sabato 29 novembre 2008

La vendetta dei professori meridionali.


Renzo Bossi, terzo stop alla maturità

"Ancora una volta esame non superato per il figlio del leader leghista. La prova, sostenuta da privatista, dopo il ricorso seguito alla seconda bocciatura"

Azz,
nuova classe dirigente all'orizzonte?
Mi chiedo, ma perché devi insistere a fare l'esame a Trapani caro il mio ragazzo?

La retorica che gira a Torino


La gente è sempre più povera.
Questo è il vero problema sociale e politico da risolvere.

Con la sua immagine (proprio quella che vedete) e con questo slogan quel signore che risponde al nome di Deodato Scandeberech ha riempito Torino con un manifesto che si trova all'angolo di ogni strada.
Uno pensa "Un altro comunistaccio"
E invece no! Lui è uno che si occupa del popolo stando nell'UDC di Casini, si fa fotografare con le vecchiette e, nel tempo libero che è tanto,si abbronza nella piscina di un noto circolo privato di Torino.
Si occupa del sociale e della famiglia tanto da essersi scagliato, a suo tempo sia contro le narco sale (lui quelli che si drogano preferisce vederli per strada sennò ha problemi a fare un po' di demagogia) che contro l'affitto delle case popolari anche alle coppie di fatto (è per la famiglia tradizionale e sia mai che chi non si sposa debba godere di "privilegi" studiati per i poveri "tradizionali", se sei povero laico puoi stare al freddo ed al gelo).
Intanto sua figlia, che ha 23 anni, siede a fianco del papà nel consiglio comunale di Torino.
Un'altra che ha dimostrato sul campo il suo valore e che senza nessuna spintarella quel posto se lo è guadagnato.Preoccupatissima, lei, del fatto che a Torino ci sono troppe strutture occupate da giovani "rossi". Echecazzo, meglio lasciarle marcire quelle case.
In sintesi: uomo di retorica gattopardesca, attento al sociale ed alla forma fisica allo stesso modo e, in fine, buon padre di famiglia che a modo suo ha tolto una disoccupata dalla strada.


venerdì 28 novembre 2008

Fiat, costo del danaro e prossimo collasso

Nicola Pegoraro su "soldionline"scrive:

"In un mercato in cui le anomalie sono la regola e la logica l’eccezione, segnalo un fatto che non riesco a spiegarmi. Si tratta del caso dei bond Fiat in scadenza nel 2011. Fiat Finance & Trade (con garanzia della casa madre) ha emesso, nel passato, due diversi bond scadenti lo stesso anno, il 6,75% 25/5/2011 ed il 5,625% 15/11/2011. Uno sprovveduto come il sottoscritto potrebbe pensare che il rendimento dei due titoli (apparentemente identici sul piano delle caratteristiche legali) debba essere simile. Non è esattamente così: il primo bond (quello con cedola al 6,75%) vale 97, con un rendimento del 7,95%, mentre il secondo (con cedola al 5,625%) prezza sotto 75, con un rendimento del 17% abbondante. Quale è il titolo prezzato in modo illogico dal mercato? Forse entrambi? A voi la sentenza."

Ecco, come possiamo tradurre in termini logici il tutto?Un rendimento al 17% con una quotazione nominale del 75 è l'anticamera dell'abisso.Al contrario un valore di 97 ed un rendimento del 7,95% turbolenze gestibili. Forse, al si là delle apparenze, si evidenzia un primo segnale di ciò che toccherà da qui a breve al gruppo Fiat.I rumors di Torino narrano di cassa integrazione per il gruppo di circa sei mesi per il prossimo anno.Per la città questo significa un 2009 terribile dal punto di vista sociale.

L'altro aspetto su cui concentrerei l'attenzione è il costo del finanziamento "reale", a dispetto dei tassi interbancari, che è presente nel mercato.
In una fase di contrazione della domanda un approvvigionamento di soldi, per pagare investimenti o semplicemente debiti, nell'ordine dell'8% è improponibile.Questo significa che, al di là dell'ottimismo di facciata, saranno le aziende le prime a non "consumare".Non se lo potranno permettere.A meno che qualcuno forzi la mano al "mercato" e costringa le banche a politiche del credito che concedano "respiro" al mondo produttivo.
E' un sistema che rischia di implodere e, ho idea, che tra un po' vedremo nuovi padroni che sostituiranno i vecchi arnesi del capitalismo italiano.

