sabato 31 marzo 2007

Padoa Schioppa ed i liberisti

Ieri, sulla Stampa, c'era un articolo che parlava del nostro eroe.
Descrive il modo in cui, Lui, cerca di gestire i rapporti con gli altri ministri e di come porta avanti, con metafore, la sua politica di ministro dell'economia.
Padoa Schioppa è uno che, molto efficacemente, ha detto che "non bisogna prendere lucciole per lanterne, neppure il contrario.La finanziaria è una lanterna"
Quella lanterna ha fatto incazzare quasi tutti i sindaci d'Italia e, una volta verificato l'effetto sui redditi delle famiglie, quasi il 90% degli Italiani.
La cosa geniale è che è riuscito a mandare di traverso il caffè alla maggioranza di quelli che, il governo, voleva difendere perché deboli.
Si dà il caso che questo è un paese in cui le politiche economiche, nella maggior parte dei casi, sonno state appannaggio, nelle linee guida, della borghesia e di quelli che contano "veramente".
Non è un caso se i lavoratori italiani hanno salari tra i più bassi d'Europa (fonte Eurispes).
La piattaforma che in questo momento i sindacati dei metalmeccanici stanno discutendo tra di loro, prevede aumenti salariali nell'ordine dei 150€ (lordi mensili) al massimo nel giro di tre anni.La confindustria si dice preoccupata e fa balenare l'idea di un aumento che non superi i 60€ (lordi e mensili e sempre in tre anni).
Quando ci misuriamo con gli altri paesi e con le loro politiche economiche, misuriamo e compariamo dei risultati ottenuti e non un mondo immaginario.
Si dirà che, la situazione dei salari, dipende dal fatto che il nostro è un paese ingessato dalle troppe regole nel sistema economico.
Nel dire questo ci dimentichiamo che la struttura economica del paese è fatta, prevalentemente, da aziende di piccole dimensioni.In queste la flessibilità, e la possibilità di gestire la forza lavoro secondo criteri di "compatibilità" economica, è un modo di fare impresa che nessun sindacato è in grado di condizionare.
Così come dimentichiamo le riforme del mercato del lavoro che si sono succedute negli ultimi 15 anni, le leggi che garantiscono sulle modalità di conferimento della mobilità lunga senza oneri per le aziende, la cassa integrazione a carico della comunità e le ristrutturazioni pesanti che hanno falcidiato migliaia di posti di lavoro.
Il mondo che i liberisti prefigurano, è un mondo in cui il "vantaggio" di uno (impresa) è vantaggio della collettività. Un pò come diceva Platone.
Il punto è che il vantaggio di questo uno è dato dalla necessità di legare, sempre e comunque, al profitto il destino della comunità.
Quando il profitto, in quanto essenza del vantaggio del signore e dell'impresa, è messo in crisi è opportuno e legittimo sacrificare la comunità ed i suoi interessi.
Insieme alla comunità le risorse disponibili.
Una visione così radicale dei rapporti non può che produrre conflitto.Questo conflitto ha la possibilità di trovare soluzioni e mediazioni se la comunità può contare su una struttura di leggi e regole che la aiutino in quanto soggetto più debole rispetto all'altro.Se queste regole mancano, o vengono distorte, il conflitto ha buone probabilità di diventare ingovernabile.
In questo ogni parte della classe dirigente ha modo di misurare in modo "responsabile" come pensa di governare i rapporti tra le classi e come mediare tra questi.
Scegliere la via del radicalismo economico ha il suo prezzo in termini di conflitto.
Se questo è vero, ci aspetteremmo, dal governo di centro/sinistra e dal suo ministro dell'economia, un atteggiamento più prudente quando parla di lavoratori.Al contrario l'idea che sembra balenare è solo quella della sciabola.
Nelle ultime due settimane TPS ha paventato l'idea di tagliare un altro pò di posti di lavoro nelle FS.Contemporaneamente il suo piano di riorganizzazione del suo ministero, prevede esuberi per 8.000 persone.
In quindici giorni, se si lascia fare a questo signore, almeno 30.000 tra uomini e donne dovrebbero concretamente pensare a come sopravvivere.
Quello che colpisce è la leggerezza con cui si forniscono ricette di questa natura. Una delle obiezioni morali poste nei confronti dei terroristi, che colpivano persone, era che questi riducevano tutto a simboli senza storia, anima ed identità. Direi che non c'è molta differenza, nella sostanza, con la visione economica che riduce masse di persone a numeri e basta.A loro si prospetta al posto di "una fine terribile una esistenza terribile senza fine".
La morale di questi individui, fattasi classe dirigente, è molto ben sintetizzata dalla vicenda dei lavoratori di un'azienda di Rivoli, la Oasis.
In questa ci lavorano 18 operai.Dopo due anni di crisi l'azienda è stata rilevata. A Gennaio le cose sembravano andare per il meglio.Gli operai facevano fino a 100 ore di straordinario per rispondere alla domanda.
In una notte di Marzo i titolari sono stati sorpresi mentre cercavano di far uscire dalla fabbrica, gli stampi della produzione. Sono stati chiamati i carabinieri e da quel giorno non si lavora più. I lavoratori son in attesa dell'istanza del fallimento e sperano in qualche imprenditore meno squalo.
L'esempio di una piccola comunità che non si è piegata al bene di uno solo.

