dichiarare al SAT di aver regalato il televisore (tecnicamente di averlo “ceduto in comodato”) a un amico che sia già titolare di un abbonamento Rai, del quale occorre comunicare le generalità e l'indirizzo. La procedura non è “codificata”, ma poggia sulla norma (art. 27, comma 2, della legge 223/90) secondo cui il canone va pagato solo per il primo apparecchio; quindi se si posseggono più televisori (anche nella seconda casa, ad esempio) non è dovuta alcuna imposta aggiuntiva.

Disdetta, con la Rai una "missione impossibile"

Una piccola nota conclusiva: se cercate sul sito della Rai queste indicazioni, o anche solo la procedura “ufficiale” per la disdetta del canone, non le troverete. Abbondano i dettagli sull’apertura dell’abbonamento, le variazioni e gli obblighi connessi, ma c’è ben poco sulla facoltà di disdetta, che parrebbe contemplata solo in casi estremi come morte, trasferimento all’estero o in casa di riposo (sic!). E’ comprensibile che un salumiere non dia istruzioni su come diventare vegetariani, ma un servizio pubblico dovrebbe fornire informazioni complete anche a chi decide di “andarsene”.

Angelo De Marinis

venerdì 20 giugno 2008

Giustizia di classe


La politica del “compagno” Berlusconi si sta concretizzando in una serie di iniziative che sembrano portare indietro l'orologio della storia.
In primo luogo quello che salta all'occhio è la questione della sospensione dei processi perché, questa è la tesi, lui non vuole essere messo sotto ricatto da una banda di magistrati epigoni di Beria e Stalin.
A ieri non mi è mai capitato di leggere nulla che confutasse una delle motivazioni addotte, cioè quella per cui già in altri paesi europei è così. Le maggiori cariche dello stato godono del privilegio di vedere sospese tutte le iniziative di tipo giudiziario che le riguardano.
A prescindere da quella che è la mia personale opinione, che è in ogni caso un privilegio inammissibile, mi è capitato sotto gli occhi quello che scrive Michele Ainis, ieri, sulla Stampa.
La tesi che confuta ciò che è il Berluscazz pensiero è la seguente:

1- Il riferimento alla legislazione francese è improprio in quanto
a- la costituzione francese non ospita una norma chiara al riguardo
b- per molti anni quella norma è stata interpretata circoscrivendo l'immunità del presidente (della repubblica e non del consiglio) ai soli reati funzionali.
c-In tutte le costituzioni occidentali, eccezion fatta per Belgio e Spagna, non esiste immunità di alcun genere per i delitti comuni (compreso spaccio di droga, truffa etc.)
d- La Francia rappresenta un'eccezione, giacché l'immunità totale riguarda i re, non i capi di stato Repubblicani.
2- Questi reati (quelli funzionali) corrono già in Italia, come altrove, su un binario separato. Gli altri no “perché nel 1947 i costituenti pensavano che in tale ipotesi l'interessato si sarebbe dimesso un minuto dopo.”
3- Il presidente degli USA risponde come un privato cittadino per i delitti commessi in quanto tale e viene citata, al riguardo, la corte suprema che in occasione dello scandalo Watergate scrisse:” La dottrina della separazione dei poteri non può fondare un'immunità del presidente assoluta e generalizzata”.
4-Sempre negli USA Clinton fu condannato al pagamento di una somma di denaro, in seguito al processo per molestie sessuali che gli aveva intentato Paula Jones.
Eventuali obiezioni sul merito prego indirizzarle allo scrivente.

Veniamo ora al punto.
La separazione delle possibilità date alla casta (somma di classe politica e classe sociale “agiata”) è già di per sé in quelli che sono i costi ed i tempi per poter accedere a sentenze che diano giustizia.
Se uno volesse rendere “giustizia” ai cittadini, dovrebbe percorrere una strada che sia quella della definizione di una sentenza in tempi ragionevoli e certi,mettendo sullo stesso piano le persone indipendentemente dalle loro possibilità economiche.
Berlusconi ha la possibilità, come altri, di “gestire” un processo in funzione di tempi che gli garantiscano in ogni caso l'immunità.
Non è a caso che noi vetero comunisti continuiamo, ostinatamente, a parlare di giustizia di classe.

In questa roba è veramente comico (tragico in realtà) vedere il modo surreale in cui la materia viene trattata dai partiti dell'ordine e come non viene trattata dagli altri.
Ma come, ci riempite le strade di polizia e carabinieri,blindate le frontiere e volete mettere in un lager, per 18 mesi, uno (bambino o adulto che sia) perché commette il “reato” di non avere il permesso di soggiornare nel nostro amabile paese, ritenete più grave una canna fatta da un adolescente e vi rifiutate di far processare gente che dovrebbe essere “intonsa” per avere l'autorità morale di fare prediche sulle regole agli altri?
Non sarebbe il caso di rendere celere quel processo costruendo per lui, come per i processi sulle morti bianche, una corsia preferenziale fatta da procedure che snelliscano il tutto?
E invece questi mettono la monnezza sotto il tappeto.
Però occhio se fate i posteggiatori abusivi o se vendete un CD taroccato. E, cari miei, lì non si transige e sono cazzi amari.
Di questo, però, onore al merito anche ai "compagni" del PD.

mercoledì 18 giugno 2008

Figura di merda?

Robin Hood


Il compagno Tremonti usa un linguaggio, e scrive libri,che sono parte di quella cultura nazionale popolare tanto cara ai fascisti.
Un linguaggio che strizza l'occhio agli sfigati, che alza cortine fumogene e che, nella sostanza, è una presa per il culo per gente che ha voglia di sentirsi rassicurata, che è perennemente alla ricerca di un bersaglio su cui scaricare le tensioni e le frustrazioni quotidiane.
Ci dice che la sua Robin Hood tax è una tassa bellissima perché mette le mani nelle tasche di petrolieri e banche.
Non ho idea se questa, che è una misura che in qualche modo discrimina tra "capitalisti", passerà o se non farà la fine di quello che provò a fare Prodi negando, alle banche, la possibilità di godere dei tagli all'Irap.Cosa che non fu possibile.
Rimane la "forza" del messaggio.
E rimane l'imbarazzo di "certi" riformisti, gli stessi che si scandalizzarono a proposito dei manifesti di rifondazione sul far pagare i ricchi.
Nella sostanza c'è il fatto che se guadagnano tanto, quelle società, è perché aumentano i ricavi in modo spropositato rispetto ad i costi che devono sopportare per stare dietro a tanto ben di dio.
E' una rendita e chi gliela garantisce siamo noi.
Pagheranno più tasse con i soldi tolti, in ogni caso, dalle nostre tasche e che non ci ritorneranno mai.
Intanto, per gradire, si preparano a farti lavorare di più per darti quello che non ti daranno con i contratti. Una sorte di ritorno al futuro dell'800.
A pagarti di meno se abiti al Sud ma non di più se abiti al Nord, come negli anni 50.Come se la fatica fosse diversa.
A farti abituare all'idea del posto di blocco fatto da militari.
A darti un calcio nel culo se sei un barbone ed a metterti in galera se clandestino, ma non a processarti se picchi chi protesta, perché sei uno sbirro, o fai impoverire qualche migliaio di risparmiatori vendendogli carta straccia.
A controllarti sempre, ma non a tollerare che quello che fanno ed il modo in cui si parlano tra amici degli amici compaia sui giornali.
E quello parla di Robin Hood.

Questi sono pericolosi e c'è qualcuno che ci vuole ancora parlare assieme.
A me non scandalizzano le cose che fanno e che faranno, la strada l'ha spianata quel genio dell'ex sindaco di Roma.
Queste sono esattamente le cose che fa la destra quando governa.Peccato che piacciano tanto anche alla "sinistra" liberal e riformista.
Quello che scandalizza è il torpore di questa gente.La catalessi, la mancanza di idee e la passività alla quale sembra vogliano condannarci.
Quanto ci vorrà ancora e quanti cazzotti alle coscienze sarete disposti a sopportare cari riformisti del cazzo?
Siamo in piena emergenza democratica e fate finta di niente dalle parti del palazzo. Magari perché al fondo pensate che sia giusto così.O no?