Chi èmarginale all'università

"Queste elezioni comunque sono state poco rappresentative della platea studentesca della Sapienza: su 140 mila studenti hanno votato solo in 13 mila, pari a 10 per cento degli aventi diritto. Ma per ora la destra canta vittoria. Il presidente romano di Azione universitaria, associazione vicina ad An, Matteo Petrella, non ha dubbi in proposito "Siamo tra le prime quattro liste nelle elezioni dei rappresentanti studenteschi alla Sapienza. Abbiamo stravinto. L'Onda è un movimento marginale". Mentre Luca Cafagna dell'Onda sottolinea che "hanno vinto le liste legate ai partiti che sono al governo"

Uno legge i risultati delle elezioni alla Sapienza ed il commento di un imbecille fascio e si domanda"Scusa coso, ma marginale chi?"
Questi raccolgono 6.000 voti (la somma di tre liste) su 13.000 su una platea di 140.000 studenti e sono contenti.
Mah! misteri.

giovedì 27 novembre 2008

Il compagno Curzi

Un'interessante ritratto in cui c'è tutta la storia dell'ipocrisia "de sinistra"

DA: Fulvio Grimaldi
L’ambizione ha trascinato molte persone a diventare falsari: hanno un pensiero fisso nel cuore un altro pronto sulla lingua.
Sallustio

Parole bugiarde non sono solo il male in sé, infettano del male l’anima.
Platone

Quando tutti pensano la stessa cosa, nessuno pensa.
John Wooden



Io non sono, per esperienza diretta, molto d’accordo col grande Brecht quando afferma “beato il popolo che non ha bisogno di eroi”. O almeno non sono d’accordo con coloro che ne deducono l’inutilità degli eroi in ogni caso Ne ho visti troppi di eroi necessari, indispensabili, dalla Palestina all’Iraq, dall’Eritrea alla Somalia al Vietnam. Di innumerevoli altri ho sentito. Forse, se Berthold avesse scritto …”beato chi non ha bisogno di eroi…fasulli”. Sono quelli che vengono celebrati e incensati, perlopiù dopo morti, da peana bipartisan, anzi, onnipartisan, che, come da scienza e logica risulta, sono peana i cui direttori d’orchestra stanno sempre a destra...continua
http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2008/11/curzi-vita-con-il-compagno-comodo.html

Sicurezza a Torino


Quello che segue è un articolo apparso su indymedia.org che tratta di un "esperimento" di controllo sociale messo in piedi dal comune di Torino.
Non c'è che dire, l'amministrazione riformista torinese si distingue per queste cose ed è, al pari delle tante amministrazioni leghiste, un luogo in cui la politica si esercita in un opera di "sensibilizzazione" dei peggiori istinti dei suoi cittadini.
C'è una strategia precisa che coltiva l'insicurezza come mezzo di gestione dell'ordinario e che ha come obiettivo la messa in campo di strumenti, di "controllo" del territorio, in cui il corpo sociale viene spaccato tra chi ha da temere per se e per ciò' che possiede e chi non ha e poco ha da perdere se non la propria disperazione.
A queste paure si offre il riparo ed il conforto di un delatore anonimo.
Questa simil sinistra da salotto ha lasciato l'idea di solidarietà a qualche suggestione buona per qualche viaggetto in Africa o qualche adozione a distanza.
Quando si tratta di guardare al cortile di casa usa le stesse lenti della destra.Intercetta e spiega i fenomeni sociali nello stesso modo.Salvo poi chiedersi il perché gli Italiani offrono un'idea di società civile che va incancrenendosi e del perché votano per Berlusconi.
Ci chiediamo perché non elaborino, sul territorio, strumenti di controllo che pongano argine ad un altro tipo di emergenza sicurezza.
Quella dei cantieri, quella del lavoro in nero, quella dei tanti condomini del centro lasciati al degrado ed all'abbandono.Quella delle scuole, quella della salute per i tanti che vagano senza fissa dimora.Per quelli che saranno sfrattati e per quelli che lo sono già.Per gli anziani lasciati da soli.
Ho un'idea del perché non lo fanno.Perché quella gente non vota più ed abita in quei quartieri popolari dove, alle ultime elezioni, l'astensione è stata massiccia.E' gente che non vale l'investimento richiesto, non garantisce la rendita del potere. Meglio i borghesi.Meglio far sentire sicuri loro.