venerdì 30 marzo 2007

Padoa Schioppa? mandiamolo a casa

Il nostro ministro del tesoro, con grinta ed autorevolezze, ha affermato che per fare quadrare i conti delle Ferrovie dello Stato bisogna fare nell'ordine le seguenti cose:
1- licenziare un pò di gente perchè costano troppo
2- aumentare le tariffe che sono le più basse d'Europa
3- tagliare i rami secchi.In sostanza limitarsi a fornire servizi di trasporto solo nelle tratte dove si guadagnano soldi.
4- liberalizzare
5- eliminare il doppio macchinista
Questa amara medicina è necessaria se vogliamo un sistema efficiente e che dia un buon servizio.
Ironia della sorta ( e sfiga per il ministro)su quel versante sono accadute le due seguenti cose:
1- un treno si è schiantato a Porta Nuova (Torino) contro la banchina della stazione.Sembra che non abbiano funzionato i freni
2- e' uscita una statistica sul livello di servizio (Piemonte) che dimostra come, in fatto di puntualità, sulle tratte dei pendolari le cose vadano sempre peggio.A leggere i dati ci sono tratti in cui il treno mediamente parte in ritardo nel 40% dei casi ed arriva tardi nel 50%(tratta Torino-Savona), in alcuni casi (Torino-Pinerolo)partono inritardo nel 44% dei casi ed arrivano in ritardo nel 70%.
Le ferrovie dello stato sono quell'azienda che nel corso degli ultimi 15 anni ha quasi dimezzato il numero dei suoi dipendenti.La maggior parte di quelle persone, andate in pensione prima del tempo, non pesano più sui bilanci dell'azienda. In compenso costano all'INPS.Contemporaneamente l'azienda ha aumentato il numero dei suoi dirigenti.
La ricetta del ministro è veramente molto ingegnosa. Mi chiedo come non ci abbiano pensato prima (eccetto la mannaia sui dipendenti, il resto sono tutte idee nuove!).In fondo a chi cavolo volete che interessi un trenino regionale che porta un pò di studenti, pensionati e pendolari.Se non ci si guadagno tagliamolo ed a quella gente diciamo di provvedere altrimenti (cazzi loro!).
La questione del costo dei biglietti, poi, è una cosa indecente.Come possiamo permetterci un sistema ferroviario se non adeguiamo il costo a quello tedesco o inglese.
Qui, purtroppo, gli ultimi dati non aiutano il nostro eroe.L'Eurispes ha pubblicato un pò di statistiche dalle quali risulta che:
1- in termini di salario netto (medio) siamo al penultimo posto con 16.242€.Un inglese ne guadagna 28.000.
2- la crescita del salario lordo ci vede al terzultimo posto.In Italia negli ultimi 5 anni è cresciuto del 13,7% contro il 27,8% degli inglesi.
In sostanza, in Europa, i lavoratori italiani sono tra quelli che guadagnano meno.
Spaventato dai numeri, l'altro mago merlino della finanza, il commissario Almunia ha in ogni caso affermato che abbiamo esagerato e che il nostro costo del lavoro è particolarmente pronunciato.
Ho il sospetto che gli stiamo sul belino.
La mente geniale deve aver pensato: "aumento le tariffe, quindi questo impatta sul numero degli utenti che diminuiscono, che diminuiscono ancora se tolgo un pò di linee.Questo fatto automaticamente mi aiuta a dimostrare un livello di efficienza basso, quindi posso mandare a casa un pò di gente.Se poi contemporaneamente riformo il sistema pensionistico, quelli che mando via mi costano un cazzo.Privatizzo ai miei amici un pò di tratte e quindi mi libero di altra gente.Alla fine avrò da gestire 20 treni al giorno e lì posso sistemare, a dirigere il tutto, i miei figlioli precari con un co.co.co. ed i conti tornano"
Questo genietto dei numeri, supportato da stuoli di laureati in diseconomia e smercio, è lo stesso che attraverso sofisticatissime analisi fatte con modelli matematici molto complessi ci raccontò che:
1- siamo alla frutta ed al disastro economico
2- serve una manovra lacrime e sangue perchè così vuole l'Europa
Sappiamo tutti come è andata a finire.
Operai che guardano la busta paga e sono incazzati come iene digiune, industriali che ridono con circospezione e barbieri costretti ad alzarsi anche al Lunedì mattina presto (non dipende da lui, ho capito!).Ed infine, cosa che mi fa proprio incazzare, ha chiesto di fatto scusa a Tremonti perché forse non ci aveva capito un cazzo.
Negli ultimi mesi, il nostro, di previsioni non ne azzecca una.Non si capisce perchè non sia stato in grado di stimare il quantum delle entrate, in modo attendibile, prima di una manovra finanziaria di quella portata.
Non sia in grado di valutare, a consuntivo, in modo preciso la crescita del pil.
Sia costretto a fare opera di revisione dei dati della finanza pubblica ogni due settimane.
Questo signore è uno che ha molta credibilità tra il mondo della finanza, molto poca tra la gente normale a leggere i dati sui gradimenti dei ministri.
E' uomo dall'aspetto austero. Un autentico professionista di primo ordine "prestato" alla cosa pubblica.
E' uno che abitualmente non sale sui treni perchè usa l'autista e la macchina blu.Quella con il lampeggiante.
Ama richiamare all'ordine quando si tratta di conti. Anche se la maggior parte non guadagna un cazzo e fa fatica.
Ha il mito del libero mercato come soluzione ai guai.
E' uno che pensa di abbassare ancora di più i salari e tagliare le pensioni perchè,per sbaglio, ha letto i dati della Danimarca e non ha ancora capito che siamo in Italia.
Ma, sopra ogni cosa, è uno che ne capisce.
Eppure ce lo dobbiamo tenere perchè se no torna Berlusconi.

giovedì 29 marzo 2007

Radicalismo, uso della violenza e pacifismo

In questo periodo mi diletto nel leggere un discreto mattone (peso e sostanza) di tal W.Vollmann, intitolato Come un'onda che sale e che scende-pensieri su violenza,libertà e misure d'emergenza.
La questione che la lettura mi ha sollecitato è quella dell'uso della violenza come strumento per la soluzione di interessi contrapposti ed antagonisti.
Da un punto di vista "morale" la tendenza è quella di trattare l'argomento dell'uso della violenza con una negazione della sua legittimità, salvo rendere relativo questo giudizio in funzione di una serie di se e di ma che rimandano a quelle che vengono considerate le condizioni oggettive ed il contesto di riferimento.
Una analisi interessante è quella che fornisce l'autore del libro.
Cala la "filosofia" della non violenza di Gandhi in due contesti storici precisi:
1- il nazismo e lo sterminio degli ebrei
2- la lotta contro il colonialismo inglese
Una delle conclusioni, a cui giunge il ragionamento, è che una strategia di tipo gandiano non avrebbe avuto, contro il nazismo, gli stessi risultati raggiunti con la lotta per l'indipendenza dell'India.
Questo concetto parte dalla visione che Hitler aveva (all'epoca) del diverso modo in cui i due imperialismi (il suo e quello inglese) si ponevano nei confronti di chi li osteggiava.
Secondo Hitler "La primissima necessità, in un tipo di lotta fondato sull'uso della forza bruta, è e sarà sempre la persistenza.non appena la forza vacilla e si alterna alla tolleranza, la dottrina da reprimere non solo recupererà vieppiù vigore, bensì sarà in condizione di trarre nuovi vantaggi da ogni persecuzione,perchè quando l'ondata di pressione si attenua, lo sdegno per le sofferenze inflitte attira alla vecchia dottrina nuovi adepti...."
Secondo l'autore, uno dei segreti del successo di Gandhi risiede proprio nella diversa soglia di "determinazione" usata dagli inglesi nei confronti suoi e dei suoi seguaci.
In sostanza nel contesto indiano e con interlocutori di quel tipo, una strategia pacifista di massa ha avuto un senso ed ha portato a dei risultati. nei confronti di un "mostro" come quello nazista non avrebbe prodotto nulla.
Spostandoci ai giorni nostri devo confessare, senza ipocrisia, che per lungo tempo ho pensato che l'uso della violenza, come strumento di emancipazione e di lotta,fosse legittimo anche nel nostro paese.
Ho praticato una militanza politica dura, a Torino, senza sottrarmi nè a scontri di piazza nè ad azioni di militanza nei confronti di quelli che, all'epoca, identificavo come "nemici":i fascisti.
All'epoca in nessun modo sorse il dubbio che una strategia diversa potesse servire meglio gli obiettivi che ci prefiggevamo.
Oggi, qui ed in questo contesto, credo che una forma radicale di uso della non violenza offre maggiori opportunità rispetto ad una qualsiasi manifestazione di tipo contrario.
Quando penso ad un uso radicale, vedo le esperienze recenti di forme di lotta antagoniste come quelle degli operai di Melfi (corpi e mani alzate contro i manganelli della polizia), piuttosto che l'esperienza della Val di Susa.
Significa questo essere pacifisti?
Come singolo individuo penso di no. Io non sono un pacifista.Non credo che questo modello abbia un valore universale.
Nel 1992 (31 di Dicembre) ho assistito alla occupazione di S.Cristobal da parte degli zapatisti.Appena arrivati in paese, quelle persone, saccheggiarono la farmacia distribuendo le medicine agli indios.Nei giorni seguenti ci furono scontri cruenti con l'esercito messicano.I morti furono diverse centinaia.
In quella occasione l'intelligenza politica mischiò un uso della forza a manifestazioni di non violenza che garantirono (e garantiscono) al movimento uno spazio fisico (occupazione di un intero territorio-Selva la candona) ed uno mediatico internazionale oltre che la sopravvivenza.
Anni prima ho visitato paesi come il Guatemala ed il Salvador.I miei viaggi mi hanno portato a contatto con persone che, in quei luoghi, lottavano clandestinamente contro i rispettivi governi.
Dai discorsi, fatti sia con militanti comunisti che cattolici, mai è emerso il dubbio sulla legittimità dell'uso della violenza.
Il comune denominatore di quelle esperienze, oltre che la visibilità su un mondo in cui non esistono sfumature o vie di mezzo, è stato il verificare come quelle scelte erano sempre fondate sul reagire ad un potere che tendeva a conservare i privilegi di pochi con la forza e la brutalità.L'impressione che avevo, parlando con le classi "ricche", era identica a quella che ho avuto leggendo quel pensiero di Hitler. Una spietatezza non incline a considerare altri metodi, se non lo stermino fisico, di chi non accettava il proprio status.
(continua)

mercoledì 28 marzo 2007

Antipolitica,estremismo,moderati e pensiero unico

Qualche tempo fa, l'on. Tabacci,ha affermato che l'attuale sistema è da riformare perchè costringe i partiti ad allearsi in coalizioni non omogenee.
Nel sostenere questa tesi ha anche affermato, riferendosi alla sinistra radicale, che non tutti hanno una cultura di governo e che non si può costringere Caruso a stare con Treu.
Ieri sera, durante una vomitevole puntata di ballarò, Rutelli e Casini pomiciavano e filosofeggiavano sempre sul concetto di cultura di governo, responsabilità istituzionale e amenità varie.
Sul secondo canale l'on. Rizzo affiancava l'on. La Russa (minchia!) gigioneggiando sull'argomento Afghanistan con affermazioni tipo:
Rizzo:< Saremmo contro ma se votiamo no torna quell'altro>
La Russa:"Saremmo a favore, anche se un cicinino più armati, ma questi ci stanno sulle balle e quindi ci asteniamo" (che vale come votare no!)
Da rimanere impressionati.

