Ricordi
lunedì 24 dicembre 2007
mercoledì 19 dicembre 2007
Sospensione blog...per un tot
Per un pò sospendiamo il blog.
Come mai? Diciamo che mi sono rotto un pò le palle ed è ora di dedicarsi ad altro.In primo luogo mio figlio. Ha tredici anni ed è complicato stargli vicino. Non ci capisco un cazzo, e la cosa mi ha messo maledettamente in crisi.
Dicono che bisogna stare vicino ai figli. Ricordo mio padre e le sue assenze, siamo cresciuti lo stesso. La differenza la faceva quello che ci circondava.
Noto la sua noia. La sua non voglia di studiare.Su questo quello che mi fa incazzare è l'assenza totale di curiosità.
Forse sono troppo opprimente (che guaio!), spero in un interesse per quello che lo circonda .Mi dice che lui pensa alla sua vita come ad una giornata che deve passare.Non se la vuole complicare e mi spiega che bisogna farsi furbi.
Sono disarmato ed incazzato. Guardo come studia, i suoi libri e la qualità dei suoi insegnanti.Gente scoglionata e senza passione. Cosa c'entra la passione con lo stipendio signori miei?
I suoi libri.Un incentivo al fancazzismo.Oggi sono pieni di riassunti e di riassunti del riassunto.Domande chiuse o aperte il minimo indispensabile. Con due righe per dare una risposta.
L'ho beccato mentre provava a rispondere ad una domanda su un testo in inglese. Gli ho detto di leggere il testo, prendere il vocabolario per la traduzione e la grammatica per capire la costruzione delle frasi. Mi ha guardato come un marziano. Mi ha detto" il professore ha detto di rispondere ad una domanda, questa. perchè devo leggere tutto il testo? cerco solo quello che mi interessa.Facciamo tutti così" "E il tuo professore cosa dice?" "Lui neanche li guarda i compiti".
Intorno il nulla.
Come mai? Diciamo che mi sono rotto un pò le palle ed è ora di dedicarsi ad altro.In primo luogo mio figlio. Ha tredici anni ed è complicato stargli vicino. Non ci capisco un cazzo, e la cosa mi ha messo maledettamente in crisi.
Dicono che bisogna stare vicino ai figli. Ricordo mio padre e le sue assenze, siamo cresciuti lo stesso. La differenza la faceva quello che ci circondava.
Noto la sua noia. La sua non voglia di studiare.Su questo quello che mi fa incazzare è l'assenza totale di curiosità.
Forse sono troppo opprimente (che guaio!), spero in un interesse per quello che lo circonda .Mi dice che lui pensa alla sua vita come ad una giornata che deve passare.Non se la vuole complicare e mi spiega che bisogna farsi furbi.
Sono disarmato ed incazzato. Guardo come studia, i suoi libri e la qualità dei suoi insegnanti.Gente scoglionata e senza passione. Cosa c'entra la passione con lo stipendio signori miei?
I suoi libri.Un incentivo al fancazzismo.Oggi sono pieni di riassunti e di riassunti del riassunto.Domande chiuse o aperte il minimo indispensabile. Con due righe per dare una risposta.
L'ho beccato mentre provava a rispondere ad una domanda su un testo in inglese. Gli ho detto di leggere il testo, prendere il vocabolario per la traduzione e la grammatica per capire la costruzione delle frasi. Mi ha guardato come un marziano. Mi ha detto" il professore ha detto di rispondere ad una domanda, questa. perchè devo leggere tutto il testo? cerco solo quello che mi interessa.Facciamo tutti così" "E il tuo professore cosa dice?" "Lui neanche li guarda i compiti".
Intorno il nulla.
domenica 16 dicembre 2007
sabato 15 dicembre 2007
Umorismo
Umorismo
kilombo
Bilancione

C'è una specie di guerrigliera del web che, al sicuro della sua pensioncina futura da ex parlamentare, si diverte a fare un po' di macelleria mettendo in giro post con foto di compagne e con lo spirito tipico di quelli un po' bevuti li mette sulla home page di questo splendido universo che è Kilombo.Ora siccome sono rimasto solo, qui,ed uso questa roba solo in casi eccezionali e non mi piace una vigliacca che spara cazzotti a vanvera perché non ha altro da fare, la trattiamo uguale per par condicio.
Fa il bilancio della sua non esistenza, la tizia, ed in più si riscopre perseguitata da un sacco di gente. Poraccia.Sarà.Magari un po' di responsabilità l'avra' anche lei.
Noi per solidarietà alla compagna trattata in quel modo ci limitiamo a mettere una foto segnaletica somigliante alla tipa, sia mai la doveste incontrare saprete che è proprio lei.
p.s.
Attenti ai provocatori, quelli che trattano la morte degli altri esteticamente perchè loro le mani non se le sporcheranno mai.Fanno un mestiere di merda e lo stato li paga anche per quello.Come lo fece un tale che si fece chiamare padre mitra e che sembrava un rivoluzionario che più rivoluzionario non si può.
Fa il bilancio della sua non esistenza, la tizia, ed in più si riscopre perseguitata da un sacco di gente. Poraccia.Sarà.Magari un po' di responsabilità l'avra' anche lei.
Noi per solidarietà alla compagna trattata in quel modo ci limitiamo a mettere una foto segnaletica somigliante alla tipa, sia mai la doveste incontrare saprete che è proprio lei.
p.s.
Attenti ai provocatori, quelli che trattano la morte degli altri esteticamente perchè loro le mani non se le sporcheranno mai.Fanno un mestiere di merda e lo stato li paga anche per quello.Come lo fece un tale che si fece chiamare padre mitra e che sembrava un rivoluzionario che più rivoluzionario non si può.
venerdì 14 dicembre 2007
Ferrero, i camionisti, gli operai e le massaie
Questa mattina mi sono stropicciato gli occhi leggendo questo titolo sulla Stampa:Ferrero:operai, fate come i camionisti.
Il suo pensiero è questo: Tornare in piazza.Farci sentire perchè se manteniamo la questione sul piano politico la sinistra da sola non riesce a spuntarla...
Tutto perfetto tranne quando a domanda sul comportamento di Turigliatto, che voterà no sul welfare, afferma: In queste condizioni il voto di sfiducia è solo propaganda....
Mi sorge spontanea una domanda per il compagno di governo ferrero: perchè gli operai, e più in generale quanti vivono quella condizione, dovrebbero fidarsi di uno che in sostanza dice "fate casino che poi ci pensiamo noi"? Tenuto conto dei risultati che questo atteggiamento, meschino, produce nella realtà? ne hanno guadagnato qualcosa i No Tav o i compagni di Vicenza?
E poi, quale paletto "istituzionale" e di "compatibilità", con la presenza del partito nelle istituzioni, pone il compagno Ferrero?
Se si rovescia qualche cassonetto e si bloccano un pò di strade cosa succede? Ci pensa sempre lui a dare copertura e giustificazione a quel movimento? Molto semplicemente penso che gli operai e gli sfruttati in genere devono trovare altre forme di rappresentanza ed altri soggetti che li rappresentino. Soggetti che sappiano declinare le forme di lotta con le proposte e le richieste assumedosi la responsabilità di stare su quelle barricate, non guardando lo spettacolo in TV. Abbiamo già sperimentato la politica dei figli della "borghesia" rivoluzionari a parole ma piagnoni di fronte al primo sbirro e dentro una cella al freddo.E' costata morti, delatori e tanta galera.
Certo mi sarei aspettato un atteggiamento diverso, trasversale. la capacità di dire: compagni c'è gente che blocca strade perchè pone questioni legate al salario, allo sfruttamento ed alla sicurezza. Raggiungiamoli, portiamo viveri, usciamo dalle fabbriche e dai call center e costruiamo un movimento che cambi lo stato di cose presente.
Invece abbiamo visto gente che ha continuato a provocare, parlando di fermezza e di rispetto delle regole.Tra questi un ingegnere professore tal Bianchi che, a dispetto dei comportamenti reali, non vuole rinunciare alla falce e martello.
