domenica 1 marzo 2009

Scuola austriaca, anarcoeconomia o liberismo sfrenato?




Partiamo da un intervento fatto su Finanzaonline nel 2005 da tale Wolfe.


La tesi della Scuola Austriaca è che la FED e le banche centrali NON DOVREBBERO ESISTERE, che le monete dovrebbero essere agganciate all'oro, e che il governo non dovrebbe avere una spesa pubblica superiore al 15% del PIL. 
E avendo abbandonato questi principi siamo avviati per questo a una seconda fase di depressione prolungata. Volendo banalizzare la tesi "austriaca" è il contrario esatto di quella keyneasiana che viene insegnata a scuola in italia (e totalmente diversa da quella monetarista).

L'interpretazione di Rothbard & C è infatti che la grande depressione è stata sostanzialmente causata dalla creazione della banca centrale, dallo sganciamento dall'oro e dall'espansione della spesa pubblica e del welfare state, in sostanza dall'intervento dello stato sia sul fronte del credito e della moneta che della spesa pubblica.

Fino al 1912 in america la banca centrale NON ESISTEVA, c'erano solo delle banche private in concorrenza tra loro e che emettevano moneta in modo indipendente una dall'altra e tutto sulla base del gold standard (cioè se portavi le banconote in banca ti davano dell'oro). E non esistevano le tasse sul reddito ad esempio, le aliquote erano del 2%, la spesa pubblica era il 12 o 13% del Pil.

Dopo la guerra la Banca Centrale, la Federal Reserve guidata da un tale Benjiamin Strong cominciò a funzionare (e la spesa pubblica cominciò a salire). Nel 1925-1929 la FED cercò di tenere i tassi troppo bassi e di spingere il credito creando alla fine bolla speculativa in borsa. E qui sembra che tutto sia uguale al 1997-2000.

La tesi della scuola austriaca è che la soluzione a quel punto era semplicemente lasciare fallire le aziende indebitate, lasciare liquidare, licenziare, lasciare scendere i salari e stipendi, tagliare la spesa pubblica e le tasse e cioè fare come si era sempre fatto dagli inizi dell'800 fino all'ultima recessione, quello del 1920-1921 in cui tutto si risolveva in un anno e mezzo in media.

Invece la FED e il governo di Hoover vollero intervenire e fare qualche cosa che non si era mai fatti prima:
- La FED allargò il credito (prima non era possibile perchè erano dozzine di banche private a emettere moneta ognuna per proprio conto)
- il governo Hoover aumentò la spesa pubblica ( in accordo e in coordinamento con la FED). 
- nella sostanza il dollaro, il marco, la sterlina, il franco e la lira furono sganciati dall'oro. 
- e Hoover promosse una massa di lavori pubblici e sussidi, impose di AUMENTARE i salari con una serie di accordi con la grande industria e cercò con una serie di interventi di impedire la chiusura di aziende indebitate o in difficoltà. 
La stessa politica fu seguita da Roosevelt (contrariamente a quello che si pensa continuò la politica di Hoover) e il risultato fu che solo con la seconda guerra mondiale l'economia si riprese.

Ovviamente i keynesiani sostengono che l'aumento della spesa pubblica e l'intervento della FED sui tassi e il credito e lo sganciamento dall'oro furono invece necessari e senza quelli le cose sarebbero andate peggio. E i monetaristi dicono che l'aumento della quantità di moneta fu insufficiente e se la FED avesse pompato liquidità anche nel 1929-1932 si sarebbe risolto. La Scuola Austriaca come Rothbard dicono quindi il contrario esatto dei keynesiani e dei monetaristi alla milton friedman.

Se questa visione è corretta allora le economie mondiali sono sostanzialmente bloccate dall'eccesso di welfare state e drogate dall'eccesso di credito.