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martedì 17 giugno 2008

Lanfranco Pace ovvero meglio un coito interrotto



Quello che ogni sera, con la facciona rubiconda e la cravatta bordo' (il più delle volte), sulla 7 intervista politici ed ammennicoli vari ha un passato "rivoluzionario" di tutto rispetto.
Mi chiedo come si potesse, all'epoca, dar conto a gente di questo tipo.
A sentirli parlare, adesso, insieme ad ex del calibro di Sofri, si capisce anche perché uno come MARINO abbia goduto un sacco a raccontare chi, secondo lui, lo assecondò nell'omicidio Calabresi per fargli provare il gusto delle sbarre.
Gente che se li rivedi in qualche intervista con i capelli lunghi e la faccia da imberbe ti travolge con la "qualità" della critica allo stato.
Mi è capitato di sentire un flash di una dichiarazione di Liguori ventenne (su Blob).Mi chiedo se sono la stessa persona.
Certo nella vita si cambia.
Per certuni, però, si imporrebbe il silenzio quando un percorso accidentato ti ha fatto buttare nel cesso quel minimo di coerenza con cui guardarti allo specchio.
E invece te li ritrovi lì, paciosi con il portafoglio pieno, a raccontarti come vanno le cose.
Ad ogni buon conto questa che copio da Wikipedia è la biografia del nostro giornalista.Tanto perché sappiate da dove arriva, come si è trasformato, con chi collabora e con quale leggerezza d'animo segga a quel tavolo.

"Gli anni di Potere Operaio e delle Brigate Rosse [modifica]

Nel 1968 fa parte all'Università di Roma del comitato di base di ingegneria dove viene in contatto con Oreste Scalzone e Franco Piperno, con cui porterà avanti un sodalizio per oltre trent'anni. Costituisce a fine anni '60 il Comitato di Base della fabbrica FATME a Roma.

A Torino, nel 1969 entra in Potere Operaio (partecipa agli scontri di Corso Traiano del 3 Luglio 1969) e rapidamente ne diviene uno dei dirigenti.[1]

Allo scioglimento di Potere Operaio (1973), nell'ambito di Autonomia Operaia, d'intesa con Valerio Morucci, Franco Piperno, Germano Maccari, Luigi Rovati, Piero del Giudice e Paolo Castaldi dà vita ad un progetto di unificazione delle organizzazioni armate rivoluzionarie dell'estrema sinistra denominato Co.Co.Ri. (Comitati Comunisti Rivoluzionari).

Più avanti (1977), fonda, con Oreste Scalzone e Franco Piperno il Progetto Metropoli, una rivista/movimento, con il complemento Pre-Print, con sede al civico 28 di piazza Sforza Cesarini a Roma (successivamente sede di Linea di Condotta).[2]

Il progetto della rivista Metropoli è collegato (stessa sede, stessi nomi delle persone a libro paga: Paolo Virno e Lucio Castellano, oltre a Lanfranco Pace) al CERPET, Centro Ricerche di Programmazione e Pianificazione Economica e Territoriale, nato per iniziativa di Stefania Rossini e Luigi Sticco (sotto il patrocinio del senatore Antonio Landolfi) e che si occupa di ricerche sociali, finanziate in modo molto generoso da Montedison, Formez e Regione Abruzzo.[3] [4]

Coautore con Lucio Castellano e Cristina Cocchioni del libro La fabbrica nel sud. Il mercato del lavoro a Cassino dopo l'insediamento Fiat, Lerici, Cosenza, 1978.

Viene arrestato il 3 aprile 1978 nel corso di una retata nell'ambito della Autonomia Operaia ma resta in carcere un giorno solo, giusto il tempo per essere identificato.[5]

Durante il sequestro Moro (16 marzo - 9 maggio 1978) Pace ha periodici incontri con i brigatisti rossi di origine più movimentista, Valerio Morucci e Adriana Faranda, svolgendo un ambiguo ruolo di mediatore tra l'ala movimentista delle BR (che andava poi a riferire a Mario Moretti) ed il Partito Socialista Italiano (Claudio Signorile, Antonio Landolfi, Bettino Craxi).[6]

Tra il 1978 e l'inizio del 1979 ha diversi contatti con il gruppo dirigente delle BR, al fine di "far da pacière" tra il gruppo di Moretti/Gallinari e il duo Faranda/Morucci.

A tale epoca risale, secondo alcune fonti (pentiti e dissociati) l'appartenenza vera e propria di Lanfranco Pace alle BR, sempre smentita dall'interessato.[7]

Nei primi mesi del 1979, Morucci e Faranda sono ospitati in casa di Aurelio Candido, grafico di Il Messaggero e militante del Partito Radicale, su richiesta di Lanfranco Pace, che non lo informò sulla loro identità.

Successivamente Pace raccomanda i due, appena usciti dalle Brigate Rosse per costituire un altro gruppo terroristico, a Giuliana Conforto perché affitti loro il suo appartamento in viale Giulio Cesare 47 a Roma, dove questi sono posti in arresto il 29 maggio 1979.[8][9]

Nel 1979, imputato nel cosiddetto "Processo 7 Aprile" nell'ambito dell'inchiesta del giudice Calogero, fugge in Francia con Franco Piperno, dove lavora al giornale Liberation. Ai primi di settembre 1980 Lanfranco Pace si costituisce in Francia e tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, Piperno e Pace vengono estradati in Italia.

La carriera giornalistica [modifica]

Attualmente è opinionista politico per la televisione LA7 e per il quotidiano Il Foglio. Dal febbraio 2008, in seguito alla fondazione della lista Pro-life di Giuliano Ferrara, Lanfranco Pace ne ha preso il posto alla conduzione di Otto e mezzo, trasmissione per la quale aveva curato fino a quel momento il servizio d'apertuta, chiamato Il Punto."

lunedì 16 giugno 2008

Meglio i soviet della democrazia



Meglio la democrazia od i Soviet?
Veltroni è di sinistra?
Chi sono i proletari?
Le risposte di Odifreddi, da la Stampa
Da leggere ascoltando il pezzo degli zz top ad alto volume

Da:La Stampa
CLAUDIO SABELLI FIORETTI
Un giorno ha voluto spiegare perché nonpossiamo essere cristiani. Il libro ha venduto 200 mila copie. Piergiorgio Odifreddi ci ha preso gusto e ha cominciato la serie del matematico, "impertinente" prima e "impenitente" dopo, sempre a colpi di 100 mila copie. Ateo, laico, anticlericale, sostanzialmente mangiapreti, nonostante quattro anni di seminario, o forse proprio per quello, Odifreddi l'ho incontrato in Spagna, sul Camino de Santiago de Compostela. Roba seria per pellegrini credenti. Impenitente, che ci fai qui? «Sono stato sull'Himalaya. Ho fatto i pellegrinaggi indu. Camminare nei campi ti mette in sintonia con te stesso».

E un libro sul Camino?
«Lo faremo io e Sergio Valzania, il direttore di Radio2 e Radio3. Si chiamerà La via lattea, da Buñuel naturalmente. L'impenitente e il credente camminano insieme e dibattono».

Chi ha vinto?
«Valzania è un muro di gomma. Qualunque cosa tu gli dica è sempre la dimostrazione dell'esistenza di Dio».

Ha vinto il credente, quindi…
«Valzania crede di credere perché chiude gli occhi davanti alla realtà. Persone strutturate intellettualmente come lui non possono essere dei credenti».

La fede è roba per gente semplice?
«Einstein, nell'ultima fase della sua vita, scrisse: "La religione è una superstizione infantile"».

Einstein ha sempre detto di avere uno spirito religioso…
«Ma anch'io ce l'ho. Se non si crede ad un universo ordinato è inutile fare lo scienziato».

Quindi lo scienziato crede.
«Crede all'opposto dei dogmi ai quali dice di credere Valzania, tipo verginità della Madonna».

Basta religione. Politica. La matematica può aiutare il buon governo?
«C'è il teorema dell'impossibilità, valso a Kenneth Arrow il premio Nobel per l'economia. Dice in sostanza che la democrazia non esiste. C'è il paradosso di Condorcet: nel 1976 negli Usa Carter vinse contro Ford, ma Ford aveva vinto contro Reagan. E secondo i sondaggi Reagan avrebbe vinto contro Carter. Chi doveva fare il presidente?»

Ricordi? La democrazia non è un sistema perfetto ma è il migliore.
«Non ne sono sicuro: il sistema democratico è di tre secoli fa, è anacronistico. Oggi abbiamo mezzi elettronici. Oggi il governo dovrebbe limitarsi a fare ordinaria amministrazione».

E per i grandi temi?
«Ridi se vuoi. Però il sistema dei soviet era più moderno».

Rido.
«I soviet erano come le corporazioni. Tu potevi far parte di tanti soviet perché eri contemporaneamente giornalista, filatelico, letterato… Potevi delegare tutto a una sola persona?».

Come spieghi il successo della destra alle elezioni?
«Gli italiani sono sempre stati di destra. I proletari oggi non votano».

Come sarebbe a dire?
«Albanesi, marocchini, rumeni non votano. I proletari italiani sono diventati borghesi».

