martedì 15 settembre 2009

A proposito di antropologia marxista, quei comunisti con l'altoparlante


Un post dedicato alla memoria scritto da un amico.




COMUNISTI CON L'ALTOPARLANTE- autore Carmine Nigro

Abitavo fin da piccolo, in un quartiere popolare a Salerno, sotto casa mia c'era una sezione del PCI dove mio padre mi portava spesso; praticamente ho passato la mia infanzia in quella sezione, tra i ricordi dei vecchi compagni che nel 42 si salutavano con voce bassa "compagno", a un edicolante anarchico i fascisti gli avevano bruciato l'edicola, altri ammanettati e pestati nei portoni. Nel '45 ballavano nei cortili: a mezzanotte l' "l'Internazionale. La domenica in sezione l'orchestrina con il contrabasso. Poi il 25 aprile in strada vendono l'Unità l'Italia è libera. Quando c'era bisogno, i vecchi comunisti del mio quartiere uscivano con l'altoparlante su una vecchia auto. Uscivano per l'alluvione del Polesine, per le lotte contadine, per la legge truffa, per Reggio Emilia nel '60 e dopo piazza Fontana. A me quei comunisti con l'altoparlante davano un gran senso di difesa. Poi Budapest e Praga, i tatticismi e le reticenze, la polemica con i cinesi. E il 68. Ma i vecchi comunisti del mio quartiere con i loro racconti e il loro altoparlante mi facevano sentire sicuro, come chi sa che le trincee alle spalle è ancora presidiato da truppe fidate. Nel '84 sono entrato nel PCI, quello di Enrico Belinguer. i comunisti del mio quartiere mi aspettavano da sempre. Poi, pulendo la sezione, ritrovai quell'altoparlante. In quegli anni lo avevano adoperato poco, ma erano vitali, aperti ai nuovi problemi e figure, tante donne. Diversi tra noi, diversi dal nostro passato. Anche il quartiere era diverso: case alte, ma non se ne trovavano, cominciavano i grandi ingorghi di macchine. Il giardinetto era pieno di siringhe. Aspettando il bus, una sera, un marocchino mi si avvicina con la sua chincaglieria: "Compra cumpà, te buon cristiano" "No guardi comunista" gli rispondo gentilmente. Non capisce: saluta senza ammiccamenti. Nell'86 lasciai il PCI e cominciai con Autonomia Operaia. Cos'è il comunismo oggi non lo so più: ho creduto di saperlo troppe volte. Forse non so più bene neanche il capitalismo. Ma so che quella trincea che i vecchi comunisti del mio quartiere difendevano con il loro altoparlante ha ancora bisogno di essere presidiata. Da noi e magari anche da qualcun altro che siede nei salotti mediatici. Ci sono: bisogna riuscire a chiamarli.

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