"In via Garibaldi 26 c’è la farmacia Bosio. Nobile ingresso, testone di Galeno con tanto di scritta in greco, bei lampadari. La Bosio è una delle 15 farmaspie pioniere, dove dal 1° ottobre si raccolgono le informazioni su poveri, mendicanti, rom, posteggiatori abusivi, senza casa. L’accordo tra Comune e Rete delle farmacie prevede una prima fase sperimentale di tre mesi e poi l’estensione della pratica del farmacista spia alle altre 280 farmacie.

Un bell’esperimento di delazione anonima di massa mascherata da servizio agli anziani. In un primo tempo i farmacisti si sono dichiarati entusiasti, presentandosi a La Stampa e ad Epolis come ultima trincea contro la criminalità.

Da qualche tempo sono meno sicuri di se, minimizzano, negano l’evidenza, cercano di cambiare le carte già smazzate in tavola. I volantini, manifesti e comunicati di denuncia, nonché le chiamate indignate di numerosi cittadini sono state il segnale di un disagio diffuso di fronte ad un esperimento di controllo sociale che ricorda da vicino le pratiche della dittatura fascista.

Nel pomeriggio del 23 ottobre un gruppetto di antirazzisti si è radunato di fronte alla farmacia Bosio, aprendo uno striscione “boicotta le farmacie spia”, facendo interventi dal megafono e distribuendo un volantino che riportiamo sotto.

Nonostante le irritate proteste della farmacista i passanti si fermavano curiosi, chiedevano informazioni, e spesso esprimevano la loro indignazione.

Un piccolo segnale di rivolta contro la cappa ossessiva di controllo cui siamo quotidianamente sottoposti.

Spropositata la reazione della polizia che in pochi minuti ha adunato nella via una quindicina di agenti della Digos mentre una camionetta dell’antisommossa stazionava nella limitrofa piazza Arbarello.

La campagna contro le farmaspie continua…

Per tutti gli interessati la prossima riunione dell’Assemblea Antirazzista di Torino si terrà martedì 28 ottobre. Dalle 19 alle 21 presso la FAI in corso Palermo 46. Dalle 21 in poi presso radio Blackout in via Cecchi 21.

Di seguito il volantino distribuito ieri in via Garibaldi.

Farmacisti o Spie?

In 15 farmacie di Torino si esperimenta il Dottore/Spia. Dal 1° ottobre le confidenze anonime dei clienti vengono raccolte in farmacia e passate ai vigili urbani.

Dicono che serve a farci sentire più sicuri. Dicono che il nemico è chi chiede l’elemosina, chi si arrangia vendendo in strada o lavando vetri: nemici sono i poveri, gli immigrati, i senza casa.

Nel mirino stanno gli ultimi ma la libertà la portano via a tutti.

La nostra vita è ogni momento sotto controllo ossessivo.

A Torino ci sono migliaia di telecamere – 3000 solo quelle pubbliche -, oltre a uomini in armi (poliziotti, carabinieri, guardia di finanza, vigili, soldati) che tengono sott’occhio ogni angolo della città.

Adesso, come nel ventennio, si introduce la spia di quartiere: allora c’erano i capo fabbricato, ora è il turno dei Dottori di farmacia.

Ma di sicurezza, quella vera, non si parla mai, perché significherebbe aprire la piaga dolente di un sistema sociale dove pochi lucrano sulla vita di noi tutti.

Non c’è lavoro e quello che c’è ammala e ammazza, non ci sono asili e nidi per i nostri figli, quel poco di scuola che resta lo stanno demolendo, negli ambulatori e negli ospedali una visita o un ricovero sono come le estrazioni del lotto: il numero buono esce ogni sei mesi. Un ammalato spende buona parte del suo reddito – magari una pensione da fame – per medicine, ticket; chi riesce si paga il medico privato. A Torino le risorse sono usate per i nuovi manganelli dei vigili, per altre telecamere ad ogni angolo, non per i trasporti, la salute, la scuola.

Vogliamo vivere in una città dove tutti spiano tutti? Vogliamo fare delle nostre vite una galera quotidiana? Abbiamo voglia che il nostro farmacista diventi una spia?

Per ora i farmacisti orecchiuti sono solo 15 ma da gennaio, se l’esperimento funziona, potrebbe essere esteso a tutte le 280 farmacie di Torino.