Sembrava che tu volessi scendere in campo.
«Mi chiamò Veltroni quando nacque il Pd. Ma io sono di sinistra e il Pd è una ricostruzione della Dc".

E allora?
«Ho pensato: se uno entra nel Pd riesce a fare qualche cosa».

E sei entrato…
«Mi sono sentito subito a disagio. Mi misero nella commissione valori. Cento persone. Accanto a me era seduta la Binetti».

Col cilicio.
«La Binetti è molto gentile. Ma è un'integralista. E poi, diciamolo ma non lo scrivere: è una che non ha mai avuto un uomo, è dell'Opus Dei, vive in una comunità di donne, il suo stipendio lo devolve interamente all'Opus Dei. Però…»

Però?
«Preferisco lei a Veltroni. Lei è una che ha dei principi. Veltroni non sai che cosa vuole. E alla fine ti frega».

Ha fregato anche te?
«C'erano troppi dc nel Pd. Ho chiesto a Veltroni di prendere posizione. Lui ha parlato della funzione pubblica della religione. E allora me ne sono andato».

Di molti dc si diceva che erano laici…
«Si dice che De Gasperi fosse laico perché talvolta rifiutava di obbedire agli ordini di Pio XII. E pensa ad Andreotti».

Cossiga dice che rappresenta il Vaticano in Italia.
«Dice anche: "Andreotti è convinto che la storia la faccia Dio". Ma Cossiga è un tipo strano… è massone…».

Lui nega di essere massone.
«Gli iscritti alle logge segrete negano di essere massoni. Credimi, Cossiga è massone».

I politici italiani stanno scoprendo la religiosità…
«Ma anche Ferrara. E Magdi Cristiano. Vallo a capire. Dicono che sia diventato cattolico dopo aver letto il Corano. Ma io ho letto la Bibbia e non sono diventato islamico».

I campioni del laicismo?
«Non ne conosco. Quando si è votata l'esenzione dall'Ici per la Chiesa, era il governo Prodi, ci sono stati solo sei voti contro. Dov'erano i cosiddetti laici?»

Prodi odiato da Ruini.
«Quando Prodi fu eletto nel 2006 disse: "Faremo pagare l'Ici alla Chiesa". Io pensai: "Finalmente un cattolico adulto". Poi fece una legge che esentava dall'Ici definitivamente tutti gli enti che non sono esclusivamente a scopo di lucro. Cioè: basta avere una cappelletta e non paghi l'Ici».

La sinistra è scomparsa.
«L'unico successo di Veltroni. Hanno appeso un cartello in Campidoglio: "Veltroni santo subito". Ha fatto il Pd e ha fatto cadere Prodi. Si è presentato da solo e ha fatto vincere Berlusconi. Ha presentato Rutelli e ha fatto vincere Alemanno».

Tutte le volte che Zapatero vince, Veltroni dice: "Abbiamo vinto".
«Col cavolo che "abbiamo vinto". Veltroni è l'antitesi di Zapatero. E' un vecchio democristiano di sinistra. Un vecchio socialdemocratico di destra».

Chi segue gli insegnamenti della Chiesa oggi?
«Nessuno. Cattolici fondamentalisti convivono con le loro compagne senza essere sposati. E solo il 30 per cento va a messa».

Veltroni ti ha definito "la versione caricaturale della laicità"…
«E lui se ne è andato a prendere schiaffi dal Papa il quale gli ha fatto la predica e alla fine ha anche battuto cassa per le scuole religiose. Vergognoso».

Veltroni ha anche detto che la Chiesa non fa ingerenze ma sollecitazioni…
«Beato lui. Se pensi al referendum sulla procreazione assistita… La Chiesa "sollecitò" l'indicazione di "non voto". Andreotti disse: "Io ci andrei a votare, ma se lo dice Ruini non ci vado"».

Tu sei comunista?
«Credo di esserlo. Mi piace un sistema statalista, governato dal centro».

Non ha dato grande prova di sé…
«I sovietici erano all'avanguardia rispetto ai tempi. Avrebbero avuto bisogno di mezzi informatici altamente avanzati».

Tu hai detto che gli scienziati sono gli unici che difendono la laicità...
«Scrivere libri contro la religione dovrebbe essere il lavoro dei filosofi. Ma in Italia non ci sono filosofi laici…»

Vattimo?
«Vattimo recita il breviario tutti i giorni».

Cacciari?
«E' un papista». Lui ti chiama "il sedicente laico"… «Ha ragione. Io non sono laico se laico è lui».

Ci sono anche scienziati credenti…
«Ma scienziati che non accettino il darwinismo non ce ne sono. O meglio ce n'è uno, Zichichi, che non è il massimo. Il fatto che lui non creda al darwinismo è un ottimo motivo per crederci».

Tu hai scritto che la Bibbia che è piena di sciocchezze.
«Quando ho letto la Bibbia mi sono sbellicato dal ridere. Non riuscivo a credere che una religione si potesse reggere su cose del genere. Un Dio cattivissimo fa il tifo per un unico popolo. Gli altri li distrugge. La terra promessa? Popolazioni annientate, donne violentate. A volte sembra di leggere Mein Kampf. Hitler citava la Chiesa come sua ispiratrice per i metodi di inquisizione. E gli Usa per come hanno sterminato gli indiani».

Sei anche antiamericano.
«Le leggi razziali contro gli zingari degli Usa sono precedenti a quelle della Germania nazista. Molte delle cose che noi imputiamo al razzismo nazista in realtà sono americane».

Hai firmato il documento contro la visita del Papa alla Sapienza?
«Non ero a Roma. Ma avrei firmato».

Dei professori che hanno firmato Cacciari ha detto: "Sono dei cretini".
«Cretino, etimologicamente, deriva da "cristiano"».

Non è stato elegante respingere il Papa…
«Perché, è vietata la protesta?».

Zittire il Papa… non farlo parlare…
«Zittire il Papa? Ha giornali, televisioni, tutte le domeniche è su Rai 1. Ha un sacco di deputati che parlano per lui».

Ferrara ti ha definito "estremista dell'ateismo di Stato".
«Ferrara è una persona gentile, dolce quando tratta a tu per tu. Quando invece scrive gli esce il diavolo dall'ombelico».

I giovani hanno fatto bene a tirargli i pomodori?
«Ferrara è un provocatore. Chi gli ha tirato i pomodori gli ha fatto un piacere».

Di Ferrara hai detto: "E' in pessima fede".
«Lui dice: "Fate l'amore e non fate l'aborto". Dovrebbe dire: "Fate l'amore col preservativo e allora non farete l'aborto". Non si può essere difensore della vita dell'embrione e fregarsene della vita dei soldati in Iraq».

Le tue risse?
«Me la sono presa con Vattimo quando frequentava gli Agnelli. Scrissi che era un agnellista prezzolato. Per vari mesi non mi ha parlato».

Dopo Vattimo?
«Me la sono presa con Zichichi. Zichichi è come un bambino. Anzi no, i bambini sono svegli».

Perché ce l'avevi con lui?
«Aveva scritto un libro intitolato: "Perché io credo in colui che ha creato il mondo". Gli feci una recensione dal titolo "Dagli amici si guardi Dio!" Mi querelò. A quel punto ho scritto un libro in cui ho raccolto tutte le sue sciocchezze, comprese le sue, diciamo così, teorie scientifiche. Per tutelarmi chiesi ed ottenni la prefazione dal suo protettore, Giulio Andreotti».

Altre vittime?
«Qualche frecciatina a Severino. E' una delle cariatidi della filosofia, incomprensibile e antiscientifico. Confonde scienza e tecnologia».

E poi?
«Poi Reale, uno di questi filosofi papisti. Uno che sostiene che Platone era un precursore di Gesù Cristo!»

Se gli italiani ti eleggessero premier, quali leggi faresti?
«Toglierei i finanziamenti alla Chiesa. Sai che il Vaticano possiede un quinto del patrimonio immobiliare italiano? Una casa su quattro a Roma è del Vaticano».

Ce l'hai col Papa.
«Ricomincerei dalla breccia di Porta Pia. Rimanderei il Papa a Gerusalemme. Bisogna liberarsi del fardello vaticano».

E dopo aver sistemato il Papa?
«Abolirei la pubblicità, simbolo di decadenza».

Ma come si fa a vietarla…
«E' vietato fare la cacca per terra, no? La pubblicità è come la cacca: puzza e fa schifo…».

Che ricordi hai della gioventù?
«Mio padre era geometra. Quando vide che mi ero laureato si seccò e prese la laurea in architettura, studiando la sera».

I politici che ti piacciono.
«Pochi. Forse Franceschini e Diliberto».

E Bertinotti?
«Lo ho votato tante volte ma è troppo aristocratico. Dicono: "Bertinotti ha perso perché non c'erano abbastanza principesse a votarlo"».