Negli anni '70 e '80 l'espansione del welfare state e dell'intervento pubblico a tutti i livelli ne ha distrutto il potenziale di crescita e negli anni '90 la bolla del credito e poi delle borse le ha drogate dando un illusione di crescita fittizia

Di conseguenza nei prossimi 10-15 avranno grossi problemi, ci sarà una deflazione mondiale prolungata che cesserà solo con il ritorno all'uso dell'oro come misura del valore, l'abolizione o neutralizzazione della banca centrale, il ridimensionamento drastico del welfare state e un economia di laissez-faire

Questa è in sostanza la tesi più radicale e più pessimista su come andranno le cose nei prossimi anni

A lungo termine penso sia corretta, ma a differenza degli anni '30 il margine di manovra della autorità è maggiore ora e hanno l'esperienza passata come guida per cui possono rimandare di qualche anno ancora i problemi

Andiamo adesso ad un discorso fatto da Lew Rockwell al Mises Circle 2009 di Jeremy Davis a Houston. Il titolo è : la moneta è il nostro futuro.

Siamo fortunati a vivere in questi tempi, perché stiamo assistendo al dispiegarsi di eventi a lungo esplicati e previsti dalla tradizione austriaca.

Questo forse non suona plausibile. Cosa c'è di fortunato nei nostri tempi? L'economia precipita, le azioni sono state randellate, la disoccupazione aumenta, e Washington sta perseguendo la peggiore combinazione di politiche economiche dai tempi di Hoover e FDR. E il nuovo tizio in carica non sembra avere la minima idea dei limiti di ciò che il governo può fare.

Considerate che cosa significa vivere i nostri tempi alla luce della comprensione economica. Anche di fronte alle calamità, non ci sono misteri e quindi la paura è ridotta.

Vedete dei grandi magazzini andare gambe all'aria e sapete il perché. Vedete dei parcheggi vuoti e conoscete il motivo. Avete degli amici che perdono il lavoro e vi è chiara la causa. Vedete i depositari di banche fallite perdere i loro soldi e non siete sorpresi. I prezzi si comportano in modi che spaventano e sorprendono chiunque altro, ma voi sapete cosa succede.

In molti sensi, è come osservare il movimento delle stelle e dei pianeti con la conoscenza scientifica fornita dall'astronomia – o osservare gli effetti di una pestilenza con conoscenza medica.

Senza la comprensione, gli eventi sembrano misteriosi, come una maledizione degli dei, ed il loro corso appare casuale. Con la conoscenza, con la comprensione, possiamo capire il senso degli eventi. Emergono i collegamenti tra causa e effetto. Vedi gli eventi prima che accadano, come voltare la pagina di un copione prima di vedere il film. Questo dà una sensazione di coerenza intellettuale e di pace interiore – persino nel mezzo di una calamità.

Se leggete quello che Mises ha scritto durante la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale, potete vedere la fermezza della convinzione e la calma risoluta, proprio mentre il mondo intero impazziva. La chiarezza intellettuale è la chiave per vedere e fare le cose giuste. È questione di conoscere la forma delle cose persino prima che esse si definiscano.

La conoscenza fornisce i mezzi per curare la malattia. Fornisce una via d'uscita, una risposta che dà speranza. Questa è una delle ragioni principali per cui le persone con una comprensione austriaca riescono a mantenere saldo il loro spirito nel pieno di una crisi finanziaria.

Sì, è più frustrante vedere la gente a Washington spendere trilioni di dollari nell'inutile tentativo di abrogare la legge economica. È follia pura che stiano creando grandi quantità di nuovi dollari per mezzo del potere della Fed, nonostante l'evidenza da tutta la storia dell'umanità che i nuovi soldi possono soltanto annacquare il valore di quelli vecchi, e non fanno niente per fornire una spinta a lungo termine all'economia, ma molto per distorcere ulteriormente le strutture economiche.

È come guardare mentre i barbieri salassano i pazienti per curarli, o chiamare degli stregoni per scacciare i demoni da chi ha l'influenza. Ma anche se la nostra conoscenza degli eventi non può per ora arrestare ciò che questa gente sta facendo, ci fornisce un sensazione di conforto di fronte al disastro. Possiamo mantenere la testa sulle spalle, proprio mentre altri vanno in giro come se la loro fosse stata tagliata.