Ma qualsiasi esperimento può fallire.

Andiamo nelle farmacie dei pionieri della delazione e diciamo che chi fa la spia non ci piace, che andremo da un'altra parte con le nostre ricette. Per segnalare il nostro dissenso può bastare una telefonata di protesta.

Se saremo tanti forse qualcuno di questi spioni volontari cambierà idea, forse altri saranno indotti a riflettere e si rifiuteranno. Forse questa città non è ancora strangolata dalla paura. Forse. Dipende da noi tutti.

Di seguito l’elenco delle 15 farmacie spione:

Bosio – via Garibaldi 26 0114369636; Comunale n. 43 – piazza Statuto 4 tel. 011 5214581; Rossi – corso Sebastopoli 202b tel. 011 350010; Annunziata – via Stradella 198 tel. 011 290449; Cavanna – via Mosca 1 tel. 011 212932; Regina Margherita – via Pietro Cossa 280 tel. 011 4559904; Vela – corso Potenza 92 tel. 011 252803; Comunale n. 2 – via Slataper 25bis tel. 011 735814; Lucento – via Oglianico 4 tel. 011 732815; Robino – via Palestrina 49 011855966; Santissimi angeli Custodi – corso Vercelli 195 tel. 011 2464437; Comunale 20 – via Ivrea 47/49 tel. 011 2621325; Madonna delle rose – piazza Galimberti 7 tel. 011 3195700; Monviso – corso Giambone 19 tel. 011 3175105; Steffannone – corso Unione Sovietica 397 tel. 011 614220

A cura dell’Assemblea Antirazzista di Torino

Info: assembleaantirazzistatorino@autistici.org"

mercoledì 26 novembre 2008

Vignette del giorno



martedì 25 novembre 2008

Debiti




Questa mappa offre, cromaticamente, un'idea di quelli che sono i paesi più indebitati (in rapporto al PIL) del pianeta.
Noi siamo i terzi.
Potete anche notare come gran parte delle economie "occidentali"sono presenti in quella parte di scala cromatica che rappresenta una incidenza del debito rispetto al PIl superiore al 50%.
Ci sono vari modi di fare debiti in uno stato.
Li si fa per fare investimenti, per pagare una macchina statale che produce "servizi" per i cittadini, perché non vengono pagate tasse in misura sufficiente , perché c'è unna struttura di "governo" parassitaria che necessita di ingenti risorse per essere mantenuta.
Potremmo aprire un dibattito sull'argomento, però il dato rimane.Di fronte a questo scenario si apre una crisi "sistemica" in cui gli stati avranno bisogno di impegnare ingenti risorse "pubbliche" per provare a venirne a capo.
C'è chi ha spazio per poterlo fare e chi no.In particolar modo in una fase di crisi economica in cui si farà fatica a produrre ricchezza in modo sufficiente da pagare gli interessi sul debito già consolidato.
A meno che non si intervenga in modo radicale su quella che è la leva fiscale o su una sorta di espropriazione di "ricchezza" posseduta da quella borghesia che in questa situazione gode del vantaggio di "ammortizzatori" economici che la maggior parte di noi non possiede.
In sostanza, se vogliamo garantire servizi, scuole sicure, ammortizzatori sociali che preservino da masse di disoccupati incazzati a passeggio per via Montenapoleone a Milano e continuare a pagare le pensioni bisogna che qualcuno metta mano al portafoglio.Ho idea che quelli non possiamo essere noi.


Questa altra immagine fornisce un dato sintetico di quello che è il rendimento attuale su un investimento in "BTP" dei paesi "emergenti".
Le situazioni più critiche sono quelle del Venezuela, dell'Argentina dell'Ucraina e della Romania.
Manca in questo elenco l'Equador che ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di pagare il proprio debito "estero".Se dovessero verificarsi altre ipotesi o minacce di default, a quella che è una crisi "finanziaria" generata da fattori legati a speculazioni "private" se ne sommerebbe un'altra derivante da stati sovrani.Prego osservare la situazione dell'Ucraina e della Romania che, su una scadenza breve, offrono rendimenti tra il 12 ed il 21%. Cose simili si osservavano durante il periodo che precedette il default dell'Argentina. La differenza, con allora, è la profondità della crisi e la pletora di soggetti coinvolti.