Quello che ti piace di meno?
«D'Alema. E' stato, prima di Veltroni, quello che ha fatto più male alla sinistra. Ha più alterigia che intelligenza».

Hai scritto che Ratzinger si comporta come un "vecchio leone moribondo".
«La religione cattolica è ormai una burletta. La gente si dice cattolica ma non sa nemmeno quel che vuol dire».

Al Festival del Libro di Torino c'è stato casino quest'anno, proteste contro Israele…
«Hanno fatto bene. Israele è come il Sud Africa di una volta, c'è l'apartheid. E' uno Stato fascista, imperialista, che pretende di occupare territori non suoi».

Arafat rifiutò le offerte di Barak…
«Perfino Carter, premio Nobel per la pace, disse che le proposte di Barak "erano inaccettabili". Uno Stato diviso in quattro parti sul 13% dei territori contesi. Tutto il resto inglobato da Israele».

Hai la prova che Dio non esiste?
«Che cosa intendi per Dio? Se intendi la natura, Dio esiste. Se tu mi dici: "Esiste un dio della pioggia?" non posso dimostrare che non c'è, però oggi sappiamo come si forma la pioggia e non abbiamo più bisogno del dio della pioggia».

Nei buchi del sapere la gente inserisce Dio…
«Ma poi i buchi si tappano e Dio che fine fa?»

Due polemiche: è giusto diffondere i dati fiscali come ha fatto Visco? E' giusto dare la parola a Travaglio in tv?
«Sono dati pubblici, perché non si deve sapere quanto guadagni? Non si vuole difendere la privacy. Si vogliono evadere le tasse. Io non ho nessuna difficoltà a dire quanto denuncio».

Quanto denunci?
«Nel 2005, 150 mila euro, grazie ai diritti d'autore».

Ha protestato anche Grillo.
«Non amo la politica fatta dai comici».

Travaglio?
«I suoi libri sono manichei e tosti. Ma importanti. Pieni di fatti. Ho letto le cose su Schifani. Che Schifani risponda. I libri di Travaglio hanno successo. Vuol dire che la gente vuole sapere».

E Santoro criticato per aver dato spazio a Grillo?
«Sbaglia Santoro. Reintroduce Grillo dentro la Rai in maniera surrettizia. Santoro è troppo egocentrico. Come Piero Angela. Da Angela possono esserci tre Nobel in studio ma parla sempre lui».

Grillo non lo ami molto.
«Grillo è un parvenu. Ho visto la sua dichiarazione dei redditi. Come fa a mettere insieme 5 milioni di euro?».

Direi che sono affari suoi.
«Mischia politica e comicità. E produce populismo».

Gioco della torre. Buttiglione e Cacciari, chi butti?
«Cacciari perché non ride mai».

Anche Gesù Cristo non rideva mai.
«Butterei anche lui dalla torre».

Andreotti o Cossiga?
«Andreotti ha il fascino del male. Io l'ho voluto incontrare solo per toccarlo».

Wojtyla o Ratzinger?
«Butto Wojtyla. Era un furbone mediatico».

Luciani o Giovanni XXIII?
«Butto Luciani. Era viscido».

Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta?
«Butto Padre Pio anche perché era fascista».

Non ti sembra di esagerare?
«Andreotti mi ha raccontato che lui agli inizi non voleva andare da Padre Pio, perché Padre Pio era addirittura contrario alla riforma agraria. Era un reazionario. Madre Teresa almeno era atea. Tra atei ci si capisce».

sabato 14 giugno 2008

Poesie



Oggi non ho voglia di scrivere nulla.Lascio la costruzione del comunismo in un punto indeterminato dell'universo o del futuro "perché (come mi ha scritto Francesca in un commento qualche post fa) dico chiunque può augurarsi la distruzione del capitalismo, anche un fascista o un prete, soprattutto se mette il termine in un punto indeterminato del futuro".Capirete che, nella determinazione del punto e, cosa più importante, del come, abbiamo tempo di fare una passeggiata tra le cose più belle che ci siano capitate di ascoltare od osservare in questo peregrinare, pieno di tentativi, illusioni, vittorie e sconfitte .
Io mi sono messo alla ricerca di qualche poesia. Ce ne sono di meravigliose, qui mi limito a qualcuna di quelle che ogni tanto vado a riprendere.Accompagnato magari da qualche melodia un po' così, perché, al fondo, l'idea della rivoluzione è piena di malinconia per ciò che vorremmo che fosse e che in realtà non è.Come una poesia.

“Con i poveri della terra voglio condividere il mio destino: il ruscello della sierra mi piace più che il mare”
Jose Marti

Io ti chiesi

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste

- Hermann Hesse

L'Infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

- Giacomo Leopardi


Agonia


Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato

Ungaretti


Aggiunti su suggerimento di Mauro

È ridicolo credere

È ridicolo credere

che gli uomini di domani
possano essere uomini,
ridicolo pensare
che la scimmia sperasse
di camminare un giorno
su due zampe

é ridicolo
ipotecare il tempo
e lo é altrettanto
immaginare un tempo
suddiviso in piú tempi

e piú che mai
supporre che qualcosa
esista
fuori dall'esistibile,
il solo che si guarda
dall'esistere.



(Eugenio Montale, Satura; Satura II)

Non sono nulla, non posso nulla,
non perseguo nulla.
Illuso, porto il mio essere con me.
Non so di comprendere,
né so se devo essere,
niente essendo, ciò che sarò.
A parte ciò, che è niente, un vacuo vento
del sud, sotto il vasto azzurro cielo
mi desta, rabbrividendo nel verde.
Aver ragione, vincere, possedere l'amore
marcisce sul morto tronco dell'illusione.
Sognare è niente e non sapere è vano.
Dormi nell'ombra, incerto cuore.

Pessoa

Gli esami non finiscono mai



Tra circa due ore Lucas avrà finito con gli esami di terza media.Alle 14,30 gli tocca l'orale.
A suo dire le prove scritte sono andate bene.
La prova di matematica prevedeva la risoluzione di un problema di geometria con un prisma,tre esercizi di statistica sul concetto di media, mediana e moda,una equazione e la rappresentazione su un piano cartesiano di una funzione del tipo y=ax+b.
Nello scritto d'inglese doveva presentarsi e parlare di un suo amico, il tema di italiano lo ha visto impegnato nello scrivere ad un suo amico di quelli che sono i suoi problemi.
E' stata dura farlo studiare quest'anno. Tra gli impegni nel calcio con i suoi tre allenamenti settimanali (dalle 17,00 alle 19,00), le partite, le ragazzine che ronzano, le tempeste ormonali, i discorsi sulla necessità di sentirsi libero e non guardato a vista e tutto l'ambaradan legato alla sua crescita,con Carla, abbiamo iniziato la nostra scalata sull'Everest.
Nel rapporto con mio figlio cerco di trovare il giusto equilibrio tra quello che è il modo di vedere la vita e la società e quello che sente lui.
In questo momento non è molto attratto dalla politica.Anzi, direi che per lui le mie incazzature ed i miei sermoni il più delle volte sono incomprensibili.
Mi sembra molto pratico.Una volta, parlando di cultura fascista gli ho detto che una cosa che non avrei mai sopportato sarebbe stata quella di vederlo frequentare ambienti di quel genere.
Mi ha chiesto se potevo fare una eccezione nel caso si fosse innamorato di una bella ragazza di destra.
Quando li avevo io 14 anni giocavo nel cortile di casa. Lui per poter fare la stessa cosa, e trovare uno spazio in cui non prendersi gli improperi di chi non sopporta le urla dei ragazzi quando giocano, attraversa mezza Torino.
Ascolta musica hip hop, rap e reggae. I suoi idoli sono 2pac, che ho scoperto grazie a lui, ed Eminem.
Adesso è teso, non ha pranzato e non vede l'ora che tutto finisca.
Gli ho suggerito di pensarsi da qui a tre anni. Mi ha risposto che non è una bella cosa pensarsi vecchi per superare lo stress.
In bocca al lupo, figlio.

venerdì 13 giugno 2008

Polemiche confindustriali

PIL IN CALO - «Nel 2007 - scrive Confindustria nelle sue note economiche - si avrebbe una decelerazione della crescita del Pil. Nel primo trimestre la crescita scenderebbe allo 0,2% congiunturale, per poi risalire lievemente allo 0,3% a trimestre nella seconda metà dell'anno. Nella media del 2007 l'economia italiana dovrebbe crescere intorno all'1,4 %, vicino al tasso potenziale». Il rischio però - secondo Confindustria - è che gli effetti della Finanziaria all'esame da oggi della Camera, pesino in maniera negativa sulla crescita. «La previsione da noi formulata - spiega infatti il Csc - rappresenta il nostro cosiddetto quadro tendenziale. Non tiene cioè conto dei provvedimenti compresi nella Finanziaria 2007 in corso di definizione. L'effetto restrittivo della manovra, delineata dall'insieme di misure presentate dal governo a settembre, su consumi ed investimenti e, di conseguenza, sull'import dovrebbe comportare una riduzione della crescita del Pil nel 2007 di circa 3 decimi di punto percentuale». Per quanto riguarda il 2008 invece, la previsione di Confindustria riferita al Pil è di «un graduale ritorno verso tassi di crescita più vicini al potenziale di tutta l'area dell'euro» e quindi la stima è «in leggera accelerazione rispetto al 2007, all'1,5%».