Per capire gli eventi, non c'è altro modo che fare ciò che i media e la maggior parte degli economisti rifiutano di fare, ovvero guardare il quadro complessivo e vedere lungo, oltre i decenni. È questione di applicare la regola che Henry Hazlitt presenta così chiaramente in Economia in una lezione: l'economia consiste nel guardare gli effetti delle politiche non su un gruppo ma su tutti i gruppi, non solo a breve termine ma anche a lungo termine.

Dal punto di vista del lungo termine, osserviamo un'intrigante illustrazione dell'avvertimento austriaco di non tentare mai di salvare un'economia che si sta spingendo verso una recessione. Nel 2001, l'economia voleva entrare in recessione ma il governo non l'avrebbe lasciato accadere. Fu il primo pacchetto di stimolo nel nuovo millennio, consistente di nuovi, ampi finanziamenti e di una massiccia creazione di moneta, con la Fed che abbassava i tassi e li teneva giù.

Se guardate al breve termine, sembrava che avesse funzionato. Ma osservando il lungo termine, possiamo vedere che il tentativo di anticipare la recessione si è concluso soltanto nella creazione di un maggiore disastro più avanti.

Qualcosa di molto simile accadde nella breve recessione del 1991. Clinton salì al potere ed accorciò la recessione, soltanto per creare un'altra bolla nei prodotti finanziari che poi scoppiò, ecc, fino al punto in cui ci troviamo oggi.

L'ultima volta che ad una recessione è stato consentito di fare il suo corso fu a seguito del crack-up-boom alla fine degli anni di Carter, come conseguenza dell'inflazione di Nixon. Reagan salì al potere, con Volcker alla Fed, la scelta di Carter. Reagan ignorò le grida del Congresso e della stampa. Lasciò che i tassi di interesse aumentassero; il tasso dei fondi federali era al 20% e qullo primario al 21,5% nel 1982. La disoccupazione raggiunse quasi l'11%. L'inflazione scese dal 13,5% nel 1980 al 3,2% del 1983.

Se a questo aggiungiamo lo sfacelo dei S&L, si trattò di un quasi totale collasso e se Reagan avesse lasciato correre, sarebbe stato un modello per come affrontare le recessioni. Ci sono dolore e sofferenza. Ma aspettate di uscirne ed avrete una terra fertile su cui costruire una solida prosperità. Tristemente, produrrete anche una solida base finanziaria che invita il governo ad abusare del sistema, come Reagan ha fatto con spesa e deficit da record.

Se vogliamo guardare ancora più indietro per trovare esempi migliori di come trattare con la recessione, possiamo esaminare il 1920 e 1921. Meno il governo fa, migliori i risultati a lungo termine. La dissertazione di Murray Rothbard sul Panico del 1819 è un caso interessante. Egli gettò uno sguardo su un chiaro caso in cui niente venne fatto per risolvere un problema. Il problema se ne andò. Ad essere notevole in questo panico è precisamente che non è mai entrato nei libri di storia. Non c'è entrato perché il governo non lo ha aggravato.

Nei prossimi mesi assisteremo a ulteriori ridicoli e futili tentativi di rattoppare un'economia fallimentare, che questa volta pagheremo a caro prezzo. Non sarà come nel 2001 o nel 1992. Saremo fortunati se si finirà come nel 1978-1982. Più probabilmente, sarà peggio – e quanto peggio dipende solo da quanto stupida sarà l'amministrazione Obama. È difficile immaginare che queste persone possano essere peggio di Bush, ma potrebbe succedere.

Dobbiamo tutti affrontare la possibile morte del dollaro. Negli anni sono stati proposti molti piani per ristabilire il dollaro aureo e molti hanno dei meriti. Tutti offrono i mezzi per tornare all'oro. Anche se non difettano di dettagli tecnici, difettano di qualcosa che non possono garantire: la volontà politica di fare la cosa giusta. Tutti hanno come premessa l'idea che i nostri leader potrebbero avere l'interesse di fare la cosa giusta. Ma le stesse persone che sarebbero incaricate di attuare la riforma sono proprio quelle che ci hanno guidato in questo pasticcio.