Parolai, questo è il termine esatto.Parolai, servitori di un signore che garantisce compatibilità a settori della borghesia molto facilmente identificabili.
Brutta fine per gente che voleva rifondare il comunismo. Finire a fare i portaborse di uno che tutela interessi borghesi forti contro un altro che, nella stessa famiglia, ha qualcun altro da accontentare.Soldatini di guerre tra bande "borghesi".
Cosa c'entrano in tutto questo le massaie? Nulla, se non per un consiglio. Hanno aumentato i prezzi speculando sul fermo dei Tir? Provate a ridurre di metà la spesa per un paio di giorni, fate in modo che le scorte si accumulino di nuovo nei magazzini e che non vendano nella quantità sperata, Andate di fronte alle varie coop con casseruole e mestoli e costringeteli ad abbassare i prezzi. Aggregatevi in gruppi di acquisto e negoziate per 1.000 di voi e non per una.Scommettete che vincerete una battaglia?
Il suo pensiero è questo: Tornare in piazza.Farci sentire perchè se manteniamo la questione sul piano politico la sinistra da sola non riesce a spuntarla...
Tutto perfetto tranne quando a domanda sul comportamento di Turigliatto, che voterà no sul welfare, afferma: In queste condizioni il voto di sfiducia è solo propaganda....
Mi sorge spontanea una domanda per il compagno di governo ferrero: perchè gli operai, e più in generale quanti vivono quella condizione, dovrebbero fidarsi di uno che in sostanza dice "fate casino che poi ci pensiamo noi"? Tenuto conto dei risultati che questo atteggiamento, meschino, produce nella realtà? ne hanno guadagnato qualcosa i No Tav o i compagni di Vicenza?
E poi, quale paletto "istituzionale" e di "compatibilità", con la presenza del partito nelle istituzioni, pone il compagno Ferrero?
Se si rovescia qualche cassonetto e si bloccano un pò di strade cosa succede? Ci pensa sempre lui a dare copertura e giustificazione a quel movimento? Molto semplicemente penso che gli operai e gli sfruttati in genere devono trovare altre forme di rappresentanza ed altri soggetti che li rappresentino. Soggetti che sappiano declinare le forme di lotta con le proposte e le richieste assumedosi la responsabilità di stare su quelle barricate, non guardando lo spettacolo in TV. Abbiamo già sperimentato la politica dei figli della "borghesia" rivoluzionari a parole ma piagnoni di fronte al primo sbirro e dentro una cella al freddo.E' costata morti, delatori e tanta galera.
Certo mi sarei aspettato un atteggiamento diverso, trasversale. la capacità di dire: compagni c'è gente che blocca strade perchè pone questioni legate al salario, allo sfruttamento ed alla sicurezza. Raggiungiamoli, portiamo viveri, usciamo dalle fabbriche e dai call center e costruiamo un movimento che cambi lo stato di cose presente.
Invece abbiamo visto gente che ha continuato a provocare, parlando di fermezza e di rispetto delle regole.Tra questi un ingegnere professore tal Bianchi che, a dispetto dei comportamenti reali, non vuole rinunciare alla falce e martello.
Parolai, questo è il termine esatto.Parolai, servitori di un signore che garantisce compatibilità a settori della borghesia molto facilmente identificabili.
Brutta fine per gente che voleva rifondare il comunismo. Finire a fare i portaborse di uno che tutela interessi borghesi forti contro un altro che, nella stessa famiglia, ha qualcun altro da accontentare.Soldatini di guerre tra bande "borghesi".
Cosa c'entrano in tutto questo le massaie? Nulla, se non per un consiglio. Hanno aumentato i prezzi speculando sul fermo dei Tir? Provate a ridurre di metà la spesa per un paio di giorni, fate in modo che le scorte si accumulino di nuovo nei magazzini e che non vendano nella quantità sperata, Andate di fronte alle varie coop con casseruole e mestoli e costringeteli ad abbassare i prezzi. Aggregatevi in gruppi di acquisto e negoziate per 1.000 di voi e non per una.Scommettete che vincerete una battaglia?
Quiz
Traggo dal libro di Piergiorgio Odifreddi (il matematico impertinente) questo "interessante" paradosso:
"...andirivieni per i livelli di qualche sistema gerarchico, alla fine dei quali possiamo anche inaspettatamente ritrovarci al punto di partenza"
Se così fosse potremmo anche guardare alla "nostra" vita come ad un tentativo di sovvertire delle cose che in realtà riconducono sempre al loro punto di partenza. L'impotenza, reale, nella constatazione della indistruttibilità della struttura.
Provate a leggere questa frase:
" Per i romani sopportò troppo, sin a morire"
Ora, tra quelle lettere dovete cambiare posto ad una ed una sola, e dovrete leggere in ordine inverso la stessa. Ragionando un pò fuori dagli schemi, vi accorgerete che non avete cambiato nulla e che la frase è rimasta intatta nel suo significato.
Quindi, se non si rimescola nella sua integrità la struttura della frase come possiamo ambire a darle un altro significato?
"...andirivieni per i livelli di qualche sistema gerarchico, alla fine dei quali possiamo anche inaspettatamente ritrovarci al punto di partenza"
Se così fosse potremmo anche guardare alla "nostra" vita come ad un tentativo di sovvertire delle cose che in realtà riconducono sempre al loro punto di partenza. L'impotenza, reale, nella constatazione della indistruttibilità della struttura.
Provate a leggere questa frase:
" Per i romani sopportò troppo, sin a morire"
Ora, tra quelle lettere dovete cambiare posto ad una ed una sola, e dovrete leggere in ordine inverso la stessa. Ragionando un pò fuori dagli schemi, vi accorgerete che non avete cambiato nulla e che la frase è rimasta intatta nel suo significato.
Quindi, se non si rimescola nella sua integrità la struttura della frase come possiamo ambire a darle un altro significato?
giovedì 13 dicembre 2007
A pugno chiuso

I quattro operai sono stati sepolti.Siamo tornati tutti a casa.L'immagine terribile di questi giorni è quella di un padre davanti ad una bara vuota nell'obitorio.Non hanno potuto esporre quello che rimaneva di suo figlio.
Ci siamo asciugati le lacrime, stretto il pugno salutando i nostri fratelli.Ascoltato le parole di quelli intorno raccontare cosa è la vita in fabbrica. Non solo quella. Cosa è la vita tutti i giorni.Un tempo qualche casa del popolo o sezione di partito avrebbe accolto quelle persone.Oggi non c'è nulla dentro cui sedimentare la tua rabbia, raccogliere le energie e provare a cambiare quello che tutti i giorni ti attraversa velocemente l'orizzonte.
Quei morti ci ricordano come vivere.Con un pò di dignità e con la testa alta.Provando a cercare tempo per noi, i nostri figli ed i nostri amici.Rallentando il passo.
Rimangono questioni aperte. Lo sono da sempre e mai riusciremo a chiuderle.Ci proveremo, se non altro passando il testimone a qualcun altro. Per fare questo è necessario un lavoro duro, però anche in quello la consapevolezza di sapere che è un modo per dare un senso ai nostri giorni.Un pò come per i pionieri che sapevano solo di avere strada davanti.
Ci siamo asciugati le lacrime, stretto il pugno salutando i nostri fratelli.Ascoltato le parole di quelli intorno raccontare cosa è la vita in fabbrica. Non solo quella. Cosa è la vita tutti i giorni.Un tempo qualche casa del popolo o sezione di partito avrebbe accolto quelle persone.Oggi non c'è nulla dentro cui sedimentare la tua rabbia, raccogliere le energie e provare a cambiare quello che tutti i giorni ti attraversa velocemente l'orizzonte.
Quei morti ci ricordano come vivere.Con un pò di dignità e con la testa alta.Provando a cercare tempo per noi, i nostri figli ed i nostri amici.Rallentando il passo.