Questo è un estratto di ciò che scriveva confindustria nel 2006 (Corriere della sera-Dicembre 2006).
Per ricapitolare : gli analisti,dopo aver fatto girare i loro modelli con dentro tutti i numerini messi in ordine, hanno scritto che, all'epoca, in funzione della manovra finanziaria ci sarebbe stato un probabile peggioramento rispetto alla stima di crescita del 2007 ,che per loro non andava oltre l'1,4%,di ulteriori tre (3) decimi di punto.
Nel 2008 ci saremmo risollevati un po'.

Vale la pena, per loro, mantenere tutto questo ambaradan se il mago Telma ha più o meno lo stesso margine di errore?
La risposta è si, anche perché certe previsioni vengono fatte per sedersi al tavolo e negoziare condizioni migliori per i propri associati.
E si sa che quello che becchi te, in termini di risorse, lo togli a qualcun altro.
Il tutto sotto gli occhi preoccupati di un governo socialcomunista ed antiliberista dell'epoca.
All'epoca, se non ricordo male, i paperoni dovevano piangere per reclamare per i loro associati meno tasse sulle imprese e più risorse.Quindi cosa di meglio che non fare un po' di disinformazione o terrorismo mediatico.
Il problema, per noi, è che ci manca una confindustria con la stessa faccia da culo.Ci dobbiamo tenere dei sindacalisti a libro paga di lor signori.

giovedì 12 giugno 2008

La categoria dei disoccupati scoraggiati e la produttività


Dal Corriere della Sera del 28 Maggio 2008:

IL POPOLO DEGLI «INATTIVI» - Riguardo alla disoccupazione, prosegue il calo iniziato nel 1999. Ma sono sempre di più gli "inattivi", ossia coloro che non cercano più un lavoro perché sono scoraggiati, sanno di non trovarlo: nel 2007, sono arrivati a quota 1,2 milioni. A questi però vanno aggiunti coloro che non cercano lavoro, anche se però sarebbero disponibili a lavorare (1,3 milioni) e anche coloro che cercano lavoro ma non sono disponibili immediatamente a lavorare (che sono 323mila) per un totale di circa 2,8 milioni di persone scoraggiate. È questa la diagnosi dell'Istat. Nel 2007, in Italia, i disoccupati erano invece poco più di un milione e mezzo, vale a dire circa un milione in meno rispetto a dieci anni prima. Ma c'è da dire che dal 2003 la diminuzione della disoccupazione non si accompagna ad un aumento significativo del tasso di occupazione, bensì ad un allargamento dell'inattività dovuto soprattutto alla rinuncia a cercare attivamente un lavoro.

Quando ho letto questo, che è un estratto di un articolo in cui si parla nel titolo di "Italiani in difficoltà:rilanciare i consumi" come sintesi del rapporto annuale Istat relativo al 2007, mi si sono intrecciati i lobi.
Mi era sfuggita la classe degli "scoraggiati".
Una volta, noi gente semplice e di poche parole, cianciavamo di disoccupati senza entrare nella psicologia di questa massa di individui dei quali, oltre che scoraggiati, intuivamo un profondo giramento di coglioni.
Quello che mi lascia un pò perplesso è l'approssimazione, data dalla sintesi, dei numeri forniti.
Per fare ordine, chiedendo lumi anche a voi, qui si dice che i disoccupati sono un milione e mezzo in meno rispetto a 10 anni prima.
Però ci sono gli inattivi che vengono classificati in:
a- inattivi che però sono disponibili a lavorare
b-inattivi che non lo sono più e che se glielo chiedete vi fanno un mazzo tanto
c-quelli che non ci pensano proprio e si dedicano a furti e rapine (suppongo)
La somma di questa umanità fa la bellezza di 2,8 milioni di scoraggiati.
Questione:si sommano ai disoccupati (che col culo che hanno e per il solo fatto di non essere classificati tra gli scoraggiati diminuiscono)?

E' confortante sapere che questo sistema si preoccupi con tanta sensibilità del morale della truppa.

La questione si aggancia ad un altra.

raccontano che c'è un deficit di competitività perché siamo un popolo improduttivo. O meglio dovremmo aumentare la produttività.

Poichè la relazione macro di questa misura (produttività del lavoro)è nel rapporto tra l'indice del valore aggiunto e l'indice di volume dell'input di lavoro (ore lavorate) se all'aumentare delle seconde non corrisponde un aumento del primo, per quanto tu ti danni, l'effetto del "lavorare tanto" non sortisce alcun risultato pratico.

Se, per ipotesi, prendiamo gli scoraggiati e li mettiamo a pulire le strade di Napoli e non ricaviamo un qualche risultato in termini di valore aggiunto possiamo pensare che, in fondo, che siano scoraggiati o meno nun ce pò fregà de meno.

Ne deduco, estremizzando, che quello degli scoraggiati e della disoccupazione è un falso problema che può essere affrontato semplicemente sotto il profilo dell'ordine pubblico (rimanendo nel budget però).

Quello che ci interessa, in realtà, è sto cazzo di valore aggiunto. Ora, se misuro questo in funzione di uno stipendio di un metalmeccanico Fiat, di quanto lavora (quindi costo orario) e rapporto con quanto produce in termini di valore prodotto e faccio questo esercizio mettendo i dati su un asse temporale, mi capita di osservare che con quello che guadagnava 20 anni fa per acquistare un'auto (che produceva lui mentre Agnelli faceva LO shopping) ci impiegava X tempo, adesso impiega X tempo al cubo (sempre prodotta da lui e con i figli di Agnelli che fanno GLI shopping).La macchina costa di più e lui in proporzione deve spendere più tempo di lavoro per acquistarla, quindi guadagna di meno.Però il suo valore aggiunto è cresciuto.

La domanda con cui il mio amico Cippa mi sfracella le palle è "Scusa neh, ma quando cazzo fai che recuperiamo sto tempo?"

Non ho risposte.Mi sono limitato, per rilassarmi, a concentrarmi su questo esercizietto che mio figlio mi ha lasciato.

"Papà fai il calcolo velocemente senza scrivere nulla ed a mente:

Hai 1.000, aggiungi40.Poi ancora 1.000.Quindi ancora 30 e poi 1.000.A questo somma 20 poi ancora 1.000 ed aggiungi altri 10.Dai veloce quanto fa?"

La morale è che i numeri li gestiscono i padroni e voi, facendo i calcoli a mente, non ci capirete mai un cazzo.


mercoledì 11 giugno 2008

Qui si cazzeggia su nazionale,governo ombra ed insegnanti


Lunedì sera ero uno dei 18 milioni di italiani che hanno seguito la nazionale in TV.
Dopo il secondo goal orange mi sono rifugiato in India e mi sono rivisto il film su Gandhi sulla 7.
Quei 20 minuti di permanenza mi hanno permesso di ascoltare una delle telecronache più surreali che mi siano mai capitate.
Pensavo di essere uno dei pochi ad aver notato la maestosità con cui quello che considero un eroe adesso, il mitico SALVATORE BAGNI, accompagnava le gesta iniziali dei prodi (sic.) azzurri.
Ieri sera Blob ha fatto giustizia.
Per chi può, si cerchi la cronaca in viva voce di Salvatore.Credo che sia uno dei pezzi di comicità, involontaria (insieme a quella del manager più ignorante e pagato della storia tal Luciani di Telecom), migliori degli ultimi 50 anni.
E' stato una serie di "la loro difesa è legnosa e pesante", "non hanno gioco sulle ali","sento che vinceremo questa partita proprio sulle ali","eh! si vede che la partita è stata preparata bene.....non hanno spazio, guarda non hanno spazio",
"non hanno fantasia", "vuoi mettere la nostra fantasia","il percorso dell'Olanda è stato modesto, uno dei peggiori","lo spogliatoio è diviso", "si è stato un grande giocatore...però adesso è vecchio" etc.etc.etc.
Il tutto mentre giocavano.Il momento topico è stato quando, serissimo, ha detto"fossi in noi lascerei a loro l'iniziativa".
Io uno così lo metterei al ministero della propaganda.