Nel novero di quelli istituzionalmente corretti, siede da tempo l'on.Bertinotti. Anche Lui è diventato più realista del re e quindi liquida la contestazione di Roma con frasi del tipo:< C'è una sinistra che rifiuta la politica>

Sono tutti perfettamente alleati e solidali nella condanna dell'estremismo e della antipolitica anche se con qualche distinguo.
L'altro argomento, che riscuote applausi, è quello della necessità di riportare nelle aule parlamentari il dibattito.
L'obiettivo di tutto questo argomentare è quell'universo di persone che, scientemente o meno, vive le questioni in modo "radicale".
Gente che un problema te lo sbatte in faccia, in modo istituzionalmente poco corretto, perché nel delirio collettivo cerca una strada che marchi le differenze e trovi soluzioni alla sostanza dei problemi.

Il comune denominatore della politica istituzionale è la mediazione.Questa, se non sollecitata con spintoni radicali, di solito offre risultati scarsi e di poco valore per le persone.

Faccio un esempio che mi viene da un articolo letto sulla Stampa.
Il luogo è Roma e la situazione è l'occupazione di uno stabile, INPDAI, da parte di un numero di famiglie con il problema della casa.
La politica, con la voce dell'assessore competente in materia, come risposta a chi sollecitava una qualche soluzione per uno che vive con 1.000€ al mese e non può pagarne 800€ di affitto, suggeriva un trasferimento in periferia "perchè lì gli affitti costano meno".
L'antipolitica ha risolto la questione occupando un palazzo pieno di appartamenti liberi.
E' evidente che una futura mediazione dovrà partire da questo punto. Un nucleo consistente di inquilini (e non individui isolati) ed un fatto materiale che dovrà costringere le "istituzioni" ed il tele predicatore Veltroni (quello che doveva andare in Africa per accorgersi che la gente soffre, per lo più)ad occuparsi della questione.

Gli esempi della antipolitica (estremismo o radicalismo)nella storia non mancano. Di solito sui libri si parla di quelli che le rivoluzioni le hanno fatte (gli altri sono scoregge nell'universo). I meccanismi che danno dinamicità ai valori, al modo in cui si vive, ai modelli sociali ed alle conquiste hanno bisogno di energia e radicalità per essere messi in moto. la politica, di solito, segue con ritardo quello che la società vuole cambiare.

In questo è evidente che le spinte arrivano da poli opposti, interpretano e danno forma a istanze diverse ed a visioni della società anche antagoniste.
C'è da scegliere da che parte stare.

Senza la radicalità degli insulti all'università di Roma Bertinotti, e quelli come lui, sono destinati a perdere l'anima.
La cultura di governo dei radicali è cosa diversa da quella dell'on. Tabacci.Non è che non esiste, interpreta la società ed il modo di "governarla" in modo molto diverso.Parte da approcci "radicali" perchè pensa che è lì che vive e si sviluppa un modo per risolvere le questioni.
Ha come bussola gli individui e non il singolo. Fa sintesi della materialità e delle condizioni di vita con le regole della convivenza, cerca di creare valori positivi e solidarietà al posto di universi parcellizzati deboli e soli.
E' antagonismo ed è ribellione. E' quell'asticella messa un pò più in alto e che costringe i "moderati" a tenerne conto nella loro "cultura" di governo.

martedì 27 marzo 2007

Bertinotti ed i vaffanculo

Basta cambiare abito per pensare di passare indenni per una tormenta? E' toccato anche al Fausto prendersi qualche pernacchione e penso che, la cosa, gli faccia solo bene.
Ammesso che abbia voglia di riflettere sull'episodio.
La politica non è un pranzo di gala. Una volta lo si diceva della rivoluzione per giustificare le scelte più dure. Ma quelle erano rivoluzioni, questa è politichetta.

Questa mattina la Stampa ci spiega che le famose regole d'ingaggio non dipendono dal voto del parlamento, queste sono a discrezione dei comandi militari Nato e prevedono una risposta proporzionale all'offesa ricevuta e sono state stabilite in modo uniforme per tutti i contingenti, con voto unanime dei rappresentanti NATO, nel 2003.
Quello che è il reale motivo del contendere sta nella possibilità di allargare il raggio d'azione delle nostre forze militari (caveat in gergo). In sostanza da una missione che si dovrebbe occupare della sicurezza e del controllo delle iniziative umanitarie (e che per far questo può reagire ed agire secondo le direttive NATO) (!) ad una che ci trasforma in attori attivi di un'offensiva militare.
Un altro aspetto, della questione, è che fatte 100 le risorse economiche disponibili per l'afghanitan, solo 3 vanno in aiuti umanitari. Il resto viene speso in logistica, armi e stipendi dei militari.
Votare il finanziamento vuol dire questo: accordare risorse per mantenere una struttura militare e disporne solo una piccola parte per impieghi di ordine umanitario.
Come e se sparare e secondo quali motivazioni (in quel perimetro) è un'opzione che non è materia di dibattito parlamentare.
Quello che è materia di dibattito, nella realtà, sono le seguenti "necessità":
1- accordare la possibilità di estendere il teatro dell'intervento con nuove truppe e dotazioni di mezzi
2- partecipare alla guerra in modo chiaro e senza equivoci di sorta.
La spirale a cui si assiste non ha vie d'uscita.
E' ragionevole dare migliori armi, è ragionevole sparare per difendersi, è ragionevole anticipare gli eventi bombardando tutto quello che c'è intorno, è ragionevole comportarsi come una forza di occupazione,è scontato pagare un prezzo in termini di vite umane sempre più caro.

Di fronte a questo scenario la sinistra "istituzionale" balbetta. Confonde i termini della questione e non prova neanche a chiedere una distribuzione diversa delle risorse disponibili.
Ha paura di sostenere un modello alternativo evidenziando i risultati e le modalità d'intervento di associazioni tipo quella di Emergency. Insomma manca proprio lì dove dovrebbe sostanziare la sua proposta.
Dipende dal peso elettorale di Rifondazione questo? Io non credo se è vero che il feeling del paese con le avventure militari dovrebbe incoraggiare una politica diversa.

Questa mancanza di "politica" si manifesta anche in altri campi.
In quella economica con il sostanziale fallimento di una strategia volta alla difesa dei ceti deboli e delle fasce economiche disagiate.Strategia che ha evidenziato una debolezza evidente nell'accettare una politica fiscale che ha prodotto il contrario di quello che prometteva.
In quella dei diritti, con il sostanziale arretramento di fronte all'offensiva della chiesa e dei teocon.
Dipende questo solo dalla paura di ritrovarsi il Berlusconi tra le palle?

Come pensa di seminare, ed in quale parte della società, per il futuro Rifondazione?
Chi pensa che sosterrà domani le sue iniziative se dilapida in questo modo la sua credibilità?