Quest'ultimo grafico dà l'idea di quanto vale il debito della General Motors e della Ford.A fronte di un valore nominale di 100 una obbligazione viene pagata 20.
Anche su questo versante il governo americano ha promesso sostanziosi interventi.Perchè? Perchè quello è un settore che "occupa" direttamente ed indirettamente circa 5 milioni di persone, paga la pensione ad un milione di ex lavoratori e sostiene la previdenza per altrettanti.
La domanda è : dove prenderanno quelle risorse che si sommeranno a quanto sarà necessario per salvare una banca come City Corp?
Altri debiti, è la risposta.
Se ci sono debiti è perché un creditore è disposto a fornirti le risorse necessarie.Il sospetto è che chi ha queste risorse prepara uno scenario di ulteriore concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi soggetti.
Già, ma chi sono questi soggetti?Potrebbero essere quegli stati che hanno accumulato risorse finanziarie che oggi cercano nuovi e più produttivi impieghi.Oppure soggetti terzi che non riusciamo ad intravedere.
La questione è : può un sistema riprodursi alla sola condizione di una crescita infinita del solo"fattore" economico di "produzione" della ricchezza che oggi è rappresentato dal debito?

lunedì 24 novembre 2008

Provocatori

Da Korvorosso abbiamo trovato questo commento:

"Secondo punto: facciamo a capirci Salis: io scrivo ciò che mi pare e piace, ritengo che la Legge 30 sia una intollerabile diminutio dei diritti dei lavoratori, e ritengo che sparare a Biagi - ribadisco il "coglione venduto" che così tanto ti scandalizza [suppongo solo perché lo dico io, bruta, negra e pedofila come andate sostenendo in giro voi branco] visto che faceva parte della pattuglia che oggi schiera nel governo addirittura il Brunetta e una serie di pidiellini [tipo il Luciano Cazzola che lo glorifica nel suo libro] che se fossi veramente un compagno dovrebbero farti rabbrividire - sia stata una delle poche cose sagge fatte dai compagni che si sono presi il fardello di quella morte, inutile come tutte le morti violente, ma che ha un suo perché. Questa è una delle poche cose che mi piace del maoismo: "colpiscine uno per educarne cento".

Poiché la persona che lo scrive si firma come ex onorevole riteniamo di dover dire a chiare lettere che non crediamo minimamente possa essere lei.
Pensiamo sia solo una/o poveraccia/o che di mestiere fa il/la provocatore/trice.
Occhio gente, c'è brutta gente in giro e bisogna fare attenzione ai fascisti.

Il resto, se non avete vomitato prima,lo potete leggere qui
http://anagnirossa.splinder.com/post/19134308?666#comment-52126933

Censura

Il mio è solo un parere quindi non censurabile:

PENSO CHE QUELLA DI PRECARIOPOLI SIA UN'OPERA MERITORIA, ANCHE SE UN PO' BIRBANTE NELLA FORMA. PERO' QUANTA SAGGEZZA IN QUELLO SCRITTO. IN FONDO NON VI FA INCAZZARE E NON VI FA VENIRE VOGLIA DI PRENDERLI A CALCI NEL CULO, VISTO LO SPETTACOLO INDEGNO CHE STANNO OFFRENDO?SE UNO SCRIVE CHE VILLARI E' UN KAPO' CHI SI OFFENDE (COLLABORAZIONISTA)? ED I KAPO' DOV'è CHE STANNO BENE?

domenica 23 novembre 2008

Futuro comunista


Il mancato premio nobel Brunetta sforna l'ennesima ricetta per uscire fuori dalla crisi, in sintesi:
1- allungare gli orari di lavoro
2- aumentare la produttività
3- buttare a mare i baroni nelle università
4- mettersi una mano sulla coscienza e rinunciare ad un pezzo di egoismo personale

Ho la vaga sensazione che qualcuno di questi "nobili" obiettivi sarà raggiunto e, guarda un pò, scommetto su orario di lavoro ed il pezzettino di egoismo personale(magari tradotto in meno soldi nelle pensioni e allungamento dell'età pensionabile) .

Se non fosse surreale il clima (qui tutti sparano "minchiate" a quintali) ci sarebbe da chiedergli:
"Scusa coso, ho qualche domanda. Ma ti sei accorto che manca il lavoro e non c'è un cazzo da produrre? Non ci credi? Perché non ti fai mandare da qualche scribacchino la sistuazione degli ordini della Iveco, per esempio. O le previsioni di vendita della Wirphool."