Per rimanere sul ridanciano questa mattina mi è capitato di cogliere questa battuta di commento, di un noto opinionista, su quella genialata di idea del governo ombra. Il nostro (commentatore) si è chiesto "mi chiedo: cosa faranno mai alcuni di questi ministri del governo ombra, per esempio quello alle infrastrutture cosa farà mai? gioca con i trenini del lego o fa il plastico a casa? e quello dei rapporti con il parlamento?"
In effetti non ci avevo pensato. Non che la questione fosse dirimente. Però visto che si parla di produttività degli altri la cosa mi intriga.

Già che parliamo di sollazzi e di gente preoccupata della produttività, sempre in mattinata e sempre lo stesso opinionista ha detto "Tutta questa società civile che è arrivata in parlamento adesso non capisce bene cosa deve fare.Molti di loro, imprenditori e professori opinionisti, erano arrivati per fare i ministri. Adesso che hanno perso e che ministri non lo sono in parlamento ci vanno poco.Per questo l'aula è sempre vuota"
Se così è , pretendo che si pubblichi il registro delle presenze del professor Ichino e degli imprenditori Colanino (il raccomandato che sembra Henry Potter) e del mastino ex leghista e difensore dell'evasione fiscale Calearo.

Per farmi male, ieri sera, mi sono fatto anche 5 minuti di otto e mezzo che ha perso molto da quando non c'è sua maestà ciccione.C'era la ministra che da ministra della pubblica istruzione è già stata bocciata dagli italiani.Sembra che nel gradimento sia all'ultimo posto (inizia bene!).
L'introduzione l'ha fatta una giornalista che somiglia un pò ad Adele Faccio, una delle compagne (ex) radicali più serie e purtroppo scomparsa.Peccato che non abbia lo stesso spessore.Tra le tante cazzate anche lei (la giornalista, nella presentazione dell'ospite) ha fatto rifermento " alla produttività dei professori per misurare e premiare quelli più bravi".
Io ho fiducia che qualcuno mi spieghi come la misureranno la produttività del professore di musica di mio figlio.In attesa, per ridere e non piangere, attendo la prossima telecronaca di Salvatore contro la Romania.

martedì 10 giugno 2008

Iniziamo con il napalm, a parlare?


Questa foto mi ha colpito e l'ho presa da qui.
I due signori sono Pietro Modiano, direttore generale della banca INTESA SANPAOLO, new entry nella Commissione Trilaterale con sua moglie Barbara Pollastrini, ex ministro delle pari opportunità.
Cosa fa la commissione trilaterale e del perché si riunisce a porte chiuse, in parte, lo potrete sapere leggendo l'articolo segnalato.
Cosa avrebbe dovuto fare la Pollastrini, di sinistra, e del perché non gliene è fregato un belino nel governo di sua santità (Prodi) adesso lo capisco meglio.
Se uno prova a ricostruire le relazioni che esistono tra signori e signore, amici ed amiche,politici (maschi e femmine) con imprenditori (maschi e femmine), figli di con amici dei figli di e, per concludere, manager strapagati con tutte le categorie di cui sopra, può rendersi conto di come la "casta", di cui si parla, sia in realtà un mostro tentacolare con tessere esclusive di un club in cui, tra tanti cortigiani complici e consapevoli,l'interesse prevalente è fare in modo che il "sistema" garantisca una rendita di posizione al clan, ed ai sotto clan, con cui ognuno di loro si è ritagliato il proprio dominio.
Provate e prendere, a caso, qualche nome noto e ricostruite come la sua "famigghia!!" si è sistemata, più o meno, in attività e posizioni in cui il comune denominatore è il "fancazzismo" unito ad una buona dose di creatività intellettuale.
Scoprirete che ci sono figli di che fanno i cantanti e vendono milioni di dischi, o che ripercorrono le fortune paterne nella politica o nell'imprenditoria oppure, se sposati/e con qualche pezzo da 90, improvvisamente diventano anche loro imprenditori/imprenditrici, manager strapagati o consulenti di, giornalisti/e che fanno status (due nomi per tutti Elkian e Palombelli) anche se molto modesti in quanto a qualità.
Insomma ci vuole una buona dose di culo.
Quando si piantano nel clan e lo fanno crescere, dopo aver messo in cascina un po' di fieno, per lasciare traccia di se, all'improvviso, si mettono a scrivere libri.
Se entrate in una libreria vedrete tomi su tomi di quello che pensa X o Y delle sorti del mondo.Tutti preoccupati per noi, poveracci, e che per darci qualche consiglio su cosa dovremmo fare ci chiedono soldi per loro.
In questo delirio, tanto per rimarcare le differenze, ci ammorbano ed occupano spazio televisivo con programmi che parlano di loro mentre sono in crisi perché il Giangi è incazzato, o che sperano nella prossima stagione, o che ti fanno vedere il loro attico preso in un momento di depressione, o che ti informano su quale resort frequenteranno a botte di 1.000€ al giorno in qualche paradiso sperduto.
Se non basta quello c'è anche un bel po' di giornalacci che, dalle edicole, ti mostrano tizio con caia che limona al ristorante e prende, poi, a calci nel culo il fotografo che lo ha pizzicato.
Eccheccazzo mondo infame non vuoi sapere nulla della loro vita? Adesso ti fanno anche un programma (credo sul 2) in cui ti diranno per filo e per segno qualsiasi cosa tu voglia sapere della loro vita.
Io che incazzoso lo sono a botte di quintali di palle che girano però ce l'ho di puiù con la si.ra Maria e quell'imbecille del mio vicino.Ma di checazzovilamentate se in fondo lo alimentate proprio voi sto sistema ?
Chiede "perché ce poi fa qualcosa?"
Dico" Mah!, però un pò di napalm no?"

P.S.
Ho tralasciato il loro curriculum però un ultimo dispetto ve lo faccio, vi copio ed incollo quello di Chicco Testa e poi vi faccio una domanda: ma voi quando davate l'obolo a legambiente lo sapevate di pagare lo stipendio ad un testa di cazzo?

Consigliere d'Amministrazione
FB GROUP

Nato a Bergamo nel gennaio 1952, laureato in filosofia presso l'Università Statale di Milano.

Dal 1980 al 1987 ha ricoperto la carica di Segretario Nazionale e successivamente Presidente di Legambiente.

Dal 1987 al 1994 è stato membro del Parlamento italiano; da tale ultimo anno al 1996 ha rivestito l'incarico di Presidente di A.C.E.A. (Azienda Comunale Energia ed Ambiente del Comune di Roma) e della CISPEL (Confederazione Italiana dei Servizi Pubblici degli Enti Locali), nonché di membro del CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro).

Presidente dell'ENEL dal 1996 al 2002.

Presidente della STA (Agenzia per la Mobilità del Comune di Roma) e di Metropolitane di Roma, è anche membro del CdA di Rothschild.
E' inoltre membro dell'European Advisory Board di The Carlyle Group e membro del CdA di Lloyd Adriatico e del
Gruppo Riello.

domenica 8 giugno 2008

Di economia e massimi sistemi ? Non ci capisco un cazzo


Siamo in un periodo che definire surreale è dire poco.Sul fronte economico si alternano "letture" che danno l'idea di gente attaccata al palo maestro, su una barchetta, in preda di tempeste non gestibili.
L'impressione che ha il sottoscritto è che si siano consolidate delle tendenze, nei diversi mercati in un qualche modo interdipendenti, che hanno l'obiettivo "disperato"di ricercare, a tutti i costi, aree "remunerative" per i capitali che liberamente viaggiano per il globo.
Lo scopo è quello di equilibrare,con effetti sotto gli occhi di tutti, il proprio portafoglio assicurando con la speculazione, sui diversi "beni" disponibili, la sua remunerazione.
Oggi qualsiasi "cosa", servizio o bene può essere oggetto di una scommessa su cui investire soldi che non trovano impiego nella economia "classica".

Se prima la contraddizione, di questo sistema, si manifestava tra capitale e lavoro con la necessità, per il primo, di valorizzare e rendere remunerativo ciò che si investiva in macchine e "capitale morto", oggi, che la remunerazione di quel capitale non può più essere garantita solo dalla compressione del fattore di produzione lavoro (uomo), si cerca di ottenere un risultato "comprimendo" e spremendo, con la leva speculativa e finanziaria, qualsiasi "bene", materiale ed immateriale, sia oggetto di una transazione di tipo economico.