Rimangono questioni aperte. Lo sono da sempre e mai riusciremo a chiuderle.Ci proveremo, se non altro passando il testimone a qualcun altro. Per fare questo è necessario un lavoro duro, però anche in quello la consapevolezza di sapere che è un modo per dare un senso ai nostri giorni.Un pò come per i pionieri che sapevano solo di avere strada davanti.
mercoledì 12 dicembre 2007
Umorismo
martedì 11 dicembre 2007
economia
La sinistra, i camionisti e la lotta
Il blocco dei camionisti fa gridare, una parte della sinistra, all'attentato nei confronti dello stato e ad una situazione in salsa cilena. Basta il nomignolo di "padroncino" per parlare di una categoria in termini spregiativi senza fermarsi un attimo a pensare.
Il mercato dell'autotrasporto è stato, sin da subito, uno dei più sensibili ai processi di liberalizzazione (quelli veri) e di riorganizzazione di intere aziende clienti.La frammentazione degli operatori, la loro debolezza contrattuale ed il fatto di lavorare, nella maggior parte dei casi, per terzi ne fa una delle categorie più sfruttate sotto il profilo dell'intensità del lavoro. Per inquadrare la lotta è necessario fornire qualche elemento sul contesto in cui questa si inserisce.
Oggi i padroncini forniscono il loro servizio nella stragrande maggioranza dei casi a grandi operatori di logistica e distribuzione (DHL, TNT,Fercam,Cooperative, Consorzi etc.). Questi operatori compongono un'offerta, per i clienti potenziali, che è la somma di vari soggetti operativi: trasportatori (padroncini), cooperative di movimentazione, magazzini di stoccaggio etc. Chi opera nel trasporto è un singolo che con un camion offre le sue braccia ed il suo "investimento" ad un terzo che , a sua volta, negozia il costo del servizio con un cliente.
In questa tenaglia il padroncino (imprenditore) non può che subire quelle che sono le condizioni tra chi "organizza" il servizio e di chi lo acquista.
Quando le aziende negoziano il prezzo, lo fanno avendo cura di "congelare" le tariffe almeno per un anno. In molti analizzano il merito dell'offerta segmentando quelle che sono le varie voci di costo che incidono sul prezzo finale. Nel fare questo non considerano la variabile del "fattore di produzione uomo" in quanto, secondo questa visione, questo "fattore" si deve preoccupare, nella sua autonomia imprenditoriale, di trovare le soluzioni per far girare di più il camion per renderlo più produttivo . La realtà prevalente è che "l'imprenditore" coincide quasi sempre con chi guida l'automezzo, la sua organizzazione del lavoro finisci lì. O lo fa girare lui, il camion, o difficilmente potrà rendere più profittevole il suo business.
Siamo di fronte, quindi, ad una prima mistificazione.Il non riconoscere ,in questo meccanismo, uno dei tanti modi di "sfruttare" forza lavoro "indipendente" dal punto di vista giuridico ma "dipendente" nei fatti dai processi e dalle condizione del mercato.Una sorta di precariato e di flessibilità operativa senza pari, oggi.
Per tenere fermo questo meccanismo, e questa debolezza strutturale, si incentivano le creazioni di aziende fittizie ad Est che con l'utilizzo di manodopera a basso costo riescono meglio a fruttare il gioco della domanda e dell'offerta.
Si buttano, quindi, sul mercato altri "padroncini" o, visto il costo, dipendenti (polacchi, romeni etc.) che scatenano una guerra al ribasso sulle tariffe.
Siamo di fronte ad una di quelle distorsioni del liberismo che, nel meccanismo della competizione, meccanicamente comprime al ribasso diritti, condizioni di lavoro e salari.
Di fronte a questa situazione forse è il caso di interrogarsi come dialogare con questa categoria di lavoratori.In virtù di un motivo anche identitario. Quando le fabbriche espellono manodopera una delle prime opzioni valutate da un disoccupato è quella di comperare un furgone ed iniziare ad offrire la propria manodopera a terzi (la seconda è quella di fare l'ambulante).
Ci troviamo di fronte ad una modificazione della composizione di "classe" di questa categoria.Su questa un soggetto "serio" dal punto di vista politico dovrebbe indagare e costruire le condizioni per portare questa gente sotto una unica bandiera.
Prevalente è, al contrario, l'atteggiamento di rifiuto tipico di chi rinuncia ad analizzare i fenomeni per quello che sono nella realtà. Si preferisce parlare di scomparsa della classe operaia e di società che produce pil grazie ai servizi, salvo non accorgersi che quella produzione avviene nelle stesse condizioni di sfruttamento tipiche della fabbrica.
I ben pensanti ora gridano all'attentato delle libertà individuali (esempio movimento). A mio modo di vedere, al contrario, sarebbe opportuno cercare dei punti di contatto con chi lavora in certe condizioni.Una delle cose che questo paese non si può permettere è che per garantire la "libertà" di pontificare alle varie caste, protette da rendite di posizione vera (politici, manager,giornalisti,liberi professionisti) gente che non produce nulla, che congela immense risorse e consuma reddito in modo parassitario, la stragrande maggioranza degli "altri"debba continuare a caricarsi sulle spalle il loro costo subendo ogni sorta di condizione mortificante.
Si chiama coscienza di classe e necessita di umiltà e di lavoro poltico per produrre frutti.
Il mercato dell'autotrasporto è stato, sin da subito, uno dei più sensibili ai processi di liberalizzazione (quelli veri) e di riorganizzazione di intere aziende clienti.La frammentazione degli operatori, la loro debolezza contrattuale ed il fatto di lavorare, nella maggior parte dei casi, per terzi ne fa una delle categorie più sfruttate sotto il profilo dell'intensità del lavoro. Per inquadrare la lotta è necessario fornire qualche elemento sul contesto in cui questa si inserisce.
Oggi i padroncini forniscono il loro servizio nella stragrande maggioranza dei casi a grandi operatori di logistica e distribuzione (DHL, TNT,Fercam,Cooperative, Consorzi etc.). Questi operatori compongono un'offerta, per i clienti potenziali, che è la somma di vari soggetti operativi: trasportatori (padroncini), cooperative di movimentazione, magazzini di stoccaggio etc. Chi opera nel trasporto è un singolo che con un camion offre le sue braccia ed il suo "investimento" ad un terzo che , a sua volta, negozia il costo del servizio con un cliente.
In questa tenaglia il padroncino (imprenditore) non può che subire quelle che sono le condizioni tra chi "organizza" il servizio e di chi lo acquista.
Quando le aziende negoziano il prezzo, lo fanno avendo cura di "congelare" le tariffe almeno per un anno. In molti analizzano il merito dell'offerta segmentando quelle che sono le varie voci di costo che incidono sul prezzo finale. Nel fare questo non considerano la variabile del "fattore di produzione uomo" in quanto, secondo questa visione, questo "fattore" si deve preoccupare, nella sua autonomia imprenditoriale, di trovare le soluzioni per far girare di più il camion per renderlo più produttivo . La realtà prevalente è che "l'imprenditore" coincide quasi sempre con chi guida l'automezzo, la sua organizzazione del lavoro finisci lì. O lo fa girare lui, il camion, o difficilmente potrà rendere più profittevole il suo business.
Siamo di fronte, quindi, ad una prima mistificazione.Il non riconoscere ,in questo meccanismo, uno dei tanti modi di "sfruttare" forza lavoro "indipendente" dal punto di vista giuridico ma "dipendente" nei fatti dai processi e dalle condizione del mercato.Una sorta di precariato e di flessibilità operativa senza pari, oggi.
Per tenere fermo questo meccanismo, e questa debolezza strutturale, si incentivano le creazioni di aziende fittizie ad Est che con l'utilizzo di manodopera a basso costo riescono meglio a fruttare il gioco della domanda e dell'offerta.
Si buttano, quindi, sul mercato altri "padroncini" o, visto il costo, dipendenti (polacchi, romeni etc.) che scatenano una guerra al ribasso sulle tariffe.
Siamo di fronte ad una di quelle distorsioni del liberismo che, nel meccanismo della competizione, meccanicamente comprime al ribasso diritti, condizioni di lavoro e salari.