È abbastanza difficile nel corso di una vita normale convincere qualcuno ad ammettere un errore e ad invertire la direzione. Nella politica, non succede virtualmente mai. Anche nel caso di enormi effetti immorali, la classe politica persiste nell'errore, principalmente perché è più interessata a salvare sé stessa che a salvare la società. Guido Hülsmann nota nel suo nuovo libro, The Ethics of Money Production, che “i governi gonfiano la massa monetaria perché ottengono un guadagno dall'inflazione.”

Questa non è affatto una nuova scoperta. Hülsmann cita il vescovo del XIVº secolo Nicholas Oresme come segue:

Sono dell'opinione che la causa principale e finale del perché il principe pretenda di avere il potere di alterare il conio è quel profitto o guadagno che può ottenere da esso; sarebbe al contrario inutile fare tanti e così grandi cambiamenti…. Tra l'altro, la quantità del profitto del principe è necessariamente uguale alla perdita della comunità.

Le tecniche oggi sono diverse, ma l'incentivo e il risultato morale sono gli stessi. Hülsmann indica un altro cambiamento: gli odierni principi hanno “l'assoluzione ricevuta dalle autorità scientifiche dei nostri tempi.” I principi solevano lavorare in segreto per fare queste cose, e cadevano in disgrazia una volta scoperti. Ora annunciano la politica come statismo responsabile coerente con gli insegnamenti dell'economia moderna – e gli economisti si levano in piedi pronti ad annuire in accordo.

Di fronte a ciò, è tempo di occuparsi della realtà politica di cui nessuno a Washington (tranne Ron Paul) è financo in minima parte interessato: un piano ordinato per ristabilire una moneta solida. Ma i problemi della moneta a corso legale e del crollo finanziario non possono restare inevasi. Inoltre, le istituzioni della moneta a corso legale stanno fallendo e questo fatto sarà innegabilmente evidente a tutti nel giro di pochi anni.

Guarderemo alla fine dell'amministrazione Bush come ad un disastro economico, la chiave di volta di molti anni di orribile politica estera portata nella politica interna. Saranno disonorati, così come la nuova amministrazione che ha perseguito tutte le errate misure politiche in risposta. Il nuovo messia affronterà la stessa realtà di quello vecchio. Nessuna quantità di furia, di volontà politica, di discorsi risoluti e di soldi usciti dalla pressa tipografica, potrà fargli aggirare il problema della realtà economica.

In un saggio scritto alla fine della sua carriera e recentemente riportato in vita dall'istituto Mises, F.A. Hayek discute gli unici seri mezzi di riforma a nostra disposizione. Dobbiamo abolire completamente la banca centrale. La moneta in sé dev'essere del tutto affrancata dallo stato. Dev'essere ristabilita come un bene privato, privatamente prodotto per i mercati privati. Il governo non deve avere ruolo alcuno negli affari monetari. I soldi dovrebbero essere prodotti solo dall'impresa privata. Le banche devono esistere soltanto come istituzioni di libera impresa, senza privilegi dallo stato. Questo programma è stato presentato anche da Ron Paul.

Cosa mi colpisce è come questo si accorda precisamente con ciò che scrive Hülsmann. Il suo libro sull'etica della produzione della moneta si conclude con una richiesta per la fine di qualsiasi intervento negli affari monetari. Il conio dev'essere privato. Le attività bancarie non devono ricevere privilegi. Non ci dovrebbero essere leggi per il corso legale, nessuna garanzia, nessuna restrizione all'uso di valuta – un sistema di “laissez faire” totale.

Quello che colpisce ulteriormente dell'idea di Hayek, Paul e Hülsmann, è che non offrono un piano per ristabilire il dollaro aureo. Non è che non sarebbero d'accordo con l'idea, ma hanno affrontato completamente la realtà che l'idea di convertire la valuta attuale da moneta a corso legale in moneta solida è essenzialmente un ideale del diciannovesimo secolo che presuppone una classe di responsabili politici illuminati. Questa condizione, oggi, non è soddisfatta.

Ma qual è il modo? È lo stesso che proponiamo in ogni altro campo della vita nazionale: fate uscire il governo. Lasciate il popolo libero di gestire i suoi affari. Smettete di interferire con gli atti commerciali fra adulti consenzienti. Smettete di usare la violenza per interferire negli affari economici. Lasciate che la gente persegua lo scambio reciprocamente favorevole basato sulla propria personale valutazione dei vantaggi. Lasciate che i proprietari accettino il rischio e la ricompensa per le proprie decisioni.