Ci possiamo interrogare sugli scenari di breve periodo. In questi non vedo un ruolo particolare per quel partito.
Su quelli di medio, quelli su cui varrebbe la pena investire con una strategia chiara e che sappia parlare sia al "popolo" della sinistra che alle "classi" che più pagano in questo paese, solo una nebbia prodotta dall'acido delle ultime scelte.

lunedì 26 marzo 2007

I parolai di destra e qualcuno di sinistra

A seguire il dibattito, sulla votazione del rifinanziamento della "missione" in Afghanistan e sui commenti della liberazione di Mastrogiacomo, viene da pensare che tanti di quelli che occupano le pagine dei giornali parlano per comunicare al mondo che loro esistono. Questo indipendentemente dalle cazzate che sparano e dalla retorica che usano.
Usano argomenti tipo" non si tratta con i taglia gole" come se, sotto la loro gestione, i soldi dati e le trattative fatte per liberare quelli che hanno preceduto il giornalista di repubblica con il titolo di ostaggio siano nell'ordine:
1- soldi che sono stati usati per fare opere di bene e non per comperare armi da parte della guerriglia locale
2- gli interlocutori erano membri della locale sezione dei Lions e non rappresentanti di quei gruppi che si oppongono alla presenza (armata) occidentale da quelle parti.
Forse gli rompe le balle che il buon Gino Strada, senza perdere tanto tempo in convenevoli e senza sfoggiare muscoli, abbia raggiunto un risultato a prescindere dalle lezioni di "negoziazione" che qualche esponente della destra si ostina a voler impartire.
E' scritto nel loro codice genetico che i soldi non puzzano. In quanto tali forse l'uso del vile denaro pone loro meno problemi di codice morale e gli fa dormire sogni tranquilli.
Questi guerrieri indomabili hanno iniziato una campagna stampa per "rinforzare" il nostro contingente. In che termini nessuno osa specificarlo. Quello che vogliono é che qualche aereo da combattimento, con qualche elicottero di quelli offensivi, sia destinato a quel teatro.
In questo ultimo periodo in tanti si stanno prodigando a spiegarci che le cose sono cambiate, lo scenario è uno scenario di guerra (quando mai è stato di pace?) ed in quanto tale bisogna adattarvisi.
Citano addirittura la costituzione.
Insomma iniziano ad abituarci all'idea di una guerra che nessuno ha dichiarato.
Certo a Settembre di qualche anno fa anche gli americani hanno sperimentato la gioia del terrorismo sulla loro pelle in casa.
Questo prezzo noi lo abbiamo pagato tante volte. Con stragi che non hanno ancora una risposta, un aereo che si è dissolto in cielo senza che nessuno spieghi come mai, con qualche palestinese che si è messo a sparare in mezzo a civili nella hall di un aeroporto a Roma, con qualche israeliano che regolava conti uccidendo a Roma qualche rappresentante di Alfatha.

Se vale la regola della legge del taglione, che gli USA vogliono imporci , la prospettiva è quella di un mondo militarizzato in cui non rimane altro che scannarci.
Capisco che i fascisti abbiano nostalgia di qualche battaglione di camice nere, da far marciare in mezzo alla polvere di qualche sentiero afghano, ma che questa pulsione prenda anche i vari Fassino e Rutelli mi lascia un pò interdetto(si fa per dire).
Quando il moschetto prende la mano è poi dura pensare di fare una politica degli esteri da illuminati.
Al fondo rimane la constatazione che questa sinistra, con poche eccezioni, abbia difficoltà a spostare il dibattito su un fronte diverso. Non capisco perché non si faccia un pò di quella contro informazione che un tempo era la nostra specialità.
Magari porre qualche domanda che incrini il pensiero unico.
Che ricostruisca la storia e le motivazioni di una presenza di stampo coloniale. Che spieghi qual'è la natura della NATO e le ragioni della sua esistenza e dei suoi interventi.Perché si ha l'abitudine di usare due pesi e due misure.

Non siamo l'armata del bene contro il male oscuro. Le crociate le abbiamo già fatte e scontiamo ancora oggi i loro effetti.
Da qualche parte si dovrà pur iniziare per cercare di spezzare questa spirale. Io credo che l'unico modo è quello di marcare le differenze. Mettersi con quelli che dividono i contendenti e non con quelli del moschetto.Senza tanti giri di parole e capriole.

venerdì 16 marzo 2007

Craxi, Fazio e quelli da riabilitare

Questa mattina il dott. Panella, emerito giornalista ed ex militante di Lotta Continua, si è infervorato di molto nel sostenere che dobbiamo fare qualcosa contro la gogna mediatica, a cui sono sottoposti i VIP, e limitare il potere di quei magistrati forcaioli che girano l'Italia alla ricerca d'imputati.
La questione del contendere, in soldoni, è un'inchiesta in cui si sono messe le mani su una serie di "Tamarri", ex sottoproletari diventati ricchi e famosi,che per sport scattano foto "compromettenti" e poi le rivendono ai soggetti immmortalati negli scatti.
La questione è: siamo o non siamo di fronte ad un ricatto? ed in quanto tale questo è un reato?.
A mio modesto avviso la risposta è si!
Se uno ti chiede dei soldi facendoti vedere il lato oscuro della tua vita privata, in formato A4 ed in digitale, perchè al contrario ti sputtana, merita di vedersela con il maresciallo della locale stazione dei C.C.
E' giusto che i giornali sputtanino il lato oscuro?
Se uno ti vuole fare la morale, ed ha tra le mani un potere immenso che tu non hai, sono cazzi suoi se inciampa e cade e a me non fa né caldo né freddo se poi sta male.
Ne esce per quello che è, un omuncolo ridicolo nei suoi mutandoni boxer con le iniziali ricamate sulla seta.
E pagare la tangente poi? Perché non andare dalla polizia a denunciare il fatto? Già perché non lo ha fatto dott. Berlusconi?
Se così é il pizzo che pagano i commercianti è in fondo una questione privata.I relativi fondi della pubblicità progresso, al riguardo, ce li potremmo risparmiare.
Nella foga oratoria il nostro (Panella) si è lanciato in una riabilitazione a tutto campo di: Craxi, Moggi, Fazio (quello della Banca d'Italia) e compagnia cantando(compresa tutta la corte di tangentopoli).
La tesi è che questi illustri personaggi sono stati "distrutti" da una strategia molto chiara.Uso i mezzi d'informazione per sputtanarti, dopo di che ti faccio un processo che nel migliore dei casi li assolve al 50%.
Una volta gli eroi uno se li cercava sulle lapidi, che testimoniano la storia di gente che ha speso la vita nell'illusione di darci un futuro pieno di cieli azzurri e di belle speranze.
Ad esempio qualche partigiano tipo il Di Nanni che, finiti i proiettili contro l'ultimo dei fascisti che lo assediavano, si buttò dal balcone suicidandosi per non farsi prendere.
Oppure un pò di quegli operai morti in fabbrica o su un cantiere o di cancro per avere lavorato al soldo della Ethernit.
Cosa avrà di eroico il Craxi e cosa della sua vita devo prendere come messaggio per mio figlio?
Il fatto che per difendersi disse in parlamento che "così facevano tutti?"
E come dire che non serve a niente cercare di educare i giovani al rispetto, al lavoro che è fatica, alla pazienza ed all'essere piuttosto che al possedere o all'apparire.
Non serve a niente perchè conta essere furbi ed ammanicati, tanto così fanno tutti.
Ebbene io questo mi ostino a pensare che non sia nell'ordine naturale delle cose.Che se uno ruba approfittando del potere che ha, merita le aggravanti e non il contrario.
Che di una certa classe politica autoreferenziale ne abbiamo le palle piene.
Che vorremmo eroi veri. Come nelle favole che ascoltavamo da bambini.