Di fronte a questa situazione forse è il caso di interrogarsi come dialogare con questa categoria di lavoratori.In virtù di un motivo anche identitario. Quando le fabbriche espellono manodopera una delle prime opzioni valutate da un disoccupato è quella di comperare un furgone ed iniziare ad offrire la propria manodopera a terzi (la seconda è quella di fare l'ambulante).
Ci troviamo di fronte ad una modificazione della composizione di "classe" di questa categoria.Su questa un soggetto "serio" dal punto di vista politico dovrebbe indagare e costruire le condizioni per portare questa gente sotto una unica bandiera.
Prevalente è, al contrario, l'atteggiamento di rifiuto tipico di chi rinuncia ad analizzare i fenomeni per quello che sono nella realtà. Si preferisce parlare di scomparsa della classe operaia e di società che produce pil grazie ai servizi, salvo non accorgersi che quella produzione avviene nelle stesse condizioni di sfruttamento tipiche della fabbrica.
I ben pensanti ora gridano all'attentato delle libertà individuali (esempio movimento). A mio modo di vedere, al contrario, sarebbe opportuno cercare dei punti di contatto con chi lavora in certe condizioni.Una delle cose che questo paese non si può permettere è che per garantire la "libertà" di pontificare alle varie caste, protette da rendite di posizione vera (politici, manager,giornalisti,liberi professionisti) gente che non produce nulla, che congela immense risorse e consuma reddito in modo parassitario, la stragrande maggioranza degli "altri"debba continuare a caricarsi sulle spalle il loro costo subendo ogni sorta di condizione mortificante.
Si chiama coscienza di classe e necessita di umiltà e di lavoro poltico per produrre frutti.
CRONACA
Lotta di classe e gente che capisce come si fa
I tassisti di roma hanno raggiunto l'accordo con il comune.
Dopo un assedio ed un blocco senza se e senza ma hanno ottenuto:
un aumento del 18% sulle tariffe e, leggete bene, 2€ di supplemento se il taxi arriva entro 5 minuti, 4€ se arriva entro 10 minuti etc.
Nuove licenze dal 2009.
Il tutto benedetto dal buon Walter che, evidentemente, ha poca resistenza alle stizzatine sui coglioni.
In sostanza è l'applicazione un nuovo concetto di marketing e di servizio al cliente conquistato dalla categoria. Ti becchi un servizio di merda e paghi di più.
Secondo me neanche il buon Kotler sarebbe mai arrivato a tanto.
I camionisti sono incazzati e fermano mezza Italia mettendo i Tir di traverso.
Le loro rivendicazioni riguardano i "salari" bassi e le condizioni di lavoro.
Al buon Montezemolo fischiano le orecchie e già minaccia.
La cosa non disturba i nostri amici che, oltre che tagliare i copertoni ai crumiri e lanciargli sassi dai cavalcavia, lo attendono per negoziare. Lui e confindustria.
Intanto i nostri sindacalisti da salotto si dicono preoccupati,la politica assiste allibita a questa nuova edizione della lotta di classe, e la cosa rossa si interroga.
Io ho un solo suggerimento, anzi due:
1- una scuola di formazione per futuri sindacalisti presso qualche associazione di tassisti e di camionisti
2- far coincidere le scadenze dei contratti dei metalmeccanici, e di quanti arrancano, con quello di queste due categorie. Ho la sensazione che se si fa blocco i signori hanno la diarrea e trovano qualche soluzione in tempi rapidissimi senza far attendere oltre.
P.S.
naturalmente dopo aver mandato a quel paese la triplice, Tito Boeri, il buon Damiano ed ex compagni associati
Dopo un assedio ed un blocco senza se e senza ma hanno ottenuto:
un aumento del 18% sulle tariffe e, leggete bene, 2€ di supplemento se il taxi arriva entro 5 minuti, 4€ se arriva entro 10 minuti etc.
Nuove licenze dal 2009.
Il tutto benedetto dal buon Walter che, evidentemente, ha poca resistenza alle stizzatine sui coglioni.
In sostanza è l'applicazione un nuovo concetto di marketing e di servizio al cliente conquistato dalla categoria. Ti becchi un servizio di merda e paghi di più.
Secondo me neanche il buon Kotler sarebbe mai arrivato a tanto.
I camionisti sono incazzati e fermano mezza Italia mettendo i Tir di traverso.
Le loro rivendicazioni riguardano i "salari" bassi e le condizioni di lavoro.
Al buon Montezemolo fischiano le orecchie e già minaccia.
La cosa non disturba i nostri amici che, oltre che tagliare i copertoni ai crumiri e lanciargli sassi dai cavalcavia, lo attendono per negoziare. Lui e confindustria.
Intanto i nostri sindacalisti da salotto si dicono preoccupati,la politica assiste allibita a questa nuova edizione della lotta di classe, e la cosa rossa si interroga.
Io ho un solo suggerimento, anzi due:
1- una scuola di formazione per futuri sindacalisti presso qualche associazione di tassisti e di camionisti
2- far coincidere le scadenze dei contratti dei metalmeccanici, e di quanti arrancano, con quello di queste due categorie. Ho la sensazione che se si fa blocco i signori hanno la diarrea e trovano qualche soluzione in tempi rapidissimi senza far attendere oltre.
P.S.
naturalmente dopo aver mandato a quel paese la triplice, Tito Boeri, il buon Damiano ed ex compagni associati
lunedì 10 dicembre 2007
politica resistenza
PAGHERETE CARO E PAGHERETE TUTTO
Scriverò con calma di questa mattina, sono ancora dolorante nell'animo ed ogni tanto ho il groppo che mi prende alla gola.
Torino ha rivisto i suoi operai. Non sono spariti.Quando sembra che ci sia calma piatta, questa città produce rivolta. Occhio alla penna signori.
Torino ha rivisto i suoi operai. Non sono spariti.Quando sembra che ci sia calma piatta, questa città produce rivolta. Occhio alla penna signori.
sabato 8 dicembre 2007
economia,
politica resistenza
Lavorate di più, sempre di più,ancora di più
Che epitaffio possiamo utilizzare per ricordare quattro operai morti di lavoro,per difendere un lavoro di merda?
Quattro persone che hanno chiuso con i problemi legati alla produttività, alla competitività, alla flessibilità, alla precarietà.
Che non si sentiranno più dire dal giovane professore d'economia di turno alla Boeri che bisogna pagare di più chi produce di più e meglio.
Che non sentiranno più le filippiche di Montezemolo sugli assenteisti.Lo fossero stati giocherebbero con i loro figli.
Che non leggeranno più articoli sulla fine della classe operaia. Quelli sulla fine dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo non li hanno mai letti. Sembra non essere un obiettivo nobile.
Bisogna lavorare di più, produrre di più, fare più case e strade, più merci e più servizi. Di più, sempre di più.
Ma se sempre di più avremo la testa china per fare di più, cosa ricorderemo di noi e della nostra vita?
Ricordati con un minuto di silenzio alla scala perchè, come ha detto uno dei due vice presidenti del consiglio,"qui dove c'è gente che produce ricchezza è giusto ricordare queste cose".
Loro sono "queste cose".
Forse bisognava dire "qui, dove ci sono dei parassiti di merda che incassano rendite non dovute grazie allo sfruttamento ed alla produzione di ricchezza fatta da quei quattro poveri cristi, ci fermiamo un minuto.Giusto il tempo di andare al cesso a pisciare e rimetterci in sesto la coscienza. Amen"
Lavorare come schiavi per un salario del cazzo per sedici ore al giorno che cazzo di produttività ha dato alla vita di quelle persone? Di quanto cambierà la sorte ed il futuro dei loro figli? Di quanto la loro esistenza ha reso più colme di danaro le tasche di qualcun altro?
Io ne ho le palle piene. Avrei voglia di mettere una bomba da qualche parte,in qualche salotto buono, tra dame rifatte e giovani predatori di denaro e fama, così tanto per guastare un pò il natale a lor signori.
Non servirebbe a nulla? Perchè cosa è che serve?