È lo stesso per la politica monetaria ed anche per la politica delle attività bancarie. Lasciate morire le banche fallimentari. Lasciate vivere le banche prospere. Lasciate alla gente la scelta di usare soldi in qualsiasi forma. Lasciate che la gente scelga qualsiasi mezzo di pagamento. Lasciate che gli imprenditori creino qualsiasi forma di strumento finanziario. La legge si applica soltanto nel modo in cui si applica in tutti gli altri affari umani: punendo la forza e la frode. Altrimenti, la legge non dovrebbe averci niente a che fare.

Quali sarebbero i risultati? Non possiamo saperlo per certo. Ma la storia può essere una guida nelle nostre speculazioni. Durante tutti i tempi ed in tutti i luoghi, i metalli preziosi sono emersi come base del sistema monetario. Penso che possiamo attenderci con ogni probabilità che lo stesso sarebbe vero oggi. La prova viene da come, nei periodi difficili, la gente si rivolga all'oro come deposito di valore, un rifugio dalle macchinazioni del governo. L'oro, nel mio punto di vista, è destinato ad essere la base di un nuovo sistema monetario di mercato.

In questa misura, e con questa aspettativa, tutti coloro che credono nella libertà possono considerarsi fautori della parità aurea. Ma dobbiamo anche stare attenti con questa frase. È identificata con un particolare insieme di politiche connesse con la pratica del diciannovesimo secolo. Fu una scelta politica fra le tante che alcuni favorirono ed alcuni contrastarono.

Un futuro sistema monetario di mercato non sarà un'opzione politica in questo senso. Non è qualcosa che vogliamo che il governo adotti come sua propria. In effetti, non vogliamo che il governo adotti alcuna politica particolare ma piuttosto che abbandoni l'opzione politica complessivamente. Non ci dovrebbe essere politica affatto nel senso in cui questa parola è oggi normalmente usata.

In questo modo, un progresso nella moneta e nelle attività bancarie non è diverso dal progresso nell'agricoltura, nel lavoro, nella sanità, nell'educazione, o in qualunque altro settore. La giusta politica è nessuna politica. Il lavoro del governo è di smettere del tutto di interferire.

Ora, so che questo è attualmente un grande salto intellettuale. Ma dovete soltanto considerare gli innumerevoli modi in cui il governo fallisce in tutto ciò che intraprende, laddove il mercato ha successo. Non c'è niente nella struttura dell'universo che conferisca alla moneta ed alle attività bancarie una qualche condizione speciale la quale richieda che il governo le regoli, che serva da prestatore di ultima istanza, da produttore di moneta, da garante della stabilità, o qualsiasi altra cosa. Un mercato libero della moneta funzionerebbe come il mercato libero in tutto il resto.

E considerate: non stiamo chiedendo al Congresso di intervenire con un piano. Nessuno chiede che la Fed adotti questa politica come contro quella politica. Tutto ciò che chiediamo è che esso non intervenga nei tentativi del mercato di riparare i danni provocati dalla banca centrale e dal reparto esecutivo.

Immaginate soltanto che cosa accadrebbe se le leggi del corso legale venissero abrogate ed il governo interrompesse il suo intervento nel mercato della moneta. Virtualmente da un giorno all'altro, vedremmo apparire centinaia se non migliaia di nuovi sistemi di pagamento e di monete alternative online. I commercianti sarebbero liberi di accettare ogni mezzo di pagamento. Ci sarebbe intensa concorrenza fra di esse. Alcune sarebbero valute estere come l'euro. Alcune sarebbero nuove valute basate su attuali prodotti quali oro ed argento. Sono sicuro che vedremmo un periodo di sperimentazione selvaggia prima che il mercato si stabilizzi di nuovo in un sistema standard che era famoso per la sua affidabilità, stabilità ed onestà.