giovedì 15 marzo 2007

Parolai

Qualche giorno fa, durante un dibattito sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, il direttore di Liberazione ha esplicitato la differenza tra quello che si può dire e quello che non si può.
In sintesi, ad un giornalista che affermava la necessità di dotare di maggiori mezzi le truppe nostrane perché, da quelle parti, c'è una guerra ribatteva che di missione di pace si tratta e che la costituzione ci vieta di partecipare ad azioni che hanno una natura diversa.
Con dire solenne affermava che è ora che si dia il giusto significato alle parole.
Un dibattito surreale fatto sul significato delle virgole e lontano dalla sostanza delle cose.
Il molto onorevole Ferrero, in occasione della manifestazione sulla base vicentina, ci ha raccontato che non è opportuno che un ministro partecipi ad una manifestazione di quel tipo.
Il sempre molto onorevole ha partecipato, qualche settimana dopo, alla manifestazione a favore dei DICO (perchè a sostegno di una iniziativa del governo).
Se ne può dedurre che:
1- il ministro Ferrero non partecipò perché era contro la manifestazione di Vicenza e, quindi, a favore della costruzione della base di Vicenza
2- il ministro Ferrero partecipa solo ad iniziative governative come nella migliore tradizione socialista.
L'onorevole Mantovano (per gli amici flambè), prima di abbandonare la platea televisiva a causa del noto incidente,ci ha deliziato con un dato statistico che ancora non è stato smentito. Per giustificare la nostra presenza in Afghanistan, il nostro, ha affermato che grazie a quella, dopo le torri gemelle, c'è stata una drastica diminuzione degli attentati di matrice islamista in occidente.
Ne possiamo dedurre che l'onorevole non annovera tra gli occidentali spagnoli ed inglesi.
I primi perché hanno dato un calcio nel culo a Franco qualche decennio fa, i secondi perché rappresentativi delle "perfida albione" di mussoliniana memoria.
Possiamo affermare, con sicurezza, che:
A) l'onorevole Mantovano spara cazzate perché il dato a cui lui fa riferimento:
1- non esiste
2- in quanto non esiste non é vero
B) l'onorevole Mantovano dice cose inventate e false
L'eminentissimo ministro Di Pietro ha ricevuto suo figlio (consigliere provinciale della provincia di Campobasso) per discutere del progetto che prevede la costruzione di un parco eolico al largo delle coste molisane.
Alla fine del conclave parentale, il consigliere (Cristiano figlio di Di Pietro Antonio di mestiere ministro) si è detto soddisfatto. Anche papà è contro il progetto per:
1- non deturpare il territorio molisano
2- non arrecare danni all'economia turistica
Ne possiamo dedurre che:
1- L'ecologismo del ministro Di Pietro si ferma a Campobasso e non più ad Eboli
2- Che i Val susini non hanno alcuna speranza se non hanno parenti tra i molto onorevoli ministri.
Apprendiamo, da fonti giornalistiche, che il segretario di Rifondazione, onorevolissimo Giordano, ha chiesto spiegazioni al governo perché (sembra) che in Afghanistan le truppe italiane hanno partecipato ad uno scontro a fuoco contro i Talebani.
Non si capisce se le spiegazioni glie le dia il ministro Ferrero che sintetizzerà, così, la posizione del ministro degli esteri D'Alema.
Pare che il dott. Sansonetti (direttore di Liberazione) si sia incazzato perché i militari italiani non rispettano la costituzione.
Chiudiamo con Vellettopoli.
Si incazzano con Corona perché fa dossier contro i politici che frequentano trans o amiche.Non si incazzavano così, e non facevano tutto questo casino, quando la Fiat faceva dossier e schedava sindacalisti ed operai comunisti in fabbrica.
Che ci siano pesi e misure diverse per i nostri molto onorevoli rappresentanti?

Porcellum

Ore 7,45, LA7 tema del giorno : la riforma del porcellum. L'on.Maroni questa notte ci ha informati che non poteva partecipare.L'on (?) Sircana non è stato invitato.

venerdì 9 marzo 2007

La guera tra tamarri e cabinotti a Torino, passando dai cattivi maestri


Dicono che la città in cui vivo sia una sorta di laboratorio sociale.
Questo perché é un luogo in cui il tessuto industriale é ancora dominato dalla produzione di oggetti in "ferro".L'economia "pesante" la fa da padrona nonostante i tentativi di riposizionamento avvenuti in questi anni.
Torino è una città cosmopolita, con un tessuto sociale fortemente polarizzato tra chi ha molto e chi non abbastanza. E' una città piena di "vecchi", con molti luoghi grigi ed altrettanti verdi e luminosi.E' un posto in cui se vuoi berti una birra ai Murazzi, devi mettere in conto una possibile rissa o un'aggressione perché non comperi del fumo.In questo luogo, in piazza Bodoni, i carabinieri hanno denunciato 14 ragazzi che, nel corso degli ultimi mesi, hanno rapinato un numero imprecisato di loro coetanei.Il bottino è costituito da vari giacconi (valore 400€), scarpe griffate (279€), 1 rolex da 8.000 € e forse un pò di mutande di quelle che sporgono con il logo dell'azienda che le produce.64 ragazzi sono stati filmati per capire se sono coinvolti negli episodi.
La guerra che si è scatenata è tra due gruppi che sono chiamati i "tamarri" (quelli che rubano e che arrivano con buona probabilità da Mirafiori Sud) ed i "cabinotti" (gente "bene e ben educata").
Nello stesso tempo, in città, c'è polemica tra il centro sociale "Askatasuma" ed il sindaco perchè è prevista la partecipazione di Scalzone ad un incontro sul 77.La morale è che i " cattivi maestri" dovrebbero starsene a casa e non indottrinare i giovani (che sono previsti numerosi all'incontro).
Non voglio entrare nel dettaglio di questa cosa perchè non è la questione che mi interessa. Quello che segnalo è questa sorta di asimmetria tra "azioni"di "esproprio" o rapina, per le quali non cappisco a chi si possa attribuire la definizione di "cattivo maestro", ed un incontro su un periodo come il 77.
Non c'è nessuno che se la prenda con tutto quello che bombarda la testa e gli occhi di quei ragazzi.Per loro, che non hanno e che non vogliono perdere del tempo a farsi il culo per 800€ al mese, non c'è un papà cattivo.Quella è gente che vuole tutto e subito (un pò come gli operai nel 68)ma che,se gli fai un discorso sulla coscienza di classe e sulla loro condizione, ti prende a calci nel culo.Non c'è ideologia in loro.Contano i simboli e basta. Gli altri non è che stiano tanto meglio. Ve lo immaginate uno di 16 anni, in piazza e con il motorino, che ti dice l'ora guardando un rolex da 8.000€?
C'è qualcuno che solidarizza con la vittima? Io non ce la faccio. Figlio dei tempi l'episodio (e la guerra continua).Un consiglio alle due gang, ascoltate bene la favoletta della gazzella e del leone ed imparate a correre. Conviene.