Nello stesso tempo ci prova l'altro genio del suo capo a lanciare appelli da seconda guerra mondiale.La differenza è che al posto dell'oro alla patria ora abbiamo il"consumiamo di più per la patria".
Anche a lui una domandina" Scusa coso, ma i soldi?" A meno che lui, il genio, non stia pesando di fare il comunista sul serio e crepare così.
D'altro canto se è entrata in crisi l'economia della fuffa, quella del credito facile, della speculazione infinita e della carta straccia con cosa "cazzo" facciamo i debiti e troviamo qualcuno disposto (sulla fiducia e perché lo dice lui) a prestarci i soldi per consumare di più?

E poi, scusa, consumare di più cosa?
Io penso che il Berlusca, manipolato da quella vecchia guardia rossa del Tremonti, propenda per l'ipotesi "comunista".
In fondo se chiede al suo amico della Banca d'Italia capirà bene dove trovare i soldi per rilanciare i "consumi".
Possiamo sempre suggerirgli un semplice esercizio. Facciamo che viviamo in 10 in un villaggio. Peppino è uno che, nel villaggio, possiede 100. Pasquale possiede 50 e gli altri 8, a testa, 5.
Secondo lui le risorse così distribuite garantiranno più consumi ripetto al fatto che Pasquale e Peppino si ridimensionino (diciamo della metà) e che quella parte vada agli altri 8?

L'ho capito che l'economia è una roba un tantino più complessa però vale per tutti.Mica solo per me.Vale anche per quella volpe del mancato premio nobel Brunetta e quel vecchio marpione del Berlusca.
Rimane un punto, però.Ho idea che una diversa distribuzione del reddito e della ricchezza garantisca di più da stravolgimenti sistemici.Quanto meno ci si arriva con meno debiti e pezze sul culo.

Intanto negli States proveranno a salvare l'industria dell'auto.Una robetta che fornisce occupazione diretta a circa 300.000 persone e produce altri sette posti di lavoro tra servizi e terziario collegato alla "pipe line" (che figo!) logistica.
Quell'industria concorre a pagare pensioni a circa un milione di americani.
Salvare quell'industria necessita di risorse ingenti.Già qualcuno storce la bocca e dice "perché loro si e noi no?"
Lo dice, in fondo, anche il nostro Marchionne "O vale per tutti o per nessuno"Immagino come saranno impressionati alla Casa Bianca.Magari qualcuno proverà a chiedere anche a lui" Scusa coso, ma la Fiat in Italia come si è sviluppata? e lo stabilimento di Melfi chi lo ha pagato? Agnelli o quei poveri pirla che gli compravano anche le macchine e che anche con le tasse gli garantivano finanziamenti a perdere? E la rottamazione come la chiamiamo?"
Echecazzo socialcomunisti quando vi conviene e liberisti strenui difensori del mercato solo a parole?

Io sono giunto alla personalissima convinzione che, una volta sparate le ultime cartucce, una sana ed improrogabile pianificazione social comunista non ce la toglierà neanche il papa e quel cretino di Pera. Tremo già all'idea di vedere il Berlusconi, e l'alfiere Brunetta,con il colbacco e la falce e martello in fronte.

sabato 22 novembre 2008

Che culo, scende il prezzo del petrolio e Scaroni dice che avremo 2000 euro in più da spendere

Scaroni, top manager super pagato, dice che se nel 2009 il prezzo del barile sarà intorno ai 50 dollari avremo mediamente 2000 euro in più da spendere.
Quindi rispetto a tre anni fa ne abbiamo mandati in fumo altrettanti e quelli compenseranno ciò che abbiamo già speso.In sostanza non ci guadagneremo un cazzo in termini di potere di acquisto.

Salvo che, nel frattempo, la tua azienda non abbian chiuso, o tu non sia in cassa integrazione, o disoccupato scoraggiato o nuovo disoccupato o disoccupato semplice.
In tutti questi casi Scaroni pensa che il problema per molti di noi sarà fare il pieno di benzina?

venerdì 21 novembre 2008

Rivitalizzare il capitalismo, ovvero tecniche di marketing applicate al mercato dei cessi.