Li voglio ricordare con una canzone di lotta, quando i sindacalisti erano meno collusi con il potere economico, quando un partito comunista avrebbe riempito le piazze per una strage del genere, quando si era meno soli.
Quattro persone che hanno chiuso con i problemi legati alla produttività, alla competitività, alla flessibilità, alla precarietà.
Che non si sentiranno più dire dal giovane professore d'economia di turno alla Boeri che bisogna pagare di più chi produce di più e meglio.
Che non sentiranno più le filippiche di Montezemolo sugli assenteisti.Lo fossero stati giocherebbero con i loro figli.
Che non leggeranno più articoli sulla fine della classe operaia. Quelli sulla fine dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo non li hanno mai letti. Sembra non essere un obiettivo nobile.
Bisogna lavorare di più, produrre di più, fare più case e strade, più merci e più servizi. Di più, sempre di più.
Ma se sempre di più avremo la testa china per fare di più, cosa ricorderemo di noi e della nostra vita?
Ricordati con un minuto di silenzio alla scala perchè, come ha detto uno dei due vice presidenti del consiglio,"qui dove c'è gente che produce ricchezza è giusto ricordare queste cose".
Loro sono "queste cose".
Forse bisognava dire "qui, dove ci sono dei parassiti di merda che incassano rendite non dovute grazie allo sfruttamento ed alla produzione di ricchezza fatta da quei quattro poveri cristi, ci fermiamo un minuto.Giusto il tempo di andare al cesso a pisciare e rimetterci in sesto la coscienza. Amen"
Lavorare come schiavi per un salario del cazzo per sedici ore al giorno che cazzo di produttività ha dato alla vita di quelle persone? Di quanto cambierà la sorte ed il futuro dei loro figli? Di quanto la loro esistenza ha reso più colme di danaro le tasche di qualcun altro?
Io ne ho le palle piene. Avrei voglia di mettere una bomba da qualche parte,in qualche salotto buono, tra dame rifatte e giovani predatori di denaro e fama, così tanto per guastare un pò il natale a lor signori.
Non servirebbe a nulla? Perchè cosa è che serve?
Li voglio ricordare con una canzone di lotta, quando i sindacalisti erano meno collusi con il potere economico, quando un partito comunista avrebbe riempito le piazze per una strage del genere, quando si era meno soli.
Che roba contessa all'industria di Aldo, han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti,
volevano avere i salari aumentati, dicevano pensi, di essere sfruttati.
E quando è arrivata la polizia quei quattro straccioni han gridato più forte,
di sangue han sporcato i cortili e le porte, chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.
Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce e portate il martello
scendete giù in piazza e picchiate con quello
scendete giù in piazza e affossate il sistema.
Voi gente per bene che pace cercate,
la pace per fare quello che voi volete,
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra,
vogliamo vedervi finire sottoterra.
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato,
nessuno più al mondo dev'essere sfruttato.
Sapesse contessa che cosa mi ha detto un caro parente dell'occupazione,
che quella gentaglia rinchiusa là dentro di libero amore facea professione.
Del resto mia cara, di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c'è più morale contessa.
Se il vento fischiava ora fischia più forte,
le idee di rivolta non sono mai morte,
se c'è chi lo afferma non state a sentire
è uno che vuole soltanto tradire.
Se c'è chi lo afferma sputategli addosso,
la bandiera rossa ha gettato in un fosso
venerdì 7 dicembre 2007
Umorismo
Al volo su internet
| Perché | ||
| ||
Umorismo
mercoledì 5 dicembre 2007
CRONACA
Facce d'Italia
Questo uomo è ministro degli interni, si occupa di sicurezza e dovrebbe garantire che i ladri vengano ingabbiati dalle forze dell'ordine.
Al suo sodale Craxi provò a garantire una via d'uscita e tutti sappiamo come è andata grazie a lettere ed ad iniziative come queste. Adesso si occupa di lavavetri ed emarginati.
Al suo sodale Craxi provò a garantire una via d'uscita e tutti sappiamo come è andata grazie a lettere ed ad iniziative come queste. Adesso si occupa di lavavetri ed emarginati."Caro Segretario, prendo a calci i primi mattoni di un muro di silenzio che non vorrei calasse fra noi. E vorrei chiederti invece di avere fiducia in quel che io sto cercando di fare. Occorre certo che passi qualche giorno, che la situazione delle imprese, e non solo della politica, appaia (come del resto già è) insostenibile. E' inoltre realisticamente utile che la macchia d'olio si allarghi. Neppure a quel punto credo che sarà possibile estinguere reati di codice. Ma credo che l'estensione per essi dei patteggiamenti e delle sospensioni condizionali sia una strada percorribile. Sto conquistando su questo preziosi consensi. E ritengo che si ottengano così procedure non massacranti, che evitano la pubblicità devastante dei dibattimenti e forniscono possibilità di uscita (...). Claudio mi pare ormai in pericolo. Apprendo che, se ci fosse un riscontro a ciò che ha detto Larini, già sarebbe partito un avviso per concorso in bancarotta fraudolenta. Io sono qua. E continuo ad esserti grato ed amico. Giuliano".
Il suo governo varerà quello che passerà alla storia come il "decreto salva-ladri": depenalizzazione per il finanziamento illecito dei partiti ed estensione del patteggiamento ai reati di concussione e corruzione. Decreto che sarà precipitosamente ritirato dopo la clamorosa protesta in tv del pool milanese.
Quest'uomo è diventato ricco all'improvviso grazie al suo fiuto per gli affari.Era ricoverato in ospedale ed è fuggito.Ora è rientrato. Come in un albergo a cinque stelle. Sembra che nonostante i problemi i suoi non se la passino poi così male.

Quest'altro lavora per 1.000 euro al mese circa. ieri sera ha visto morire, bruciato vivo, un suo compagno, altri cinque sono in ospedale.E' un pò incazzato per come vanno le cose, ma non ha il tempo di alzare la testa. Deve pensare a sopravvivere con quello che c'è.
Manca un quarto, è impegnato a fare la morale sui fannulloni e gli assenteisti.Vuole più produttività per dare salari più alti.La chiede proprio a quelli come quello qua sopra.Intanto lui porta a casa 7 milioni di euro all'anno solo di stipendio. Sulle stock option paga solo il 12,5% di tasse.Quello qui sopra, con la faccia bruciata, ne paga circa il 27%.Non fate lo sforzo di indovinare chi è.
Il suo governo varerà quello che passerà alla storia come il "decreto salva-ladri": depenalizzazione per il finanziamento illecito dei partiti ed estensione del patteggiamento ai reati di concussione e corruzione. Decreto che sarà precipitosamente ritirato dopo la clamorosa protesta in tv del pool milanese.
Quest'uomo è diventato ricco all'improvviso grazie al suo fiuto per gli affari.Era ricoverato in ospedale ed è fuggito.Ora è rientrato. Come in un albergo a cinque stelle. Sembra che nonostante i problemi i suoi non se la passino poi così male.

Quest'altro lavora per 1.000 euro al mese circa. ieri sera ha visto morire, bruciato vivo, un suo compagno, altri cinque sono in ospedale.E' un pò incazzato per come vanno le cose, ma non ha il tempo di alzare la testa. Deve pensare a sopravvivere con quello che c'è.
Manca un quarto, è impegnato a fare la morale sui fannulloni e gli assenteisti.Vuole più produttività per dare salari più alti.La chiede proprio a quelli come quello qua sopra.Intanto lui porta a casa 7 milioni di euro all'anno solo di stipendio. Sulle stock option paga solo il 12,5% di tasse.Quello qui sopra, con la faccia bruciata, ne paga circa il 27%.Non fate lo sforzo di indovinare chi è.martedì 4 dicembre 2007
economia
Economia della fuffa e tempesta perfetta
Su Affari & Finanza di ieri un paio di articoli davano un quadro "desolante" di quello che "dovrebbe" aspettarci nel prossimo futuro.
Il tema è la bomba finanziaria insita nell'esposizione che le banche USA hanno in materia di concessione di credito tramite carte revolving e strumenti di pagamento differito.
