mercoledì 14 gennaio 2009

Da che parte stare in palestina?


Quello che scrive l'articolo che copio si chiede dove eravamo.
Questa gente ha l'abitudine di parlare di altro quando la questione li riguarda direttamente. Forse la domanda va posta ai governi, a quanti fanno business fottendosene ed a prescindere da ciò che accade intorno.
Noi sappiamo che eravamo proprio lì a manifestare contro quei genocidi.
Diciamo anche molto chiaramente che non siamo neutrali in queste storie. Ci limitiamo a cercare di ricostruire quello che è accaduto, i perché e le ragioni vere di certi conflitti.
Fossimo da quelle parti staremmo da qualche parte su qualche barricata. Non siamo neutrali.
Questo non toglie nulla alla questione palestinese ed a ciò che rappresenta.
E' per questo che continuiamo a fare domande.
Perché Gaza non è un campo di concentramento?
Perché si meraviglia se un popolo resiste (uno vero, con radici e storia su quella terra. Non una lobby religiosa) proprio come fanno quelli che lui cita (tra l'altro si è dimenticato un altro po' di gente, Sudafrica, Guatemala, Salvador, Cile,Argentina,Uruguay,Filippine etc)?
Perché non fa lui qualcosa, ad esempio come Rachel Corrie che si è fatta ammazzare per difendere un diritto violato. Schiacciata da un bulldozer che spianava una casa di palestinesi. Americana e giovane, pacifista ma trasformata dalla propaganda sionista in un'amica dei terroristi.
Perché non convince i suoi amici ad andarsene invece di continuare ad occupare?
Perché si dimentica delle altre migliaia di palestinesi uccisi?
Perché mischia la questione ebraica con il sionismo che pervade il governo per cui lui pone le domande?
Perché lo stato di cui lui parla è quello che più di altri fa nello sviluppo di nuove tecnologie militari? Quelle che aiutano ad uccidere meglio e più in fretta proprio dove sono accaduti i fatti che lui ha raccontato.
Lui però parla di palestinesi buoni e di palestinesi cattivi. Si dimentica che quei palestinesi hanno votato un governo a rappresentarli. Gente che i suoi amici hanno fatto incarcerare.
Loro si vogliono scegliere i palestinesi buoni, forse è per questo che ammazzano gli altri.
La migliore risposta la danno gli stessi palestinesi, quelli che manifestano e quelli che resistono. Come quelli di Al Fatha che si sono uniti ad Hamas a Gaza.
Un popolo ha diritto a vivere con il fucile al fianco ed a resistere e combattere se qualcun altro vuole scegliere per lui o cacciarlo da quella che è la sua casa.
Inizi lui a costruire un movimento che si batta per una Palestina dei palestinesi, non dei sionisti o dei guerriglieri di Hamas.
Uno stato che elimini i confini e cancelli Israele come entità sionista.
E' utopia? Bene, allora noi continueremo a scegliere da quale parte stare.


" Sono a Ramallah, dunque. A Sderot e a Ramallah. E vedendo da Sderot e da Ramallah questa mobilitazione contro un «olocausto», che nel momento in cui scrivo è di 888 morti, mi faccio una semplice domanda. Dov'erano i manifestanti quando si trattava di salvare, non gli 888, ma i 300.000 morti dei massacri programmati del Darfur? Perché non si sono visti nelle strade quando Putin radeva al suolo Grozny e trasformava decine di migliaia di ceceni in tiro al bersaglio? Perché hanno taciuto quando, tempo prima, e per anni, e stavolta nel cuore stesso dell'Europa, sono stati sterminati 200.000 bosniaci, il cui solo crimine era quello di essere nati musulmani? Per alcuni, i musulmani sono buoni solo quando sono in guerra con Israele. Meglio ancora: ecco i nuovi seguaci dell'antico «due pesi, due misure » che si preoccupano della sofferenza di un musulmano solo quando possono attribuirne la colpa agli ebrei. L'autore di questo articolo ha manifestato, in prima fila, per il Darfur, per la Cecenia e per la Bosnia. Si batte, da 40 anni, per un valido stato palestinese accanto a quello di Israele. Mi si permetterà di considerare questo doppio atteggiamento ripugnante e frivolo."

1 commenti:

  • Confesso che non ti capisco. Hai scelto da che parte stare, OK. E allora? Che senso ha esattamente "scegliere da che parte stare"? Significa che, se vivessi lì, saresti sulle barricate? Ma non vivi lì. E allora? Questo cambia qualcosa o no? Visto che non stai sulle barricate, e non sei affatto costretto a scegliere (anche perché la tua "scelta", così come quella di altri, me compreso, obiettivamente non è che cambi granché), perché questo bisogno di schierarsi? E' un modo per rifiutare il dialogo con chi ha scelto di stare da un'altra parte o, semplicemente, non lo sa bene, o non ha nessuna voglia di scegliere di stare da una parte? E' un modo per dire: ehi, guardate, io sono puro, sono incontaminato, sono un antimperialista, sono per la rivoluzione globale totale, sono per la lotta contro il Capitale, mentre voialtri, voi fate schifo perché siete dall'altra parte?
    E' un modo per smettere di avere responsabilità, da cui la debauche del discorso corrente per cui 1000 morti (di cui la maggior parte militanti armati di Hamas) diventano un "genocidio" e l'azione militare israeliana diventa mirata contro la popolazione civile, allo sterminio e alla deportazione dei palestinesi? Per cui i razzi Qassam (che partendo da Gaza devono percorrere una grande distanza per raggiungere i villaggi israelianai, per cui troppi danni non possono fare, ma anche così comunque hanno fatto decine di morti e feriti nonché devastazioni a gogo, e molti più ne farebbero se partissero dalla West Bank) diventano dei "sigari" innocui (ma se sono innocui, che li sparano a fare?)? Per cui "sionista" (=seguace delle idee di Herzl, per la nascita di un focolare nazionale ebraico e termine che dopo la nascita dello stato di israele non significa più nulla) significherebbe un incrocio tra nazista, imperialista, colonialista e chi ha più -ista più ne metta, cioè tutto, tranne sionista?
    A che serve tutto questo, se non a provare che nemmeno qui in Italia, a tanta distanza dalla guerra, riusciamo a ragionare? E se non ci risuciamo noi, come possono riuscirci loro? E soprattutto: come possiamo mai riuscire ad aiutarli, se non ci proviamo nemmeno a ragionare?

    14 gennaio 2009 alle ore 06:47

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