E' un ricordo sepolto nel tempo quella conferenza che aveva come oggetto le "strategie di rivitalizzazione nel ciclo di vita dei prodotti", sponsorizzata da aziende altisonanti e tenuta all'interno di un seminario di marketing gestito dall'istituto Ambrosetti.
L'ometto che si presento', con rigorosa valigia su rotelle al seguito, era un ingegnere giapponese.

La prima foto che proiettò era quella della tazza di un cesso.Ci parlò del ciclo di vita di questo prodotto (il cesso), dei problemi dati dalla maturità di quel mercato (sembra si vendessero sempre meno cessi, all'epoca in Giappone) e delle strategie messe in atto dalle aziende per diversificare l'offerta e rendere il prodotto un'altra cosa nell'immaginario collettivo.

Per circa due ore proiettò foto di cessi sempre più tecnologici.Cessi in grado di produrre esami delle orine e delle feci, cessi con musica ambientale sinergica al tipo di produzione corporea, cessi a forma di poltrona ed altri con ammennicoli tecnologici di varia natura.
Quel momento intimo diventava un'altra cosa.

Ripenso a cosa si inventeranno per rivitalizzare il capitalismo.Ho cercato le dispense di quel seminario.Ho una brutta notizia per lor signori. Non le ho trovate.

mercoledì 19 novembre 2008

Per saperne di più su Gaza e la resistenza palestinese

Palestine Monitor

Press release

Putting a final end to the Israeli soldiers’ arbitrary humiliations on our people

Palestinian National Initiative

18 November 2008

Dr. Mustafa Barghouthi MP, the Secretary General of the Palestinian National Initiative, strongly condemns the public humiliation carried out by the Israeli army on a Palestinian youth this Tuesday. The young man was arrested and stripped publicly at Beit Iba checkpoint, West of the city of Nablus. Dozens of soldiers surrounded the boy and searched him, while he was standing naked in the eye (...)

Articles & Analysis

A Clear Case of Provocation.

Palestine Monitor

8 November 2008

After reading the Jerusalem Post article “IAF Kills Islamic Jihad Terrorist in Northern Gaza Strike” this morning (Nov 6th) I felt like I was living in an alternate reality. Then I decided that I was not, and that perhaps the Post had mixed things up. This is the response to their confusion and a call for a return to (...)

Libertà per Guerrilla Radio

Guerrilla Radio, alias Vik, è in prigione.Sconta il fatto di non chinare la testa di fronte a quell'obbrobrio che è il ghetto di GAZA, di non accettare che la politica criminale del governo israeliano si manifesti impunemente senza che nessuno difenda i più deboli.

Un ghetto messo su dallo stato Israeliano con la connivenza delle democrazie occidentali.Io non ho idea se ci sarà, nel futuro, la possibilità di mandare qualche gita scolastica in visita alla rivisitazione del concetto di ghetto di ciò che oggi Gaza rappresenta.
Varrebbe la pena farlo.Se non altro per insegnare come sia facile trasformarsi in carnefici.

Tutta la mia solidarietà a lui ed a quelli come lui.Mi auguro che il suo esempio serva ai tanti compagni nel quotidiano.Per lottare non servono grandi discorsi retorici, basta guardarsi intorno e decidere da dove iniziare.

A pugno chiuso Vik

lunedì 17 novembre 2008

La festa è finita, dicono.Ma quando è iniziata?perché non ce ne siamo accorti.


Questa mattina ho ascoltato le consuete opinioni che, senza alcun volo di fantasia da parte dei giornalisti, dispensano il solito e trito cliché del "pensiero maturo" bipartisan che soffoca questo paese di merda.
Quello che si è distinto, in modo encomiabile, è un triste personaggio, viso affilato, pelata al centro e sguardo modello "lo sapevo e ve lo dicevo io", che consuma reddito (in modo improduttivo ed a sbafo) facendo il difficile mestiere di direttore di un quotidiano di area centro destra come il Tempo.
Questo censore ci ha informato che "gli Italiani devono entrare nell'ordine di idee che la festa è finita".
Ho vagato con lo sguardo nella stanza che mi ospita per capire se avevamo fatto in tempo, io e la mia famiglia, a togliere i segnali dell'ultimo festino; tanto per adeguarci.
Allineato con altri, intorno ad un tavolino, questo personaggio ha maramaldeggiato facendo l'elenco delle feste a cui non potremo più partecipare.