Le cifre sono apocalittiche. Si parla di una esposizione di 900 miliardi di dollari e di una crescita del 13% delle insolvenze nell'ultimo trimestre.
Il fatto di avere un'esposizione finanziaria, di per sè, non è indice di cattiva gestione economica.La condizione è di avere la possibilità di poter contare su un reddito stabile nel tempo (che quanto meno cresca in funzione dell'inflazione), che l'incidenza dell'indebitamento sia tale da non superare questa capacità di generare reddito, e che questo (il debito) non cresca al di sopra della sostenibilità data dalle risorse utilizzabili per "onorarlo".
Se questi sono i sani "principi" di gestione patrimoniale e di tesoreria capitalistici (su questi un "guru" ci intrattenne amabilmente durante un seminario Ambrosetti), la realtà dell'economia è fatta dalla pervicace necessità di sostenere i consumi perchè, secondo il modello di valori attuale, questo è l'unico modo per far crescere la ricchezza e quindi allargare la soglia di benessere.
E poichè questo modello ha la necessità di finanziare rendite ed investimenti fissi spremendo plusvalore dal lavoro delle persone, non concedendo nulla sul fronte della distribuzione del reddito disponibile e tenendo bassi i salari, si offrono gli strumenti "finanziari" utili a permettere l'acquisto di beni e servizi indipendentemente dalla capacità di reggere nel lungo periodo lo sforzo necessario per garantirsi tutto questo "ben di Dio".
Il meccanismo soffre di una serie di incongruenze. Nella realtà americana questo significa che se non si rispettano i termini di pagamento del debito, si accede automaticamente ad una sorta di fido che viene rinnovato mensilmente. Un finanziamento sul finanziamento. la garanzia è data dal valore del"patrimonio" del debitore.Il bene spendibile per questo tipi di operazioni è, di solito, la casa.Il gioco funziona in presenza di un costante incremento del valore dell'immobile, che permette di accedere a nuove soglie di finanziamento, di un gioco tra domanda ed offerta che renda credibile l'incremento del valore e della speranza che l'economia tiri sine die.
Nell'ultimo periodo sono accadute due cose:
1- ribasso delle vendite di case in termini di valore e quantità
2- restrizione sul fronte del credito a causa del problema dato dai subprime
Una delle questioni che è emersa è che il credito per circa il 50% è utilizzato solo per pagare cure mediche (fonte Business Week ), La platea interessata è fatta da 46 milioni di americani che non hanno copertura assicurativa e che non sono così poveri da poter accedere all'assistenza pubblica. A questi si aggiungono altri 16 milioni di persone che hanno una franchigia sulla polizza fino a 10.000 dollari.
Come sempre dietro le cifre ci sono le persone con la loro vita. Questo significa, nella realtà, aumento della precarietà ed instabilità sociale. Un meccanismo che, dentro una società fatta da individui ridotti a particelle senza collegamenti e socialità da spendere, può generare mostri e la tentazione di garantire lo stile di vita a qualsiasi costo.
L'esposizione descritta in precedenza si somma alla criticità emersa con i titoli subprime. Per questi le stime peggiori parlano di "perdite" complessive che si avvicineranno ai 400 milioni di dollari.
In questo gioco l'Europa appare come un vaso di coccio. Dentro questo vaso di coccio un vasetto di cristallo come il nostro paese.
Nouriel Roubini individua due fattori critici prevalenti (per le famiglie) in presenza di una possibile recessione statunitense (caso peggiore):
1- la restrizione del credito avrà un impatto pesante sulle aziende europee che, più di quelle americane, risentono della necessità di finanziare le loro attività. questo dovrebbe dire meno investimenti, meno lavoro, meno produzione
2- lo scoppio della bolla edilizia dispiegherà i suoi effetti anche da noi, generando una modifica in basso del valore degli asset patrimoniali e quindi una ulteriore minus valenza sul patrimonio mobiliare spendibile(moneta) in caso di necessità di onorare i debiti (esempio mutuo).
L'altra questione che l'economista, in termini generali, mette in evidenza è l'insufficienza che si manifesta nel tentare di arginare i fenomeni di "restrizione del credito"dell'economia di mercato con strumenti di politica monetaria.
A fronte di un abbassamento del costo del danaro negli USA la stretta creditizia è peggiorata da Agosto ad oggi e lo sarà nel futuro.
In primo luogo perché se alla base della crisi finanziaria c'è un problema legato all'insolvenza di milioni di famiglie (e quindi all'economia reale ed alla capacità di produrre reddito sufficiente di milioni di famiglie), questa condiziona la possibilità di generare valore "reale" e quindi di rendere fluido il meccanismo su cui si regge l'economia materiale.
Di fronte a questo scenario, l'economia della speculazione (da noi) non soffre crisi. I prezzi aumentano indipendentemente da qualsiasi giustificazione o ragione di tipo economico. I salari perdono potere di acquisto a causa dell'inflazione ed i contratti di 8 milioni di lavoratori non vengono rinnovati.Le disparità aumentano, così come la fetta di popolazione povera o con scarse possibilità di soddisfare i bisogni essenziali.In tutto questo la priorità per sinistra ex-radicale, walter, Berlusconi e soci è quella di trovare assetti istituzionali diversi ed in grado di governare la macchina.
E se la macchina fosse già fuori controllo?
Ad una economia della fuffa specularmente corrisponde una politica di pari livello.
La questione (provocatoriamente massimalista)è: perchè mantenere in vita un sistema di relazioni ed istituzioni inadeguati?
Il tema è la bomba finanziaria insita nell'esposizione che le banche USA hanno in materia di concessione di credito tramite carte revolving e strumenti di pagamento differito.
Le cifre sono apocalittiche. Si parla di una esposizione di 900 miliardi di dollari e di una crescita del 13% delle insolvenze nell'ultimo trimestre.
Il fatto di avere un'esposizione finanziaria, di per sè, non è indice di cattiva gestione economica.La condizione è di avere la possibilità di poter contare su un reddito stabile nel tempo (che quanto meno cresca in funzione dell'inflazione), che l'incidenza dell'indebitamento sia tale da non superare questa capacità di generare reddito, e che questo (il debito) non cresca al di sopra della sostenibilità data dalle risorse utilizzabili per "onorarlo".
Se questi sono i sani "principi" di gestione patrimoniale e di tesoreria capitalistici (su questi un "guru" ci intrattenne amabilmente durante un seminario Ambrosetti), la realtà dell'economia è fatta dalla pervicace necessità di sostenere i consumi perchè, secondo il modello di valori attuale, questo è l'unico modo per far crescere la ricchezza e quindi allargare la soglia di benessere.
E poichè questo modello ha la necessità di finanziare rendite ed investimenti fissi spremendo plusvalore dal lavoro delle persone, non concedendo nulla sul fronte della distribuzione del reddito disponibile e tenendo bassi i salari, si offrono gli strumenti "finanziari" utili a permettere l'acquisto di beni e servizi indipendentemente dalla capacità di reggere nel lungo periodo lo sforzo necessario per garantirsi tutto questo "ben di Dio".
Il meccanismo soffre di una serie di incongruenze. Nella realtà americana questo significa che se non si rispettano i termini di pagamento del debito, si accede automaticamente ad una sorta di fido che viene rinnovato mensilmente. Un finanziamento sul finanziamento. la garanzia è data dal valore del"patrimonio" del debitore.Il bene spendibile per questo tipi di operazioni è, di solito, la casa.Il gioco funziona in presenza di un costante incremento del valore dell'immobile, che permette di accedere a nuove soglie di finanziamento, di un gioco tra domanda ed offerta che renda credibile l'incremento del valore e della speranza che l'economia tiri sine die.
Nell'ultimo periodo sono accadute due cose:
1- ribasso delle vendite di case in termini di valore e quantità
2- restrizione sul fronte del credito a causa del problema dato dai subprime
Una delle questioni che è emersa è che il credito per circa il 50% è utilizzato solo per pagare cure mediche (fonte Business Week ), La platea interessata è fatta da 46 milioni di americani che non hanno copertura assicurativa e che non sono così poveri da poter accedere all'assistenza pubblica. A questi si aggiungono altri 16 milioni di persone che hanno una franchigia sulla polizza fino a 10.000 dollari.