Saremmo in grado di tollerare il processo della scoperta? Certamente. Facciamo questo quotidianamente con i nostri acquisto online, o quando cerchiamo dei buoni fornitori di servizi e prodotti nel mondo fisico, e con le nostre abitudini su come investire i nostri soldi. Il mercato è un processo di approssimazioni successive, che non smette mai di innovare e cambiare. Vediamo ogni giorno sul Web come questo processo di creazione e cambiamento genera il giusto equilibrio fra caos ed ordine, esperimento e normalizzazione. Questo accadrebbe anche nel campo della moneta.

Infatti, sarebbe già potuto accadere se i federali non fossero intervenuti per bloccare l'aumento dei sistemi di pagamento alternativi online. Walmart avrebbe già potuto entrare nel settore bancario. Potremmo avere un'ampia varietà di valute disponibili. Google potrebbe già creare una propria valuta basata su qualsiasi numero di beni. Potremmo vedere il formarsi di un uso più elaborato del baratto nel mondo online, ed il baratto che si converte lentamente in valuta. Questa potrebbe essere basata sui punti degli annunci di Google, sui dollari di PayPal, o su qualche altra valuta.

Se ad un mercato libero fosse stato consentito di svilupparsi negli ultimi dieci anni, oggi avremmo potuto avere un'opzione. Così com'è, siamo costretti a rimanere con un sistema del dollaro in fallimento.

Ciò che abbiamo udito da Washington è che l'economia e questo paese saranno rattoppati con la pura forza della volontà. Se abbiamo speranza e lavoriamo insieme, qualsiasi cosa è possibile. C'è solo una cosa che ostacola questo desiderio. Si chiama economia. La realtà economica è più di un muro di mattoni. È come il mare o la montagna più alta del mondo, o come la stessa forza di gravità. Le forze economiche non prestano attenzione ai desideri di capi carismatici e della loro folla di seguaci adoranti.

Tuttavia, c'è un nocciolo di verità nell'idea che la forza di volontà può fare la differenza. Trasferite questa speranza dalle istituzioni del governo al mercato libero – lasciate che la sperimentazione e l'innovazione avvengano in condizioni di libertà – e cominceremo a vedere l'emergere di una risposta. Abbiamo soltanto bisogno che il governo lasci il mercato libero dalla violenza politica e cominceremo a vedere l'uscita da questo caos.

Il governo sta oggi radunando ogni risorsa ed ogni mezzo a sua disposizione per promuovere un sistema già fallito in passato. Nel frattempo, viviamo in tempi completamente nuovi. Questi nuovi tempi sono caratterizzati da una divisione internazionale del lavoro, da movimenti di capitale globali, dalla distribuzione di informazioni digitali e dalla distruzione lenta ma sistematica dell'establishment nei media, nelle attività bancarie e nelle finanze. Ciò che sta emergendo per sostituirlo è qualcosa che nessun governo sul pianeta può fermare. I mercati non saranno schiacciati e resistono al controllo come mai prima.

Questi nuovi tempi non sono gli anni 30 in cui alcune teste d'uovo a Washington potevano regolare la maggior parte dei prezzi e degli stipendi e riunire i capitani d'industria per comporre dei cartelli. Il mondo economico e finanziario si muove alla velocità della luce ed è così diffuso che nessuna autorità politica può agire abbastanza rapidamente per controllarlo. L'establishment sta crollando. Questa è un'altra ragione per cui tutti coloro che credono nella libertà oggi hanno motivo rallegrarsi.

Tra dodici - diciotto mesi da oggi, sarà evidente che non c'è niente che la nuova amministrazione possa fare per rattoppare le cose. Obama verrà umiliato dal mercato proprio come Bush e Clinton prima di lui, ma questa volta l'umiliazione sopraffarà ogni tentativo di rattoppare le cose o di distorcere il tanto necessario sovvertimento.

Sì, c'è sofferenza e ce ne sarà ancora di più. Ma come allievi della scuola austriaca ed allievi della storia della libertà, avete la fiducia e la chiarezza per vedere che solo la libertà fornisce le risposte.

