sabato 4 luglio 2009

La sinistra che non vuole i neri come vicini di casa, come la destra.


A Torino da diversi mesi 200 somali vivono ammassati in una ex clinica; senza servizi igienici, cucine e bagni. questo posto si trova in un quartiere semi-periferico (S.Paolo).
Il prefetto ha deciso di spostarli in una caserma in disuso che si trova a ridosso del centro della città.Si spera con condizioni di abitabilità diverse rispetto alla prima situazione. La zona è in prossimità dei murazzi e della gran madre, posto chic e molto borghese.Pre-collina con case che costano un botto a mq. Posto abitato da gente che conta in città; gente sicuramente abituata a viaggiare, ad avere del mondo una visione non stereotipata, laica e rispettosa delle persone.

Vediamo adesso qual'è stata la reazione, così come la racconta la Stampa, nei due luoghi. Il centro e la periferia.
Partiamo dal centro.
La signora Laura Bianchi, da buona madre, è preoccupata" Sono preoccupata e disperata, qui i bambini vanno in giro da soli:ora che succederà?".
Sottolinea questa disperazione Barbara Bianchi" Si tratta di gente incivile, non vogliamo perdere la tranquillità". Già la nostra e la loro civiltà.
E le malattie? Vogliamo dimenticarci di quelle? A questo ci pensa Olga Ottone "Penso tutto il male possibile del trasloco c'è il rischio di malattie"

Così mentre una parte di Torino si preoccupa da un'altra parte qualcun altro festeggia (e qui passiamo alla semi-periferia), come la signora Adele che, folgorata sulla via ecologica, afferma "Vede i cassonetti strapieni di tutto? E poi a noi chiedono di dare la differenziata. Lì ci sono vestiti, resti di televisori, stracci, cibo, bottiglie, lattine. E' uno schifo un vero schifo"
E se non basta ci pensa Luigi Noviello a rafforzare il concetto" Dai cassonetti dove buttano di tutto si diffonde una puzza tremenda".

Il giorno successivo a questa cronaca sullo stesso giornale, e siamo di nuovo nel centro della città, leggiamo che Nigra (deputato del PD ed ex segretario provinciale ed abitante della zona), dopo un letargo sull'argomento durato mesi, unisce la sua protesta a quella della Lega dicendo" Chi sono questi Somali? Non si mettono 200 persone tutte assieme, così si sposta solo il problema..".
Tanto per non farci mancare nulla registriamo anche la dichiarazione di tale Renzo Caiolo (ex dirigente della Lega delle cooperative e sponsor del sindaco Chiamparino) che dice:
"ma la colpa è del governo Berlusconi (e figurati, dico io. Questo si è dimenticato chi ha inventato i CPT), le caserme sono del ministro La Russa, quello dell'interno è Maroni, fanno il pacchetto sicurezza e ci mettono in casa i clandestini (notare che sono profughi politici, nota mia)"
In questo delirio di dichiarazioni demenziali si distigue la Lega che non sa che pesci prendere.
I nostri, dopo essersela presa con chi gestiva il problema dei Somali mettendoli in periferia e facendo pagare il prezzo a chi ne ha già di suo per stare male, adesso non capiscono come risolvere la questioncella del fatto che li hanno accontentati trovando un posto in centro, proprio vicino ai ricchi in grisaglia e cravatta regimental.

Questo sentimento e questo argomentare, spacciato per opinione comune di massa, si somma ad una serie di segnali che vanno avanti da tempo.

Ad esempio torniamo un attimo in periferia, al 28 giugno.

"28 giugno. Due donne, una madre e una figlia di 61 e 39 anni, infastidite dalle risate di alcuni bambini che giocavano sotto il loro balcone al primo piano di un condominio di Barriera di Milano, hanno gettato di sotto una secchiata di candeggina, colpendo la madre dei bambini, provocandole per fortuna solo leggere ustioni guaribili in pochi giorni. La scelta del liquido non è stata casuale: la vittima è infatti una donna di Capo Verde, e le due le hanno gridato: «Beccati questo, così ti sbianchi quella pelle nera che c’hai»".

Dalle parti di via Urbino il 1 luglio

1 luglio. Una grata divelta e un tubo dell’acqua fracassato: questi i danni all’edificio candidato ad ospitare la nuova “Moschea della Pace” di via Urbino, colpito nella notte con grosso petardo. Ancora poca cosa, in effetti, rispetto agli sforzi profusi in questi ultimi mesi da Stefano Allasia, Gabriele Marcelli, Elena Maccanti, Carlo Verra, Mario Borghezio, Roberto Cota e Giuseppe Lonero. Poca cosa, dopo i due cortei e la fiaccolata del mese passato, ma non proprio niente: tutti i loro appelli alla Guerra Santa cattolica contro la presunta “conquista islamica” della città non sono dunque caduti nel vuoto. Non sappiamo dire, ora, se questa piccola esplosione resterà cosa isolata o se invece è come un lampo che, da lontano, preannuncia il temporale che si avvicina. Siamo certi invece che prima o poi questi organizzatori di guerre di religione saranno costretti ad assumersi le proprie responsabilità, e per intero.

