mercoledì 9 settembre 2009

A' linea, a' prassi e sti cazzi.

Ieri sera dalle 18,00 alle 24,00 con pausa cena di 3/4 d'ora mi sono fatto una full immersion di pippe e seghe mentali.
Abbiamo iniziato con la questione delle conferenze (due palle!!) che dovrebbero essere aperte a tutti ma, nello stesso tempo, le vorremmo anche formative perché, compagni, bisogna formare i militanti e allora che cazzo di forma e sostanza gli diamo e triccheballacche.

E poi, compagni, usiamo le intelligenze del partito perché un tema dovrebbe essere l'uscita dalla crisi a sinistra; ma qualcuno sa come cazzo si esce a sinistra perché tutte ste cazzo di porte sò spalancate a destra e tricchebballacche.

Evvabbe' passiamo all'analisi contingente perché ci ho visto un grafico che mostra inesorabilmente che la curva della finanza va verso l'alto mentre quella dell'occupazione va verso il basso e 'na roba simile nun s'era mai vista a memoria d'uomo (sti cazzi, ho pensato).

E poi che dovemo fa se non realizziamo che la prassi (a prassi??? e che è?)si deve coniugare alle contraddizioni della società che sono quelle che danno la linea e penso che questo concetto marxiano (di Marte vorrà dire, ho pensato) è una roba che dovemo avè presente tutti (sti ricazzi, ho pensato).

Mentre mi chiedevo, sbadigliando, come cazzo ho fatto a votare questi da un'altra parte senza aspettà le contraddizioni ed analizzà a linea pe vede se a prassi è in sintonia co a linea facevano questo (ed ho pensato, ma andate affanculo VA)

La sede della Croce Rossa in via Bologna

In 25 sono riusciti ad entrare in
via Bologna. Protesta anti-Cie,
la polizia circonda l'edificio

massimo numa

torino

Ennesimo capitolo della campagna contro i centri di identificazione ed espulsione degli anarco-insurrezionalisti che hanno base in via Tarino 12. Ieri sera un gruppo di circa 25 persone, guidato da Fabio Milan e Andrea Ventrella, si è introdotto nel cortile degli uffici della sede della Croce Rossa di via Bologna ed ha iniziato un’occupazione simbolica. Immediatamente gli edifici, in cui erano presenti una ventina tra volontari e dipendenti in cambio turno, sono stati circondati dal reparto mobile e dagli agenti della Digos. La polizia ha atteso valutando la possibilità di intervenire qualora gli anarchici non avessero deciso di lasciare autonomamente gli spazi occupati.

La manifestazione di ieri sera rientra in un ciclo di iniziative che hanno riguardato, negli ultimi mesi, tutti i Cie italiani, in particolare quello di Milano di via Corelli, quella di Ponte Galeria a Roma e i centri di Bari e Bologna. Gli occupanti hanno distribuito un documento che si intitola «La Guantanamo di Bossi». Nel documento si leggono le ragioni della protesta: «... Avete presente negli zoo come sono divisi gli animali? Una gabbia sono negri, una gabbia sono arabi, una gabbia sono del Bangladesh, una gabbia sono indiani, una gabbia sono europei. Da lontano ho visto i militari, e come girano intorno coi mezzi che usano lì in Afghanistan, armati! Subito mi sono reso conto che mi hanno detto una bugia, che non ero libero io: una persona chiusa in gabbia, sedici per venti, non può essere libera...».

Dopo questa premessa, l’attacco alla Croce Rossa, «colpevole» di gestire l’assistenza agli ospiti del Cie: «... Il nome della Croce Rossa è infangato, e infamato, perché sotto le divise della Croce Rossa si nascondono gli ex militari. Qui non è “come fosse Guantanamo”: è Guantanamo. È Guantanamo del signor Berlusconi, del signor Bossi, del signor Maroni, del signor Fini, del signor Casini e del signor Calderoli. Vogliamo che la nostra voce si senta come si è sentita per Guantanamo, le sofferenze non si possono descrivere».

A protestare, ieri sera, le stesse persone che nei mesi scorsi hanno compiuto una serie di incursioni al Cambio, da Eataly e al Cie di corso Brunelleschi, sempre con le stesse motivazioni.


0 commenti:

Posta un commento