Come sempre dietro le cifre ci sono le persone con la loro vita. Questo significa, nella realtà, aumento della precarietà ed instabilità sociale. Un meccanismo che, dentro una società fatta da individui ridotti a particelle senza collegamenti e socialità da spendere, può generare mostri e la tentazione di garantire lo stile di vita a qualsiasi costo.
L'esposizione descritta in precedenza si somma alla criticità emersa con i titoli subprime. Per questi le stime peggiori parlano di "perdite" complessive che si avvicineranno ai 400 milioni di dollari.
In questo gioco l'Europa appare come un vaso di coccio. Dentro questo vaso di coccio un vasetto di cristallo come il nostro paese.
Nouriel Roubini individua due fattori critici prevalenti (per le famiglie) in presenza di una possibile recessione statunitense (caso peggiore):
1- la restrizione del credito avrà un impatto pesante sulle aziende europee che, più di quelle americane, risentono della necessità di finanziare le loro attività. questo dovrebbe dire meno investimenti, meno lavoro, meno produzione
2- lo scoppio della bolla edilizia dispiegherà i suoi effetti anche da noi, generando una modifica in basso del valore degli asset patrimoniali e quindi una ulteriore minus valenza sul patrimonio mobiliare spendibile(moneta) in caso di necessità di onorare i debiti (esempio mutuo).
L'altra questione che l'economista, in termini generali, mette in evidenza è l'insufficienza che si manifesta nel tentare di arginare i fenomeni di "restrizione del credito"dell'economia di mercato con strumenti di politica monetaria.
A fronte di un abbassamento del costo del danaro negli USA la stretta creditizia è peggiorata da Agosto ad oggi e lo sarà nel futuro.
In primo luogo perché se alla base della crisi finanziaria c'è un problema legato all'insolvenza di milioni di famiglie (e quindi all'economia reale ed alla capacità di produrre reddito sufficiente di milioni di famiglie), questa condiziona la possibilità di generare valore "reale" e quindi di rendere fluido il meccanismo su cui si regge l'economia materiale.
Di fronte a questo scenario, l'economia della speculazione (da noi) non soffre crisi. I prezzi aumentano indipendentemente da qualsiasi giustificazione o ragione di tipo economico. I salari perdono potere di acquisto a causa dell'inflazione ed i contratti di 8 milioni di lavoratori non vengono rinnovati.Le disparità aumentano, così come la fetta di popolazione povera o con scarse possibilità di soddisfare i bisogni essenziali.In tutto questo la priorità per sinistra ex-radicale, walter, Berlusconi e soci è quella di trovare assetti istituzionali diversi ed in grado di governare la macchina.
E se la macchina fosse già fuori controllo?
Ad una economia della fuffa specularmente corrisponde una politica di pari livello.
La questione (provocatoriamente massimalista)è: perchè mantenere in vita un sistema di relazioni ed istituzioni inadeguati?
lunedì 3 dicembre 2007
politica resistenza
Il comunismo che non c'è
Partiamo da un paio di definizioni:
« Il comunismo non è una dottrina ma un movimento; non muove da principi ma da fatti. I comunisti non hanno come presupposto questa o quella filosofia, ma tutta la storia finora trascorsa e specialmente i suoi attuali risultati reali nei paesi civili. »
(Friedrich Engels)
« Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. »
(Karl Marx e Friedrich Engels)
Senza entrare nel merito di quello che è stato il dibattito sulla storia e sulle conseguenze che questa esperienza ha avuto su di noi, possiamo dire che uno dei presupposti di un movimento che si rapporta idealmente a questa ideologia ed al suo fine "utopico" è riconoscere, nella storia dell'umanità, una tensione ed un procedere a balzi. Così come la capacità di dare forma a nuove esperienze ed a nuove letture di quello che concretamente si muove intorno a noi.
Possiamo però coglierle se non ci liberiamo da una certa ortodossia? questo sia nel mondo dell'economia reale, della politica che in quello dell'esperienza concreta e della forma che un "movimento rivoluzionario" deve assumere in funzione del mutare delle circostanze?
Il nostro punto di vista è viziato dalla nostra cultura "occidentale", dal mito del progresso che si attua attraverso l'espansione della industrializzazione e della produzione di beni e servizi, con all'interno gli ideali "laici" e "cattolici" che ne formano la struttura ideologica.
Sul fronte dei diritti e dell'emancipazione,riusciamo a riconoscerli solo se questi stanno all'interno del perimetro dato dalla nostra storia.
Una interessante annotazione su questo concetto è quello che ci fornisce Toni Negri quando parla della "dialettica della sovranità coloniale".
In questo paragrafo cita, come esempio, tre personaggi a loro modo vicini all'idea di progresso e giustizia sociale:il vescovo Las Casas, Toussaint l'Overtoure e Carlo Marx.
Scrive Toni Negri:
"Nello stesso tempo, però, un'inequivocabile vocazione missionaria si lega indissolubilmente al progetto umanitario del buon vescovo del Chiapas.Di fatto, Las Casas può pensare l'uguaglianza solo in termini di similitudine: i nativi sono uguali per natura agli europei solo nella misura in cui sono degli europei in potenza, il che significa dei potenziali cristiani"
"Egli riconosce che l'umanità è una, ma non vede che è anche- e simultaneamente- molteplice"
"Per Toussant, la rivoluzione non è solo la ricerca della libertà dal dominio europeo per fare ritorno in Africa,....Toussaint guarda avanti, verso quelle forme di libertà che un mondo sempre più interconnesso rendeva ormai disponibili"
"A volte, però, Toussaint si esprime come se l'idea di libertà fosse stata creata da francesi e come se lui ei suoi compagni fossero diventati liberi per volere di Parigi"
" Marx inizia subito ricordando la brutalità con cui la "civilizzazione inglese" fu introdotta in India e i tormenti provocati dalla rapacità del capitalismo e del governo britannico.Ma egli mette in guardia dal reagire ....dimenticando quella prodotta dalle tradizioni della società indiana.....A parere di Marx, in determinate circostanze, il capitale ha una funzione progressiva.Come per Touisaint, anche per Marx non ha alcun senso liberarsi dalla dominazione straniera per restaurare le anguste forme di oppressione tradizionali..L'India può progredire solo se si trasforma in società occidentale:il mondo intero può avanzare se segue le tracce dell'Europa.L'eurocentrismo di Marx non è poi tanto diverso da quello di Las Casas"
Sul fronte economico, pur riconoscendo la tensione di come è ineguale la divisione del "raccolto", ci manca il punto di riferimento di quella che dovrebbe essere la leva con cui scardinare lo stato di cose presente (la classe operaia è ridotta a feticcio e viene usata in termini corporativi).
Probabilmente se è vero che oggi la produzione di valore è dato dall'insieme della società nel suo muovere, è lì che bisogna guardare e lavorare "praticando" il comunismo che non c'è.
Sospendo questo post riportando (provocatoriamente) una intervista al leader dei Radiohead ed a come il concetto di "fruibilità" in funzione di ciò che possiamo dare, e ciò che possiamo fare può "concretamente" stravolgere le regole del gioco.
Da Repubblica
LONDRA - Thom Yorke, il leader dei Radiohead, è un artista così puro, che si fa scrupolo persino di andare in tournée per paura di... inquinare. "A Firenze, la mia meta preferita, vado sempre in treno con mia moglie e i bambini. Gli aerei avvelenano l'aria", dice l'artista, 39 anni, addentando il suo veggie burger in un pub londinese dove nessuna rockstar metterebbe mai piede. Come avrebbe potuto, uno come lui, continuare a far dischi senza porsi domande?