Il tutto si scontra con alcune questioni non banali.
In primo luogo, per alcuni di questi beni, con la loro disponibilità nel tempo che funziona da leva moltiplicante di quello che è il loro valore sul mercato (es. petrolio).
In secondo luogo con la necessità di mantenere inalterato un modello di sviluppo, sacrificando la naturale destinazione di alcune di queste risorse (es .produrre bioetanolo per garantire la mobilità)
In terzo luogo con la mancanza di una politica che sappia indirizzare e "controllare" il modo in cui l'economia si sviluppa.

Secondo i fautori del libero mercato quest'ultimo, se lasciato libero, ha in sé gli anticorpi per correggere le proprie distorsioni ed assicurare il ritorno ad un equilibrio perfetto.
Che le cose siano molto incasinate e che i modelli e gli approcci classici siano manifestamente impotenti di fronte all'uragano, lo testimoniano in primo luogo le preoccupazioni di chi in questo sistema si arricchisce.
Basterebbe solo questa nota "tragicomica" per dire come anche i timonieri di questa piovra con i mille tentacoli abbiano in parte perso la rotta:

“The federal government is sending each of us a $600 rebate. If we spend that money at Wal-Mart, the money goes to China. If we spend it on gasoline it goes to the Arabs. If we buy a computer it will go to India. If we purchase fruit and vegetables it will go to Mexico, Honduras and Guatemala. If we purchase a good car it will go to Germany. If we purchase useless crap it will go to Taiwan and none of it will help the American economy. The only way to keep that money here at home is to spend it on prostitutes and beer, since these are the only products still produced in US. I've been doing my part, and I thank you for your help, Governor Eliot Spitzer (Governor, New york)”.

Secondo Bruno Chastonay ,Membro della Direzione e Consulente Finanziario Senior della LGT Bank (Svizzera) SA, di Lugano ,"Le fusioni e acquisizioni hanno ridotto il numero delle banche presenti sul territorio. La centralizzazione ha fatto chiudere molti centri operativi, concentrandoli su Londra, Zurigo, New York, Tokyo, HongKong. Con l'avvento dei fondi di investimento o forme collettive di investimento, sono state unificati i capitali e gli operatori partecipanti al mercato finanziario. I centri regionali, che avevano una loro autonomia, sono stati ridimensionati o eliminati, concentrando le decisioni in poche sedi, presso un numero limitato di professionisti.

Con le prime distorsioni dei prezzi, le banche centrali hanno effettuato periodi di interventi diretti, a sostenere il dollaro o altre valute, messe sotto stress. E con importi sempre più elevati, e con maggiore frequenza, e concertandosi con le altre banche centrali delle altre nazioni. (vedi recenti interventi di politica monetaria e sulla liquidità e accesso al credito nel settore subprime del mercato immobiliare). Poi hanno cambiato gradualmente molte regole, come la pubblicazione dei dati, che viene concentrata in date specifiche e ben determinate, ad un certo orario uguale per tutti. Dando maggiore informazione e trasparenza al mercato, consegnando agli operatori anche le prospettive e le previsioni, anticipando le future mosse. Vedi il lavoro della ECB, Trichet e affini. Le crisi e le tensioni nel frattempo sono diventate sempre più importanti, più vaste, più coinvolgenti. Siamo passati da crisi regionali che colpivano un singolo istituto finanziario o settore produttivo, ad una situazione maggiormente globalizzata. Vedi crisi Parmalat, Swissair, poi Messico e Argentina, e ora il subprime americano, con la crisi del settore dei mutui e crediti globale. Sempre nuove pezze e sempre più grandi, a tamponare i buchi nella mongolfiera, che si spera, possa continuare a salire.

Con la globalizzazione abbiamo un aumento netto dei capitali coinvolti e degli effetti collaterali, che vanno a toccare tutti, e non solo il diretto interlocutore (posto di innesco del problema).

Ed ancora:

"Peggiorando il clima finanziario, avremo quindi anche chi "gioca" o investe nel trend negativo, facendo utili sulle disgrazie altrui. È il commercio, e il mercato libero. Se aggiungiamo il ruolo dei “nuovi” investitori, i fondi di investimento di varie tipologie e di varie strategie di investimento, e dell'uso della leva finanziaria, possiamo moltiplicare i capitali investiti e i volumi di transazioni di 10, 20 e anche di 40volte. Questa concentrazione di capitali, (effettuata una volta da singoli individui che investivano con le proprie idee, in momenti differenti, prodotti differenti, e in direzione diversa), è avvenuta con il fallimento delle strategie di singoli (stock-picking ad esempio) a confronto di strategie mirate (Soros). Poi per contenere la grande massa di capitali da gestire, con minori costi e maggiore tempestività e incisività, abbiamo avuto la creazione di fondi di investimento strategici (Warren Buffet). Oggi abbiamo fondi, fondi di fondi, prodotti strutturati di elevata fattura matematica. Prodotti finanziari specifici per singole strategie o prodotti. La possibilità di operare “on-line” da qualsiasi posto nel mondo, basta avere un PC e una linea telefonica. Linee di credito operative che ti permettono una leva finanziaria fino a 40volte il capitale sottostante. Una informazione capillare e all’unisono, per ogni evento di mercato, sia fondamentale o di analisi o di aspettative. Ecco quindi perché abbiamo casi di raddoppio dei prezzi senza necessariamente avere un aumento della domanda, o dei consumi. Con le necessità dei vari Governi, ulteriori interferenze sui prezzi. Un esempio chiaro è il petrolio, e di conseguenza tutta la serie di prodotti energia, o alternativi ad esso. Negli USA il prezzo della benzina è raddoppiato negli ultimi anni, anche se i chilometri percorsi annualmente sono calati. Le sigarette fumate si sono ridotte drasticamente, ma i prezzi sono quasi raddoppiati. Perché ? Chiaro, la parte fiscale è la parte preponderante del prezzo di vendita del prodotto. I Governi hanno un livello di indebitamento elevato, con risorse finanziarie sempre più limitate, e a rischio di ridursi, dall'attuale rallentamento della crescita globale, e peggioramento del settore crediti, impoverimento generale, calo del potere di acquisto, calo entrate fiscali. Un mezzo per aumentare le entrate fiscali, senza dover innalzare la pressione fiscale del singolo individuo, è quella di spingere le tasse sul consumo. Molto più sociali, etiche, benvolute. Anche con cause umanitarie, ecologiche. Mettiamo la tassa sui trasporti e sul Co2, per finanziare la lotta all'inquinamento e la salvaguardia della foresta amazzonica, con obiettivo di ridurre il traffico. Mettiamo la tassa sui prodotti alcolici per ridurne la dipendenza e il consumo. Mettiamo una tassa sulle sigarette per finanziare la salute. Tutto molto etico e bello. Chi consuma paga. Basta consumare meno, o non consumare………e abbiamo anche un mezzo per controllare la domanda. Ora però grazie a questo, abbiamo un peggioramento delle distorsioni già in atto per i fattori descritti qui sopra. Pensiamo al costo di un pieno di benzina fatto a Roma, che costa euro 60. Lo stesso pieno costa a Caracas euro 1.50 e euro 45 a Lugano"
Per concludere:

Il COSTO della merce. Altro fattore che resta di elevata importanza, e sempre maggiormente influenzato da tutti i fattori esposti qui sopra. Prima era solo la quantità a decidere una riduzione dei costi, e quindi un posizionamento migliore nel mercato rispetto alla concorrenza. Oggi conta il luogo di produzione, il cambio con cui paghiamo, le sinergie entro tutta la catena produttiva, la capacità di agevolazioni fiscali e di accesso al credito, l’ampiezza del mercato per il prodotto. Non hai i soldi per pagare la merce ? Non importa. Una volta erano necessari, in quanto il “fare credito” metteva maggiori rischi di non incasso al venditore. Ora, con le carte di credito, contratti leasing, contratto a rate, il rischio viene assunto da società assicurative, dalle ditte costruttrici, o da enti specializzati in questi settori. E cosi, ampliamo la capacità di consumo, di domanda e di vendita, pari pari all'aumento dell'accesso al credito. Compra oggi e paghi il prossimo anno. Le prime rate te le regalo. Il costo tanto lo paga ancora il compratore, che ha ricevuto la facilitazione, senza rendersene conto, o comunque, senza soffrire. Tutto questo gioco, entro domanda e offerta ci sottolinea una cosa di fatale importanza. Il mercato per continuare a prosperare deve mantenere in buona salute i clienti o compratori, unico grande motore della produzione, import/export, fatturato, margini di profitto. Grazie a questo, avremo uno stimolo per la creatività, investimenti produttivi e alla crescita, nuove invenzioni e nuove mode, in poche parole: una crescita. "

Cazzo non ci avevamo pensato che è solo una questione di salute.Vaglielo a spiegare a quelli che guadagnano solo 1 dollaro al giorno e che, ostinatamente, non consumano un belino e quindi impediscono la crescita loro e nostra.