Tutto ciò nel contesto di normali azioni di rastrellamento, in cui l'umanità è il segno distitivo dei nostri solerti tutori dell'ordine:

"30 giugno. Sono le 11 di mattina e in via Nizza alcuni carabinieri in divisa e in borghese fermano i passanti per controllare i documenti. Tutto fila liscio finché viene fermata una donna, nera, che alla richiesta dei documenti tenta di scappare. I carabinieri la inseguono e la bloccano immediatamente, dietro una macchina in sosta, e la ammanettano. Alcuni passanti, italiani e stranieri, si fermano e iniziano a urlare «ma cosa state facendo?! Basta! Vergogna!». La donna grida che le stanno facendo male, e viene caricata in macchina. Una signora nata in Somalia ma cittadina italiana, indignata da quanto stava succedendo, chiede che almeno vengano tolte le manette all’arrestata, ma un carabiniere in borghese replica che non avere i documenti è un reato, e che le manette servono ad evitare che la donna si faccia male da sola."

Vogliamo, però, concludere la cronaca cittadina con uno spiraglio di giustizia:

1 luglio. Si è aperto in tribunale il processo contro i due agenti della Polfer accusati di aver riempito di botte, nell’intimità del gabbiotto al binario 1 di Porta Nuova, un quindicenne albanese colpevole di aver mostrato loro la tessera sanitaria anziché la carta di identità ad un controllo sui binari.

Passiamo adesso a qualche sommessa considerazione.
Qualche giorno fa ho ascoltato un pezzo dell'intervento di Veltroni; ad un certo punto dopo aver fatto una pippa retorica, ed incomprensibile a gente normale come me, su ciò che è nuovo e ciò che è vecchio ha tirato fuori il coniglio dal cilindro: la lettera di una mamma precaria, depressa, scoraggiata e quant'altro che lo ha investito di tutti i problemi del mondo.
Devo dire che il bravuomo sembrava sinceramente commosso; esortava i suoi a guardare la società per quello che offre in termini di disperazione ma anche di energie sopite a cui bisogna dare una risposta.
Mentre diceva tutte quelle cose ho ripensato a come hanno sistemato i precari Treu ed i suoi accoliti; a come hanno dato risposte in termini di immigrazione e clandestinità i vari Napolitano e Del Turco.
A come hanno provato a difendere la poltrona da sindaco, a Roma, occupandosi della questione Rom; ho ripensato all'assessore che si è occupato dei lavavetri e della campagna di ordine pubblico che ne è seguita, ho ancora nelle orecchie la retorica di Penati che è stato il primo a sponsorizzare le ronde in provincia di Milano facendone un punto qualificante del suo programma.

Ora il punto è, ma se quel campione di cittadini è rappresentativo della "società" e di ciò che chiede e se quei politici sono l'espressione di ciò che di meglio la sinistra riformista , con la sua azione di governo,riesce ad esprimere in questo paese che speranza abbiamo noi?

p.s.
Nel disordine mentale annotiamo le uniche parole sagge; quelle del sindaco Chiamparino che, in sintesi, ha mandato a cagare i radical chic pre-collinari di destra e sinistra .
fonti:
La Stampa del 3 e 4 Luglio
Macerie cronache contro di Torino

2 commenti:

  • Non chiamiamola sinistra. Questa gente, Cofferati, Domenici, Penati e compagnia bella, si comporta come la Lega, salvo poi mettersi a fare discorsi sulla fratellanza universale a Porta a Porta.
    Bisogna andarsi a rivedere quando nel 97, governo Prodi, venivano respinti i barconi di clandestini e Berlusconi faceva la parte (perché è una recita) che fanno oggi quelli del Pd, commosso (addirittura piangeva da attore consumato, forse aiutandosi con una cipolla) salvo poi una volta al governo fare anche di peggio. Quelli del Pd che tuonano contro i respingimenti li hanno fatti quando erano al governo.
    E il popolo deficiente sta ancora a vedere chi è più razzista per decidere chi seguire.
    Diamoci una svegliata.

    4 luglio 2009 alle ore 11:33

  • E' così Matteo.
    Ho voluto fare un post soft sull'argomento perché quello che dicono i "cittadini" e ciò che hanno fatto i politici meriterebbe una critica che non è fatta solo di parole (per citare il vecchio Marx)

    4 luglio 2009 alle ore 12:04

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