lunedì 5 ottobre 2009

La libertà di stampa è una sega mentale

Il fatto di aver espresso la contrarietà a partecipare alla manifestazione contro la "libertà di stampa" ha scatenato qualche illuminato progressista che si interroga del perché una certa "sinistra" insiste in questi atteggiamenti elitari.

Quel Sabato a Roma c'era anche un corteo dei Cobas che aveva come piattaforma la situazione dei precari della scuola; dalle mie parti ci si è ritrovati in tanti a Castellamonte perché il sindaco voleva titolare il ponte a Giorgio Almirante.
Sempre in quella giornata gli anarchici hanno organizzato, in diverse città d'Italia, manifestazioni contro quei lager che si chiamano CIE.

Potremmo aggiungere i tanti che passano il tempo su iniziative come i banchetti del pane di Rifondazione al sabato mattina, quelli che si sbattono davanti alle decine di presidi contro le chiusure di fabbriche che sono all'ordine del giorno etc. etc.

In buona sostanza di materiale su cui impegnarsi ne abbiamo avuto a iosa.
In questo però c'è una macroscopica differenza sul senso che ognuno di noi dà alla parola militanza. Personalmente mi sono strarotto i coglioni di piazze inconcludenti, riempite al sabato pomeriggio per non disturbare i ritmi della produzione; o di qualche corteo intruppato nelle molteplici bandiere sindacali che rappresentano proprio quei signori che firmano accordi buoni solo a farti ingoiare ancora più merda.

Bisognerà porsi il problema di riempire la piazza con qualcosa che ci rappresenti su quelle che sono le nostre priorità e le nostre esigenze, o no?
Si dirà, ma per te la libertà di stampa non rappresenta un problema?
Lo rappresenta si. Ma mica perché me lo dice il direttore della Repubblica. La libertà di stampa è una questione che si intreccia con la vita di tutti i giorni.
Faccio un esempio, qualche giorno fa è morto d'infarto un magistrato di nome Laudi, molti muri di Torino si sono riempiti di scritte in cui si "festeggiava" l'avvenimento. Se qualcuno leggeva i quotidiani sull'argomento poteva trovarvi tutta la retorica buona per queste questioni: "incivili ed estremisti" salvo sorvolare sul fatto del perché di tanto giubilo .

Mi inquieta la questione della libertà di stampa perché ci sono giornalisti, come alla Stampa di Torino, che facevano nomi e cognomi di compagni sospettati di azioni come quelle al Cambio ancor prima che un qualsiasi poliziotto avesse aperto bocca sull'argomento.
Mi inquieta la libertà di stampa perché una serie di blogger sono giunti al top della notorietà, mettendo a rischio la loro incolumità, grazie ad articoli di giornali in cui si faceva una sorta di lista di proscrizione di quei siti in cui si dissacrava, o si trattava in modo non allineato, la questione delle morti in Afghanistan.
Mi inquieta la questione della libertà di stampa perché da un commento su comedonchisciotte, fatto su uno dei collaboratori del ministro Gelmini, si è arrivati ad interrogazioni parlamentari ed articoli sul corriere della sera trattando chi vi scrive come un pericoloso estremista da isolare.
Avete avuto notizia di qualcuno che abbia protestato contro questo tipo di regime?

C'è si una questione legata alla libertà di stampa; passa attraverso il modo in cui vengono confezionate le notizie, le motivazioni per le quali certe cose vanno dette ed altre no, perché certe questioni si inseriscono in quella guerra per bande che è il risultato di ciò che si muove ai vertici della piramide.

E allora quella sinistra che si dice di popolo con quali argomenti partecipa a quella manifestazione? Con quali parole d'ordine ed in funzione della tutela di quali interessi?
Personalmente di vedere in TV Minzolini, Gad Lerner o la sorella di Buttiglione non mi frega un emerito cazzo di niente. Sono solo la testimonianza di assetti di potere che si spostano in un senso o nell'altro.
Tanto meno mi interessa partecipare alla rissa, facendo tifo, tra le fini argomentazione di Belpietro o quelle di Eugenio Scalfari sulla questione escort.

C'è un ultimo aspetto. Io penso che la gente che ha partecipato alla manifestazione meriti rispetto; questo non toglie che io li giudichi dei "fessi". Adesso saranno lì a controcersi le budella perché il "loro" presidente della Repubblica gli ha firmato lo scudo fiscale con argomentazioni tipo "non rompetemi i coglioni che di costituzione non ne capite una cippa".
Sono gli stessi che votavano, turandosi il naso, PD perché "echeccazzo vuoi mettere il pericolo Berlusconi?". E così in parlamento ci hanno mandato, come contraltare, Colannino, la Binetti e Calearo.
Sono gli stessi che si indignano perché ci sono 22 traditori del popolo che sono mancati "alla bisogna" quando passava l'amnistia per gli evasori.
Provate a ragionare su chi ha interesse a che certi provvedimenti passino; magari di mestiere fa anche l'editore di qualche quotidiano "progressista".

Ho a cuore si la libertà di stampa; come le mille altre libertà che ci stanno sottraendo, in primis la libertà di vivere degnamente. Non chiedetemi però di partecipare ad uno spettacolo per gonzi. Quello fatelo voi.





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