Ho fatto un breve calcolo di quello che dovrebbe essere il reddito di quelle persone,che come lui partecipavano alla trasmissione, e credo di non andare molto lontano dal vero nell'ipotizzare una media di 300.000 € anno per testa.
Di mestiere costoro fanno i giornalisti, gli scrittori e gli opinionisti.Producono chiacchiere e fanno morale e per questo si fanno pagare molti quattrini, molti di più di un qualsiasi operaio specializzato della Bertone (in fallimento), o di qualsiasi ingegnere della Motorola di Torino(chiusa), o di qualche stampatore della Ages (in fase di liquidazione), o disegnatore della Pininfarina (in cassa integrazione se le banche lo permetteranno).

In quel gioco delle parti c'era il clone del giornalista alla Travaglio; che fa quattrini spiegandoci che i parlamentari guadagnano troppo e che, in virtù di ciò che scrive, spera in realtà che quella pacchia non debba finire mai.Gli mancherebbe il "core business"a lui ed al suo editore.
In questa arena del a chi "grida di più" allo scandalo, che rende costoro molto ricchi, a destra si odono i soliti squilli sui fannulloni, gli improduttivi,il dover lavorare di più, la cultura del sessantotto etc.etc.etc.Target elettorale trito e ritrito, buono per gli schiavi con la partita IVA.
Pensieri ignobili che hanno il sostegno di cariatidi pensionabili alla Mafai che assentono pensierose e che ricordano che "no, la cultura del sessantotto non appartiene più alla sinistra da circa venti anni".

Tutto ciò mi fa incazzare.Molto.
Ancora di più se guardo alla recente biografia di quel "geniaccio" di mister Brunetta.Anche lui potrebbe condividere la stessa tribuna con gli stessi moralizzatori.
Anche lui ha qualche peccatuccio veniale che preferisce non spiegare. Ci dicono che si sia distinto per assenteismo durante la sua mirabolante presenza al parlamento europeo; non tanto assenteista da rischiare lo stipendio, però.
Ci descrivono anche lui, come sor Walter Veltroni, affezionato all'idea di poter mettere su casa acquistandola a prezzi di saldo da un ente come L'INPDAI.Alla faccia di quelli che la casa se la sognano e sono sfrattati perché l'affitto non lo possono pagare.
Un genio, il Brunetta, che spara cose del tipo" mi hanno proposto per il premio Nobel".Salvo scoprire che la proposta valeva per un altro genio, come lui, economista alla Vaciago e che era una sponsorizzazione fatta da un "amico".
Uno (geniaccio dei numeri) che ha reso obbligatorie le visite fiscali anche per un solo giorno di malattia, cosa che crea più di un problema di bilancio alle scuole.Ad esempio.
"Su un organico di 140 dipendenti e con un tasso di assenteismo per malattia di 1/2 persone al giorno ed al costo di 40 € per visita la previsione di spesa, fatta in un istituto scolastico come la Gabelli, è di circa 4.000 € annui su un bilancio di 86.000€."Indovinate dove taglieranno per pagare le fatture della Asl?
Per una roba così certo che si che ti danno il premio Nobel.ma per toglierti dai coglioni e non fare danni.

Su questo argomento, un altro geniaccio dell'economia, ci spiegava che battere l'assenteismo nel pubblico impiego equivaleva a recuperare un 1,5% di PIL.
In che modo ha fatto i conti non lo ha spiegato.Forse perché non lo sa neanche lui.Ma tant'è.Ti pagano, vai in TV a dire le tue cazzate e chi vuoi che ti chieda di dare una spiegazione esauriente e comprensibile.

Insomma siamo sottoposti a questo fuoco incrociato di superpagati liberi professionisti e politici di professione che ci disegnano e trattano come un paese fatto da gente di scansafatica e pezzi di merda.
Sicuramente è così perché il 75% dei miei concittadini ha dato loro fiducia.Li ha votati credendo in quello che dicevano e pensando che in fondo le offese riguardano qualcun altro.
Però adesso la festa è finita.
Ho idea che lo sarà per tanti.Io di illusioni non ne ho più.Rimango irriducibilmente aggregato a quel 25% di persone che non si sono scomodate per dar loro alcun tipo di sostegno,Penso che darlo, in queste condizioni, sia segno di connivenza criminale e di disastro della coscienza civile.
Coltivo il mio piccolo sogno. Una ghigliottina di fronte alla quale danzare, tagliando le loro inutili teste di cazzo.