sabato 8 dicembre 2007

Lavorate di più, sempre di più,ancora di più

Che epitaffio possiamo utilizzare per ricordare quattro operai morti di lavoro,per difendere un lavoro di merda?
Quattro persone che hanno chiuso con i problemi legati alla produttività, alla competitività, alla flessibilità, alla precarietà.
Che non si sentiranno più dire dal giovane professore d'economia di turno alla Boeri che bisogna pagare di più chi produce di più e meglio.
Che non sentiranno più le filippiche di Montezemolo sugli assenteisti.Lo fossero stati giocherebbero con i loro figli.
Che non leggeranno più articoli sulla fine della classe operaia. Quelli sulla fine dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo non li hanno mai letti. Sembra non essere un obiettivo nobile.

Bisogna lavorare di più, produrre di più, fare più case e strade, più merci e più servizi. Di più, sempre di più.
Ma se sempre di più avremo la testa china per fare di più, cosa ricorderemo di noi e della nostra vita?

Ricordati con un minuto di silenzio alla scala perchè, come ha detto uno dei due vice presidenti del consiglio,"qui dove c'è gente che produce ricchezza è giusto ricordare queste cose".
Loro sono "queste cose".
Forse bisognava dire "qui, dove ci sono dei parassiti di merda che incassano rendite non dovute grazie allo sfruttamento ed alla produzione di ricchezza fatta da quei quattro poveri cristi, ci fermiamo un minuto.Giusto il tempo di andare al cesso a pisciare e rimetterci in sesto la coscienza. Amen"

Lavorare come schiavi per un salario del cazzo per sedici ore al giorno che cazzo di produttività ha dato alla vita di quelle persone? Di quanto cambierà la sorte ed il futuro dei loro figli? Di quanto la loro esistenza ha reso più colme di danaro le tasche di qualcun altro?
Io ne ho le palle piene. Avrei voglia di mettere una bomba da qualche parte,in qualche salotto buono, tra dame rifatte e giovani predatori di denaro e fama, così tanto per guastare un pò il natale a lor signori.
Non servirebbe a nulla? Perchè cosa è che serve?

Li voglio ricordare con una canzone di lotta, quando i sindacalisti erano meno collusi con il potere economico, quando un partito comunista avrebbe riempito le piazze per una strage del genere, quando si era meno soli.




Che roba contessa all'industria di Aldo, han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti,
volevano avere i salari aumentati, dicevano pensi, di essere sfruttati.
E quando è arrivata la polizia quei quattro straccioni han gridato più forte,
di sangue han sporcato i cortili e le porte, chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.

Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce e portate il martello
scendete giù in piazza e picchiate con quello
scendete giù in piazza e affossate il sistema.

Voi gente per bene che pace cercate,
la pace per fare quello che voi volete,
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra,
vogliamo vedervi finire sottoterra.
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato,
nessuno più al mondo dev'essere sfruttato.

Sapesse contessa che cosa mi ha detto un caro parente dell'occupazione,
che quella gentaglia rinchiusa là dentro di libero amore facea professione.
Del resto mia cara, di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c'è più morale contessa.

Se il vento fischiava ora fischia più forte,
le idee di rivolta non sono mai morte,
se c'è chi lo afferma non state a sentire
è uno che vuole soltanto tradire.
Se c'è chi lo afferma sputategli addosso,
la bandiera rossa ha gettato in un fosso

9 commenti:

  • Un abbraccio guagliò.
    Non me la sento ancora di scrivere su questo, Troppa rabbia. Troppa impotenza.

    Pensatoio

    8 dicembre 2007 alle ore 08:32

  • La rabbia è un sentimento sano.

    8 dicembre 2007 alle ore 09:16

  • Bomba nei salotti? No, troppo semplice, soffrirebero meno dei fratelli morti bruciati. In fonderia, o in miniera, uomini e donne dai salotti, per sedici ore al giorno, le donne con la pelliccia addosso, e a fine turno dormono e mangiano lì. Finchè non schiattano di lavoro, di dolore e di rammarico