giovedì 8 marzo 2007

Sinistra cagasotto, destra super uomini


Un sondaggio, apparso sul sito di repubblica, ci dice che il 70% degli italiani vuole che si rimanga a Kabul.A guardare nel pelo il sondaggio ci dice che la metà di questo 70% lo vuole senza se e senza ma, gli altri solo per un anno (!?).Un paio di settimane fa lo stesso sito, e la stessa società di sondaggi, ci raccontava che la maggior parte degli italiani non vuole:
a) una riforma delle pensioni
b) che si rimanga in Afghanistan
Secondo me lo scioglimento dei ghiacci in Antartide inizia a produrre i primi segni nefasti sulla salute e l'equilibrio mentale di tanta gente.
Non ho idea di quale sia il valore scientifico di un sondaggio di quel tipo.Mi chiedo se introducendo variabili, ad esempio foto di civili fatti a pezzi dalle bombe, qualcosa cambierebbe nei risultati (immagino di si).Però rimango affascinato dal risultato.
Continua intanto il dibattito sul rifinanziamento della missione in Afghanistan. Il meglio (o il peggio) sono le dichiarazioni dei signori dell'opposizione (ex polo, ex CDL).Tutti a dire: "quelli della sinistra sono dei cagasotto.Ci fossimo noi manderemo più soldati (con quali soldi?) e daremo nuove regole d'ingaggio.E poi il mondo intero ci prende per il culo per la nostra vigliaccheria".
Apriti cielo!Intanto posso testimoniare che all'intero Sud America non interessa una cippa di niente di quello che vogliamo fare in Afghanistan.Forse lo stesso lo possiamo affermare per Finlandia, Svezia e Principato di Monaco.Già questo mette in crisi la tesi. Se caliamo l'asso di briscola della Cina, vinciamo anche la mano della maggioranza della popolazione mondiale(ci metto anche il Nord Africa per dispetto).
Ma veniamo al punto sui cagasotto. A chi, di grazia?
Mio nonno mi raccontava che i primi che presero borse e valigie per darsi al fugone a Gondar(quando nel 38 tentava di civilizzare le genti africane) furono proprio i gerarchi del fascio.Lui lì si fece 10 anni di prigionia in compagnia degli inglesi.
Per tacere poi della figura che fece Benito travestito sul suo carrettino che lo doveva portare verso la Svizzera.Quello degli otto milioni di baionette e degli Alpini con le divise estive in Russia.
Vogliamo parlare del coraggio dei prelati che, per carità e coerenza cristiana, nulla dissero sulle leggi razziali del fascio?
Oppure, più vicini ai giorni nostri, la classe con cui un'intera generazione di politici si comportò di fronte a qualche magistrato con la toga?
Ed il fiume di parole dopo qualche giorno di galera?
Comprendo di prenderla alla larga. Ma quella, per il solo fatto che militari in guerra non ne vogliamo, è un'accusa che mi fa irritare.
Non ce la facciamo nei pantaloni.Diamine, siamo civili ed usiamo il WC. Però tutto questo furore guerresco mi diverte. Lo vedrei bene il Casini o il Fini lì su per i monti, dove l'aria è rarefatta e ti toglie il respiro, inseguire il mullah Omar. Stretti nei loro giubbini mimetici e firmati, con un filo di abbronzatura ad illuminargli il viso.No è un sogno assurdo.La guerra non è per loro, è per quelli che devono pagare l'affitto e sperano così di arrotondare.

mercoledì 7 marzo 2007

Rizzo, comunista contro il pensiero unico

Nome: Rizzo
Nato: a Torino
Mestiere: parlamentare
Schieramento: comunista da sempre
Hobby: nessuno
ci faccia una dichiarazione:
Sono contro il pensiero unico, quello che ti costringe a pensare che tutto quello che viene fatto in politica ed economia sia naturale. Come il sole che sorge di giorno e tramonta di sera.
Ad esempio, sulle pensioni tutti parlano di alzare l'età pensionabile e di tagliarle. Nessuno che dica che l'INPS con i soldi dei contributi dei lavoratori ci paga tutta l'assistenza che dovrebbe essere pagata dalla fiscalità generale come nel resto d'Europa.
Sono per una politica che torni ad essere tale. In cui si confrontino due visioni e due mondi diversi.
DOMANDA DELLA GIORNALISTA (LA7 ore 8,00 di Martedì 6 Marzo):
Ma allora perché votate il rifinanziamento della missione in Afghanistan?
RISPOSTA:
Che centra, perché di là c'è Berlusconi.
zzzzzzzzzzzzzzz la televisione si è rotta per una pantofola che è volata.

P.S.
scusate la sintesi ma il testo è fedele al 90%

martedì 6 marzo 2007

Perchè siamo in Afghanistan?


Sulla Stampa ci sono due interventi sulla situazione in Afghanistan. I protagonisti sono due generali.Il primo è un articolo di fondo scritto dal gen. Carlo Jean.Questo signore spiega, senza mezzi termini, i motivi della nostra presenza in Afghanistan
In sintesi:
1- L'Italia non può comportarsi da free rider se vuole contare qualcosa nel mondo.
2- In caso di ritiro internazionale, L'Afghanistan diverrebbe terreno di contesa tra Pakistan ed India
3- Un deterioramento di questi rapporti è pericoloso
4- Il Pakistan non può dare l'ordine di distruggere i santuari di armi dei Talebani fino a che la Nato non vince la prossima offensiva di primavera.
5- E' velleitario pensare di riconvertire l'utilizzo dei campi di papavero perchè la popolazione si rivolterebbe contro (motivi di resa economica delle coltivazioni-l'oppio a fini terapeutici viene pagato 25$ al chilo contro i 130 del mercato illegale)
6- Le condizioni affinché il Pakistan limiti l'influenza dei talebani sono:
a) che vengano riconosciuti i suoi interessi a Kabul
b) che diminuisca l'influenza indiana
c) che gli USA continuino a garantire sostegno

Un primo commento (mio) è :
1- chi lo ha detto che non si può essere free rider? ci sono decine di stati, nel mondo, che hanno un profilo diverso in fatto di politica estera. Che il Brasile o la Svezia contino un cazzo perché non sono in Afghanistan?
2- pensavo che le motivazioni fossero quelle di una guerra al fondamentalismo islamico ed ai terroristi che hanno fatto crollare le torri gemelle. Scopro (ingenuo) che si parla di altro
3- India e Pakistan non sono alleati affidabili della massima espressione delle superpotenze. Gli USA?
4- non dovevamo, solo, costruire ponticelli?
5- non è che qualcuno ha interesse a drogare i propri consumi ed il proprio pil con l'espansione degli investimenti in armamenti e sicurezza?

L'altra intervista è al gen.Giulio Fraticelli (ex capo di stato maggiore dell'esercito). Questo signore ci dice che " C'è da tremare la popolazione è sempre più ostile".Le ragioni? Non avvertono cambiamenti se non nel colore delle divise.La sua intervista la conclude con queste parole" Adesso c'è da stare molto attenti.Speriamo solo che arrivino i rinforzi in tempo."
Proprio come John Waine in Fort Alamo.

Fare i conti con il passato

Riprendiamo il percorso nella memoria.
Tre fatti lontani nel tempo.
Esiti purtroppo tragici.
Morti in attesa di giustizia e di scuse.
Materiale tratto dal sito http://www.lestintorecheamleto.net/

saverio saltarelli
23 anni studente



Milano 12 dicembre 1970



Primo anniversario della strage di Stato.

L'università statale è presidiata dagli studenti per difenderla dai fascisti che avevano annunciato provocazioni.
Polizia e carabinieri caricano alle spalle un corteo di anarchici che avevano preso parte ad una manifestazione contro il processo Burgos (condanna a morte di alcuni militanti ETA da parte del governo franchista spagnolo).
Gli anarchici si rifugiano all'università.
Le cariche poliziesche proseguono e si estendono anche contro i picchetti del movimento studentesco.
Nel corso degli scontri in Via Larga lo studente Saverio Saltarelli, di 23 anni, viene ucciso da un candelotto lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo; quel giorno infatti, il tiro a segno venne praticato largamente sia dalla PS che dai carabinieri e ciò è testimoniato sia da numerose persone che da documenti fotografici.
Il pubblicista Giuseppe Carpi riporta ferite da armi da fuoco.
Le prime versioni ufficiali parlarono di "malore" e poi di "collasso cardiocircolatorio". Dopo l'autopsia, di fronte all'evidenza dei fatti, si ammise che il cuore di Saltarelli fu spaccato da un "artificio lacrimogeno".
Per l'uccisione di Saltarelli verranno successivamente incriminati l'ufficiale di PS che comandava il reparto, cioè il capitano Alberto Antonietti, il capitano dei carabinieri Antonio Chirivì, e i cinque agenti che avevano in dotazione i tromboncini da uno dei quali e stato sparato il candelotto omicida




giovanni ardizzone
21 anni, studente

Giovanni Ardizzone nacque nel 1941 a Castano Primo in provincia di Milano, figlio unico di una famiglia titolare di una farmacia. Iscritto al secondo anno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano, nel collegio universitario Fulvio Testi, alle porte della città operaia di Sesto S. Giovanni.