E' evidente come stiamo assistendo, attraverso una concentrazione di capitali e nodi decisionali nelle mani di pochi ed eletti soggetti,all'emergere di una frattura sempre più profonda tra una società che subisce queste trasformazioni ed una che cerca assetti sempre diversi per garantirsi una "rendita"o una remunerazione nel lungo periodo di quello che è il capitale accumulato.
Questa frattura è nella evidenza di una classe imprenditoriale che non guarda al futuro combinando, ed equilibrando, aspetti di tipo politico e di gestione della cosa pubblica con la necessità di far soldi ma che, al contrario, vive in modo astratto e secondo i propri principi da predatori ante litteram il rapporto con il resto dell'umanità.

Anche con questi principi, ed altre priorità, il disorientamento per lor signori è manifesto.Al di là di tutto quando si manifesta nella vita di tutti i giorni l'insicurezza perché aumenta l'aggressività degli esclusi, quando si restringe lo spazio "sicuro" e quando aumenta il costo per mantenere l'ordine, finite tutte le opzioni possibili, l'unica cosa che rimane da fare è la guerra per distruggere e sperare di poter ricostruire.

Nel delirio del cercare di capire e decifrare il casino, è sicuramente interessante seguire le peripezie di qualche noto opinionista.
Mi limito a due articoli, uno di Turani e l'altro di Scalfari.

Scrive il primo sul suo blog:

"secondo una minoranza (per ora) di esperti, la banca centrale americana sarebbe sul punto di cambiare politica. La priorità numero uno verrebbe data non più al sostegno della congiuntura (l’ipotesi di una recessione appare a molti scongiurata), ma alla lotta all’inflazione (che peraltro in America non è ancora così esplosiva come in Europa).

Questo la porterebbe in autunno, o comunque entro la fine dell’an­no, a rialzare i tassi di interesse. In sostanza, l’attuale politica (molto denaro e a basso prezzo) verrebbe capovolta. La conseguenza di tutto ciò sarebbe, ovviamente, una ripresa del dollaro, che potrebbe guadagnare anche il dieci per cento ri­spetto ai valori attuali. E questo farebbe la gioia delle imprese europee che esportano negli Stati Uniti.

Ma potrebbe anche innescare una corsa a Wall Street, dove si trovano moltissimi titoli (soprattutto bancari) a prezzi scesi anche del 30-40 per cento (a questo proposito si dice che una grande banca italiana sta studiando il dossier di una banca americana, con l’intenzione di comprarsela, visto che ormai costa pochissimo). In sostanza, andando a comprare a Wall Street si potrebbe guadagnare due volte: sul rialzo dei titoli (perché sono molto bassi) e sul rialzo del dollaro.

E’ sensato tutto questo ragionamento? Secondo molti esperti, no. O, meglio, non ancora. Lo scenario, spiegano, ha una base logica e ci si arriverà certamente, magari non in autunno, ma più avanti.

E questo per una serie di ragioni:

1- La crisi del mercato immobiliare non è affatto finita. A settembre saranno messe in vendita le case sequestrate perché comprate con prestiti sub-prime non pagati (i militari sono i maggiori protagonisti di questa vicenda: nelle città dove ci sono basi militari le crisi sub-prime sono il quadruplo rispetto al resto dell’America). Il momento della verità sarà appunto a settembre. E è difficile che la Federal Reserve decida di rialzare i tassi prima di aver visto la conclusione di questa vicenda.

2- Il mondo del credito (banche e istituzioni finanziarie) non è ancora a posto e possono esserci altre sorprese, con conse­guenti crisi. La Fed, quindi, dovrà adottare ancora per un po’ una politica prudente, senza svolte troppo accentuate. E quindi il costo del denaro dovrebbe rimanere bloccato. Cambiare troppo presto potrebbe comportare la necessità di smentirsi nel giro di poche settimane.

3- L’inflazione non è poi così violenta. Il fenomeno è molto più grave in Europa, dove infatti la Banca centrale europea (fra le proteste dei vari governi, interessati a un rilancio delle loro congiunture), resiste e non abbassa i tassi di interesse.

4- Infine, anche se comincia diventare ragionevole pensare a un’America la cui economia rallenta fino alla crescita zero (per qualche mese), e se appare sensato escludere l’ipotesi di una recessione, un po’ di denaro a basso costo ancora per un po’ certo non può fare male. I rischi di un incidente di percorso sono sempre presenti.

Insomma, il momento del cambio di rotta dell’America, con conseguente boom di Wall Street, probabilmente sta già scritto negli oroscopi della Federal Reserve, ma non è detto che sia proprio per dopodomani, appena dopo le vacanze.

Forse bisognerà aspettare di più."


Della serie, non mi espongo e mi affido agli astri.

Scrive il secondo:

"Tutte queste Autorità lamentano un deficit di domanda e propugnano una politica di crescita ma nello stesso tempo raccomandano vivamente misure che contengano la domanda: tagli di spesa, blocco della redistribuzione del reddito, politiche monetarie restrittive. Bini Smaghi lo dice in modo esplicito: dovremo comprimere la domanda. Draghi applaude, come tutti i suoi colleghi. Gli economisti indipendenti concordano. Ma non c'è uno straccio di spiegazione che ci dica in che modo far crescere l'economia restringendo la domanda sia di consumi sia di investimenti. Il bello è che anche gli industriali concordano con questa strategia sinistramente schizoide. Naturalmente a condizione di essere esentati (loro) da misure restrittive e di essere "accompagnati" verso una riforma dei contratti che agganci il lavoro alla produttività."
Ed ancora parlando di casa nostra:

Ne ho accennato domenica scorsa e quindi non mi ripeto se non per dire che trovare uno o due miliardi, tra Banca Intesa e qualche Colaninno, magari ci si riesce, ma non serve a niente se non entrerà in campo un vettore internazionale di prima grandezza. Il quale: 1. Per ora non c'è. 2. Se spunterà chiederà tagli assai più gravosi di quelli di Air France di tre mesi fa. Ma se nelle prossime due settimane Bruxelles riterrà di annullare il prestito di 300 milioni portato a patrimonio dallo Stato ad Alitalia, allora la società sarà messa in liquidazione e Tremonti dovrà tirar fuori una bella somma per i ricaschi sociali sul personale di volo e di terra. Insomma una catastrofe. Le speranze e la paura, come è titolato il libro del ministro del Tesoro. Soprattutto la paura."
In compenso i commentatori che si aggirano malefici sui blog qualche ricetta ce l'hanno:

fonte Jeanluc

"se Trichet aumenterà il tasso in luglio, il dollaro potrebbe fare un altro tuffo e quindi la FED sentirsi in obbligo di ritoccare il suo tasso verso l'alto.
Ma il tema è il costo del petrolio.
Le compagnie aeree stanno andando in bancarotta a venti all'anno.
Se il petrolio andrà a 150 $/BBl chiuderanno almeno il 50% delle compagnie aeree.

I costi logistici diventeranno improponibili, perchè non sarà facile ribaltarli sui prezzi.
I costi di raffinazione saliranno in maniera direttamente proporzionale al costo del petrolio.
I costi di produzione dell'energia elettrica saliranno un po' meno che in proporzione diretta, ma taglieranno le gambe alla produzione ed alle famiglie.

Anche Tremonti vedrà calare le entrate se l'economia si atrofizzerà, comprese quelle da petrolio, perchè se ne consumerà meno di quanto aumentino le accise per litro.

CHE FARE? disse Lenin.

Togliamo le tasse dal petrolio in modo mirato.
Sui trasporti di ogni tipo.
alle industrie di ogni tipo (con particolare riferimento alla petrolchimica ed al manifatturiero) ed anche alle compagnie che producono energia elettrica.

Sfruttiamo più a fondo il petrolio indigeno, e facciamo contratti a lungo termine con i paesi produttori in modo che lo "spot" non ci sfiori.

Tremonti faccia simulazioni col modello economico italiano e trovi il modo migliore per affrontare la crisi energetica.

Lasciamo il nucleare da fissione a chi ce l'ha!!


Brunetta e Bossi mettano in marcia la concentrazione di 8120 comuni in 120 metrolpoli ( in attesa che maturino le condizioni per fare solo 20 megalopoli -le regioni). Non si devono ridurre le spese per l'amministrazione dello Stato?"

Noi che comunisti e semplificatori lo siamo ancora, lasciando Lenin nei suoi dubbi, pensiamo che sia corretto lasciare che il destino faccia il suo corso.Nell'attesa ci siamo iscritti ad un corso di guerriglia metropolitana.