    8 dicembre 2007 alle ore 09:29

  • Antonio Schiavone è morto
    Roberto Scola è morto
    è morto anche Angelo Laurino
    è morto anche Bruno Santino
    alla Fiat di Cassino S.P.
    è stato schiacciato da una bisarca
    e muoiono ogni giorno fratelli e compagni
    in cantieri fabbriche campi
    muoiono come bestie
    per chi li tiene nella miseria
    bestie sono e da soma e dispongono solo
    di silenzio e di morte
    di notizie che disturbano il criminale
    sogno borghese.
    Malpagati, malvisti, maltrattati
    sfruttati e poi depredati
    infine schiacciati, uccisi dal fuoco
    volati senza ali
    infilzati senza scuse in pilastri in costruzione
    costretti a vergognarsi
    d’esistere, ridotti a oggetti
    a costo del lavoro da ridurre
    da contrarre da minacciare,
    ricattati da capi, politici, capipopolo,
    merde ridenti e inceronate,
    costretti a contare i centesimi
    a stringere la cinghia
    a negarsi la vita.
    “Finirai operaio!”,
    minacciano insegnanti e pedagoghi,
    operaio tra negri e albanesi,
    tra musulmani e cinesi.
    E ridono le iene svisonandosi
    in prime alla Scala
    in sottoscale del benessere assassino.
    E piangono a comando
    politici, sindacati, preti,
    giornalisti che mettono i vostri corpi
    tra le tette rifatte
    dell’ultima videomignotta
    e le luminarie di un Natale
    da nazismo liberista.

    Enrico Cerquiglini

    8 dicembre 2007 alle ore 09:32

  • Peccato che poi succedano cose come quella che è capitata a me.
    15 anni fa
    Un incidente sul lavoro, per un incendio dovuto ad un cortocircuito ustioni sul 60% del corpo.
    4 mesi di ospedale, e dopo scoprire che ai sindacati ( tutti ) non gle ne frega niente se non c'è la possibilità di sfruttare il tuo caso per manovre puramente poliche o di interesse personale.
    L'aiuto che ho avuto è stato personalmente da parte del datore di lavoro ( moltissimo ) e del volontariato cattolico.
    I burocrati di partito e di sindacato avevano altro da pensare.
    Per questo penso che di fronte a casi del genere chi approfitta di 4 morti per fare una predica a base di "tette rifatte
    dell’ultima videomignotta
    e le luminarie di un Natale
    da nazismo liberista" è un ipocrita opportunista che sfrutta la sofferenza altrui per i propri deliri ideologici.
    La rabbia è necessaria, ma se si desidera veramente una società piu giusta quasta non si costruisce con l'onanismo intellettuale dei proclami del giorno dopo.
    è giusto il comportamento di Pensatoio, bisogna costruire una cultura alternativa a quella attuale che diventi patrimiono delle masse, non vuoti slogan e azioni dimostrative.
    Altrimenti si rimarrà sempre un insignificante zecca nel corpaccione della società capitalistica, un poco di fastidio, ma niente di più.

    8 dicembre 2007 alle ore 12:20

  • @Anonimo,
    Certo che se il comportamento che produce patrimonio delle masse impiega secoli, quello che rimarrà sarà un cimitero pieno di corpi che ci conterrà tutti.
    Intanto, però, avrai condotto una vita di merda.
    La tua rabbia dovresti scaricarla su qualcun altro.
    Un saluto

    8 dicembre 2007 alle ore 12:47

  • Il commento di sopra è per Anonimo invalido sul lavoro
    Mario

    8 dicembre 2007 alle ore 12:49

  • La mia rabbia può solo andare a quei teorici della giustizia sociale che mi hanno lasciato nella merda quando avevo bisogno.
    Invece grazie al fatto che al mondo esistono persone per bene e non solo pezzenti tesserati la mia vita è stata piena di soddisfazion, la vita di merda fortunatamente l'ho lasciata ai galoppini di partito e ai burocrati inutili.

    8 dicembre 2007 alle ore 15:08

  • La questione, caro invalido, è che tu scarichi del livore contro galoppini che non hanno alcun interesse a fare in modo che la "rabbia" diventi detonatore per migliorare le condizioni di chi è in una situazione subalterna.
    Nel fare questo metti tutto assieme,anche quelle persone che galoppini non sono e che continuano a battersi. Probabilmente perchè a te non interessava prima questo discorso e non interessa adesso.Se uno è un qualunquista non può pensare di risolvere le sue contraddizioni con il sistema, quando tocca a lui, incazzandosi quando gli tocca.
    Forse il culo bisogna muoverlo prima e durante.
    Con tutto il rispetto per il tuo infortunio ( ma di questo devi chiedere conto al come ed in che condizioni lavoravi ed a chi ti ci ha messo in quella situazione), l'atteggiamento di quelli che ce l'hanno con chi manifesta o si batte contro chi gestisce in questo modo la vita della gente è la classica connivenza silenziosa di cui si nutre ogni tipo di omertà (compresa quella sindacale e quella dei mafiosi). I padroni fanno il loro mestiere,i sindacalisti ed i galoppini no (come dici te). Non ne rimangono molti, quindi. E quei pochi forse avrebbero necessità di rispetto e solidarietà non di parole del cazzo ed in libertà.

    9 dicembre 2007 alle ore 03:18

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