Nell'ambiente studentesco e proletario apprese a conoscere e condividere gli ideali del movimento operaio ed arrivò ad essere un attivo militante comunista.


Milano 27 ottobre 1962



Il sabato 27 ottobre del 1962, in piena crisi dei missili, la Camera del Lavoro di Milano aveva organizzato una manifestazione di protesta contro l'aggressione imperialista degli Stati Uniti a Cuba e in favore della pace. Dopo il discorso del Segretario della Camera del Lavoro, si formò un corteo che sfilò nelle vie del centro urbano. I manifestanti alzavano cartelli e striscioni, scandivano parole d'ordine: "Indipendenza per Cuba", "Cuba sì, yankee no", "Pace, Pace", "Disarmo", "Fuori le basi nordamericane"...
Dopo l'arrivo del corteo in piazza del Duomo, il Comando della Polizia dette l'ordine di disperdere i manifestanti. Il Terzo Battaglione Celere di Padova, corpo speciale di intervento nelle manifestazioni, iniziò i caroselli con le jeep. Le jeep cariche di poliziotti si incunearono deliberatamente contro la testa del corteo, investendo il giovane Ardizzone e poco dopo altri due manifestanti: Nicola Giardino di 38 anni, muratore; e Luigi Scalmana, di 57 anni, operaio.

andrea cangitano
14 anni manovale



Palermo 8 luglio 1960



A Palermo, il centro è presidiato fin dalle prime ore del mattino dalla Celere per disturbare lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per i fatti di Reggio Emilia.
Il corteo operaio viene scortato a vista da un massiccio schieramento di polizia.
Improvvisamente iniziano le cariche. Gli agenti si buttano brutalmente sulla folla con le loro jeep.
I dimostranti si difendono come possono, lanciando sassi e paletti di legno. In breve la zona tra piazza Verdi e piazza Politeama si trasforma in campo di battaglia. Viene eretta una barricata al centro della strada ma a questoi punto i poliziotti cominciano a sparare sulla folla.
Il primo a essere colpito è Giuseppe Malleo di 16 anni che viene raggiunto al torace da una pallottola di moscetto.
Cadono poco dopo a terra privi di vita Andrea Cangitano di 14 anni, ucciso a colpi di mitra e Francesco Vella operaio di 42 anni.
La quarta vittima è Rosa La Barbera di 53 anni raggiunta da uno dei tanti colpi sparati all'impazzata dalla polizia mentre si apprestava a chiudere la finestra di casa.
Il tragico bilancio del nuovo crimine poliziesco è quindi di quattro morti. Cangitano e Vella cessano di vivere subito, mentre Malleo e La Barbera moriranno nei giorni successivi all'ospedale.

Altre 36 persone riportano ferite da arma da fuoco, 370 dimostranti vengono fermati e 71 di essi tratti in arresto.



Dei tre diversi procedimenti penali che seguirono, il più importante è quello di Palermo che ha inizio il 16 ottobre dello stesso anno, sotto la presidenza del dottor Mannino.

Dopo 12 giorni di dibattimento tutti i 53 imputati vengono condannati a pene che vanno fino a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

I poliziotti che hanno sparato e ucciso non solo non vengono incriminati ma addirittura vengono sentiti in aula come testimoni d'accusa.

lunedì 5 marzo 2007

E' più di sinistra Tremonti o Padoa Schioppa?

Siamo nel regno dei pragmatici e della politica che deve guardare in faccia la realtà, scevra da ideologismi di maniera, libera dai demagoghi di turno, dalle false coscienze.
In questo regno mi ci trovo bene e, fuori dagli steccati di maniera, provo a porre qualche domanda:
E' più di sinistra Padoa Schioppa o Giulio Tremonti in fatto di politica dei redditi?
E' più di sinistra uno che, all'epoca in nome della libertà d'impresa, giustificava i furbetti del quartierino (Fassino)o chi li metteva alla gogna?
E' più di sinistra l'ex governatore della Banca D'Italia con la corte di suoi protettori (vero DS?) o chi gli ha dato un calcio nel culo (sempre Tremonti)
E' più di sinistra chi apre al libero mercato, indipendentemente da come in certi posti si produce (violazione di diritti umani) o chi chiede barriere doganali per chi non rispetta i diritti basilari (sempre Tremonti)?
E' più di sinistra chi firma un patto con Fiat, che mette in mobilità 2.000 persone, o chi si è opposto chiedendo che quei lavoratori fossero formati e rimessi nel circuito della produzione?
E' più di sinistra il governatore della Campania o quello della Sicilia o quello della Calabria?
E' più di sinistra chi guarda solo al mercato co chi guarda al territorio ed alla sua gente?
E' più di sinistra un ministro degli interni come Amato o uno come l'ex di Berusconi?
E' più di sinistra la politica estera di D'Alema in Afghanista o quella di Fini?
E' stato di sinistra anche Berlusca quando decise di ritirare i soldati dall'Irak?
Sono di sinistra i manager delle CooP?
E' di sinistra Treu?
Se c'è qualche distinguo sui fatti e sulle azioni, allo stato dell'arte, è poca cosa. Quindi liberi, compagni, di accompagnarsi a chi fa più comodo in quel momento.

domenica 4 marzo 2007

Il subcomandante Fausto e la coerenza

Il dibattito su Turigliatto è surreale.Una delle tesi è che il nostro ha tradito gli elettori che lo hanno votato.Non mi ero accorto di aver potuto scegliere tra quelli che avrei voluto in senato o in parlamento. Ho assistito ad un mercanteggiamento tra segreterie politiche e dentro i partiti su chi fosse opportuno infilarci nei collegi.
Ho visto gente come De Gregorio entrare nello stesso partito insieme a Franca Rame. Ho visto l'ex presidente di Alleanza Nazionale (pure monarchico) entrare nella Margherita.
Insomma ho assistito ad uno spettacolo poco edificante. Così come lo è stato quello di Follini.
Turigliatto non ha barattato nulla. Mi fa incazzare solo che non abbia lasciato l'incarico in regione, prima dell'avventura in senato.
Guardando al merito.Rifondazione ed il suo ex segretario forse pensano che siamo asini con la testa dentro la greppia. Troppo impegnati a mangiare per capire quello che avviene. Non vogliamo parlare di coerenza nei comportamenti e nella sobrietà che dovrebbe essere parte di un modo di stare con gli altri (per gente che si commuove di fronte ad una discarica in Argentina). Non vogliamo mettere su questo piano morale e di coerenza la barca di Massimo D'Alema o l'appartamento, pagato ad equo canone, del subcomandante Fausto con la coscienza di Turigliatto su una questioncina tipo l'Afghanistan. Chiediamo solo a lor signori maggiore chiarezza. Un discorso tipo
: Compagni, contiamo un cazzo. Quello che possiamo fare è resistere. Niente di più. Se dovremo votare le cose che non ci garbano lo faremo per non fare andare al governo Berlusconi. Non possiamo permettere che le stesse cose le faccia un governo di destra . Che diamine!.
Ecco qualcosa di molto semplice, poco contorto e chiaro anche per il mio amico Cippa di mestiere metalmeccanico.
Mi fa incazzare il continuo gioco dialettico, per capirci quello di Bertinotti che in pieno casino dice : il governo non può essere l'unica bussola della sinistra".
E se qualcuno ti prende sul serio? Ci avete trastullato per anni con comportamenti e discorsi inequivocabili. Oggi cosa accade da dover mettere su per il culo (a noi) quelle cose?
Mi ricordate tanto quei fighetti che venivano in sezione a dirci " il capitale ci mortifica. Riprendiamoci il tempo. Lavorare tutti lavorare meno" Quando si passava ai fatti sparivano come conigli nei campi.
Io non ho partecipato ai vostri contorcimenti, non ho il problema di guardarmi allo specchio in un modo diverso per accettarmi e non dare un cazzotto al vetro.Non faccio parte del vostro partito (anche se ho il dubbio di prenderla la tessera).Però vi ho votati. Penso di aver capito male un sacco di cose. Ed ho il terrore di vedere il resto.
Mi chiedo, cosa diremo quando il prossimo governo di destra (perchè questo accadrà e lo sapete bene) farà politiche di alleanza internazionale che non ci piacciono? O sui diritti faranno leggi in linea con quello che lascerete voi? Pensate che saremo disposti a vedervi ancora in corteo con la vostra erre moscia?