Il cantante che si è rifiutato d'incontrare Blair nella famosa tavola rotonda sul riscaldamento globale e ha detto di no a Paul McCartney che l'aveva invitato a suonare, ha fatto tremare l'industria discografica e il mondo del rock: lo scorso 10 ottobre i Radiohead hanno deciso di vendere on line le canzoni di In rainbows, il loro settimo album, accettando qualsiasi offerta (anche zero euro) per il download. Molti colleghi (Lily Allen, Pearl Jam) li hanno definiti arroganti; altri (Courtney Love, la cantante lirica Barbara Hendricks) stanno seguendo le loro orme.
Il disco (in cd e vinile) uscirà per un'etichetta indipendente (XL Recordings) il 28 dicembre, dopo Natale, contro ogni regola di mercato ("Solo perché molti non si accontentano delle canzoni scaricate, vogliono l'oggetto. Anch'io adoro il vinile"). Gli editorialisti inglesi li hanno quasi unanimemente condannati. E gli organizzatori dei Brit Awards non li hanno neppure presi in considerazione per un eventuale premio. I loro fan italiani avranno comunque modo di applaudirli il 18 giugno: unico concerto a Milano.
"Ma non è vera la notizia secondo la quale il 70% non ha pagato", protesta Thom "I dati li conosciamo solo noi. La prima settimana ci sono stati 1,2 milioni di download, a una media di 6 euro ognuno (circa il 50% ha pagato zero). Hanno detto che è stata una scelta radicale, ma date le circostanze era l'unica possibile. Quando hai finito di registrare un disco, se vuoi farlo arrivare subito all'ascoltatore, non hai altro mezzo che la rete. È un esperimento che i Radiohead si sono trovati in condizione di fare per una serie di circostanze fortunate. Tre in particolare: la scadenza del contratto discografico, il privilegio di avere uno zoccolo duro che li conosce e li apprezza, il fatto che la maggior parte dei loro fan ha familiarità con Internet".
La vostra decisione ha scatenato un putiferio. Qual era il vostro scopo?
"Dimostrare che non c'è bisogno di tutte queste infrastrutture per far arrivare la musica alla gente. Il processo industriale serve solo a sottrarre guadagni agli artisti e a rendere il disco sempre più costoso. Un tempo l'industria lavorava per far conoscere i giovani artisti, oggi invece le major tendono a eliminare chi non ha un riscontro commerciale immediato. Poco importa il talento, gli artisti vengono continuamente mortificati, umiliati".
Prima si diceva: l'industria sta uccidendo la musica. Oggi la stessa accusa è rivolta ai Radiohead.
"Nessuno sarà mai in grado di uccidere la buona musica, che troverà sempre un canale, magari sotterraneo, per esprimersi. Ma certamente il lungo processo che precede la pubblicazione di un disco, la politica che ci gira intorno e l'ego di alcuni artisti non giovano alla riuscita - artistica ed economica - del prodotto. Per questo, dalla nostra posizione privilegiata, non ce la siamo sentita di confrontarci di nuovo con l'industria".
Non deve essere stato facile farlo per quindici anni e sei album.
"A essere del tutto onesto, con la Emi non abbiamo mai avuto grossi problemi. Ci hanno sempre lasciato ampia libertà. Il nostro non è un gesto contro le persone con cui abbiamo lavorato, ma contro un sistema di acquisti e fusioni che ha portato alla creazione di queste maledette multinazionali. E nessuno si è preoccupato di venirci a raccontare quel che è successo, come se la cosa non riguardasse anche noi. Non siamo fottute scatole di biscotti!".
Ora è tutto sulle vostre spalle, il peso della creatività e quello del marketing.
"Le sembrerà sacrilego, ma io il marketing lo trovo quasi affascinante. Le questioni pubblicitarie sono di per sé così odiose che cercare di risolverle in maniera creativa è una sfida per un artista. Se riesci a non farti mettere soggezione dalla parola - marketing, bruttissima - puoi fregartene delle loro regole, e il gioco diventa divertente. Tutte quelle piccole pazzie che si possono cucire intorno alle canzoni, come il testo di Paranoid android scritto su un gigantesco poster".
Coerenza e onestà, prima di tutto. È questo il motivo per cui ha detto di no a McCartney?
"Paul mi ha chiesto di suonare il piano in una delle sue canzoni, ma non sono in grado di farlo, io so solo strimpellare. È stata sua figlia Stella, che è una nostra fan, a insistere: "Dai papà, chiamalo..."".
Ha mai rimpianto di non essere un protagonista de periodo aureo del rock, fine anni 60 primi anni 70, quando l'industria tollerava l'incoscienza degli artisti pur di non limitarne la creatività?
"È un'idea romantica, affascinante, ma ognuno è figlio del suo tempo. Al contrario di tanti musicisti dell'epoca, che sono stati letteralmente frodati dalle case discografiche, noi siamo entrati nel music business in maniera consapevole. Per questo ci teniamo stretta la nostra musica e siamo arrivati a questo punto prima di altri".
(3 dicembre 2007)
« Il comunismo non è una dottrina ma un movimento; non muove da principi ma da fatti. I comunisti non hanno come presupposto questa o quella filosofia, ma tutta la storia finora trascorsa e specialmente i suoi attuali risultati reali nei paesi civili. »
(Friedrich Engels)
« Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. »
(Karl Marx e Friedrich Engels)
Senza entrare nel merito di quello che è stato il dibattito sulla storia e sulle conseguenze che questa esperienza ha avuto su di noi, possiamo dire che uno dei presupposti di un movimento che si rapporta idealmente a questa ideologia ed al suo fine "utopico" è riconoscere, nella storia dell'umanità, una tensione ed un procedere a balzi. Così come la capacità di dare forma a nuove esperienze ed a nuove letture di quello che concretamente si muove intorno a noi.
Possiamo però coglierle se non ci liberiamo da una certa ortodossia? questo sia nel mondo dell'economia reale, della politica che in quello dell'esperienza concreta e della forma che un "movimento rivoluzionario" deve assumere in funzione del mutare delle circostanze?
Il nostro punto di vista è viziato dalla nostra cultura "occidentale", dal mito del progresso che si attua attraverso l'espansione della industrializzazione e della produzione di beni e servizi, con all'interno gli ideali "laici" e "cattolici" che ne formano la struttura ideologica.
Sul fronte dei diritti e dell'emancipazione,riusciamo a riconoscerli solo se questi stanno all'interno del perimetro dato dalla nostra storia.
Una interessante annotazione su questo concetto è quello che ci fornisce Toni Negri quando parla della "dialettica della sovranità coloniale".
In questo paragrafo cita, come esempio, tre personaggi a loro modo vicini all'idea di progresso e giustizia sociale:il vescovo Las Casas, Toussaint l'Overtoure e Carlo Marx.
Scrive Toni Negri:
"Nello stesso tempo, però, un'inequivocabile vocazione missionaria si lega indissolubilmente al progetto umanitario del buon vescovo del Chiapas.Di fatto, Las Casas può pensare l'uguaglianza solo in termini di similitudine: i nativi sono uguali per natura agli europei solo nella misura in cui sono degli europei in potenza, il che significa dei potenziali cristiani"
"Egli riconosce che l'umanità è una, ma non vede che è anche- e simultaneamente- molteplice"
"Per Toussant, la rivoluzione non è solo la ricerca della libertà dal dominio europeo per fare ritorno in Africa,....Toussaint guarda avanti, verso quelle forme di libertà che un mondo sempre più interconnesso rendeva ormai disponibili"
"A volte, però, Toussaint si esprime come se l'idea di libertà fosse stata creata da francesi e come se lui ei suoi compagni fossero diventati liberi per volere di Parigi"
" Marx inizia subito ricordando la brutalità con cui la "civilizzazione inglese" fu introdotta in India e i tormenti provocati dalla rapacità del capitalismo e del governo britannico.Ma egli mette in guardia dal reagire ....dimenticando quella prodotta dalle tradizioni della società indiana.....A parere di Marx, in determinate circostanze, il capitale ha una funzione progressiva.Come per Touisaint, anche per Marx non ha alcun senso liberarsi dalla dominazione straniera per restaurare le anguste forme di oppressione tradizionali.
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