È il momento di essere calmi di fronte ad una tempesta che pochi capiscono completamente. Siamo noi, come fautori di libertà, fermi, razionali, chiari e concentrati sul lungo termine. Siate di buon umore e non smettete mai di indicare la verità della libertà. La risposta non è la sinistra né la destra né lo stato. L'uscita da questo caos è la libertà. È tempo che ci affidiamo ad essa, ed alla rivoluzione nello status quo che la libertà implica, e che smettiamo di fingere che un qualunque politico possa alfine fermarla.

http://gongoro.blogspot.com/2009/02

Andiamo adesso ad una definizione "scolastica" della scuola austriaca.

La scuola austriaca, conosciuta anche come la scuola di Vienna o la scuola psicologica, è una scuola di pensiero economico eterodossa che proclama una stretta aderenza all'individualismo metodologico. Di conseguenza la scuola austriaca sostiene che l'unica teoria economica valida debba derivare logicamente dai principi basilari dell'azione umana. Oltre al suo approccio formale alla teoria, spesso chiamato prasseologia, la scuola ha sempre predicato un approccio interpretativo alla storia. Il metodo prasseologico permette di derivare le leggi dell'economia valide per ogni azione umana, mentre l'approccio interpretativo si occupa di singoli eventi storici.
L'approccio della scuola austriaca è razionalista (pur annoverando due anime, una kantiana e l'altra aristotelica) e si distingue sia dall'approccio platonico/positivista della moderna economia di scuola neoclassica ora dominante, sia dallo storicismo della scuola storica tedesca e degli istituzionalisti americani. Sebbene il metodo prasseologico sia assai diverso da quello attualmente usato dalla maggior parte degli economisti, esso è essenzialmente identico all'approccio tradizionalmente tenuto dagli economisti classici di scuola britannica, dai primi economisti continentali e dai tardo-scolastici. La metodologia austriaca è una netta contrapposizione alla scuola classica del pensiero economico, che si è sviluppata a partire dal XV secolo fino all'era moderna e che ha annoverato tra i propri sostenitori economisti del calibro di David Hume, Adam Smith, David Ricardo, Nassau Senior, John Elliott Cairnes; mentre raccoglie il lascito di grandi autori come, ad esempio, Richard Cantillon, Anne Robert Jacques Turgot, Jean-Baptiste Say e Frédéric Bastiat.
Il filone principale della scuola austriaca include Carl Menger, Eugen von Böhm-Bawerk, Ludwig von Mises, Friedrich Hayek, Murray N. Rothbard, Ludwig Lachmann, Israel Kirzner, e in misura periferica Benjamin Anderson, Friedrich von Wieser, Gottfried Haberler, Fritz Machlup. L'elite contemporanea degli austriaci include: Walter Block, Peter Boettke, Thomas DiLorenzo, Roger Garrison, Hans-Hermann Hoppe, Jesus Huerta de Soto, Jörg Guido Hülsmann, Don Lavoie, Ralph Raico, George Reisman, Joseph Salerno.
Sebbene le sue tesi siano controverse e si chiamino in qualche modo fuori dal filone principale della teoria neoclassica (così come sono opposte a molte delle idee di J.M. Keynes), la scuola austriaca ha avuto una certa influenza, a causa della sua enfasi sulla fase creativa (ossia l'elemento 'tempo') della produttività economica e del suo interrogarsi sulle basi della teoria del comportamento connessa con l'economia neoclassica.
I teorici della scuola austriaca raccomandavano piccoli governi, una forte protezione della proprietà privata e il supporto in generale dell'individualismo. Per questo motivo sono spesso citati a sostegno da gruppi liberisti "laissez-faire", libertari e oggettivisti, sebbene economisti di scuola austriaca come Ludwig von Mises insistono sul fatto che la prasseologia deve prescindere dai valori: non rispondere cioè all'ipotetica domanda "è giusto adottare questa politica economica?", ma piuttosto alla domanda "se questa politica fosse realizzata, avrebbe gli effetti desiderati?"

Fonte : wikypedia


Per chi vuole approfondire il loro punto di vista qui

Il prossimo capitolo sarà dedicato ad un paio di "estemporanee" proposte fatte da Giavazzi e altri economisti per risolvere la crisi in atto.

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