Foto del sottoscritto tanti anni fa in Salvador (campo del FMLN nel pais nal)

venerdì 2 marzo 2007

Gli ex brigatisti ed il diritto alla vita sociale


C'é una buona dose d'ipocrisia nel nostro mondo e lo sappiamo.Piangiamo i morti di Tienanmen ma non ci disturba fare del business con chi di quel crimine è colpevole.
Ci distrugge l'occupazione di Praga e facciamo una bella fabbrica di automobili a Togliattigrad, così tanto per dimenticare.
Vorremmo affondare i barconi di clandestini poi, di nascosto, in nero paghiamo la badante peruviana che ci toglie la grana della merda di papà che ha ottant'anni ed ha problemi di salute.
Però quando si tratta di essere ligi e pronti al rigore morale e contro tutti gli estremismi eccoci qua, belli con la nostra facciona rubiconda, la erre un pò moscia e pronti a dettar la linea.
Gli ex terroristi non devono parlare. Anche se hanno cambiato vita, fatto decenni di galera (che frequentano ancora) e si occupano di tossicodipendenti e di precari.
E già, ci sono altri che si occupano di quei soggetti .E poi il momento non è adatto.
Mi aspettavo un comportamento più illuminato,un "uso" di quelle vite e di quello che possono "testimoniare" alle nuove generazioni. Un occasione di dibattito. Tanto per rifarci un pò i conti con quello che siamo e siamo stati.
Però così non è. Mi scalda il cuore sapere che l'aula in cui Curcio ha parlato era piena di giovani (accorsi a frotte dice il giornale). La stessa cosa non era accaduta con il Tommaso Padoa ed il ministro Amato qualche giorno fa all'università a Milano.
Fossi in lor signori mi preoccuperei.

A proposito di memoria, tre altri nomi di questo paese e della nostra tragica storia recente.
Rocco Polimeni morto suicida all'età di 36 anni a Milano (1982).Inquisito per aver ospitato alcuni latitanti nella sua abitazione.
Ennio Di Rocco ucciso all'età di 35 anni da alcuni reclusi nel carcere speciale di Trani. Accusato di tradimento. I suoi avvocati avevano denunciato torture.
Dario Bretagna morto suicida all'età di 38 anni in carcere (1988). Accusato di far parte dei reparti comunisti d'attacco.

giovedì 1 marzo 2007

Lo stipendio da parlamentare di Caruso e Silvio



Dal sito di Caruso (il molto onorevole), ho preso un estratto che riporta i dati sul suo compenso e su come questo viene distribuito.
Sarà demagogico però alla luce del sole e con un pò di ingenuità (un operaio di terzo livello guadagna meno. COMPAGNO) lui è lì e si mette in discussione.
Prima di darvi conto di questo vorrei commentare (?!) quello che ho ascoltato dal molto onorevole Silvio. Sulla questione elezioni anticipate ha detto: NON CAPISCO PERCHE' L'UDC E GLI ALTI NON LE VOGLIANO.SIAMO IN VANTAGGIO SULLA SINISTRA.I SONDAGGI CI DANNO AL 55% CONTRO IL 45% DELLA SINISTRA. UNA DIFFERENZA DI 15 PUNTI (!!). Non credo che il molto onorevole si sia laureato in matematica (elementare).
Ha proseguito parlando di De Gregorio (colica in gergo).Ha detto: TRA FOLLINI E DE GREGORIO C'E' UNA CERTA DIFFERENZA. IL SECONDO E' UN EX FORZA ITALIA, HA UNA SUA LISTA ED E' RITORNATO A CASA. L'ALTRO HA TRADITO IL MANDATO DEGLI ELETTORI!!!.
A me uno così non fa incazzare. Mi fa sbellicare dalle risate.



Busta paga On Caruso Per trasparenza e correttezza riporto l'estratto conto dell'ultimo mese.



SETTEMBRE 2006
Entrate:
Indennità parlamentare : 5.419,46 euro
Diaria: 4.003,11 euro
Rimborso spese eletto/elettori: 4.190 euro
TOTALE ENTRATE: 13.613 EURO

Uscite:
versamento quota mensile al partito: 8100 Euro (come tutti i deputati PRC-SE)
versamento quota mensile a segreteria legale per processo di Cosenza: 1000 Euro
Contributo manifestazione nazionale Lampedusa: 500 Euro
Cotributo per centro sociale Depistaggio: 400 Euro
Fitto alloggio Roma: 800 Euro
Decurtazione Diaria causa assenze: 600 euro (assenza da 3 sedute per iniziative di lotta)
quota mensile accantonata per avvocati che difendono movimento: 500 Euro
TOTALE USCITE 11.900 EURO

RISULTATO FINALE: 1713 euro.

Tutti i dati qui riportati sono riscontrabili in quanto le dichiarazioni annuale dei redditi dei deputati che si redige nel mese di giugno sono atti pubblici e consultabili.

Ops, dimenticavo le rendite dei miei immensi latifondi che il quotidiano "Il Giornale" ha denunciato in mio possesso. Eccoli qui, i miei tre orti e con le favolose rendite di 4 o 10 euro all'anno. Anche questi sono dati pubblici, riscontrabili dalla dichiarazione dei redditi.
Ah, dimenticavo la mia skoda octavia, il cui valore è superiore a quello di tutti i miei sconfinati latifondi ("a perdita d'occhio" diceva quel cretino del giornalista opportunamente querelato per falso) messi insieme.

Immobile n.1

Natura del diritto: Proprietà al 25%

Descrizione dell’immobile: Terreno collinare località Destro Guzzini

Comune: Longobucco.

Provincia: Cosenza

Annotazione: Superficie totale di mq 2.925

(Reddito dominicale Euro 3,60– Agrario € 3,00).

Valore di mercato: € 2.000

Valore della quota € 500


Immobile n.2

Natura del diritto: Proprietà al 25%

Descrizione dell’immobile: Terreno collinare località Destro

Comune: Longobucco.

Provincia: Cosenza

Annotazione: Superficie totale di mq 30.695

(Reddito dominicale Euro 60,15 –

Agrario € 42,67).

Valore di mercato: € 28.500

Valore della quota.€ 7.100

Immobile n.3

Natura del diritto: Proprietà al 25%

Descrizione dell’immobile: Terreno collinare località Macroce

Comune: Longobucco.

Provincia: Cosenza

Annotazione: Superficie totale di mq 11.572

(Reddito dominicale Euro 22,40 –

Agrario € 12,90).

Valore di mercato: € 3.000

Valore della quota.€ 750



Immobile n.4

Natura del diritto: Proprietà al 50%

Descrizione dell’immobile: Terreno collinare località Macroce

Comune: Longobucco.

Provincia: Cosenza

Annotazione: Superficie totale di mq 2.440

(Reddito dominicale Euro 3,32 –

Agrario € 2,13).

Valore di mercato: € 1.000

Valore della quota.€ 500

Immobile n.6

Natura del diritto: Proprietà al 25%

Descrizione dell’immobile: Fabbricato rurale in disuso con deposito attrezzi

Comune: Longobucco.

Provincia: Cosenza

Annotazione: Reddito catastale

(Fabbricato reddito catastale Euro 207,36)

(Deposito reddito catastale Euro 180,76)

Valore di mercato: € 10.000

Valore della quota.€ 2.500